Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 4


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Gesù dopo il digiuno di quaranta giorni, vinte le tentazioni di Satana, nella sinagoga di Nazaret legge una profezia di Isaia, che parlava di lui. Dice, che non è accetto il profeta nella sua patria, onde vogliono precipitarlo dal monte. Caccia in Cafarnaum un demonio: risana la suocera di Simone, e molti altri da varj languori, e caccia i demonj.

1Ma Gesù pieno di Spirito santo si partì dal Giordano: e fu condotto dallo spirito nel deserto2Per quaranta giorni, ed era tentato dal Diavolo. E non mangiò nulla in que' giorni: e passati quelli ebbe fame.3Allora il Diavolo gli disse: Se tu se' figliuolo di Dio, dì a questa pietra che diventi pane.4E Gesù gli rispose: Sta scritto: Che non di solo pane vive l'uomo, ma di tutto quello, che vuole Dio.5E il Diavolo lo condusse sopra un alto monte, e mostragli in un attimo tutti i regni della terra,6E gli disse: Io ti darò di tutto questo la padronanza, e la gloria di questi (regni): conciossiachè a me sono stati dati; e gli do a chi mi pare.7Se tu pertanto mi adorerai, saran tutti tuoi.8E Gesù gli rispose, e disse: Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo, e lui solo servirai.9E il Diavolo menollo a Gerusalemme, e lo posò sopra la sommità del tempio, e gli disse: Se tu se' Figliuolo di Dio, gettati di qui a basso.10Imperocché sta scritto, che riguardo a te ha dato ordine a' suoi Angeli di custodirti:11E che ti sosterranno con le loro mani, affinchè tu non dia del piede in qualche sasso.12E Gesù gli rispose, e disse: E' stato detto: non tenterai il Signore Dio tuo.13E finite le tentazioni, il Diavolo si partì da lui sino ad altro tempo.14E Gesù per impulso dello spirito ritornò nella Galilea, e si sparse per tutto il paese la fama di lui.15E insegnava in quelle sinagoghe, ed era da tutti acclamato.16E andò a Nazaret, dove era stato allevato, ed entrò secondo la sua usanza il sabato nella sinagoga, e si alzò per fare la lettura.17E gli fu dato il libro del profeta Isaia. E spiegato, che ebbe il libro, trovò quel passo, dove era scritto:18Lo spirito del Signore sopra dì me: per la qual cosa mi ha unto per evangelizzare a' poveri: mi ha mandato a curare coloro, che hanno il cuore spezzato,19Ad annunziare agli schiavi la liberazione, e a' ciechi la ricuperazione della vista, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l'anno accettevole del Signore, ed il giorno della retribuzione.20E ripiegato il libro, lo rendette al ministro, e si pose a sedere. Ed erano fissi in lui gli occhi di tutti nella sinagoga.21E principiò a dir loro: Oggi di questa scrittura avete udito voi l'adempimento.22E tutti lo approvavano: e ammiravano le parole di grazia, che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: non è egli costui il figlio di Giuseppe?23Ed egli disse loro: Certo che voi direte a me quel proverbio: Medico cura te stesso: tutte quelle cose, che abbiamo udito essere state fatte in Cafarnaum, falle anche qui nella tua patria.24Disse egli però: In verità vi dico, che nissun profeta è gradito nella sua patria.25In verità vi dico, che molte vedove eranvi in Israele a tempo di Elia, quando il cielo stette chiuso per tre anni, e sei mesi, e fu carestia grande per tutta la terra:26E a nissuna di esse fu mandato Elia, ma a una donna vedova di Sarepta del territorio di Sidone.27E molti lebbrosi erano in Israele al tempo di Eliseo profeta: e nissuno di essi fu mondato, fuori che Naaman Siro.28E all'udire queste cose tutti quei della sinagoga si riempiron di adegno.29E si alzarono e lo cacciaron fuora della città: e lo condussero sino alla vetta del monte, sopra del quale era fabbricata la loro città per precipitarnelo.30Ma egli passando per mezzo ad essi se n' andava.31E andò a Cafarnaum città della Galilea, e quivi insegnava loro ne' giorni di sabato.32E si stupivano del suo modo di insegnare; conciossiachè il suo parlare era con autorità.33Ed eravi nella sinagoga un uomo posseduto da un demonio immondo, e questo gridò ad alta voce,34Dicendo: Lasciaci, che abbiamo noi a fare con te, Gesù Nazareno? Se' tu venuto a sterminarci? Ti conosco, chi sei, santo di Dio.35E Gesù lo sgridò, e gli disse: Taci, ed esci da costui. E il demonio, gettatolo in mezzo per terra, se ne usci da colui, né gli fece alcun male.36E tutti si intimorirono, e si parlavano l'un all'altro, dicendo: Che è questo? Egli comanda con autorità, e potestà agli spiriti immondi, e se ne vanno.37E la fama di lui si andava spargendo nel paese per ogni dove.38E uscito Gesù darla sinagoga, entrò nella casa di Simone. E la suocera di Simone era stata presa da grossa febbre: e a lui la raccomandarono.39Ed egli chinatosi verso di lei, fe' comando alla febbre: e la febbre lasciolla. E subitamente levatasi gli andava servendo.40Tramontato poi il sole, tutti quelli, che avevano dei malati di questo, o di quel malore, li conducevano da lui. Ed egli, imposte a ciascuno di essi le mani, li risanava.41E uscivan da molti i demonj gridando, e dicendo: Tu sei il figliuolo di Dio: ma egli sgridandoli non permetteva loro di dire, come sapevano, essere lui il Cristo.42E fattosi giorno si parti per andare in luogo deserto, e le turbe lo cercavano, e arrivaron fino a lui: e lo ritenevano, perché non si partisse da loro.43Alle quali però egli disse: Bisogna, che anche alle altre città io evangelizzi il regno di Dio: dappoiché per quésto sono stato mandato.44E predicava nelle sinagoghe della Galilea.

Note:

4,4:Sta scritto: Non di solo pane ec. Cristo tentato dal Diavolo tollera con pazienza, e con mansuetudine gl'insulti del maligno, e, potendo con la potenza sua discacciarlo, nol volle fare; imperocchè voleva egli vincere non colla potenza come Dio, ma colla umiltà come uomo; e col suo proprio esempio c'insegna, che nissun'arme v'ha così possente contro del Diavolo, come la meditazione delle sante Scritture, e la divina parola, che è la spada dello spirito, colla quale e si risecano le concupiscenze della carne, e si rispingono le suggestioni del tentatore. S. Luca non ha osservato l'ordine delle tentazioni di Cristo, se pure non è seguita per colpa dei copisti trasposizione del testo di lui. Imperocchè apparisce da s. Matteo, che la seconda tentazione fu quella, che è posta qui in terzo luogo; e la terza è quella, che sta nel secondo. Il Diavolo tentò Cristo in primo luogo di gola, in secondo luogo di vanagloria, in terzo luogo di ambizione coll'apparato di tutti i beni visibili. È da notarsi, che alla terza tentazione non ripete il Demonio quello che nelle prime avea detto: Se tu se' Figliuolo di Dio, ec. perchè quello, che in questa gli avea proposto, non potea convenire a chi era figliuolo di Dio.

4,13:Si parti da lui sino ad altro tempo. Questo tempo è quello notato dallo stesso s. Luca cap. XXII. 13. colle parole di Cristo: Questa è la vostra ora, e la balia delle tenebre; il tempo della passione, quando co' terrori, cogli strapazzi, e co' tormenti tentò in molte maniere la sua costanza, del braccio valendosi degli Ebrei suoi ministri.

4,14:Per impulso dello spirito. Vale a dire dello Spirito santo. Dopo aver superato il maligno spirito egli è tosto condotto dallo Spirito divino nella Galilea a predicare il regno di Dio, a illuminare gli uomini, e a confermare co' miracoli la verità.

4,16:Si alzò per fare la lettura. Da questo racconto, e da quello che si legge negli Atti cap. XIII. 15. si rileva, che, quantunque vi fosse in ogni Sinagoga il lettore, e forse anche più d'uno, contuttociò, arrivando nell'adunanza qualche personaggio di reputazione, soleva farsi a questo l'onore di rimettergli il libro da leggere, e di pregarlo ancora a spiegare quello che aveva letto. Si leggeva ogni sabato alcun capitolo della legge, e alcuno dei profeti. Leggevasi la Scrittura nel suo testo originale; ma da Esdra in poi, non essendo omai più l'Ebreo la lingua del popolo, a colui, che facea la lettura, stava accanto un altro, il quale, letto che era un versetto, immediata mente lo traduceva in Caldeo, o in Siriaco, perchè tutti intendessero.

4,17:Spiegato che ebbe il libro. I libri erano lunghe membrane, le quali si avvolgevano attorno a un bastoncello rotondo, e anche a' nostri tempi si servono di tali libri gli Ebrei nelle loro Sinagoghe; per questo s. Luca dice, spie gato (ovvero svolto) che ebbe il libro, trovò quel passo. Ordinò la provvidenza divina, che il profeta, di cui correva in quel sabato la lettura, fosse Isaia, Vangelista piuttosto che Profeta di Gesù Cristo, come chiamollo s. Girolamo, e che il passo da leggersi fosse una evidente, e magnifica profezia riguardante il Salvatore medesimo; imperocchè gli stessi maestri Ebrei hanno confessato, che del Messia sono queste parole.

4,18:Lo spirito del Signore sopra di me: ec. La interpunzione di questo versetto comunemente nella nostra Volgata per colpa de' copisti, e degli stampatori è scorretta. Il testo originale, s. Girolamo, Teofil. leggono queste parole colla distinzione, che ho messa nella traduzione: e cosi cammina ottimamente il senso della profezia; la quale (per dire anche questo) è riportata da s. Luca piuttosto secondo i LXX, che secondo l'Ebreo; ma la diversità è piccolissima, e quasi nissuna. Dallo spirito del Signore, che in Lui discese visibilmente nel suo battesimo, fu unto, vale a dir consacrato Cristo, perchè a' poveri annunziasse il regno di Dio; onde di lui dice l'Apostolo Pietro (Atti X): Lo unse Dio di Spirito santo, e di virtù. L'olio, e l'unguento sono simboli dello Spirito santo, come apparisce da moltissimi luoghi delle Scritture. Lo stesso Spirito mandò a medicare le piaghe spirituali degli uomini abbattuti, e tormentati dalla coscienza de' propri falli. I poveri sono quelli, che conoscono la propria ingiustizia, e l'estrema miseria, a cui son ridotti per lo peccato.

4,19:Ad annunziare agli schiavi ec. La schiavitùdine, la cecità, l'oppressione s'intendono in un senso allegorico. È opera del solo Messia (e a questo fine egli è mandato) il liberare gli uomini dalla vergognosa schiavitù, in cui gemevano sotto il peccato, lo illuminargli a conoscere le vie della giustizia, il sottrargli al giogo del cru delle loro tiranno, il Demonio, sotto il qual giogo erano oppressi. È mandato ad annunziare a tutte le genti l'anno accettevole, vale a dire il tempo di grazia, e di salute, e il giorno, in cui Dio farà vendetta de' nostri nemici, e caccerà fuori dell'usurpato dominio il principe di questo mondo, a cui quasi tutta la terra rendeva il culto, e l'onore, che al solo Dio è dovuto. Dicendo l'anno accette vole allude all'anno del Giubbileo tanto celebre presso gli Ebrei, nel quale e gli antichi possessori ritornavano nella proprietà de' loro beni, e gli schiavi ricuperavano la libertà. Vedi 2. Cor. VI. 2.

4,20:E ripiegato il libro, ec. Gesù avea ricevuto il libro piegato, e piegato lo rende; la qual cosa non a caso è stata notata dal santo Evangelista, perchè ella dinota un mistero dichiarato dall'Apostolo Paolo, 2. Cor. fii. I4. 15. Vale a dire, che prima di Cristo la Scrittura santa fu pergli Ebrei un libro chiuso; e libro chiuso restò pel maggior numero anche dopo che Cristo venne ad illuminarla, perchè, rigettato Cristo, il quale delle Scritture tutte è l'oggetto e la fine, hanno in leggendola un velo sopra gli occhi, che ne toglie ad essi l'intelligenza, il qual velo da lui solo può esser tolto. Lo rendette al ministro. Dopo l'archisinagogo, e dopo i sacerdoti veniva l'ufficio de' ministri, i quali custodivano le Scritture sacre, e deputavano i lettori, ed avean cura, che si leggesse con esattezza, e secondo l'ordine stabilito, ed altre incumbenze aveano con dipendenza da' capi della sinagoga.

4,21:Oggi di questa scrittura ec. S. Luca ha tralasciato di raccontare la predicazione di Cristo in Cafarnaum, e i miracoli fatti da lui in quella città, come si conosce dal vers. 23. Era dunque già adempiuta la predizione d'Isaia; e il Messia avea cominciato a fare tutto quello, che avea promesso parlando di se medesimo nel suo profeta; e gli stessi cittadini di Nazaret, sapendo già le cose avvenute in Cafarnum, potevan conoscere, che egli era quel liberatore, e quel medico spirituale del genere umano, le parole del quale aveano udite nella precedente lettura. Egli è adunque lo stesso Cristo, e Messia, che dice a quelli di Nazaret, come si ha in un altro luogo d'Isaia cap. LII. 6.: Ecco, che io medesimo, che già parlava a voi per mezzo de' miei profeti, sono oggi a voi qui presente: e leggendo a voi le mie promesse v'invito a paragonarle co' fatti, i quali dimostrano evidentemente, ch'io son quel desso, a cui convengono le parole della Scrittura.

4,22:Lo approvavano. Lo commendavano, lo lodavano udendolo esporre con tanta grazia e autorità le Scritture; ma non per questo credevano, che di lui fosse scritta la predizione d'Isaia; e quelle parole: Non è egli costui il figlio di Giuseppe? non sono dette per lode, ma per disprezzo, perchè non potevano indursi a rico noscere, che fisse il Messia il figliuolo di un artigiano; nè che la dottrina di lui, il quale non avea nè studiato, nè frequentato i dotti, fosse da abbracciarsi con sicurezza. Così la parola di Cristo piena di verità e di grazia non giovò loro, perchè non da essi contemperata colla fede, come dice l'Apostolo Heb. IV. 2. Ne sentiron la forza, e la maestà; ma si contentarono di ammirarla, e strascinati dai carnali lor pregiudizi a questi credetter piuttosto, che alla verità comprovata colle opere di potenza divina. Vedi s. Matth. cap. XIII. 52. ec.

4,23:Medico, cura te stesso: ec. Ecco un altro motivo di scandalo: Tu fai tanti miracoli in altri luoghi; perchè non fai altrettanto per la tua patria, che sarebbe come farli per te stesso, facendoli pe' tuoi concittadini, parenti ec.? Così vogliono screditare, o negare i miracoli di Cafarnaum.

4,24-27:Nissun profeta è gradito ec. Dimostra con un proverbio, e coll'esempio di due profeti, non essere da maravigliarsi, se egli faccia per gli estranei quello, che non faceva pe' suoi concittadini; perchè ordinaria cosa ella è, che il profeta sia invidiato, e perseguitato nella sua patria più che altrove. Così al loro demerito, alla loro incredulità debbono ascrivere, se per essi egli non fa quello, che ad altri concede: così la calunnia stessa ritorce contro i calunniatori. Ma v'ha di piu: due celebri profeti si veggono ne' due fatti riportati da Cristo, l'uno soccorre in tempo di fame una vedova di nazione Gentile, mentre tante altre mancavano di vitto in Israele; l'altro, tralasciati molti lebbrosi Ebrei, curare dalla lebbra un uomo parimente Gentile. E certamente que' due santi uomini ciò facevano, perchè Dio voleva così; la qual cosa accenna Gesù, dicendo che a nissuna delle vedove d'Israele fu mandato Elia. Vedi 1. Reg. XVIII. In tal maniera non solamente ai cittadini di Nazaret, ma a tutto Israele è predetto, che non solo il favor de' miracoli, ma anche il regno di Dio sarà ad essi tolto, e sara trasportato alla chiesa de' Gentili significata per la vedova di Sarepta, e pel lebbroso di Siria. E troppo bene ciò intesero quegli increduli, i quali entrati perciò in furore, e adempiendo gia à per la loro parte la profezia stessa di Cristo, cacciarono da loro il maestro della verita, e tentaron di ucciderlo; perchè troppo pesava a quegli empi e superbi, l'udire che potessero i Gentili non so lo esser chiamati col nome di popolo di Dio, ma esser ancor preferiti ai discendenti di Abramo. Dove si dice (vers. 25.) che il cielo fu chiuso per tre anni, e sei mesi, convien notare, che ciò non ripugna a quello, che leggesi 3. Reg. XVIII. 1., che l'anno terzo fu mandato Elia,ad Acabbo dal Signore, che voleva dare la pioggia; imperocchè questo anno terzo si computa da quando andò Elia a stare in Sarepta. Egli era stato un anno presso al torrente Carith, e seccatosi questo alla fine dell'anno, egli si portò per comando di Dio a Sarepta, dove si fer mò più di due anni, e di poi nel terzo anno si presentò ad Acabbo. In altri modi rispondesi ancora a questa difficoltà; ma questo sembrami il più facile, e piano.

4,30:Passando per mezzo ec. S. Luca ci dipinge Gesù Cristo, il quale senz'ombra di timore, senza fuggire, senza affrettare il passo, senza scomporsi va per mezzo a questi uomini furibondi, che non ardiscono di toccarlo, dimostrando in questo fatto una virtù degna del Figliuolo di Dio, e che sola avrebbe potuto commuovere, e convertire que' miscredenti.

4,32:Era con autorità. Egli in primo luogo non insegnava solamente quello, che era scritto nella legge; ma nuovi insegnamenti promulgava, e nuove promesse, e in suo proprio nome parlando: Io dico a voi ec. In secondo luogo i suoi sermoni eran pieni di forza, e d'energia, e aspersi di grazia tutta celeste, che i cuori muoveva degli uditori: in terzo luogo predicava con libertà grande riprendendo i vizi anche dei magnati, e de' potenti: in quarto luogo confermava la parola coi miracoli. Nulla di tutto questo trovarono gli Ebrei nei discorsi de' loro Scribi, e de' dottori della legge.

4,33:Posseduto da un demonio immondo. Osserva un dotto Interprete, che il minuto racconto, che fanno gli Evangelisti dei molti uomini, che Cristo liberò dal De monio, tende a dimostrare, ch'egli era colui, che dovea vincere quel crudele nemico del genere umano, e cacciarlo dal mondo togliendo a lui l'impero, che si era usurpato sopra le anime; e ciò, sembra intendersi dalle parole di questo demonio, che dice a Gesù: Sei tu venuto a sterminarci?

4,34:Ti conosco, chi sei, ec. Il Demonio anche in questo è bugiardo; imperocchè, che Cristo fosse il santo per eccellenza, il santo figliuolo di Dio, nol sapeva egli di certo, ma solamente ne sospettava; e per adulazione parla in tal modo di lui, affin di ottenere, che non lo molesti, nè lo scacci dal suo luogo.