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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Giovanni 17


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Orazione di Cristo al Padre per la glorificazione di ambedue, per i discepoli, e per quelli, che eran per credere in lui, che siano salvati dal male, e siano tutti una sola cosa, e il mondo conosca, come egli fu mandato dal Padre.

1Così parlò Gesù e alzati gli occhi al cielo, disse: Padre, è giunto il tempo, glorifica il tuo figliuolo, onde anche il tuo figliuolo glorifichi te:2Siccome hai data a lui potestà sopra tutti gli uomini, affinchè egli dia la vita eterna a tatti quelli, che a lui hai consegnati.3Or la vita eterna si è, che conoscano te, solo vero Dio, e Gesù Cristo mandato da te.4Io ti ho glorificato in terra: ho compito l'opera, che mi desti da fare:5E adesso glorifica me, o Padre, presso a te stesso con quella gloria, che ebbi presso di te, prima che il mondo fosse.6Ho manifestato il tuo nome a quegli uomini, che a me consegnasti del mondo; eran tuoi, e gli hai dati a me: e hanno osservato la tua parola.7Adesso hanno conosciuto, che tutto quello, che hai dato a me, viene da te:8Perché le parole, che desti a me, le ho io date a loro: ed essi le hanno ricevute, e hanno veramente conosciuto, che sono uscito da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.9Per essi io prego: Non prego pel mondo, ma per quelli, che hai dati a me; perché sono tuoi:10E tutte le cose mie sono tue, e le tue mie: e da essi sono stato glorificato,11E io già non sono nel mondo, o questi sono nel mondo, ed io tengo a te. Padre santo, custodisci nel nome tuo quelli, che hai a me consegnati, affinchè siano una cosa sola, come noi.12Quando io era con essi nel mondo, io li custodiva nel nome tuo. Ho conservato quelli, che a me consegnasti: e nissuno di essi è perito, eccetto quel fìgliuol di perdizione, affinchè si adempisse la Scrittura.13Adesso poi vengo a te: e tali cose dico, essendo nel mondo, affinchè abbiano in se stessi compito il mio gaudio.14Io ho comunicato loro la tua parola, e il mondo gli ha odiati, perché non sono del mondo, siccome io non sono del mondo.15Non chiedo, che tu li tolga dal mondo, ma che li guardi dal male.16Eglino non sono del mondo, come io non sono del mondo.17Santificali nella verità. La parola tua è verità.18Siccome tu hai mandato me nel mondo, cosi io ho mandato loro nel mondo.19E per amor loro io santifico me stesso: affinchè essi pure siano santificati nella verità.20Né io prego solamente per questi, ma anche per coloro, i quali per la loro parola crederanno in me:21Che siano tutti una sola cosa, come tu sei in me, o Padre, ed io in te, che siano anche essi una sola cosa in noi: onde creda il mondo, che tu mi hai mandato.22E la gloria, che tu desti a me, la ho io data ad essi: affinchè siano una sola cosa, come una sola cosa siam noi.23Io in essi, e tu in me: affinchè siam consumati nell'unità: e affinchè conosca il mondo, che tu mi hai mandato, e hai amato loro, come hai amato me.24Padre, io voglio, che quelli, che desti a me, siano anch' essi con me, dove son io: che vedano la gloria mia, quale tu l'hai a me data: perché mi hai amato prima della formazione del mondo.25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto; ma io ti ho conosciuto: e questi han conosciuto, che tu mi hai mandato.26E ho fatto, e farò noto ad essi il tuo nome: affinchè la carità, con la quale amasti me, sia in loro, ed io in essi.

Note:

17,1:Alzati gli occhi al cielo. Il nostro divino Pontefice comincia a porgere preghiere a Dio per se, e pel popolo.
Glorifica il tuo Figliuolo, onde ec. Fa' conoscere al mondo l'esser mio, i motivi della mia venuta, il fine delle mie umiliazioni, e de' patimenti, che debbo soffrire. Molti al vedermi divenuto l'obbrobrio degli uomini, e trattato non come uomo, ma quasi verme della terra, ne saranno scandalizzati, e vacilleranno nella fede. Rendimi risuscitarmi da morte la mia gloria, e conferma nella mia fede i cuori deboli, e incostanti, allinchè si dilati sempre più il mio Vangelo, da cui siano illuminati tutti i popoli, e conoscano, e adorino il tuo santo nome.

17,2:Siccome hai data a tui potestà... affinche egli dia ec. Tu gli hai date in eredita tutte le genti, affinchè sia a tutte principio, e forte di salute, e dia la vita eterna a tutti quelli, i quali sono stati dati da te a lui, cioè a tuoi eletti. E notisi come dopo di aver detto che il Padre ha soggettati tutti gli uomini al Figliuolo, aggiugne il fine, che e di dare la vita eterna non a tutti, ma a quelli, i quali sono stati in special modo dati a lui dal medesimo Padre: Imperocchè in questa maniera parlando dimostra due verità; primo, che Cristo ha meritato la salute, e la vita eterna per tutti, perchè e morto per tutti: secondo, che non tutti arrivano alla salute non per difetto del Salvatore, il quale egualmente, che il Padre, vuole la salute di tutti, ma per colpa degli stessi uomini.

17,3:Or la vita eterna si e, che conoscano. Viene a dire la maniera, onde alla vita eterna si giugne, consiste nella cognizione del solo vero Dio, e dell'unico Salvatore, e Mediatore tra Dio, e gli uomini, senza di cui nissuno può giugnere a Dio. I Gentili non conoscevano nè il vero Dio, nè il Salvatore; gli Ebrei conoscevano il vero Dio, ma non conobbero, anzi rigettarono il Salvatore. Per gli uni, e per gli altri prega Cristo.

17,4:Io ti ho glorificato in terra: ec. Con la mia predicazione, con l'innocenza, e santità della mia vita, con i miei miracoli, e anche con i miei patimenti, e con la mia morte: imperocchè questa fu di massima gloria al Padre, come sofferta dal Figliuolo per ubbidire a lui; e di questa intende anche di parlare, riguardandola come gia avvenuta per la ferma risoluzione, che aveva di soffrirla; onde anche soggiugne: ho compito l'opera, che nn desti da fare.

17,5:E adesso glorifica me, o Padre, ec. Dopo che io per ubbidienza a' tuoi eterni decreti, e per la tua gloria mi sono umiliato sino alla forma di servo, e sino all'apparenza di peccatore, rendi a me quella gloria, della quale io fui in possesso nel cielo prima del cominciamento de' secoli. Si comunichi questa alla natura dell'uomo assunta da me, sia palese al mondo mediante la mia risurrezione, che divenendo uomo non ho lasciato di essere quello, che fui ab eterno, lo splendore della tua gloria, e figura della tua sostanza.

17,6:Ho manifestato il tuo nome a quegli uomini, ec. Ho predicato la tua santità, la tua giustizia, la tua carità a tutti coloro, i quali tirati da te, e segregati dalla turba de' mondani sono venuti a seguir la mia scuola.
Eran tuoi, ec. Eran tuoi per la creazione, e più particolarmente per l'elezione eterna fattane da te, e miei li facesti traendogli a me, affinchè in me credessero, e confessassero, ch'io sono il Cristo, il Salvatore degli uomini.

17,7:Hanno conosciuto, che tutto quello, che hai dato a me, viene da te. In cambio di dire tutto quello, che ho insegnato ad essi, per onore del Padre dice tutto quello che hai dato a me. Hanno a molti indubitati segni riconosciuto, che non d'altronde, che da te potevan procedere e la dottrina, che io ho predicato, e i miracoli da ne fatti in confermazione di essa.

17,9:Non prego pel mondo. S. Agostino tract. 107. in Joan.: Pel mondo vuole, che si intendano coloro, i quali vivono secondo la concupiscenza del mondo, e non sono in quella sorte di grazia, che da lui siano eletti di mezzo al mondo. Dice egli adunque, che non a favore del mondo ei prega, ma per quelli che il Padre a lui diede: imperocchè dall'averli il Padre già dati a lui ne venne, che a quel mondo non appartengano, per cui egli non prega. E in queste parole di Cristo una ragion si con tiene, per cui debba il Padre esaudirlo; mentre non per gli empi nè per gli increduli, e nè per gli stolti amatori del mondo egli prega, ma per coloro, che il Padre amano, e al Padre appartengono.
Perchè sono tuoi, ec. Non lasciano di esser tuoi, anche dopo che gli hai dati a me, perchè le cose tue son mie, e le mie tue, dice nel versetto seguente.

17,11:E io già non sono nel mondo, e questi sono nel mondo. Adduce un nuovo motivo di raccomandargli all'amore del Padre,perchè si divide da essi, lasciandogli in mezzo ai pericoli, e alle tempeste del mondo.
Custodisci nel nome tuo quelli,... affinchè ec. Conserva per tua bontà nell'amor tuo, e nella tua grazia quelli che mi hai già dati, affinchè siano tutti un solo spirito, e un sol volere, come siam tu, e io.

17,12:Ho conservato quelli, che a me consegnasti: e nissuno di essi è perito, eccetto ec. Ho custoditi, e difesi dalla morte dell'anima tutti quelli che tu mi hai dati; nessuno di essi è perito; è perito bensì colui, che volle la sua perdizione, e la perdizione ha trovato, onde si adempisse di lui quello che già fu predetto nella Scrittura. La particella nisi, eccetto, vale in questo luogo lo stesso che solamente., Vedi Matth. v. 13. Apoc. XXI. 27., IV. Reg. V. 17. Giuda era il ritratto di tutti i reprobi, come gli Apostoli erano figura di tutti gli eletti. Abbiamo altre volte osservato, che quando si dice, che alcuna cosa è avvenuta, affinchè si adempisse la Scrittura, ciò non vuol dire, che la predizione sia causa di quel che succede; ma bensi, che quel che succede, è conforme a quanto era registrato nella Scrittura, dove Dio, cui le future volontà degli uomini sono palesi, ha voluto che profeticamente descritti fossero molti fatti, che doveano succedere nel tempo della vita mortale di Gesù Cristo, affine di farlo riconoscere più agevolmente pel vero Messia.

17,13: Affinchè godano in teriormente della consolazione, e del dolce conforto, di cui io godo, di sapere cioè, che non manchera loro giammai la tua protezione, la tua assistenza.

17,14:Il mondo gli ha odiati, ec. Il rispetto, con cui hanno ricevuto la mia dottrina, e l'amore, con cui hanno ad essa conformato la loro vita, gli ha renduti odiosi al mondo, perchè nulla han più di comune con esso, e perchè seguendo l'esempio mio, si sono interamente divisi dal mondo, alienati dalle sue massime, e da' suoi per versi costumi.

17,17:Santificali nella verità. La parola tua è verità. Manda sopra di essi lo Spirito di verita, il quale li santifichi; cioè li consagri, e idonei li renda alla predicazione della verità, che è quanto dire della tua parola, la quale è la stessa verita.

17,19:E per amor loro io santifico me stesso. Per essi io offerisco me stesso Sacerdote insieme, e vittima, affinchè mediante il mio sagrificio, siano essi veramente, e perfettamente santificati per l'interiore operazione dello Spirito di santificazione. La voce santificare, e santificarsi si usa sovente nelle Scritture per dinotare la destinazione di una cosa, ovvero la preparazione di una persona per un'azione sacra, e religiosa. Vedi Joan. XI. 55., Atti XXI. 34.

17,21:Che siano tutti una sola cosa. Siano un solo cuore, e un'anima sola per la perfetta unione degli animi in quel, che concerne la fede, e per la mutua costante carità, come essendo tutti membri di un medesimo corpo. E questa unione sia tanto perfetta, che rappresenti in qual che modo la perfettissima e divinissima unione, che è tra noi.
Siano anch'essi una sola cosa in noi. Vuole, che i fedeli siano una sola cosa per la reciproca unione tra loro, e che siano ancora una sola cosa per la costante unione col Padre, e col Figliuolo.
Onde creda il mondo, ec. La perfetta uniformita di sentimenti, e la intima unione di carita, che regnera trai miei fedeli, sarà uno dei mezzi per trarre il mondo alla fede, persuadendolo della santità della mia dottrina, e della verità della mia missione. Gli Atti degli Apostoli ci faranno toccar con mano l'adempimento di questa profezia.

17,22:E la gloria, che tu desti a me, ec. Ho comunicato ad essi tutti i beni, e tutti i doni celesti, de' quali tu mi hai ricolmo, gli ho onorati col distintivo di figliuoli di Dio, come lo sono stato io da te; io per natura, eglino per adozione, affinchè come membri di una stessa famiglia siano una sola cosa, come una cosa sola siamo noi.

17,23:Io in essi. Per la comunione della natura umana, per la comunicazione del mio Spirito,per la dilezione mia verso di loro, e finalmente per la partecipazione del coro, e del sangue mio nella Eucaristia.
E tu in me: ec. Ovvero come tu in me, per la natura divina unita alla mia umanità.

17,24:Padre, io voglio, ec. Io bramo ardentemente, che tutti i tuoi eletti siano anch'essi a parte della mia felicità, che mi veggano sedente ne' cieli alla tua destra coronato di quella gloria, che amorosamente mi destinasti prima della creazione del mondo.

17,25:Padre giusto, il mondo ec. Tu, che rendi a ciascuno secondo le opere sue, rendi conveniente mercede a coloro, i quali lasciando il mondo nella sua incredulità, hanno creduto a me, e mi han seguitato.

17,26: Gli instruirò anche, dopo la mia risurrezione, de' misteri, e dell'amor tuo, onde sempre più conoscendoti, ti amino, e degni divengano di essere da te amati con amor simile a quello che porti a me, e io sia unito con essi, come il capo lo è con le membra.