Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Primo libro dei Re 19


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Elia fuggendo nel deserto per paura di Jezabele, svegliato dal sonno mangia del pane mandatogli da Dio, e beve dell'acqua, e cosi giunge al monte di Dio Horeb, e ivi nella spelonca, dolendosi di esser rimasto solo profeta del Signore, sente dirsi, che sette mila ne eran restati: egli è mandato a ungere Hazael re di Sirio, e Jehu re d'Israele, Ed Eliseo profeta.

1Or Achab raccontò a Jezabele tutto quello, che Elia avea fatto, e come avea uccisi di spada tutti i profeti.2E Jezabele spedì un messo ad Elia, che gli dicesse: Gli dei facciano a me questo, e peggio, se domane a quest'ora io non farò a te, come è stato di ognun di quelli.3Elia pertanto ebbe paura, e si partì, e andava dove la fantasia il portava, e giunse a Bersabee di Giuda, e ivi licenziò il suo servo,4E s'inoltrò nel deserto, una giornata di cammino. Ed essendo andato a sedere sotto un giunipero, si desiderava la morte, e disse: Basta, o Signore,prendi l'anima mia; perocché non son io qualche cosa di meglio, che i padri miei.5E si gettò per terra, e si addormentò all'ombra del giunipero: quand'ecco, che l'Angelo del Signore il toccò, e gli disse: Alzati, e mangia.6Si volge egli indietro, e vede presso al suo capo un pane cotto sotto la cenere, e un vaso d'acqua. Egli adunque mangiò, e bevve, e di nuovo si addormentò.7E l'Angelo del Signore tornò la seconda volta, e lo toccò, e gli disse: Alzati, e mangia; perocché lunga è la strada, che ti rimane.8Ed egli alzatosi mangiò, e bevve; e fortificato con quel cibo camminò quaranta dì, e quaranta notti, sino al monte di Dio Horeb.9E giunto colà se ne stava in una spelonca, e tosto il Signore gli parlò, e gli disse: Che fai tu qui, o Elia?10E quegli rispose: Io ardo di zelo pel Signore Dio degli eserciti, perchè i figliuoli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, han distrutti i tuoi altari, hanno uccisi di spada i tuoi profeti; son rimaso sol io, e mi cercano, per tormi la vita.11E (il Signore) gli disse: Esci fuora, e sta sul monte dinanzi al Signore: ed ecco, che passa il Signore: ma innanzi al Signore un vento grande, e gagliardo da sciorre i monti, e spezzar le pietre; e non col vento il Signore: e dopo il vento un tremuoto; non col tremuoto il Signore:12E dopo il tremuoto un fuoco; non col fuoco il Signore: e dopo il fuoco, il fischio di un' aura leggera.13Ciò avendo udito Elia, si coperse il volto col mantello, e uscito fuora si stava alla porta della spelonca, ed ecco una voce: che disse a lui: Che fai tu qui, o Elia? Ed ei rispose:14Io ardo di zelo pel Signore Dio degli eserciti, perchè i figliuoli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, distrutti i tuoi altari, hanno uccisi di spada i tuoi profeti, son rimaso sol io, e mi cercano, per tormi la vita.15E il Signore disse a lui: Va, e torna indietro per la tua strada stessa del deserto verso Damasco; e quando sarai giunto colà, ungerai Hazael in re della Siria,16E Jehu figliuolo di Narrisi lo ungerai re d'Israele; e ungerai profeta in tua vece Eliseo figliuolo di Saphat, che è di Abelmeula.17E avverrà, che chi avrà scansata la spada di Hazael, sarà ucciso da Jehu: e chi avrà scansata la spada di Jehu, sarà ucciso da Eliseo.18E io serberommi in Israele sette mila uomini, i quali non han piegato il ginocchio dinanzi a Baal, e nissun de' quali ha accostata la mano alla sua bocca in adorandolo.19Partitosi adunque di là Elia, trovò Eliseo figliuolo di Saphat, il quale arava la terra con dodici paia di buoi, ed egli era un di quei, che aravano colle dodici paia di bovi: e giunto a lui Elia, gettò sopra di lui il suo mantello.20E quegli, lasciati subito i bovi, corse dietro ad Elia, e disse: Concedi, ch'io vada a dar un bacio a mio padre, e a mia madre, e poi ti seguirò. E quegli disse a lui: va, e torna: perocché quello, che toccava a me, io l'ho fatto.21E partitosi da lui, prese un paio di bovi, e gli scannò, e colle legna dell'aratro cosse le carni, e la diede alla gente, perchè le mangiasse: e parti, e andò, e seguitò Elia, e lo serviva.

Note:

19,3:Elia... . ebbe paura, ec. Dio sottraendo ad Elia quello spirito di fortezza e di costanza, col quale egli si era renduto terribile a' re, fa che egli si sbigottisca a si abbatta alle minacce di una donna. Con tali vicende tiene Dio nell'umiltà i suoi Santi, facendo loro conoscere, come tutto quello che sono, lo sono per dono di lui, e per effetto della sua grazia.
A Bersabee di Giuda. Città a confini della Palestina da mezzodì. Ella era della tribù di Simeon dopo essere stata di Giuda. Jos. XIX. 2. La tribù di Simeon essendo mescolata con quella di Giuda, i re di questa tribù eran padroni di Bersabeu.
Licenziò il suo servo. Per compassione di lui, non volendo esporlo a' patimenti e alla fame nel deserto.

19,4:Si desiderava la morte. Afflitto pei mali pubblici, veggendo la religione abbattuta, l'empietià dominante, la persecuzione che infuriava contro de' buoni, bramò di morire per ordine di Dio piuttosto che essere esposto a perire per le mani di Jezabele; lo che sarebbe stato come un trionfo per gl'idolatri.

19,8:Fortificato con quel cibo camminò quaranta dì, ec. Andò qua e la pel deserto, in che impiegò quaranta interi giorni di viaggio prima di arrivare all'Horeb. La di stanza da Bersabea all'Horeb non esigeva tanto tempo, ed Elia era già di la da Bersabea, quando l'Angelo gli parlò; ma egli non fece la strada diritta verso quel monte.

19,11:Esci fuora e stà sul monte ec. Dio vuol consolare Elia con apparire a lui nello stesso luogo, in cui apparve a Mosè, e nel medesimo tempo vuole, istruirlo. Prima adunque di farsi sentire a lui, fa precedere un'impetuosa bufera, indi un tremuoto, e finalmente un gran fuoco. Con questa si ricordava al profeta, come Dio ha nelle sue mani tutti gli elementi per servirsene quando che sia a sterminare i peccatori; ma Dio pieno di bontà e di misericordia non ama di farsi conoscere co' gastighi, e per questo ne quando infuriava la bufera, né quando il monte era scosso dal terremoto, ne quando divampava la fiamma si fece egli sentir dal profeta, né gli parlò, ma quando, passati tutti quegli spaventi, cominciò a sufolare sul monte un'aura dolce e soave simbolo della benignità e della pazienza; facendo con ciò intendere a Elia (dice Teodoreto) come il carteggio che egli ama, e quello della bontà, e della clemenza, e che ei non dà la mano a' flagelli, se non sforzato, per così dire, dall'umana malvagità e ostinazione. Notisi, che quello, che leggasi ne' versetti 11 e 12. e tutto discorso dell'Angelo con Elia. In qualche Manoscritto de' LXX il versetto 12 termina in questo modo: E dopo il fuoco il fischio di un'aura leggera, con essa sarà il Signore.
Ecco che passa, ec. Ecco che passerà.

19,13:Si coperse il volto col mantello. In segno di gran riverenza. Altrettanto fece Mosè, Exod. III. 6.

19,15:Ungerai Hazael in re della Siria. Secondo la frase Ebrea ungere uno re vuol dire semplicemente dichiararlo, designarlo per re. Elia adempie quest' ordine per mezzo di Eliseo, il quale andò a Damasco, e predisse ad Hazaele il regno della Siria, 4. Reg. mi. l2 . la. Dio in questo fatto dimostra come la sua previdenza si estende a tutti i popoli e a tutti i reami.

19,16:Jehu figliuolo di Namsi. Propriamente figliuolo di Josaphat, nipote di Namsi.
Ungerai profeta in tua vece ec. Dio da un compagno ad Elia, perché questi dolevasi di essere il solo profeta destinato ad opporsi all'empia Jezabele e alla turba degli adoratori di Baal. Abelmeula era nella tribù di Ephraim, 4 Reg. IV. 12.

19,17:E chi avrà scansata la spada di Jehu, sarà ucciso da Eliseo. Vale a dire: Dio per punire gli adoratori di Baal, non solo armerà contro di essi i due regi Hazael e Jehu, ma disporrà, che anche un uomo, la di cui professione è alienissima dallo spargere il sangue degli uomini, contribuisca al loro esterminio, facendo uccidere dagli orsi quarantadue ragazzi di Bethel sede primaria dell'idolatria.

19,18:E la serberammi in Israele ec. l'Apostolo che citò questa luogo, Rom. XI. 4, Iesse: mi san riserbato ec. ma il senso rimane lo stesso. Vedi le note in quei luogo.
Nessun de' quali ha accostata la mano alla sua bocca. Era uno de' segni di adorazione tragl'idolatri, l'accostar la mano sulla bocca per baciarla. Plinio lib. 28. cap. 2.: Nell'atto di adorazione portiamo la destra alla bacca, baciandola.

19,20:Quello che toccava a me, io l'ho fatto. Va' e torna (dice Elia ad Eliseo); perocchè da quello, che io ti ho fatto tu dei conoscere, che sei già dedicato al servizio di Dio: ho fatto io le mie parti, fa' tu le tue.