Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 7


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Ammirando la fede del centurione, sana da lontano il di lui figliuolo. Risuscita presso alla porta di Nain il figliuolo unico della vedova. Fa molti miracoli in presenza de' discepoli di Giovanni Batista, il quale per mezzo di essi gli domandava, se egli fosse colui, che doveva venire. Partiti quelli, celebra altamente Giovanni. Non piacque né il modo di vìver di Cristo, nè quel di Giovanni ai Giudei, i quali sono rassomigliati a1 fanciulli, che alternativamente cantano nella piazza. Una peccatrice gli unge i piedi, ed ei risponde a Simone, che ne mormorava; e propone la parabola de' due debitori. Dè peccati rimessi alla donna.

1E terminato che ebbe tutti i suoi discorsi al popolo, che lo ascoltava; entrò in Cafarnaum.2E il servo di un certo centurione caro a lui era ammalato, e vicino a morire.3E avendo quegli sentito parlare di Gesù, mandò da lui gli anziani dei giudei a pregarlo, che andasse a guarire il suo servo.4Questi adunque' essendo andati a trovar Gesù, lo pregavano istantemente, dicendogli: Egli merita, che tu gli faccia questa grazia.5Imperocché ama la nostra nazione, e ci ha fabbricata egli stesso la sinagoga.6Gesù adunque andò con loro. E quando era già poco lontan dalla casa, il centurione mandò a lui degli amici, per dirgli: Signore, non ti incomodare: imperocché non sono io degno, che tu entri sotto il mio tetto:7E per questo non mi sono nemmen io medesimo creduto degno di venir da te: ma ordina con un sol motto, e il mio servo sarà risanato.8Imperocché anch'io sono un uomo subordinato, che ho sotto di me de' soldati: e dico a uno: Vanne, ed egli va; ed a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa la tal cosa, e la fa.9Lo che udito avendo Gesù, ne restò ammirato: e rivolto alla turba, che lo seguiva, disse: In verità vi dico, che non ho trovato tanta fede nemmeno in Israele.10E coloro, che erano stati mandati, ritornando a casa, trovarono guarito il servo, che era stato malato.11E avvenne, che di poi egli andava a una città chiamata Naim: e andavan seco i suoi discepoli, e una gran turba di popolo.12E quand' ei fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato fuori alla sepoltura un figliuolo unico di sua madre: e questa era vedova: e gran numero di persone della citta la accompagnavano.13E vedutala il Signore, mosso di lei a compassione, le disse: Non piangere.14E avvicinossi alla bara, e la toccò. (E quelli, che la portavano, si fermarono) Ed egli disse: Giovinetto, dico a te, levati su.15E il morto si alzò a sedere, e principiò a parlare. Ed egli lo rendette a sua madre.16Ed entrò in tutti un gran timore: e glorificavano Dio, dicendo: Un profeta grande è apparso tra noi: e ha Dio visitato il suo popolo.17E questa opinione intorno ad esso si sparse per tutta la Giudea, e pertutto il paese all'intorno.18E i discepoli di Giovanni riferirono a lui tutte queste cose.19E Giovanni chiamati due de' suoi discepoli, li mandò da Gesù a dirgli: Se' tu colui, che dee venire, o dobbiamo aspettar un altro?20E quegli andati da lui gli dissero: Giovanni Batista ci ha mandati da te a dirti: Se' tu colui, che dee venire, o dobbiamo aspettare un altro?21(Or nello stesso tempo egli liberò molti dalle malattie, e dalle piaghe, e da' maligni spiriti, e donò il vedere a molti ciechi).22E rispose loro: Andate, riferite a Giovanni quel, che avete udito, e veduto: i ciechi veggono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, e si annuncia a' poveri il Vangelo:23E beato, chi non sarà scandalizzato per me.24E partiti che furono i messi di Giovanni, cominciò egli a dire di Giovanni alle turbe: Che siete voi andati a vedere nel deserto? forse una canna scossa dal vento?25Ma pure, che siete voi andati a vedere? forse un uomo delicatamente vestito? Certo, che coloro, che portano abiti preziosi, e stanno sul lusso, vivono nelle case dei re.26Ma che è quello, che siete andati a vedere? un profeta? Si certamente, io vi dico, e ancor più che profeta:27Questi è colui, del quale sta scritto: Ecco che io spedisco il mio Angelo innanzi a te, il quale preparerà al tuo venire la strada.28Imperocché io vi dico, che tra i nati di donna, profeta maggiore di Giovanni il Batista non v' è. Ma il più piccolo nel regno di Dio è maggiore di lui.29E tutto il popolo che lo ascoltò, e i pubblicani han dato gloria a Dio, essendosi battezzati col battesimo di Giovanni.30Ma i Farisei e i dottori della legge per loro danno disprezzarono i disegni di Dio, non essendosi fatti da lui battezzare.31Disse poi il Signore: A qual cosa adunque paragonerò io gli uomini di questa generazione? E a qual cosa sono simili?32Sono simili a quei fanciulli, che seggono sulla piazza, e intuonano gli uni agli altri: Vi abbiamo sanato la sampogna, e non avete ballato: vi abbiamo cantato cose lugubri, e non avete pianto.33Conciossiachè venne Giovanni Batista, che non mangia pane, né beve vino, e voi dite: Egli è indemoniato.34Venne il Figliuolo dell'uomo, che mangia, e beve, e voi dite: Ecco il mangione, e il bevone, amico de' pubblicani, e de' peccatori.35Ma è stata giustificata la sapienza da tutti i suoi figliuoli.36E uno de' Farisei lo pregò, che andasse a mangiar da lui. Ed entrato in casa del Fariseo si pose a tavola.37Quand'ecco una donna, che era peccatrice in quella città, appena ebbe inteso, com' egli era a tavola in casa del Fariseo, prese un alabastro di unguento:38E stando di dietro a' suoi piedi, cominciò a bagnare i piedi di lui colle lagrime, e rasciugavali con i capelli della sua testa, e li baciava, e gli ungeva con l'unguento.39Or vedendo ciò il Fariseo, che lo aveva invitato, disse dentro di se: Se costui fosse profeta, certamente saprebbe, chi, e quale sia la donna, la quale lo tocca: e come ella è peccatrice.40E Gesù gli rispose, e disse: Simone, ho qualche cosa da dirti. Ed egli disse: Maestro, parla.41Un creditore aveva due debitori: uno doveagli cinquecento denari, e l'altro cinquanta.42Non avendo quegli il modo di pagare, condonò il debito ad ambedue. Chi adunque di essi lo ama di più?43Rispose Simone: Penso, che quegli, cui ha condonato di più. Ed ei disselli: Rettamente hai giudicato.44E rivolto alla donna, disse a Simone: vedi tu questa donna? Sono entrato in tua casa, non hai dato acqua a' miei piedi: e questa ha bagnato i miei piedi colle sue lagrime, e gli ha asciugati co' suoi capelli.45Non hai a me dato il bacio: questa da che è venuta, non ha rifinito di baciare i miei piedi.46Non hai unto con olio il mio capo: e questa ha unti con unguento i miei piedi.47Per la qual cosa ti dico: Le sono rimessi molti peccati, perché molto ha amato. Or meno ama, a cui meno si perdona.48E a lei disse: Ti son rimessi i peccati.49E i convitati cominciarono a dire dentro di se: Chi è costui, che fin rimette i peccati?50Ed egli disse alla donna: La tua fede ti ha fatta salva: Vanne in pace.

Note:

7,3:Mandò da lui gli anziani ec. S. Matteo dice, che questo centurione andò a pregare Gesù, dando (come si suole) per fatto da lui quello, che a sua richiesta, e in suo nome avean fatto gli anziani della sinagoga.

7,4-6:Egli merita, che tu gli faccia ec. Le parole del centurione paragonate con quelle di questi Giudei mostrano una differenza grande tra 'l carattere di questi, e quello dell'uomo Gentile. Questi si reputa indegno di vedere il Signore, e di parlargli: i Giudei dicono, che egli merita, che Gesù faccia per lui un miracolo, perchè ama la loro nazione. Avessero almen detto, perchè teme Dio, e ama la nostra religione; ma la loro maniera di parlare è indizio d'arroganza, e di molto amor proprio. Ma notisi ancora l'incredibil bontà, e umiltà di Gesù, il quale, benchè si trattasse di un Gentile, e di un servo di un Gentile, e gli intercessori mandati da lui non fossero di alcun merito, come presontuosi, e superbi, contuttociò e si dispose ad andar dal malato, e gli rendette la sanità, premiando così la fede, e l'umiltà del padrone. Ci ha fabbricata egli stesso la sinagoga. Può intendersi, che egli o somministrasse il denaro per la fabbrica, o che v'impiegasse l'opera dei soldati, ai quali comanda va: imperocchè frequentemente i Romani si valevano delle loro milizie per le opere pubbliche, affine di toglie re i soldati all'inutilità, e all'ozio. Comunque ciò fosse, l'aver egli dato mano a erigere una sinagoga è chiaro indizio dell'affezione, che aveva per la religione Ebrea, benchè, contentandosi di adorare il solo vero Dio, non si soggettasse alla legge.

7,11:Chiamata Naim: piccola città della Galilea alle falde del monte Ermon, lontana due sole miglia dal monte Tabor.

7,12:E quand' ei fu vicino alla porta ec. Tutte le circostanze notate con gran riflesso dal s. Evangelista servono a porre in piena evidenza il miracolo, e a mostrarne la grandezza. Non potea dubitarsi, che il giovinetto fosse morto effettivamente, mentre lo portavano a seppellire. La madre vedova, e di ragguardevole condizione era ac compagnata da molta gente della citta. S'incontra con lei Gesù alla porta, dove ognun sa, che gli Ebrei si ra dunavano nello stesso modo, che i Greci, e i Romani nelle piazze, e dove trattavansi i pubblici e privati affari. Da tutto questo apparisce qual numero di testimoni avesse la risurrezione di questo morto.

7,14:Giovinetto, dico a te, ec. Questa maniera di comando dà benissimo a conoscere il padrone assoluto della natura; quello, a cui vivono i morti, e il quale le cose stesse, che non sono, chiama, come quelle, che sono.

7,16:Un profeta grande ec. Sembra, che il popolo voglia alludere ad Elia, ed Eliseo, i quali avevano risusci tato de' morti, e che paragonando il modo tenuto da quelli con quel che avea veduto fare da Cristo, esalti, come ragion volea, il miracolo, di cui erano stati testi moni, sopra quelli dei due profeti. Questi infatti non risuscitaron i due fanciulli, se non col mezzo dell'orazione; ma Cristo col solo comando rendè la vita al figliuol della vedova. Per questo il popolo lo acclama non solo per profeta, ma per profeta grande. Può anch' esser che da questo gran fatto cominciassero a intendere, che esi era quel profeta predetto da Mosè (Deuter. XVIII.); ale a dire, il Messia. E questa opinione, benchè non sia favorita dal testo originale, dove si legge non il profeta, ma un profeta, sembra rendersi verisimile dal vedere, come le turbe esprimono il loro stupore, e la gratitudi ne colle parole stesse di Zaccaria, dicendo: Il Signore ha visitato il suo popolo.

7,18:E i discepoli di Giovanni riferirono ec. Forse più per movimento di gelosia, o d'invidia (vedendo quasi oscurarsi la fama del loro maestro dagli applausi, che si faceano a Gesù ), che per impulso di ammirazione, e di stima. Quindi è, che il santo maestro gli manda a Gesù, perchè dai detti e fatti di lui non dubitava, che avrebber presi sentimenti più giusti, nè avrebbero sempre creduto, che egli per solo effetto di umiltà innalzasse tanto Gesù sopra se stesso. Si fa dunque Giovanni ignorante cogli ignoranti, affin di correggere gli ignoranti, man dandogli a nome suo a dimandare a Gesù, se fosse il Messia.

7,30:Ma i Farisei... disprezzarono ec. Gli uomini rozzi, il popolo semplice, e quegli stessi, che eran tenuti per peggiori, ammirarono, e con gratitudine abbracciarono i consigli della bontà divina, la quale per mezzo di Giovanni invitavagli a penitenza, e preparavagli per mezzo del battesimo di lui al battesimo di Gesù' Cristo. Ma i Farisei, e i dottori della legge, superbi per la pretesa loro giustizia, non fecer caso dell'esortazioni del precursore, e per propria lor perdizione disprezzarono tutto quello, che la providenza avea fatto per condurgli a salute.

7,37:Che era peccatrice ec. Abbenchè sovente nelle Scritture col nome di peccatore si intenda il Gentile; nulla dimeno tale è il consenso di tutta l'antichità nel prendere in questo luogo la voce peccatrice, come significan te donna di vita disonesta, che mi parrebbe temerità il muover disputa su questo punto. E certamente non d'altronde è da credere, che venisse l'ammirazion di Simone al vedere, come Gesti permettesse a costei di toccarlo, se non dal conoscerla per donna impudica, quantunque siavi chi pensi, essere stata dottrina de' Farisei, che il tatto di qualunque vizioso rendesse immondo, come quel del lebbroso.
Appena ebbe inteso. Queste parole dimostrano, che el la,gia tempo, cercava l'occasione di gettarsi a' piedi di Gesù, e si prevalse della prima, che se le presentò.
Prese un alabastro. Un vaso di pietra detta alabastro; imperocchè di essa facevansi i vasi per gli unguenti preziosi, e l'uso di tali unguenti era grande presso gli Orientali, e praticavasi ne' conviti colle persone di gran riguardo, e l'arte di manipolargli era propria delle donne.

7,38:E stando di dietro ec. Di molte persone leggesi nel Vangelo, che andarono a trovare Gesù per impetrare o per loro stessi, o per altri la salute del corpo. Solo questa donna ricorre a lui per la guarigione dell'anima, e per la remissione de' suoi peccati; e questa ella domanda non colle parole, ma con tutti i più espressi segni di umiltà, e di cuor penitente e contrito.

7,39:Se costui fosse profeta, ec. Ecco in Simone un vivo ritratto della superbia, Farisaica. L'occhio di costui è cattivo, perchè Gesù è buono, e soffre a' suoi piedi una peccatrice, la quale egli perciò vuole, che non sia conosciuta per tale da lui, e che per conseguenza non sia Gesù veramente Profeta. La passione offusca a lui l'in telletto in tal guisa, che pretende essere proprio del Profeta quello, che appartiene a Dio solo; vale a dire, il sapere tutte le cose. Gesù poteva esser Profeta, e non sapere i peccati di quella donna; e non solamente Profeta, ma il Profeta per eccellenza poteva esser Gesù, e lasciarsi toccare, e lavare i piedi da questa donna conosciuta per rea di molti e gravi peccati; poteva Gesù essere il Messia appunto, perchè con tanta carità acco glieva una peccatrice; imperocchè in tutti i profeti è de scritta, e predetta la somma benignita, colla quale lo stesso Messia avrebbe invitati a sè i peccatori, pe' quali appunto dovea venire.

7,40:E Gesù gli rispose, ec. Rispose non alle parole, ma ai pensieri di Simone, facendogli vedere, che conosceva non solo la donna, ma anche lui stesso, e che i suoi sguardi portava, dove non altri che Dio può portarli, nello spirito, e nel cuore dell'uomo. Ed è ammirabile (dice Beda ) la soavità, colla quale Gesù riduce il Fariseo a condannarsi da se medesimo, facendo, che dalle sue proprie parole resti convinto, e che, a guisa di frenetico, porti seco la fune, colla quale debbe esser legato.

7,41:Un creditore aveva due debitori. In questa parabola il creditore è Cristo, e i due debitori sono la donna, e Simone: la donna conoscendo di avere un gran debito con Cristo, e chiedendo, che le sia rimesso, ama più il Signore; Simone, che crede minore il suo debito, ama meno. Che Maria abbia amato più, è provato con quello, che ella fa verso Cristo, dove un bel contrasto apparisce tralle dimostrazioni di amore date da questa pe niente, e la trascuratezza del Fariseo. La conclusione si è di far vedere a quell'uomo superbo, che egli è sommamente ingiusto verso di quella donna, credendola in degna di stare a' piedi del suo medico, e del suo Salvatore, quand'ella è gia migliore di lui, e non più peccatrice, ma penitente, piena di contrizione, e di amore.

7,47:Le sono rimessi molti peccati, perchè ec. Siccome secondo la tua opinione, o Simone, dei due debitori quegli ama più, a cui maggior debito è perdonato; così nel caso presente egli avviene: imperocchè questa donna persuasa essendo di aver molto debito, ha aspettato da me più grande misericordia; e per questo ancora mi ha amato molto, come ha in molti modi dato a conoscere. Tu, che a lei ti preferisci, e credi di esser men debitore, credi ancora di aver bisogno di misericordia men grande; per questo ti fo sapere, che a lei son rimessi i molti suoi peccati, perchè ha amato molto. Tu pel contrario piccolo benefizio speri, qualora speri la remission de' peccati, e per conseguenza ami anche poco, perchè meno ama, a cui meno si perdona. Dove è da notare, che queste parole di Cristo feriscono personalmente Simone, e son relative a quello, che egli stesso avea detto Vers. 43; dappoichè generalmente parlando egli è certo, che molti santi con minori debiti amaron più, che molti altri, i quali ebbero maggiori debiti.

7,48:E a lei disse: ec. Era tempo, che, umiliato il Fariseo, consolasse la povera penitente colla piena universale remissione de' suoi peccati.

7,50:Ed egli disse alla donna: La tua fede ti ha fatta salva. La remissione de' peccati, la quale è di sopra at tribuita all'amore, si attribuisce adesso alla fede; vale a dire a quella fede, ta quale opera mediante la carità. E con ragione nota un dotto Interprete, che la fede di questa donna dice Cristo essere stata per lei principio di salute, non solo perchè tale è veramente la fede in Cristo, ma di più, perchè ha voluto con questo riconvenire, e confonder la incredulità di coloro, i quali, come si legge nel versetto precedente, ardivano di dire in cuor loro: Chi è costui, che fin rimette i peccati?