Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Primo libro dei Re 3


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Salomone sposa la figliuola di Faraone. Chiede in un sogno la sapienza, e gli è conceduta insieme colla gloria, e colle ricchezze, e di essa da il primo saggio nel decidere la lite delle due meretrici.

1Rimase adunque assicurato il re­gno a Salomone; ed egli si impa­rentò con Faraone re d'Egitto: pe­rocché sposò la sua figliuola, e menolla nella città di David, per sino a tanto che avesse finito di fabbricare la sua casa, e la casa del Signore, e la mura attorno a Gerusalemme.2Contuttociò il popolo immolava ne' luoghi eccelsi, perchè fino a quel giorno non era fabbricata la casa del Signore.3Or Salomone amò il Signore, e mise in pratica gli avvertimenti del suo Davidde, se non che immolava nei luoghi eccelsi, e vi bruciava gli incensi.4Egli adunque andò in Gabaon, per offerir ivi sagrifizio: perocché quello era trà luoghi eccelsi il più grande: mille ostie offerse Salomone in olocausto sopra quell'altare di Gabaon.5E il Signore apparve la notte in sogno a Salomone, e gli disse: Chiedimi quello, che vuoi, ch'io ti conceda.6E Salomone disse: Tu avesti in­verso del tuo servo Davidde mio padre una misericordia grande, conforme egli camminò al tuo cospetto nella verità, e nella giustizia, e nella rettitudine di cuore verso di te: tu conservasti a lui la tua misericordia grande, e gli desti un figliuolo, che sedesse sopra il suo trono, come avviene oggi.7E adesso, Signore Dio, tu hai fatto regnar me tuo servo in luogo di Da­vidde mio padre: e io son piccol fan­ciullo, che non so la maniera di rego­larmi.8E il tuo servo sta in mezzo al po­polo eletto da te, popolo infinito, che non può noverarsi, nè ridursi a calcolo per la sua moltitudine.9Dà adunque al tuo servo un cuor docile, affinchè possa render giustizia al tuo popolo, e distinguere il bene dal male: imperocché chi mai potrà render giustizia a questo popolo, a questo po­pol tuo così grande?10Fu grato al Signore questo discor­so, per avergli Salomone domandata simile grazia.11E il Signore disse a Salomone: Perchè tu hai domandata questa cosa, e non hai chiesta lunga vita, nè ricchez­ze, nè la morte de' tuoi nemici, ma hai domandata la sapienza, per discernere il giusto,12Ecco, che io ho esaudito le tue pa­role, e ti ho dato un cuor sapiente, e di tanta intelligenza, che nissuno è stato simile a te pell'avanti, e nissuno sarà in appresso.13E oltre a questo quelle cose an­cora, che tu non hai domandate, io te le darò, viene a dire le richezze, e la glo­ria: talmente che non si troverà il simile a te tra i regi in tutti i passati tempi.14E se tu batterai le mie vie, e os­serverai i miei precetti, e insegnamenti, come gli osservò il padre tuo, io farò lunghi i tuoi giorni.15Si svegliò adunque Salomone, e intese la qualità del sogno: ed essendo andato a Gerusalemme, si portò dall'arca del testamento del Signore, e offerse olocausti, e vittime pacifiche, e fece un gran convito a tutti i suoi servi.16Allora andarono due donne mere­trici a trovare il re, e si presentarono dinanzi a lui,17Delle quali una disse: Aiutami, signor mio: io, e questa donna abita­vamo nella medesima casa, e io partorii nella camera, dov'ella pure stava.18E il terzo dì dopo che ebbi parto­rito io, ella ancora partorì: e noi stava­mo insieme, e nissun altro fuori di noi due era con noi in quella casa.19Or il bambino di costei di notte tempo si morì: perchè ella in dormendo soffogò.20Ed ella alzatasi nel cuor della notte prese il mio figlio dal lato di me tua serva, che era addormentata, e sei pose sul suo seno: e pose in seno a me il suo figliuolo, che era morto.21E levatami la mattina, per far poppare il mio figlio, lo vidi morto: ma mirandolo più fissamente a giorno chiaro, riconobbi, ch'ei non era il mio, ch'io avea partorito»22Ma l'altra donna rispose: La cosa non istà, come dici tu, ma il tuo figliuolo morì; e il mio è vivo. E quella pel contrario diceva: Tu se' bugiarda: perocché il mio figlio è vivo, e il tuo è morto. E in tal guisa altercavano di­nanzi al re.23Allora il re disse: Questa dice: Il mio figliuolo è vivo, e il tuo è morto: e quella risponde: No, ma il tuo è morto, e il mio figlio è vivo.24Soggiunse pertanto il re: Portatèmi una spada. E portata che fu la spada dinanzi al re,25Dividete, diss'egli, il bambino vivente in due parti, e datene la metà all'una, e la metà all'altra.26Ma la donna, di cui era il figlio vivente (perocché si sentiva stiantar le viscere per amor del figliuolo), disse al re: Di grazia, o signore, date a lei il bambino vivo, e noll'uccidete. Ma l'altra pel contrario diceva: Non sia nè mio, nè tuo, ma si divida.27Rispose il re, e disse: Date a quella il bambino vivo, e non si uccida: perocché dessa è sua madre.28Or tutto Israele fu informato della sentenza pronunziata dal re, e concepirono timore di lui, veggendo, come la sapienza di Dio era in lui, per rendere giustizia.

Note:

3,1:S'imparentò con Faraone ec. il re d'Egitto confinava colla Palestina, ed era molto potente, quindi Salomone per meglio assicurare il suo regno sposò la figlia di quel re. Per la stessa ragione conservò la buona amicizia, che Davidde avea avuto con Hiram re di Tiro. Questo matrimonio di Salomone credesi avvenuto il secondo anno del suo regno, e credesi ancora, che questa figliuola di Faraone abbracciasse la religione Ebrea, anzi ciò sembra accennarsi nel Salmo XLIV. II. rit. Benché la legge (Erod. XXIV. 16., Deut. VII. 3.) vieti i matrimoni con donne straniere; contuttociò gl'Interpreti generalmente convengono, che Salomone nposando questa Egiziana convertita all'Ebraismo, non peccasse. E questa opinione è fondata nelle Scritture, dove son lodati i cominciamenti del regno di questo principe, e dove si dice, che egli amò Dio. Egli è però vero, che credesi ancora comunemente, che ella ritornò dipoi all'idolatria, e fu la cagion principale degli errori gravissimi, in cui precipitò questo principe.

3,3:Se non che immolava ne' luoghi eccelsi. È notato anche di sopra, come un difetto e una imperfezione nel popolo l'offerire de' sacrifizj ne' luoghi eccelsi, vale a dire, su certi monti e su certe colline, dove erano altari eretti sopra i vivi massi o nelle selve. Molti di tali luoghi erano frequentati con ispecial divozione dagli Ebrei, o perchè rappellavana ad essi le memorie e gli avvenimenti degli antichi Patriarchi e de' loro grandi uomini, a per che erano stati consacrati dal soggiorno, che vi avea fatto l'arca del Signore. Cosi Bethel, Sichem, Hebron, Galgal, Gabaon, Silo, Cariathiarim. ec. erano presso di loro in molta venerazione; e abbiam veduto, come i piu illustri e religiosi uomini anche prima di Salomone andavano ad offerir sacrifizj in tali luoghi. Ma era ordinato nella legge, che i sacrifizj non si offerissero altrove, che nel tabernacolo del Signore, e quantunque il contrario uso fosse stato tollerato da Dio particolarmente pel tempo in cui il tabernacolo non ebbe sede fissa e permanente; contuttociò Dio vedea di mal occhio un tal uso. Sopra di che ottimamente S. Agostino quaest. 36. in Jud. La consuetudine del suo popolo di offerir sacrifizj (non già agli dei stranieri, ma al Signore Dio suo) fuori del tabernacolo, questa consuetudine la tollerava il Signore, che esaudiva anche allora coloro, che gli offerivano. E ciò ben comprese di poi Salomone, allorchè Dio lo ebbe arricchito de' lumi di sua sapienza, e vide perciò quanto fosse necessario di togliere ogni occasione, o pretesto di allontanarsi in ciò dalla legge, col fabbricare un tempio, nel quale solo fossero presentate a Dio le oblaziani e i sacrifizj da tutto il popolo.

3,4:Andò a Gabaon. Ivi era l'altare degli olocausti fatto da Mosè, lasciatomi da Davidde, quando trasportò l'arca a Gerusalemme.

3,5:E il Signore apparve la notte in sogno a Salomone. Questo sogno di Salomone è simile a quello di Adamo, Gen. II. 21., a quel di Abramo, Gen. XV. 1., vale a dire e un'estasi, o sia una visione profetica. Salomone appena salito sul trono si porta a Gabaon per rendere a Dio il tributo di sua pietà, e conoscendo tutto il peso della dignità reale e le obbligazioni grandissime annesse al principato, tutti i suoi desiderj e i suoi voti restringe a chiedere istantemente al Signore il dono della sapienza. Dio lo visita, lo consola la stessa notte, e gli concede quello, che ei tanto bramava, e più ancora di quel che ei bramava. Vedi Sap. VII. 7. ec.

3,12:Ti ho dato un cuor sapiente, ec. Dio da a Salomone, prima una mente sagace e prudente per ben operare; secondo, la cognizione infusa di tutte le scienze e di tutte le arti utili. Vedi Sap. VII. 17. Eccl. XLVII. 11., terzo, la scienza de' misteri della fede e della sublimissima Teologia, la quale scienza apparisce da' libri sacri, ch'egli ci ha lasciati. Nissuno è stato simile a te ec. nell'ampiezza e vastità delle cognizioni tu non hai aiuto, ne avrai l'eguale. Imperocchè molti grandi uomini avranno avuto, o avranno in appresso un egual sapere nelle cose divine, come Mosè e gli Apostoli, ma non nelle case naturali e politiche.

3,13:Le ricchezze, ec. Sul punto delle ricchezze di Salomone può vedersi una dissertazione del Calmet, la quale giustifica ottimamente quello, che qui e promesso a questa re.

3,15:Intese la qualità del sogno. Intese, come questo sogno era da Dio, ed era una predizione di quello che Dio volea loro per lui.

3,16:Due donne meretrici. La voce Ebrea può significare due donne, che facevano il mestiere di albergatrici o locandiere. L'altro infame mestiero non era tollerato nelle donne Ebree.