Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Primo libro dei Re 9


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Lot avendo accolti in sua casa gli Angeli è maltrattato da Sodomiti: e liberato colla moglie, e colle due figliuole dall'incendiodi Sodoma, e perde per istrada la moglie. Ubbriacato comette incesto coll'una, e e coll'altra figliuola, d'onde nacquero i Moabiti, e gli Ammoniti.

1E i due Angeli arrivarono a Sodoma sulla sera, e in tempo che Lot stava sedendo alla porta della città. Ed egli veduti questi, si alzò, e andò loro incontro: e gli adorò prostrato per terra.2E disse: Signori, di grazia venite alla casa del vostro servo, e albergatevi: vi laverete i vostri piedi, e alla mattina ve n'andrete al vostro viaggio. Ma quelli dissero: No, noi staremo nella piazza.3Ei però li costrinse ad andarsene a casa sua: ed entrati che furono, fece loro il banchetto, e cosse del pane senza lievito, ed ei mangiarono.4Ma prima ch'essi andassero a dormire, gli uomini della città assediarono la casa, fanciulli, e vecchi, e tutto il popolo insieme.5E chiamaron Lot, e gli dissero: Dove sono quegli uomini, che sono entrati in casa tua sul far della notte? mandagli qua fuora, affinché noi li conosciamo.6Uscì Lot, chiudendo dietro a sé la porta, e disse loro:7Non vogliate di grazia, fratelli miei, non vogliate far questo male.8Ho due figliuole ancor vergini: le condurrò a voi, e abusate di esse, come vi pare, purché non facciate verun male a quegli uomini; perocché son venuti all'ombra del mio tetto.9Ma quelli dissero: Va' in là. E aggiunsero: Tu sei entrato qua come forestiero; la farai tu da giudice? Noi adunque faremo a te peggio, che a quelli. E facevano strapazzo grandissimo di Lot: ed erano già vicini a rompere la porta.10Quand'ecco quegli steser la mano, e misero Lot in casa, e chiuser la porta.11E colla cecità punirono que' che eran fuori, dal più piccolo fino al più grande, talmente che non potevano trovar la porta.12E dissero a Lot: Hai tu qui alcuno de' tuoi, o genero, o figliuoli, o figlie? tutti i tuoi menali via da questa città;13Imperocché noi distruggeremo questo luogo; perché il loro grido si è alzato vie più fino al Signore, il quale ci ha mandati a sterminarli.14Uscì adunque Lot, e parlò a' suoi generi, che doveano prendere le sue figlie, e disse: Levatevi, partite da questo luogo; perché il Signore distruggerà questa città. E parve loro, che parlasse come per burla.15E fattosi giorno, gli Angeli lo sollecitavano, dicendo: Affrettati; prendi la tua moglie, e le due figliuole, che hai: affinché tu ancor non perisca per le scelleratezze di questa città.16E stando egli a bada, lo preser per mano lui, e la sua moglie, e le sue due figliuole, perché il Signore a lui volea perdonarla.17E lo condussero via, e lo miser fuori della città: e quivi parlarono a lui, dicendo: Salva la tua vita: non voltarti indietro, e non ti fermare in tutto il paese circonvicino: ma salvati al monte, affinché tu pure non perisca.18E Lot disse loro: Di grazia, Signor mio,19Dacché il tuo servo ha trovato grazia dinanzi a te, e hai fatto a me una misericordia grande, ponendo in sicuro la mia vita, io non posso salvarmi sul monte, perché potrebbe forse venir sciagura sopra di me, e tormi la vita.20È qui vicina quella città, alla quale posso fuggire; ella è piccola, e ivi troverò salute. Non è ella piccolina, e ivi non sarà sicura la mia vita?21Ma quegli disse a lui: Ecco che anche in questo io ho esaudite le tue preghiere, onde non distruggerò la città, in favor della quale tu hai parlato.22Affrettati, e salvati colà: perocché io non potrò far nulla, fino a tanto che tu vi sia entrato. Per questo fu dato a quella città il nome di Segor.23Il sole si levò sopra la terra, e Lot entrò in Segor.24Il Signore adunque piovve dal Signore sopra Sodoma e Gomorrha zolfo e fuoco dal cielo:25E distrusse quelle città, e tutto il paese all'intorno, tutti gli abitatori delle città, e tutto il verde della campagna.26E la moglie di Lot essendosi rivolta indietro, fu cangiata in una statua di sale.27Ma Abramo portatosi la mattina là, dove prima era stato col Signore,28Volse lo sguardo verso Sodoma e Gomorrha, e verso la terra tutta di quella regione: e vide le faville, che si alzavano da terra, quasi il fumo di una fornace.29Imperocché quando Dio atterrò le città di quella regione, ricordossi egli di Abramo, e liberò Lot dallo sterminio di quelle città, nelle quali questi avea dimorato.30E Lot si partì da Segor, e si stette sul monte, e con lui le sue due figliuole (perocché egli non si teneva sicuro in Segor): e abitò in una caverna egli, e le due figliuole con lui.31E la maggiore di esse disse alla minore: Nostro padre è vecchio, e non è rimasto uomo alcuno sopra la terra, che possa esser nostro marito, come si costuma in tutta la terra.32Vieni, ubbriachiamolo col vino, e dormiamo con lui, affinché serbar possiamo discendenza di nostro padre.33Diedero adunque quella notte del vino a bere al padre loro. E la maggiore si accostò a lui, e dormì col padre: ma egli non si accorse, né quando la figlia si pose a letto, né quando si levò.34E il dì seguente la maggiore disse alla minore: Ecco che ieri io dormii col padre mio: diamogli da bere del vino anche stanotte, e tu dormirai con lui, affin di serbare discendenza del padre nostro.35Dettero anche quella notte a bere del vino al padre loro; e si accostò a lui la figliuola minore, e dormì con lui: e neppure allora si accorse, né quando quella si pose a giacere, né quando si levò.36Restarono adunque le due figliuole di Lot gravide del loro padre.37E la maggiore partorì un figliuolo, e gli pose nome Moab: questi è il padre dei Moabiti, che sussistono fino al dì d'oggi.38La minore ancora partorì un figliuolo, e gli pose nome Ammon, vale a dire figliuolo del popol mio: egli è il padre degli Ammoniti, che sussistono fino al dì d'oggi.

Note:

19,1:Si alzò, e andò loro incontro ec. Lot imita la carità di Abrahamo verso de' forestieri.

19,3:Cosse del pane senza lievito, ec. l'Ebreo dice de' Mazoth: i greci avevano una specie d'impasto di farina d'orzo o di grano, con acqua e latte e olio, con vino dolce, ovvero vino cotto, e questa pasta mangiavano cruda; e chiamavasi maza. Simile impasto era usitato tra gli Ebrei; ma eglino per lo più lo facevano cuocere. Si può credere, che tale fosse il pane dato da Lot agli Angeli.

19,4:Tutto il popolo insieme. Vedesi una corruzione universale ed inaudita.

19,5:Affinché noi li conosciamo. Vogliamo vedere que' forestieri, e sapere chi essi sono. Sotto questo pretesto cuoprono questi empi le scellerata loro intenzioni; e questo bastava a Lot (il quale benissimo li conosceva) per intendere quel, che volessero fare.

19,8:Io ho due figliuole ec. La perturbazione d'animo ad una si indegna richiesta, la sollecitudine di salvare ospiti si venerabili dall'oltraggio, l'impossibilità di opporsi per nissun modo agli attentati di coloro; tutto questo poté diminuire in qualche maniera la colpa di Lot nel fare una tale offerta; ma egli certamente peccò; né egli era padrone di esporre le figliuole all'infamia e al peccato; e l'ordine stesso della carità richiedeva, che egli, padre com'era, provvedesse all'onor delle figliuole, prima che a quello degli ospiti. S. Agostino confessando il peccato di Lot dice tutto quello, che ragionevolmente può dirsi per iscusarlo, in queste poche parole: Lot per orrore degli altrui peccati turbato nell'animo non bada al suo proprio peccato: mentre volle sacrificare la figliuole alla libidine di quegli empi.

19,9:Va in là. Volevano farlo allontanare dalla porta per sforzarla: e si vede, che riuscì loro di farlo.

19,11:E colla cecità punirono ec. Vatablo: abbacinarono la vista a quelli, ec. S. Agostino, e la maggior parte degl'interpreti credono, che questa cecità consistesse nell'avere Dio fatto si, che, quantunque vedessero le altre case, non vedessero, nè potesscro trovare la porta della casa di Lot.

19,14:Che doveano prendere le sue figlie. L'Ebreo, che prendevano le sue figlia: e i LXX, che avevano prese le sue figlie; vale a dire, avevano tutti gli sponsali colle sue figlie. Gli Ebrei e altri popoli del Levante faccano passare per lo più un assai lungo intervallo tragli sponsali e il matrimonio.

19,19:Non posso salvarmi sul monte, perché ec. Sembra, che Lot pieno ancor di timore, d'agitazione e d'affanno per quello, che gli Angeli gli avevano predetto, camminando lentamente e a stento, temesse che gli mancasse il tempo per arrivare a salvamento sul monte; o che assolutamente non si sentisse forza per giungervi. La sua obbedienza non fu perfetta; ma nondimeno egli merita lode, perché per tal modo cerca di salvare la piccola città di Segor.

19,22:Per questo fu dato a quella città il nome di Segor. Prima chiamavasi Bale, e di poi fu chiamata Segor, che vuol dir piccola.

19,24:Il Signor piovve dal Signore ec. I padri riconoscono concordemente in questo parole una dichiarazione della distinzione delle persone, del Padre e del Figliuolo, e la divinità del Figliuolo, e la sua uguaglianza col Padre, e han paragonato queste stesse parole con quelle del Salmo 100. Vers. 1. Disse il Signore al mio Signore, citate già da Gesù Cristo istesso; e quelle del Salmo 120: Per questo ti unse, o Dio, il tuo Dio, ec., citate da S. Paolo a provare le medesime verità. Heb. 1. 9. Senza badare perciò a quello che qui dicono alcuni moderni Ebrei, e anche alcuni moderni cristiani troppo facili a seguire le dottrine di quelli, abbiam conservato nella versione la stessa pretta frase, come l'ha conservata la nostra volgata. Il Padre ha rimesso interamente al Figliuolo di far giufizio, Joan. v. 22. Il Figliuolo riceve dal Padre insieme colla essenza anche tutta la potestà. Il Figliuolo adunque, che è Signore e Dio, colla potestà datagli dal Padre, da cui riesce tutte le cose, piovve zolfo e fuoco dal cielo sopra Sodoma e Gomorrha. Notisi, che, quantunque non si parli qui se non di Sodoma e di Gomorrha, egli è certo però, che anche Adama e Seboim furono soggette allo stesso gastigo, e la quinta città non fu risparmiata se non per le preghiere di Lot.
Ma perché non riflettiamo noi sopra questo grande avvenimento, nel quale ha voluto Dio dare una gran lezione agli uomini facendo loro vedere un saggio di quella terribil giustizia, colla quale punire la sfrenatezza degli uomini nell'altra vita? Una regione già amenissima e fertilissima diviene orrida a vedersi e spaventevole, dopo che il fuoco e lo zolfo cadente dal cielo ne sterminò gli abitatori, ridusse in cenere gli edilizi e la campagna stessa coperse di rovine e di orrori. Il bitume, di cui era pieno quel terreno, servì ad accrescer l'incendio, da cui non solo le piante tutte, ma anche una parte della terra fu abbruciata. Crepata la stessa terra in più luoghi, e abbassatasi, le acque del Giordano vi si gettarono e vi presero le qualità, che si osservan tutt ora: la gravezza e densità capace di sostenere i corpi più gravi, l'oscuro e tetro colore, il Mare grande, per cui i pesci muoiono, subito che entrano in quel lago, le rive sterili, l'aria grave e malsana, che regna attorno, l'amarezza dell'acque, la pessima condizione di que' pochi frutti, che possono ancora nascervi, tutto annunzia e annunzierà fino alla fine del mondo, che Dio è terribile ne' suoi giudizi sopra i figliuoli degli uomini. Sodoma e Gomorrha e le città confinanti ree nella stessa maniera d'impurità.... furono fatte esempio soffrendo la pena del fuoco eterno, Judae 7.

19,26:Essendosi rivolta in dietro. Lo Spirito santo nella Sapienza cap. I. 7. chiama la moglie di Lot, anima incredula: fosse per all'azione verso ciò, che ella lasciava, e fosse per accertarsi co' proprii occhi dell'avveramento della predizione degli Angeli, a gran ragione attribuiseesi la sua colpa a mancanza di fede. Così ella viola il preciso comando fatto a lei non meno, che al marito, ed è immediatamente punita, e diviene anch'essa un grande esempio; esempio della severità, colla quale sarà punito chiunque dopo la chiamata di Dio si arresta tra via, o col cuore rivolgesi, e coll'affetto a quelle cose, che egli dee abbandonare per andar dietro al Signore: Ricordatevi, dice Cristo, dalla moglie di Lot, Luc. XVII. 32.
In una statua di sale. Di sale metallico, che resiste alla pioggia, e per la sua saldezza è buono anche per gli edilizi. Vedi Plin. lib. XXXI. cap. 7. Non pare, che possa dubitarsi, che questa statua siasi conservata per molti secoli. Vedi Sap.X.7. Giuseppe, lib. I. Antiq. cap.12.

19,27:Ma Abrahamo portatosi la mattina ec. Abrahamo ansioso di sapere quel, che l'osso del suo nipote, e delle città della Pentapoli, si porta al luogo, dove il di avanti avea parlato coll'Angelo, perché di là poteva vedere tutta quella pianura.

19,28:E vide le faville. L'Ebreo: e vide il fumo.

19,30:Egli non si teneva sicuro in Segor. Anche in questa circostanza Lot dimostra una fede assai debole: L'Angelo gli avea detto, c'hei poteva restare in Segor; la costernazione, e l'abbattimento di spirito, in cui si trovava, gli fanno dimenticare la promessa dell'Angelo, ed egli cangia l'abitazione.
Abitò in una caverna. Tutte le montagne all'intorno sono piene di simili caverne molto spaziose

19,31:Non è rimasta uomo alcuno sopra la terra. Elle sapevano però, che degli uomini ne erano in Segor, donde erano partito; ma forse, veduto come Dio ma: sterminato gli abitanti delle altre città, credettero, che alla fine avverrebbe lo stesso anche di quelli di chor non meno scellerati; o non volevano assolutamente aver tali uomini per mariti. Ma benché possano forse scusarsi dalla menzogna, non possono però scusarsi in verun modo da quello, che fecero per aver prole, né Lot può scusarsi; perocchè egli ancora peccò (dice. S Agostino) non quanto porta un incesto, ma quanto porta quella ubbriachezza, lib. XXII. cont. Faust. cap. 44.

19,37:Gli pose nome Moab; vale a dire, che nasce dal padre mio.

19,38:Gli osa nome Amman; che vuol dire figliuolo del mio popolo. S. Girolamo scrive, che quella gran donna S. Paola, andando attorno per la Terra santa, giunta che fu a Segor, si ricordò della spelonca di Lot, e cogli occhi pieni di lacrime avvertiva le vergini compagne, essere da guardarsi dal vino, nel quale e lussuria, e di cui sono opera i Moabiti e gli Ammoniti.