Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 13


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In occasione de' Galilei uccisi in meno ai sagrifizj, e di quelli, sopra de' quali era caduta la torre di Siloe, esorta alla penitenza; altrimenti saranno sterminati, come il fico sterile. Riprende un arcisinagogo, il quale si offendeva, perchè egli avesse curato in sabato una donna dallo spirito d'infermità. Paragona il regno de' cieli al granello di senapa, e al lievito. Della porta stretta, e come, chiusa la porta molti picchieranno inutilmente. Dice, che Erode è una volpe; e che Gerusalemme sarà abbandonata per la sua crudeltà.

1Nello stesso tempo vennero alcuni a dargli nuove di que' Galilei, il sangue de' quali Pilato mescolato avea con quello de' loro sagrifizj.2Ed egli rispose loro, e disse: Vi pensate voi, che que' Galilei fossero più gran peccatori di tutti gli altri Galilei, perché sono stati in tal guisa puniti?3Vi dico di no: ma se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo.4Come anche que' diciotto uomini, sopra dei quali cadde la torre presso al Siloe, e gli ammazzò: credete voi, che anche questi fossero rei più di tutti gli altri abitatori di Gerusalemme?5Vi dico di no: ma se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo.6E disse anche questa parabola: Un uomo aveva un albero di fico piantato nella sua vigna, e andò per cercarvi de' frutti, e non ne trovò.7Allora disse al vignaiuolo: Ecco che son tre anni, che vengo a cercar frutto da questo fico, e non ne trovo: troncalo adunque: perché aduggia egli ancora il terreno?8Ma quegli rispose, e dissegli: Signore, lascialo stare ancora per quest' anno, fin tanto che io abbia scalzata intorno ad esso la terra, e vi abbia messo del letame:9E se darà frutte, bene: se no, allora lo taglierai.10E Gesù stava insegnando nella loro sinagoga in giorno di sabato.11Quand' ecco una donna, la quale da diciotto anni aveva uno spirito, che la teneva ammalata: ed era curva, e non poteva per niun conto guardar all'insù.12E Gesù vedutala, la chiamò a se, e le disse: Donna, tu se' sciolta dalla tua infermità.13E le impose le mani, e immediatamente fu raddirizzata, e glorificava Iddio.14Ma il capo della sinagoga sdegnato, che Gesù l'avesse curata in giorno di sabato, prese a dire al popolo: Vi sono sei giorni, ne' quali si conviene lavorare: in quegli adunque venite, e siate curati, e non nel giorno di sabato.15Ma il Signore prese la parola, e disse: Ipocriti, chicchessia di voi non iscioglie egli in giorno di sabato il suo bue, o il suo asino dalla mangiatoia, e lo conduce a bere?16E questa figlia di Abramo, tenuta già legata da Satana per diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo laccio in giorno di sabato?17E mentre dicea tali cose, arrossivano tutti i suoi emoli: e tutto il popolo si godeva di tutte le gloriose opere, che da lui si facevano.18Diceva egli pertanto: A qualcosa è simile il regno di Dio, o in qual cosa gli farò io paragone?19E simile a un granello di senapa, cui un uomo prese, e seminò nel suo giardino, il qual (granello) crebbe, e diventò una gran pianta: e gli uccelli dell'aria riposavano sopra i suoi rami.20E tornò a dire: A qual cosa dirò essere simile il regno di Dio.21E simile a quel lievito, cui una donna mescolò in tre misure di farina, sin tanto che tutta lievitasse.22E andava insegnando per le città, e pe' castelli, e incamminandosi verso Gerusalemme.23E taluno gli disse: Signore, son eglino pochi que', che si salvano? Ma egli disse loro:24Sforzatevi di entrare per la porta stretta: imperocché vi dico, che molti cercheranno di entrare, e non potranno.25Ed entrato che sia il padre di famiglia, e chiusa che abbia la porta, comincerete, stando di fuori, a picchiare alla porta, dicendo: Signore, aprici: ed egli vi risponderà, e dirà: Non so, donde voi siate.26Allora principierete a dire: abbiamo mangiato, e bevuto con teco, e tu hai insegnato nelle nostre piazze.27Ed egli dirà a voi: Non so donde vi siate: partitevi da me voi tutti artigiani d'iniquità.28Ivi sarà pianto, e stridor di denti: quando vedrete Abramo, e Isacco, e Giacobbe, e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi esserne cacciati fuora.29E verrà gente dall'oriente, e dall'occidente, e dal settentrione, e dal mezzodì, e si porrà a mensa nel regno di Dio.30Ed ecco che sono ultimi que', che saran primi, e sono primi que', che saranno ultimi.31Lo stesso giorno andarono alcuni de' Farisei a dirgli: Partiti, e va via di qua: perché Erode ti vuole ammazzare.32Ed egli disse loro: Andate, e dite a quella volpe: Ecco che io scaccio i demonj, e opero guarigioni per oggi, e per domani, e il terzo dì sono consumato.33Ma per oggi, e per domani, e pel dì seguente bisogna, che io faccia mia strada: perché non si da il caso, che un profeta perisca fuori di Gerusalemme.34Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti, e lapidi coloro, che sono a te inviati, quante volte ho voluto radunare i tuoi figliuoli, come la gallina i suoi pulcini, sotto le sue ali, e non hai voluto?35Ecco che sarà a voi lasciata deserta la vostra casa. E vi dico, che non mi vedrete, sino a tanto che sia, che diciate: Benedetto colui, che viene nel nome del Signore.

Note:

13,1:Di que' Galilei, ec. Questo dovea essere un fatto assai noto e recente, benchè non se ne abbia memoria in Giuseppe Ebreo; il quale non è perciò da maravigliarsi, se altri fatti istorici riferiti ne' santi Vangeli abbia ignorati, o passati sotto silenzio; come per esempio la strage degl'innocenti. Pilato per testimonianza di Filone era di natura crudele, ed era in questo tempo nimistà tra lui ed Erode (vedi cap. xxIII. 12.) da cui dipendeva la Galilea.

13,3:Vi dico di no: ma se non farete ec. Due cose insegna qui Cristo. Primo, che dalle calamità, che avvengono agli uomini non si giudichi temerariamente de' loro peccati, accadendo talora, che non solo i men rei, ma anche i migliori patiscano strane vicende: in secondo luogo, che, considerando le disgrazie come ordinaria pena de' peccati, nelle altrui afflizioni ripensiamoa' nostri peccati, e all'ira di Dio, che sopra di noi piomberà, se non farem penitenza. Perirete tutti allo stesso modo. Profezia di quello, che effettivamente accadde a' Giudei impenitenti, e ostinati nemici e omicidi di Cristo. Nella presa della città una gran parte di voi, dice Cristo, nel tempo stesso della Pasqua, sarete, come que' Galilei, scannati a guisa di vittime nel tempio, rei di ribellione contro i Romani; ma più rei ancora per l'esecranda ribellione contro Dio e contro il suo Cristo.

13,4:Come anche que' diciotto uomini, ec. Anche di questo fatto non v'ha memoria presso Giuseppe Ebreo. Siloe, fiume, o torrente, che correva alle falde del monte Sion, e dava le acque alla città, dal quale prendeva il nome questa torre, perchè era sulla riva di esso.

13,6:Un uomo avea un albero ec. Pone dinanzi agli occhi dei Giudei i motivi, e l'adempimento delle sue minacce con questa parabola. Il fico sterile rappresenta la Sinagoga, la quale non rendeva a Dio alcun frutto dopo tante cure, che egli si era preso per lei. Dopo una lunga pazienza questa pianta infelice, che ingombrava un terreno atto a nudrire piante di natura migliore, è condannata al taglio.

13,8:Lascialo stare ancora ec. Questo coltivatore pietoso egli è Gesù Cristo, la cui carità è il modello e l'esempio di tutti quelli, i quali sotto di lui sono chiamati a coltivare la vigna del Signore, e ad implorare a favor di lei la misericordia divina. Tale fu il carattere dei profeti e de' ministri fedeli della Sinagoga: e tale fu quello degli Apostoli e de' santi Vescovi e Sacerdoti della Chiesa di Cristo. Lo zelo della gloria del Signore, e la carità ardente, che hanno pe' loro fratelli, facilmente fa loro credere di non avere mai fatto tutto quello, che farsi poteva per estirpare i vizi, e innestare ne' cuori de' fedeli la virtù: onde gemono di continuo, e spandono il loro cuore dinanzi a Dio, affinchè il flagello sospenda, e lasci tempo di adoperar nuove cure, alle quali lo pregano di dar efficacia e virtù.

13,9:E se darà frutto, bene: ec. Il Grisostomo osserva, che il vignaiolo non ardisce di prescrivere al padrone quel che abbia da essere della pianta, quando in avvenire ella porti frutto, quasi al giudizio del padrone lasciando il cangiare o no la sentenza. Notisi ancora, che quantunque, come abbiam detto, questa parabola sia detta da Cristo principalmente per la Sinagoga; con tutto ciò non lascia ella di essere un generale avvertimento a tutti i Cristiani di non abusare della bontà e longanimità, colla quale il Signore aspetta da essi i frutti degni di penitenza.

13,11:Era curva, e non poteva ec. In questa donna i Padri dicono raffigurarsi gli uomini, i quali fatti da Dio per mirare e aspirare di continuo alle cose del cielo, dal peso delle passioni si lasciano vilmente incurvare verso la terra.

13,12:La chiamò a sè. Prima di esser pregato, prima for se anche, che l'inferma pensasse a pregarlo: circostanza importante, la quale ci dimostra la bontà del Signore in pensare e soccorrere al peccatore, quand'egli alienato da Dio per l'attacco alle cose della terra nè a Dio più pensa, nè a se stesso.
Tu se' sciolta ec. Queste parole furon dette da Gesù nell'atto d'imporre le mani alla donna: e con questo dice san Cirillo, che egli volle mostrare, come la carne sua era vivificante mercè della divinità, che le era con giunta. Oppose al Demonio la sua carne. Il Demonio era stato causa della malattia della donna, il toccamento della carne santa di Gesù Cristo fu per lei principio di salute.

13,14:Vi sono sei giorni, ec. Costui non ebbe ardimento di pigliarsela contro Gesù; ma si rivolse al popolo, mostrando di non riscaldarsi, se non per izelo della legge: viva immagine dell'invidia ricoperta col manto della pietà. Per questo Gesù diede a lui e a' suoi pari il nome d'ipocriti.

13,24:Sforzatevi di entrare per la porta stretta. Fate quanto mai potete ora, che avete tempo, per entrare nella via della salute per la porta stretta della virtù: imperocchè molti cercheranno di entrare nel porto della salute, ma non potranno; perchè nella vita presente non han voluto entrare per la porta stretta, ma per la larga e spaziosa.
Molti cercheranno di entrare, ec. Molti cercheranno di entrare, cioè di giunger alla salute; ma non potranno giungervi, perchè non cercano di entrare per la porta strata.

13,25-27:Ed entrato che sia il padre di famiglia, ec. Il padre di famiglia è lo stesso Cristo, il quale dice, che entrato ch'egli sia co' suoi amici nella sala delle nozze, e chiusa che abbia la porta, non ammetterà, nè vorrà riconoscere alcun di quelli, che per loro sciagura reste ranno di fuori, e picchieranno; cioè pregheranno e supplicheranno e addurranno de' titoli per essere ammessi: imperocchè non gioverà loro nè il chiamarlo Signore, e nemmen l'essere stati suoi famigliari nel tempo della sua vita mortale; ma saranno cacciati lungi da lui, come quelli, che non lui hanno amato, ma l'iniquità.

13,28:Quando vedrete Abramo ec. Sarà incredibile il vostro pianto, il dolore, lo stridore di denti, quando voi, che tanto vi vantate di essere figliuoli di Abramo, e degli altri santissimi Patriarchi, e di essere discepoli de' profeti, vi vedrete cacciati fuori da quel regno, in cui quelli saranno per sempre felici. Anche questa parabola, benchè principalmente diretta agli Ebrei, ferisce tutti i mali Cristiani, i quali divenuti per lo Battesimo concittadini dei Santi, e della stessa famiglia di Dio, pasciuti col corpo, e abbeverati col sangue di Cristo alla mensa di lui, disonorano con la mala loro vita il nome, che portano, e rinnegandolo co' fatti nella vita presente meritano di essere rinnegati da lui, e cacciati lontani dal suo regno.

13,31:Andarono alcuni de' Farisei a dirgli: ec. Gl'Interpreti Greci hanno creduto, che questa fosse un'invenzione e un rigiro de' Farisei della Galilea (messi su for se da quelli di Gerusalemme) per levarsi d'attorno Gesù, e costringerlo a tornare nella Giudea, dove più facilmen te potevano mettergli le mani addosso, e ucciderlo. Ma dalla risposta di Gesù sembra più verisimile, che veramente da Erode fossero mandati costoro, il quale mal soffrendo gli elogi, che Cristo facea di Giovanni, e non avendo ardire d'imprigionarlo per non irritare il popolo, disgustato già per la morte data a Giovanni, procurava di far sì, che Gesù si allontanasse da' suoi stati. E potrebbe essere ancora, che i Farisei medesimi istigassero Erode a fare questa intimazione a Gesù: e in questo modo si riunirebbero in una le due sentenze diverse.

13,32:Scaccio i demoni... per oggi e per domani, ec. Oggi e domani è posto per un tempo indefinito, ma noto a lui. Per tutto questo tempo dice Cristo, che continuerà ad eseguire il suo ministero, checchè o l'astuto Erode, o i Farisei tentino per impedirlo. Dopo di questo verrà il tempo, in cui sarò consumato, dice Cristo: dove con gran mistero chiama consumazione, ovver compimento, o perfezionamento la sua morte: perchè con questa arrivò egli al compimento e alla perfezione della gloria: onde dice Paolo Heb. II. 10. Era conveniente, che colui, per cui sono tutte le cose, il quale avea condotti alla gloria molti figliuoli, per via de' patimenti perfezionasse il condottiere di lor salute.

13,33:Per oggi, e per domani, e pel dì seguente ec. Farò le opere del mio ministero per oggi e per domani, e il terzo di sono consumato, ma non prima del terzo di: imperocchè e per oggi e per domani, e anche pel terzo giorno fino al punto della mia passione fa d'uopo, che io faccia mia strada, predichi in questo e in quel luogo, operi i miei miracoli; nè io potrò essere impedito da Erode, perchè non nella Galilea, non in alcun altro luogo debbo morire, ma in Gerusalemme. Non si dà il caso, che un profeta perisca fuori di Gerusalemme. La massima parte de' profeti, essendo periti di morte violenta in quella città; quindi dice Gesù, che a Gerusalemme, e non altrove dee morire un profeta, disponendo così la giustizia divina, che quella indurata città, rea del sangue di tanti giusti, con la uccisione di lui, che il Giusto e il Profeta per eccellenza è chiamato nelle Scritture, ponesse il colmo alle sue scelleratezze, e di tutte portasse finalmente il gastigo. Dove è ancora da osservare, che non solamente il Signore dimostra, che in sua mano egli ha il tempo e il luogo della sua morte; ma di più accenna, che autori di questa saranno i Farisei, i quali dominavano in Gerusalemme.