Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 12


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Dice, che convien guardarsi dal fermento de' Farisei, e che ogni cosa occulta sarà disvelata. Chi sia da temersi: della bestemmia contro lo Spirito tanto. Inanimisce gli Apostoli contro le persecuzioni. Non vuol avere parte nella divisione della eredità tra' fratelli. Con la parabola del ricco condanna l'avarizia, e proibisce d'inquietarsi pel vitto, e vestito. Esorta a tener cinti i lombi, e chi sia il dispensatili fedele, e l'infedele. Egli è venuto a portar fuoco sopra la terra, e separazione. Riprende coloro, che non distinguono il tempo della grazia. Esorta tutti, che proccurino di liberarsi dall'avversario.

1Nel qual mentre raunata essendosi intorno (a Gesù) gran moltitudine di gente, talmente che si pestavano gli uni gli altri, cominciò egli a dire a' suoi discepoli: Guardatevi dal fermento de' Farisei, che è l'ipocrisia.2Imperocché nulla v' ha di occulto, che non sia per essere rivelato; né di nascosto, che non si risappia.3Conciossiachè quello, che avrete detto all'oscuro, si ridirà in piena luce: e quel, che avrete detto all'orecchio nelle camere, sarà propalato sopra i tetti.4A voi poi amici miei io dico: Non abbiate paura di coloro, che uccidono il corpo, e poi non possono far altro.5Ma io v' insegnerò, chi dobbiate temere: Temete colui, che dopo aver tolta la vita, ha potestà di mandare all'inferno: questo sì, vi dico, temetelo.6Non è egli vero, che cinque passerotti si vendono due soldi, e pure un solo di questi non è dimenticaro da Dio?7Anzi tutti i capelli della vostra testa son noverati. Non temete adunque: voi siete da più di molti passerotti.8Or io dico a voi, che chiunque avrà riconosciuto me dinanzi agli uomini, lo riconoscerà il Figliuolo dell'uomo dinanzi agli Angeli di Dio.9Chi poi me avrà rinnegato dinanzi agli uomini, sarà rinnegato dinanzi agli Angeli di Dio.10E chiunque avrà parlato contro il Figliuolo dell'uomo, gli sarà perdonato: ma a chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non sarà perdonato.11Quando poi vi condurranno nelle sinagoghe, e davanti ai magistrati, e ai principi, non vi mettete in pena del che, io del come abbiate a rispondere, o di quello, che abbiate a dire.12Imperocché lo Spirito santo vi insegnerà in quel punto stesso quello, che dir dobbiate.13E uno della turba gli disse: Maestro, ordina a mio fratello, che mi dia la mia parte dell'eredità.14Ma Gesù gli rispose: O uomo, chi ha costituito me giudice, o arbitro tra voi.15E disse loro: Guardatevi attentamente da ogni avarizia: imperocché non ista la vita d'alcuno nella ridondanza de' beni, che possiede.16E disse loro una similitudine: Un uomo ricco ebbe un'abbondante raccolta nelle sue tenute:17E andava discorrendo dentro dise: Che farò or, che non ho, dove ritirare la mia raccolta?18E disse: Farò così: demolirò i miei granai, e ne fabbricherò de' più grandi: e ivi ragunerò tutti i miei prodotti, e i miei beni,19E dirò all'anima mia: O anima, tu hai messo da parte de' beni per moltissimi anni: riposati, mangia, bevi, datti bel tempo.20Ma Dio gli disse: Stolto, in questa notte o ridomandata a te l'anima tua: e quel, che hai messo da parte, di chi sarà?21Così va per chi tesoreggia per se stesso, e non è ricco per Iddio.22E disse a' suoi discepoli: Per questo dico a voi: Non vogliate mettervi in pena né del mangiare rispetto al vostro vivere, né del vestire riguardo al corpo.23La vita vai più del cibo, e il corpo più della veste.24Considerate i corvi, che non se minano, né mietono, e non hanno dispensa, il granaio, e Dio li pasce: quanto siete voi da più di loro?25Ma chi è di voi, che a forza di pensare possa aggiungere alla sua statura la misura di un cubito?26Che se non potete fare il meno, perché prendervi inquietudine dell'altre cose?27Mirate i gigli, come crescono: non lavorano e non filano: e io vi dico, che nemmeno Salomone con tutta la sua magnificenza è mai stato vestito, come uno di questi.28Che se l'erba, che oggi è nel campo e domani si getta nel forno, Dio riveste così: quanto più voi, o di poca fede?29Or voi non istate a cercare quel, che abbiate a mangiare, o a bere: e non i vogliate alzarvi troppo in su:30Imperocché dietro a tali cose vanno gli uomini del mondo. Ma il Padre vostro sa, che di queste cose avete bisogno,31Cercate perciò primieramente il regno di Dio, e la sua giustizia: e tutte queste cose vi saran date per giunta.32Non temete voi piccol gregge; imperocché è stato beneplacito del Padre vostro di dare a voi il regno.33Vendete quello, che possedete, e fatene limosina. Fatevi delle borse, che non invecchino, un tesoro inesausto nel cielo: dove i ladri non si accostano, e le tignuole non rodono.34Imperocché dove è il vostro tesoro, ivi sarà pure il vostro cuore.35Siano cinti i vostri lombi, e nelle mani vostre lampane accese.36E fate voi, come coloro, che aspettano il loro padrone, quando torni da nozze, per aprirgli subito che giungerà, e picchierà alla porta.37Beati que' servi, i quali, in arrivando, il padrone troverà vigilanti: in verità vi dico, che tiratasi su la veste, li farà mettere a tavola, e gli anderà servendo.38E se giugnerà alla seconda vigilia, e se giugnerà alla terza, e li troverà così (vigilanti) beati sono tali servi.39Or sappiate, che se al padre di famiglia fosse noto, a che ora sia per venire il ladro, veglierebbe senza dubbio, e non permetterebbe, che gli fosse sforzata la casa.40E voi state preparati: perché nell'ora, che meno pensate, verrà il figliuolo dell'uomo.41E Pietro gli disse: Signore, questa parabola l'hai tu detta per noi, o per tutti?42E il Signore disse: Chi credi tu, che sia il dispensatore fedele, e prudente, preposto dal padrone alla sua famiglia per dare al tempo debito a ciascheduno la sua misura di grano?43Beato questo servo, cui, venendo il padrone, troverà far cosi.44Vi dico veracemente, che gli darà la soprantendenza di quanto possiede.45Che se un tal servo dirà in cuor suo: Il padrone mio non vien così presto: e comincierà a battere i servi, e le serve, e a mangiare, e bere, e ubbriacarsi:46Verrà il padrone di questo servo il dì, che meno egli l'aspetta, e nel punto, ch'egli non sa, e lo separerà, e lo manderà con (i servi) infedeli.47Quel servo poi, il quale ha conosciuto la volontà del suo padrone, e non è stato preparato, e non ha eseguita la sua volontà, riceverà molte battiture:48Quel servo poi, che non l'ha conosciuta, e ha fatto cose degne di gastigo, riceverà poche battiture. Molto si domanderà da tutti quegli, a' quali molto è stato dato: e più chiederanno da colui, al quale è stato fidato il molto.49Sono venuto a portar fuoco sopra la terra e che voglio io, se non che si accenda?50Ma lui un battesimo, col quale debbo essere battezzato: e qual pena è la mia, sino a tanto che sia adempito?51Pensate voi, ch'io sia venuto a portar pace sopra la terra; Non (la pace) vi dico, ma la divisione:52Imperocché da ora in poi saranno: cinque in una casa divisi, tre contro due, o due contro tre.53Il padre sarà diviso dal figliuolo, e il figliuolo dal padre suo, e la madre dalla figliuola, e la figliuola dalla madre, la suocera dalla nuora, e la nuora dalla suocera.54E diceva poi anche alle turbe: Quando avete veduto alzarsi dall'occaso una nuvola, subito dite: Vuol far temporale: e così succede.55E quando sentite soffiar lo scirocco, voi dite: Farà caldo: e succede cosi.56Ipocriti, sapete distinguere gli aspetti del cielo, e della terra: e come non distinguete il tempo d'adesso?57E come non discernete anche da voi stessi quello, che è giusto?58Quando poi tu vai insieme col tuo avversario dal principe, per istrada fa, quanto puoi, per liberarli da lui, affinchè egli non ti strascini dinanzi al giudice, e il giudice non ti dia nelle mani del birro, e il birro ti cacci in prigione.59Ti dico, che non uscirai di li, finché tu abbi pagate fin all'ultimo picciolo.

Note:

12,1:Guardatevi dal fermento de' Farisei. Giuseppe Ebreo racconta in più luoghi qual fosse il credito, che aveano presso del popolo i Farisei per la apparente loro santità. Era perciò necessario di levar la maschera a costoro, che erano i più ostinati nemici di Gesù Cristo, e del Vangelo, e di illuminare il popolo, affinchè dietro a tali condottieri non precipitasse nella fossa, come essi. Al fermento giustamente assomiglia la profonda superbia de' Farisei soste nuta dalla ipocrisia. Siccome un po'di lievito altera lutta una gran massa di farina nella quale sia mescolato; così l'ipocrisia guasta tutte le opere dell'uomo, anche quelle che sono in apparenza migliori.

12,2-3:Nulla v'ha di occulto, ec. Si studino gli ipocriti, quanto vogliono, di nascondere la loro malizia agli occhi degli uomini nella vita presente; saranno però alla fine scoperti nella vita futura, nell'ultimo giorno al cospetto di tutte le creature, allora quando si manifesteranno anche le parole più occulte, e più segrete, e i disegni tramati nelle tenebre, e confidati all'orecchio saranno pubblicamente disvelati. Ragione efficace per ritrarre i Cristiani dall'ipocrisia, la quale non può ascondersi giammai agli occhi di Dio, e non potrà ingannare gli uomini, se non pel breve tempo di questa vita, dopo del quale il Signore rischiarerà i nascondigli delle tenebre, e manifesterà i consigli de' cuori, I. Cor. IV. 5.

12,13:Ordina a mio fratello, ec. Forse quest'uomo ricorre a Cristo, perchè credevalo il Messia, e avea inteso, che il Messia dovea esserre, e giudice e protettore dei pupilli, e de' poveri, come si legge nel salmo LXXI, e in molti altri luoghi. Ma tutte queste profezie aveano un senso più grande, e sublime, e a questo senso non era arrivato l'Ebreo carnale. La risposta data da Gesù a costui è un gran documento a' ministri della Chiesa ascritti, come dice Paolo, alla milizia di Dio, per non impacciarsi ne' negozi del secolo, 2. Tim. II.

12,15:Guardatevi attentamente da ogni avarizia. Il fatto di quell'uomo, il quale in vece di domandare a Cristo lume, e consiglio per l'anima, a lui ricorse, perchè gli facesse ragione nelle pretensioni, che avea contro del fratello; questo fatto dà occasione a Gesù di predicare contro l'avarizia e il disordinato amor della roba; con ciossiachè è avaro (dice s. Agostino) non solo chi prende l'altrui, ma ancora, chi il suo ama di soverchio.

12,17:Che farò or, che non ho, ec. Dipinge maravigliosamente le pazze sollecitudini che accompagnano le ricchezze. Il seno de' poveri (dice s. Basilio) potea tener luogo di ampio, e sicuro granaio, dove riporre quel che sopravanza non solo al bisogno, ma anche alla capacità di accumulare. Ma questo pensiero non si affaccia alla mente del ricco, il quale pieno di quella superbia, che è ordinariamente compagna dell'opulenza, se pur crede di essere debitore alla Provvidenza delle sue raccolte, e de' suoi averi, non sa immaginarsi, che questa dando gli a lui in tal copia, possa aver avuto altro fine, se non di render lui solo grande e felice.

12,18:I miei beni. Il linguaggio è questo di coloro, ne' quali l'affascinamento delle ricchezze ingombra talmente lo spirito, e il cuore, che altri beni più non conoscono, nè amano,fuori di questi visibili, e temporali, anzi questi soli tengono per beni.

12,20:Quel che hai messo da parte, ec. Per un tal uomo, il quale la sua pace ripone ne' suoi tesori, il peggior tormento non è il lasciarli, ma il lasciarli (come dice Davidde) ad estranei, Ps. 46.

12,21:Per chi tesoreggia per se stesso. Tesoreggiare per se stesso vuol dire accumulare per se solo e pel proprio piacere senza alcun riflesso a Dio, nè al prossimo. È ricco per Iddio, ovvero dinanzi a Dio colui, il quale della ricchezze si serve per onorare Dio, servendolo nella persona de' poveri. 29–

12,29-31:E non vogliate alzarvi ec. Non vi lasciate por tare da' vostri desideri fino ad affannarvi per cose, che sono sopra la vostra capacità, perchè alla fine da Dio e dalla sua provvidenza più assai, che dalle vostre sollecitudini dipende il provvedervi del necessario per la con servazione della vita. Lasciate, che gli amatori del secolo in soverchie cure si consumino come quelli, che per primario, e quasi unico oggetto de' loro pensieri hanno la vita presente, e, dalla propria industria aspettano i be ni presenti, che soli bramano. Dirizzate voi a più nobil segno le vostre brame; e per quello, che riguarda il temporale, ponete la fiducia vostra in Dio, che è vostro Padre, e le vostre necessità conosce, e non ha mai lasciato il giusto in abbandono, nè i figliuoli del giusto privi di pane, Ps. 36.

12,32:Piccol gregge. Intendonsi per questo gregge o tutti i discepoli, o tutti gli eletti, o più veramente tutti i fedell. Dopo aver insegnato a questo gregge di fuggire la viziosa sollecitudine per le cose terrene, lo anima e lo conforta colla speranza della futura felicità. Di questa felicità ha disposto Dio a favore degli eletti per suo solo beneplacito, vale a dire per gratuita bontà paterna.

12,33:Vendete quello che possedete, ec. Per rendervi più facile l'acquisto del regno de' cieli vendete e distribuite il vostro a' poveri; consiglio eseguito, come vedremo negli Atti, da' fedeli della Chiesa nascente. Fatevi delle borse, ec. È manifesto, che parlasi della carità usata a' poveri, a' quali qualunque cosa si dia, non è da temere, che sia mai perduta per chi la dà, come si perde il denaro, che si riponga in una tasca vecchia e mezzo rotta: imperocchè chi ha pietà del povero, dà a usura al Signore, Proverb. XIX. 17.

12,35:Sieno cinti i vostri lombi, ec. La metafora è presa dalla maniera di vestire degli orientali, i quali usando lunghe vesti, quando hanno faccende da fare, raccolgono la veste, e con la cintura la serrano a' fianchi, perchè non sia loro d'impaccio. Così aver cinti i lombi significa esser pronto e vigilante, come sogliono i servi, quando aspettano il padrone. E nelle mani vostre lampane accese. Vuole, che siamo preparati sempre di tutto punto per andar incontro al Signore, quando verrà per chiamarci a sè, e che come servi amorosi e diligenti sempre acceso portiamo il lume della nostra fede avvivata dalla carità e dalle buone opere.

12,36:Quando torni da nozze. Dal banchetto nuziale, che faceasi di notte. Ha voluto Gesù notar questo tempo, in cui gli uomini inquietati dal sonno son meno disposti ad agire, e anche in tal tempo comanda, che si stia in ordine. Vuole adunque che in ogni tempo siamo preparati: perchè non sappiamo il tempo preciso di sua venuta. Questa ignoranza a' servi buoni e fedeli è di stimolo per istar sempre vigilanti: e aspettando essi il padrone allegro e contento, perchè viene da nozze, si aspettano ancora, che loderà, e premierà la loro vigilanza, onde nqn di mala voglia, ma con letizia, e con gaudio gli aprono la porta, e lo ricevono con amore. Tale dee essere la disposizione dell'uomo cristiano, allorchè il Signore nell'ora da lui stabilita pel suo passaggio da questa vita all'eterna verrà a premiare la sua fede e la sua vigilanza.

12,37:Li farà mettere a tavola, ec. Per questi servi vigilanti, e fedeli farà il buon padrone quello, che nissun altro padrone suol fare coi servi: imperocchè li farà entrare a mensa e li servirà egli stesso; vale a dire comunicherà con essi la sua stessa gloria, e li farà come padroni di tutti i beni della sua casa, affinchè mangino e bevano alla sua mensa nel celeste suo regno.

12,39:Se al padre di famiglia ec. Mostrò di sopra il premio de' servitori vigilanti; mostra adesso la pena di un padre di famiglia, il quale secondo il debito suo non vegliò, perchè non sapeva in qual tempo potesse il ladro andare a tentar la sua casa, e perchè non vegliò, fu sforzata la casa, e il ladro rubogli il suo. Il dì del Signore si dice nelle Scritture, che viene come un ladro per quei che non vegliano, I. Thess. v. 2, 2. Pet. III. 10. e nel l'Apocalisse cap. ni. 3. Se non sarai vigilante, verrò a te come un ladro, e non saprai in qual ora verrò a te.

12,42:Chi credi tu, ec. Non risponde direttamente all'interrogazione di Pietro: ma con quello, che dice adesso gli fa intendere, che è obbligo di tutti il vegliare; ma che vi sono di quelli, i quali sono a ciò tenuti più strettamente, e questi sono i ministri della Chiesa destinati a pascere la famiglia di Gesù Cristo colla dottrina celeste, co' Sacramenti, coll'esempio. Di questi parlando dice: Chi credi tu, che sia il dispensatore fedele, ec. Interrogazione, che fa intendere, non essere grande il numero de' dispensatori fedeli. Questo titolo di dispensatori de' misteri di Dio fu dato anche da Paolo agli Apostoli, I. Cor. IV.

12,44:Gli darà la soprantendenza ec. Avrà nel regno de' cieli abbondanza di beni, e di gloria sopra degli altri Santi.

12,45-46:Lo separerà, ec. Quel dispensatore, il quale lusingandosi, che il padrone non sia per venire così presto a chiedergli conto dell'amministrazione, maltratta i servi del comun padrone, e di quello, che ha ricevuto per dispensare, ne abusa per iscialacquamento e per voluttà, sarà separato e alienato dalla famiglia di Dio, e sarà mandato a quel luogo, che fu dal padrone destinato pe' servi infedeli, co' quali avrà comune il gastigo, come ebbe comune la colpa; sarà mandato in quelle tenebre, dove è pianto e stridore di denti.

12,47:Quel servo, il quale ha conosciuto ec. Tutti gli uomini, essendo servi di Dio, sono tenuti a fare la volontà di lui; ma obbligazione più grande e più stretta ha colui, a cui per ispecial dono fu conceduto di meglio conoscere questa volontà del padrone, e più sarà egli punito severamente, se manca nell'eseguirla. Continua a parlare del servo dispensatore, a cui il padrone ha comunicata cognizione, e luce maggiore intorno a quello, che ciascuno dee fare per la propria salute. Le pene e i gastighi dell'altra vita sono qui indicati col nome di battiture, stando Cristo nella parabola del servo; conciossiachè il gastigo comune e ordinario de' servi erano le verghe.

12,48:Quel servo poi, che non l'ha conosciuta, ec. Si può interpretare, che non ha avuto tanta cognizione di quello, che vuole il padrone, quanta ne ebbe l'altro. Dove notisi, che non si parla della ignoranza, che è in coloro, i quali dicono a Dio: Ritirati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie; la quale ignoranza non iscema, ma accresce la colpa.

12,49:Sono venuto a portar fuoco. Secondo la comune sposizione de' Padri questo fuoco egli è lo Spirito santo, ovvero (il che è l'istesso ) la carità e l'amore divino. Tertulliano, e alcuni moderni intendono le persecuzioni, i patimenti, i quali egli il primo, e dietro a lui i suoi seguaci doveano soffrire per amore di lui, e per la causa del Vangelo.

12,50:Ma ho un battesimo, ec. L'acqua nelle Scritture è posta frequentemente come simbolo della tribolazione, Salmo LXVIII. I., LXV. 12., ec., quindi il battesimo, di cui parla Cristo, egli è la passione e la morte desiderata ardentemente da lui per eccessivo desiderio della nostra salute.

12,56:E come non distinguete ec. Come non sapete riconoscere il tempo della venuta del Messia da' tanti segni predetti, e notati da' profeti, i quali segni potete, se avete occhi, vedere ora adempiti?

12,57:E come non discernete ec. Siccome potevano alcuni rispondere, che non erano tanto versati nello studio de' profeti, aggiunge Cristo, che anche i più ignoranti potevano col naturale talento conoscere, che uno, il quale facea tali opere, quali nissun uomo fece giammai, dovea essere qualche cosa più, che semplice uomo. Ond'è adunque, che voi non discernete da voi stessi quello, che abbiate a creder di me? Nel Greco questo versetto lega col seguente, e richiede altro senso. Vedi var. lect.