Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 22


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I principi de' sacerdoti risolvono di uccider Gesù, il quale è venduto da Giuda. Ordina, che si apparecchi la Pasqua. Dà a' discepoli il pane, e il vino, ordinando ad essi difare lo stesso. Disputa de' discepoli intorno alla preminenza. Predice la trina negazione di Pietro, e ordina, che si venda la tonaca, e si comperi la spada. Dopo una lunga orazione nell'agonia, e il sudore quasi di sangue scorrente per terra e catturato da' Giudei, a uno dei quali Pietro taglia un orecchio. Si lamenta, che siano andati a prenderlo come un assassino. In casa del principe de' sacerdoti è negato da Pietro tre volte, e da' Giudei è battuto, e schernito; e la mattina interrogato nel consiglio si confessa Figliuolo di Dio.

1E avvicinatasi la festa degli azzimi, che chiamasi Pasqua:2E i principi de' sacerdoti, e gli Scribi cercavano il modo di uccidere Gesù; ma avevan paura del popolo.3E Satana entrò in Giuda, cognominato Iscariote, uno dei dodici:4E andò a discorrere coi principi de' sacerdoti, e coi magistrati del modo di darlo ad essi nelle mani.5E ne fecer festa, e convennero di dargli una somma di denaro.6E n' andò d'accordo. E cercava opportunità di darlo senza romore nelle lor mani.7E venne il di degli azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua.8E mandò Pietro, e Giovanni, dicendo loro: Andate, preparateci da mangiare la Pasqua.9E quelli risposero: Dove vuoi tu, che apparecchiamo?10Ed ei disse loro: Al primo entrar in città vi imbatterete in un uomo, che avrà una brocca d'acqua: andategli dietro fino alla casa, nella quale entrerà,11E direte al capo di casa: Il maestro dice a te. Dov'è l'ospizio, in cui io mangi la Pasqua co' miei discepoli?12Ed egli vi mostrerà un gran cenacolo messo in ordine, e ivi apparecchiate.13E andati che furono, trovarono,come Gesù aveva detto loro, e prepararon la Pasqua.14E giunta l'ora, si mise a tavola, e con esso i dodici Apostoli:15E disse loro; Ardentemente ho bramato di mangiar questa Pasqua con voi prima della mia passione.16Imperocché vi dico, che non ne mangerò più, fino a tanto che ella sia adempita nel regno di Dio.17E preso il calice, e rese le grazie, disse: Prendete, e distribuitelo fra voi:18Imperocché vi dico, che io non berò il frutto della vite, sino a tanto che il regno di Dio da venuto.19E preso il pane, rendè le grazie, e lo spezzò, e lo diede loro, dicendo: Questo è il mio Corpo, il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me.20Similmente ancora il calice, finita che fu la cena, dicendo: Questo è il calice il nuovo testamento nel sangue mio, il quale per voi si spargerà.21Del rimanente ecco che la mano di chi mi tradisce, è meco a mensa.22E quanto al Figliuol dell'uomo egli sen va, secondo che è stabilito: ma guai all'uomo, da cui sarà egli tradito.23Ed essi cominciarono a domandare l'uno all'altro, chi di loro fosse colui, che tal cosa avrebbe fatto.24Nacque di più tra di loro contesaI sopra chi di essi paresse essere il maggiore.25Ma egli disse loro: I re delle genti le governano con impero: e quelli, che le hanno sotto il loro dominio, si chiamano benefattori.26Non così però tra di voi: ma chi tra di voi è più grande, sia come il più piccolo: e colui, che precede, sia come: uno, che serve.27Imperocché chi è da più, colui, che siede, o colui, che serve a tavola? Non è egli da più colui, che siede? Or io sono tra voi come uno, che serve.28E voi siete quelli, che avete continuato a star meco nelle mie tentazioni.29E io dispongo a favor vostro del regno, come il Padre ne ha disposto a favor mio,30Affinchè mangiate, e beviate alla mia mensa nel regno mio: e sediate in trono a far giudizio delle dodici tribù di Israele.31Disse di più il Signore: Simone, Simone, ecco che Satana va io cerca di voi per vagliarvi, come si fa del grano:32Ma io ho pregato per te, affinchè la fede non venga meno: e tu una volta ravveduto conferma i tuoi fratelli.33Egli però dissegli: Signore, son pronto ad andar teco e alla prigioni alla morte.34Ma Gesù gli disse; Dico a te o Pietro, non canterà oggi il gallo prima, che tu per tre volte nieghi d'avermi conosciuto. E disse loro:35Quando vi mandai senza sacca, senza borsa, e senza scarpe, vi mancò egli mai nulla?36Ed essi dissero: Nulla. Disse e loro adunque: Adesso poi chi ha una sacca, la prenda, e cosi anche la borsa: ne chi non la ha, venda la sua tonaca, e comperi una spada.37Imperocché vi dico, esser necessario tuttora, che in me si adempia quello, che è stato scritto: Egli è stato noverato tra gli scellerati. Imperocché le cose, che riguardano me, sono presso al loro compimento.38Ma quelli risposero: Signore, ecco qui due spade. Ed ei disse loro: Non più.39E si mosse per andare, secondo il suo solito al monte Oliveto. E i suoi discepoli ancora lo seguitarono.40E giunto che vi fu, disse loro: Orate, a fine di non cadere in tentazione.41E distaccossi da loro, quanto è un tiro di sasso: e inginocchiatosi orava,42Dicendo: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice: per altro facciasi non la mia volontà ma la tua.43E gli apparve un Angelo dal cielo per confortarlo. Ed entrato in agonìa orava più intensamente.44E diede in un sudore, come di goccie di sangue, che scorreva a terra.45E alzatosi dall'orazione, e portatosi da' suoi discepoli, trovogli addormentati per la tristezza.46E disse loro: Perché dormite? alzatevi, orate affine di non entrare in tentazione.47Prima che ei finisse di dir queste parole, ecco che sopraggiunse una truppa di gente: e colui, che chiamavasi Giuda, uno de' dodici, andava loro innanzi: e accostossi a Gesù per baciarlo.48E Gesù gli disse: Giuda, con un bacio tradisci il Figliuolo dell'uomo?49E quelli, che erano intorno a Gesù, vedendo, dove la casa andava a parare, gli dissero: Signore, adopreremo noi la spada?50E uno di essi ferì un servo del principe de' sacerdoti, e gli tagliò l'orecchio destro.51Ma Gesù prese la parola, e disse: Basti così. E toccata l'orecchia di colui, lo risanò.52Disse poi Gesù ai principi de' sacerdoti, e ai prefetti del tempio, e ai seniori, i quali si erano mossi contro di lui: Siete venuti armati di spade, e di bastoni quasi contro un ladrone?53Quand'io con voi mi trovava ogni di nel tempio, non istendeste mai la mano contro di me: ma questa è la vostr'ora, e la balìa delle tenebre.54E preso che l'ebbero, lo condussero a casa del prìncipe de' sacerdoti: e Pietro lo seguiva alla lontana.55E avendo la gente acceso il fuoco nel cortile, e stando a sedere all'intorno, stava anche Pietro sedendo in mezzo ad essi.56E una serva veduto lui, che al fuoco sedeva, e miratolo fissamente, disse: Questi ancora era con lui.57Ma egli lo rinnegò, dicendo: Donna, io noi conosco.58Di lì a poco un altro vedendolo, gli disse: Anche tu sei un di coloro. Ma Pietro disse: O uomo, io nol sono.59E quasi un'ora dopo un altro diceva asseverantemente: Certo anche questi era con colui: imperocché anch' egli è Galileo.60E Pietro rispose: O uomo, io non so quel, che tu dica. E immediatamente, prima che egli avesse finite queste parole, il gallo cantò.61E il Signore si rivolse a mirar Pietro. E Pietro si ricordò della parola dettagli dal Signore: Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte.62E Pietro usci fuora, e pianse amaramente.63E que', che tenevan legato Gesù, lo schernivano, e davangli delle percosse.64E gli bendarono gli occhi, e gli davano delle guanciate: e lo interrogavano con dire: Indovina, chi è, che ti ha percosso?65E molte altre cose bestemmiando dicevano contro di lui.66E appena fattosi giorno, si radunarono gli anziani del popolo, e i principi de' sacerdoti, e gli Scribi, e lo menarono nel loro Sinedrio, e gli dissero: Se tu se' il Cristo, dillo a noi.67Ma egli disse loro: Se io vel dirò, voi non mi crederete:68E se anche vi interrogherò, nonmi risponderete, né mi darete libertà.69Ma da ora in poi sarà il Figliuolo dell'uomo assiso alla destra della virtù di Dio.70Tutti gli dissero: Tu dunque se' Figliuolo di Dio? Egli rispose: Voi lo dite, io lo sono.71Ma quelli dissero: Che bisogno abbiamo ormai di testimoni? abbiamo noi stessi udito dalla sua propria bocca.

Note:

22,1:La festa degli azzimi, che chiamasi Pasqua. Tutta la festa, la quale durava sette giorni, prendeva il nome dal primo solennissimo giorno, che era il giorno di Pasqua; e la voce Pasqua deriva da una parola Ebraica, la quale significa transito, passaggio. Questo nome fu dato a tal festa, perchè specialmente con essa rammemoravasi quello che avvenne in Egitto, quando l'Angelo sterminatore vedendo segnate col sangue le porte degli Israeliti trapassava le loro case senza uccidere i primogeniti, i quali uccideva nelle case degli Egiziani, che non avevan tal segno. Pasqua ancora dicesi nel Vangelo l'agnello, che uccidevasi nella Pasqua, come anche da Paolo, 1. Cor. V. 7. Dice s. Luca, che si avvicinava la festa di Pasqua, quando i principi de' sacerdoti, e gli Scribi discorrevano, e consultavano intorno al modo di uccider Gesù; il che vuol significare, che quella festa era di lì a due giorni, come spiegano s. Matteo, e s. Marco; lo che s'intende, non contato il dì della festa, nè quel che correva, quando si tenne dai nemici di Cristo questo consiglio.

22,5:E convennero di dargli una somma di denaro. La somma è specificata da s. Matteo. Di questa vendita ne avean parlato i profeti; ma ella era stata anche chiara mente predetta, e coi più vivi colori dipinta nella vendita del gran patriarca Giuseppe, di cui tutta la vita fu una espressa figura di Gesù Cristo.

22,15:Ho bramato di mangiar questa Pasqua con voi ec. Gesù dice che ha bramato, e grandemente bramato, che venisse il tempo di fare quest'ultima Pasqua, e quest'ultimo convito co' suoi discepoli, perchè in questo convito, tolta l'antica Pasqua, nuovi e grandi misteri voleva loro comunicare per la salute di tutti i fedeli. Ed era conveniente, che il Sagramento del corpo, e del sangue di Cristo fosse istituito da lui prima della passione, e non dopo ch'ei fosse risuscitato, perchè lo stesso Sagramento è simbolo, e rappresentazione della morte del Signore, come dice l'Apostolo; nè prima dell'ultima cena dovea essere istituito, perchè allora stava egli per soffrire la morte; e allora conveniva, che (conforme costumasi dagli amici in occasion di partenza, o di morte) una memoria lasciasse a'suoi dell'amor suo; nè altro convito, nè altra cena più potea convenire alla istituzione medesima che la cena Pasquale, in cui colla figura si congiungesse la verità, coll'agnello della Pasqua il vero agnello di Dio offerto pei peccati degli uomini.

22,16:Non ne mangerò più, fino a tanto che ella ec. Il regno di Dio in questo luogo (come nel vers. 18.) significa lo stato della vita futura. Ed è anche noto, che una delle significazioni della Pasqua legale era la liberazione dall'Egitto. Dice adunque il Signore, che egli non più mangerà, nè berà co' suoi Apostoli, fino a tanto che nuovo cibo, e nuova bevanda mangi, e beva con essi nella vita futura, allorchè non la Pasqua legale, ma la vera perfetta Pasqua, vale a dire la festa della loro liberazione, e salvazione sarà celebrata in uno spirituale eterno convito. Si ha adunque in queste parole di Cristo l'annunzio della vicina sua morte, per cui sarebbe egli stato tolto al convitto de' suoi Apostoli, e insieme la promessa di seco riu nirli nel regno celeste, dove avrebbero goduto eternamente di sua presenza, e della stessa sua mensa sarebbono fatti partecipi, come lo erano stati nel tempo della sua vita mortale.

22,20:Questo è il calice, il nuovo testamento nel sangue mio, ec. Siccome in s. Matteo quelle parole questo è il sangue mio del nuovo testamento significano, che con quel sangue era confermato il nuovo testamento; così non altra cosa ha voluto significare s. Luca con queste parole, se non che questo calice ratifica e sigilla il nuovo testa mento di Cristo per mezzo del sangue, che in esso contiensi. Nella stessa guisa il vecchio testamento fu confermato col sangue delle vittime uccise, e sacrificate. Vedi Heb. IX. Sono ancor da notarsi in questo versetto quelle parole dopo che ebbe cenato ripetute anche da Paolo, I. Cor. XI. 25, colle quali e Luca, e Paolo hanno voluto sempre più farci intendere, che questo calice, e similmente questo pane non appartenevano a quella comune cena, la quale serviva al nudrimento del corpo.

22,21:Del rimanente ecco che la mano ec. Paragona tacitamente co' suoi benefizi la empietà, e perfidia verso di sè dell'iniquo discepolo, che lo tradiva. S. Agostino da questo luogo inferiva, che Giuda ricevè insieme cogli altri il corpo, e il sangue di Cristo, mangiando, e bevendo la propria condannazione.

22,24:Chi di essi paresse essere il maggiore. Rinnovano questa disputa mossa già altre volte, perchè, stando per morire il loro maestro, bramavano di sapere chi in luogo di lui dovesse essere loro capo, ovvero chi dovesse avere il primo posto in quel regno, che essi credevano doversi fondare da Cristo sopra la terra.

22,25:Si chiamano benefattori. Prendono de' titoli magnifici di benefattore, o sia evergete, il qual nome portarono in que' tempi due Tolomei in Egitto; e del secondo di questi dice Atenco, che gli Alessandrini lo chiamarono più ve racemente cachergete, cioè malfattore.

22,27:Io sono tra voi come uno, che serve. Avea lavato loro i piedi; e sempre, essendo a mensa con essi, era so lito di spezzare, e dispensare il pane, come si vede in più luoghi del Vangelo.

22,28-29:Avete continuato a star meco ... E io dispongo ec. Perchè disputate tra voi di preminenza, e di superiorità? A voi tutti è preparato luogo d'onore, e di dignità, a voi, dico, i quali nelle contradizioni, e ne' mali trattamenti, che ho dovuto soffrir da' Giudei, non mi avete lasciato, come altri hanno fatto; quindi siccome è disposizione del Padre, che al mio regno io giunga per mezzo di molte tribolazioni; così per la via delle tribolazioni in esso entrerete anche voi, e diverrete partecipi di tutti i beni della mia casa, e avrete con somma gloria con giunta un'altissima potestà, costituiti con me giudici di tutte le tribù d'Israele nell'ultimo giorno.

22,31-32:Simone, Simone, ecco che Satana ec. Data a tutti una gran lezione di umiltà in tutto quel che precede, viene ad accennare Gesù colui, che egli ha destinato capo del collegio Apostolico, e di tutta la chiesa in suo luogo. Imperocchè ciò evidentemente conoscesi dal vedere, come a questo Apostolo ei si rivolge, e predicendo le tentazioni, colle quali il Demonio avrebbe cercato di sperdere tutto quel piccol gregge, per Pietro in particolare dice di aver pregato, e a lui comanda, che ravveduto confermi e rianimi i fratelli. E certamente per gli altri Apostoli ancora Cristo pregò, come si vede in s. Giovanni, cap. XVII.; ma per Pietro singolarmente pregò, non solamente perchè egli doveva essere più degli altri tentato, ed era ancora per cadere; ma perchè era capo degli altri, e gli altri confermar dovea nella fede. Pregò adunque per Pietro, affinchè non venisse meno la fede di lui, quella fede, per cui fu già egli detto beato da Cristo, e ehiamato pietra, sopra di cui sarebbe fondata la Chiesa; e siccome fu certamente esaudito Gesù dal Padre, dee perciò credersi, che la fede di Pietro mai non manco, non patì eclisse, come dice il Grisostomo; perchè quando anche rinnegò il suo Maestro, colla bocca lo rinnegò per timore, non col cuore lo rinnegò.Che se alcuno de' Padri, come s. Ambrogio, dissero, che Pietro perdesse la fede, o che la fede di Pietro perisse, queste espressioni non altro significano, se non che, necessaria essendo per la salute la confession della bocca, come dice Paolo, la negazione di Pietro fu un vero peccato d'infedeltà. Quello poi, che per Pietro, capo degli Apostoli, e di tutta la Chiesa fu detto, a tutta la Chiesa si estende, ed anche alla cattedra di Pietro, e ai successori di Pietro, de' quali ancora la fede non mancherà. Così tutti i Padri.

22,36:Chi ha una sacca, la prenda ... e chi non la ha (la spada) venda ec. Dicendo Cristo agli Apostoli, che a differenza di quello, che avean praticato sempre per l'avanti, era questo il tempo di portare non solo la sacca, e la borsa, ma anche la spada, e di comperar questa spada, se alcuno non l'avesse, anche col vender la tonaca, viene a significare, che, laddove quando gli mandò sprovvisti di tutto a predicare, nulla loro mancò, adesso poi il furore della persecuzione contro di essi sarà tale, che necessario si creda non solo di portare la sacca, e la borsa, ma di provvedersi ancor di una spada per difendere la propria vita. Non vuole adunque insinuare adesso Gesù a' suoi Apostoli la sollecitudine del proprio mantenimento, e della propria difesa, le quali cose avea loro insegnato di rimettere alla providenza del Padre; ma volle significare la violenza dell'imminente tribolazione, nella quale (secondo la maniera di pensare degli uomini) si sarebbe dovuto attendere a tutti que' preparativi. Questa maniera di parlare non fu intesa dagli Apostoli come si vede in appresso.

22,38:Non più. Vedendo, che i suoi Apostoli, non capivano le sue parole, rompe il discorso senza voler saper altro, correggendo non solo con questa parola, ma molto più coll'aria del volto la loro ignoranza. Il Grisostomo crede, che le due spade, o coltelli gli avessero portati gli Apostoli per uccidere, e spezzare l'agnello pasquale.

22,43:E gli apparve un Angelo ec. Questo versetto, e il seguente vi fu chi ebbe ardire di toglierli dal Vangelo per istrana pietà, credendo, che mal convenisse alla maestà dell'unico Figlio si l'aver bisogno del conforto di un Angelo, e sì l'interiore terribil combattimento, per cui sudò sangue. Chi in tal guisa pensò, non riflettè certamente, che molte altre cose bisognerebbe togliere dal Vangelo, se dovesse togliersi tutto quello, che alla corta nostra ragione incompatibil sembra colla sovrana grandezza di Gesù Cristo. Ma ciò, che i superbi deridono, o non intendono, è indicibilmente prezioso agli occhi della fede. In nissuna altra cosa (dice s. Ambrogio) io ammiro maggiormente la pietà, e la maestà di lui, ed ei non avrebbe fatto tanto per me, se non avesse preso anche i miei sentimenti. Per me adunque si attristò, e posta da parte la dilettazione della eterna divinità, senti il tedio di mia fiacchezza. Non deroga adunque alla grandezza di Cristo la tristezza, che egli volontariamente patì alla vista degli imminenti suoi patimenti, e della sua morte, come ad essa non derogano le altre infermita, e la stessa morte, le quali insieme coll'umana natura volle per amore di noi prendere sopra di sè; ed ei dovette (come dice l'Apostolo) essere in ogni cosa simile ai fratelli, si milmente tentato in tutto, tolto il peccato, Heb. II. 17. IV, 15. E questo stato di infermità, a cui egli volle di scender per noi, fu il principio della robustezza, e del coraggio, col quale tanti de' suoi fedeli soffrirono i tormenti, e la morte per lui. L'Angelo spedito dal cielo a confortare Gesù ci fa vedere, come la providenza non sara mai dimentica di consolare i fedeli ne' loro affanni tollerati per amore di Cristo.

22,53:Questa è la vostr'ora, e la balia delle tenebre. Questo è il tempo, nel quale a voi, e al principe delle tenebre (il quale di voi si serve, come di ministri della sua rabbia) è permesso di fare tutto quel che vorrete contro di me.
Da ora in poi sarà ec. Passato che sia questo tempo di umiliazione, sarà esaltato il Figliuolo dell'uomo fino alla destra del Padre.

22,71:Abbiamo noi stessi udito dalla sua propria bocca. Si sottintende la bestemmia, la qual parola gli Ebrei non solevano pronunziare; ma la espressero s. Matteo, e s. Marco.