Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Primo libro dei Re 7


font

Palazzo di Salomone: casa del bosco del Libano, e della moglie di lui: suppellettili varie preziosissime del tempio.

1E fabbrico' Salomone, e compì interamente in tredici anni la sua propria casa.2E fabbricò ancora la casa del bo­sco del Ubano, di cento cubiti in lun­ghezza, e di cinquanta cubiti di lar­ghezza, e di trenta cubiti di altezza: ed eranvi quattro corridori tra i colonnati di cedro: perocché egli avea fatto ri­durre a colonne le piante di cedro.3E rivestì di tavole di cedro tutto il soffitto sostenuto da quarantacinque colonne. E ogni filare avea quindici colonne,4Collocate l'una dirimpetto all'altra,5È che si guardavano l'una l'altra, ed eran tutte in egual distanza tra di loro: e sopra le colonne eranvi delle travi quadrangolari tutte di egual gros­sezza.6E fece un portico di colonne avente cinquanta cubiti di lunghezza, e trenta cubiti di larghezza: e un altro por­tico in faccia al portico più grande, con colonne, e architravi sopra le co­lonne.7Fece ancora il portico del trono, e lo vestì di legno di cedro dal pavimento fino alla sommità.8E la tribuna, dove sì risedeva per render ragione, era nel mezzo del por­tico, ed era di simil lavoro. Fece di più Salomone per la figliuola di Fa­raone (che egli avea sposata) una casa di lavoro simile a quella del portico.9Tutte (queste fabbriche) dalle fon­damenta sino alla cima delle muraglie, e al di fuori sino all'atrio maggiore erano di pietre di molto pregio, le quali tanto dalla parte interiore, come dall'esteriore erano state segate in pari for­ma, e misura.10E le fondamenta eran di pietre di molto pregio, di pietre grandi di dieci, ovvero di otto cubiti.11E al di sopra erano pietre di molto pregio tagliate ad egual misura, e pari­mente coperte di cedro.12E l'atrio maggiore rotondo avea tre ordini di pietre tagliate, e un ordine di cedro lavorato: e così pure era dell'atrio interiore della casa del Signore, e del portico di essa casa.13E il re Salomone fece ancora ve­nir da Tiro Hiram,14Che era figliuolo di una donna vedova della tribù di Nephthali, di pa­dre della città di Tirò; ed era un lavo­ratore di bronzi pieno di saggezza, di capacità, e d'industria per fare qua­lunque opera in bronzo. Ed egli es­sendo venuto a trovare il re Salomone, fece tutto il lavoro, ch'ei volle.15Ed egli fece due colonne di bronzo, ogni colonna alta diciotto cubiti: e una corda di dodici cubiti abbracciava cia­scuna colonna.16Fece ancora i due capitelli di get­to in bronzo sulla cima delle colonne: un capitello avea cinque cubiti di altez­za, e l'altro capitello cinque cubiti di altezza:17Ed eravi come una rete, e una catena conteste insieme tra di loro con mirabile artifizio. L'uno e l'altro ca­pitello delle colonne era di getto: sette filari di maglie erano nell'uno, e sette filari di maglie nell'altro capitello.18E per compimento delle colonne fece due ordini di maglie, che circonda­vano, e coprivano i capitelli, le quali posavano in cima de' meligranati: fece la stessa cosa al secondo, e al primo capitello.19I capitelli, che erano in cima delle colonne nel portico, erano fatti a ma­niera di giglio, ed eran di quattro cu­biti.20E di più eranvi altri capitelli in cima alle colonne al di sopra della rete proporzionati alla misura della colon­na: e intorno al secondo (e al primo) capitello vi erano dugento meligranati posti per ordine,21E le due colonne le collocò nel portico del tempio: e quando ebbe al­zata la colonna destra, te diede il nome di Jachin, ed eretta parimente la secon­da, le pose nome Booz.22E sulle cime delle colonne pose quel lavoro fatto a maniera di giglio: e fu compita l'opera delle colonne.23Fece anche di getto una gran conca tutta rotonda, di dieci cubiti da un orlo all'altro. Ella avea cinque cu­biti di profondità, e una corda di trenta cubiti cingeva tutto il suo giro.24E sotto all'orlo un lavoro di scul­tura, che giravagli attorno per dieci cubiti, e cingeva la conca: I due or­dini di sculture di getto eran di ri­lievo.25E (la conca) posava sopra dodici bovi, de' quali tre guardavano a setten­trione, e tre ad occidente, e tre a mez­zodì, e tre ad oriente, e sopra di essi stava la conca, e tutte le parti deretane di quelli restavan sotto nascose.26Questo lavacro avea tre once di grossezza, e il suo orlo era come l'orlo di una coppa, e come la foglia di un giglio sbocciato: ei capiva due mila bati.27E fece dieci basi di bronzo, ognu­na delle quali era lunga quattro cubiti, e larga quattro cubiti, e alta tre cu­biti.28E il lavoro delle basi era di più pezzi: e dove questi si incastravano in­sieme eranvi de lavori di scultura.29E tra piccole corone, e lacci, eran­vi lioni, e bovi, e Cherubini: e pari­mente sopra le commessure: e sotto ai lioni, e ai bovi eranvi quasi delle corde di bronzo pendenti.30E ogni base avea quattro ruote co' mozzi di bronzo, e a' quattro angoli eranvi sotto il lavacro certe quasi spal­lette di getto rivolte l'una verso l'altra.31Eravi anche in cima alle base in­teriormente la cavità per ricevere il la­vatoio: e quello, che ne appariva al di fuori per un cubito, era tutto rotondo, e avea ancora un cubito, e mezzo: e agli angoli delle colonne eranvi varie sculture: e lo spazio tralle colonne era quadrato, e non rotondo.32E le quattro ruote, che erano ai quattro angoli della base, si corrispon­devano l'una all'altra sotto la base: e ogni ruota avea un cubito, e mezzo di altezza.33E le ruote erano come quelle, che soglion farsi ai cocchi, co' loro assi, e raggi, e cerchi, e mozzi, il tutto di getto.34Anzi anche le quattro spallette ai quattro angoli di ciascheduna base era­no congiunte con essa, e di un sol getto colla base.35E in cima alla base era un lavoro rotondo alto mezzo cubito, e fatto in guisa da potervi metter sopra il lava­toio; e avea le sue cisellature, e scul­ture varie, che si staccavan da esso.36E sopra quelle tavole, che eran di bronzo, e ai loro angoli scolpì dei Che­rubini, e de' lioni, e delle palme (con tal'arte), che pareano non iscolpiti, ma posti tutto ali intorno, come una figura a' uomo, che sta in piedi.37In tal guisa fece egli le dieci basi di getto, della stessa fattura, e gran­dezza, e con simili sculture.38Fece ancora i dieci lavatoi di bronzo: ogni lavatoio capiva quaranta bati, ed era di quattro cubiti: e posò un vaso sopra ciascuna delle dieci basi.39E collocò le dieci basi, cinque dal destro lato del tempio, e cinque dal lato sinistro: e la gran conca dalla parte del tempio tra levante, e mez­zodì.40Fece ancora Hiram delle pignat­te, e delle caldaie, e de' bacini, e compì tutto quello, che il re Salomone gli or­dinò pel tempio del Signore.41Le due colonne, e i due cordoui sopra i capitelli delle colonne: e le due reti, che coprivano i due cordoni, che erano sulle cime delle colonne.42E quattrocento melegranate nelle due reti: due ordini di melegranate per ogni rete, la quale copriva i cor­doni de' capitelli, che erano alle cime delle colonne:43E le dieci basi, e le dieci conche sopra le basi:44E la gran conca, e i dodici bovi sotto la conca:45E le pignatte, e le caldaie, e i bacini: tutti i vasi, che Hiram fece al re Salomone per servigio della casa del Signore, erano di bronzo fino.46Il re li fece fondere in una pianura del Giordano, in un terreno argilloso, tra Socoth, e Sarthan.47E Salomone ripose tutti questi vasi: e attesa la eccedente loro molti­tudine fu indicibil peso di bronzo.48Fece ancor Salomone tutto quello, che dovea servire alla casa del Signo­re: l'altare d'oro, e la mensa d'oro, per porvi sopra i pani della proposi­zione.49E i candelabri d'oro, cinque a destra, e cinque a sinistra dinanzi all'oracolo di fino oro: e come fiori di giglio, e le lucerne d'oro sopra (i candellier, e le smoccolatoie d'oro).50E le idrie, e le forchette, e le coppe, e i mortai, e i turiboli d'oro finis­simo: e i cardini delle porte della casa interiore del Santo de Santi, e delle porte del tempio erano d'oro.51E Salomone compì tutti i lavori fatti da lui per la casa del Signore, e vi portò l'argento, e l'oro, e i vasi consagrati da Davidde suo padre, e li ripose nel tesoro della casa del Si­gnore.

Note:

7,1:Fabbricò... in tredici anni la sua casa. Non è da meravigliarsi, che quasi il doppio di tempo impiegasse nella fabbrica della sua reggia, di quello, che avea impiegato nel tempio; perocchè non solamente riguardo al tempio trovo Salomone molti materiali preparati da Davidde, ma di piu ad accelerarne la fabbrica era stimolato si dalla propria divozione, e si da quella di tutto il popolo.

7,2:La casa del bosco del Libano. Cosi ella fu chiamata o per ragione delle colonne di cedro tratte dal Libano, ovvero perchè avesse contigua una ombrosa selva simile a quella del Libano. Il Caldeo favorisce questa seconda sposizione, supponendo, che questa casa fosse destinata a prendere il fresco negli estivi calori. Ella però secondo molti interpreti non era una fabbrica distinta, ne separata dalla prima, ma faceva parte della reggia di Salomone. Quattro corridori tra' colonnati di cedro. Posti per lo lungo i tre ordini di colonne, che erano di mezzo tralle pareti della casa, ne venivano necessariamente nel piano interiore quattro corridori, i quali erano lunghi quanto era la lunghezza della casa.

7,6-7:E fece un portico di colonne ec. Questo colonnato era davanti alla reggia. Nella volgata abbiamo chiaramente distinti tre portici, ovver colonnati. Il colonnato del trono dovea essere separato, e in qualche distanza dalla reggia.

7,8:Fece... per la figliola di Faraone una casa. il Gineceo: appartamento distinto per questa principessa, dove ella abitava colle sue donne. In tutto l'oriente le donne aveano abitazione distinta da quella degli uomini. Vedi Gen. XXIV. XXXVI. ec.

7,12:L'atrio maggiore rotondo ec. L'atrio maggiore egli è quello descritto. v. 2. 3. 5. 6. Egli è qui nominato rotondo non perché veramente fosse di figura circolare, ma perché tutto all'intorno dai quattro lati era cinto di mura fatte, come è qui detto, di tre ordini di pietre e un ordine di legname. Vedi cap. VI 36.

7,14:Figliuolo di una donna... della tribù di Nephthali. Nel Paralipomeni. lib. II. cap. II. 14. la madre di Hiram dicesi, che era della tribù di Dan. Si può intendere, che ella fosse della tribù di Nephthali per sua origine, e della tribù di Dan per ragion del marito, il quale è detto della Città di Tiro, perché era ivi domiciliato da molto tempo.

7,17-18:Ed eravi come una rete, ec. Queste fascie a maniera di rete lasciavano tmvedere gli ornamenti de' capitelli, i quali erano sparsi di gigli e d'altri fiori (dice Giuseppe Ebreo), e frutti, come i meligranati, i quali erano a due ordini, ed erano in numero di dugento per colonna, cento per ciascun ordine, come si dice, v. 42.

7,19:I capitelli, che erano in cima delle colonne ec. questo versetto è uno de' più oscuri di tutto questo capitolo. Ecco quello, che per quanto a me sembra pue dirsi di piu probabile. In ogni capitello si distinguono tre parti, la prima, che era immediatamente alla cima del fusto delle colonne, ed e chiamata Epistilio, 2. Par. IV. 12., la seconda, che posava sull'Epistilio, dove era quella rete e i melogranati: la terza parte è quella, che Vitruvio chiama Coronide. Del terzo capitello, o sia della terza parte di esso, si parla v. 20., e della seconda si è parlato nel versetto 16.: qui si parla dell'Epistilio da mettersi sopra ognuna delle colonne destinate pell'atrio del tempio, e si dice, che questo rappresentava la figura di un giglio, ed era di quattro cubiti; lo che intendesi non dell'altezza, ma della sua larghezza, colla quale avanzava la fuori dalla colonna per lo spazio già detto.

7,21:Le collocò nel portico del tempio. Nel vestibolo da vanti al Santo; una da un lato della porta, l'altra dall'altro lato.
Le diede il nome di Jachin... le pose nome Booz. Jachin, Dio stabilirà: Booz., in lui è fortezza. Con questi nomi Salomone volle indicare, che era opera di Dio l'erezione del tempio additato in certo modo da quelle colonne, e che Dio gli dava stabilita. Tutto questo però non si avverò pienamente, se non riguardo a quel mistico tempio, di cui fu figura il tempio materiale di Salomone. La chiesa di Gesù Cristo è quel tempio di Dio tutto non per mano d'uomo, ma lavorato dal sovrano Architetto e Creatore di tutte le cose, il quale tal fermezza e stabilità conferì a questa sua casa, che a dispetto di tutti gli sforzi de' suoi nemici ella sussisterà fino alla fine, de' secoli.

7,22:E sulle cime delle colonne pose ec. Le colonne adunque, o piuttosto i capitelli di esse finivano in un giglio.

7,23:Di dieci cubiti da un orlo all'altro. Questo gran vaso detto comunemente per la sua ampiezza il mare, era di bronzo, e avea dieci cubiti di diametro da un orlo all'altro, e circa trenta cubiti di circonferenza; dico circa trenta, perché il diametro sta alla circonferenza come 7. a 22.; ma nella Scrittura non si fa caso di si piccola differenza. Era rotondo, e avea cinque cubiti di profondita. Serviva ad uso de' Sacerdoti, i quali coll'acqua, che da esso faceasi uscire, si lavavano le mani e i piedi; onde è detto luter, cioè lavatoio, v. 26. Posava sopra dodici buoi di bronzo e portava scolpite delle figure di Cherubini, di lioni, di bovi e di palme. Il suo sito era nell'atrio de' sacerdoti presso all'altare degli olocausti.

7,24:E sotto all'orlo, ec. I due ordini di scultura erano dal fondo della conca fin dove ella arrivava alla larghezza di dieci cublti, restringendosi il vaso, quanto più si accostava al suo fondo. Gli ornamenti di questa parte del vaso erano di un sol getto col vaso stesso.

7,25:Posava sopra dodici bovi. Vari Interpreti suppongono, che dalle bocche di questi bovi si facesse uscire l'acqua per mezzo delle cannelle, che vi erano apposte. Questi bovi si piegavano dalle parti di dietro, quasi fossero oppressi dal peso, che aveano addosso.

7,26:Tre once di grossezza. La quarta parte di un piede Romano.
Capiva due mila bati. Il bato era una misura delle cose liquide eguale all'ephi e alla metreta e conteneva ottanta libbre Romane; onde i due mila bati l'anno cento sessanta mila libbre Romane. Ne' Paralipomeni in vece di due mila leggonsi tre mila bati; ma il testo stesso pare, che accenni, che fino a quel segno si stendeva la capacità del vaso, quando si fosse empiuto fino all'orlo, laddove qui è notata la quantità di acqua, che vi si teneva ordinariamente.

7,27:E fece dieci basi ec. Per dieci altre conche minori ad uso del tempio; e queste conche erano mobili, posando le basi sopra ruote di bronzo. Vedi a Paral. IV. 6. La conca grande stava in mezzo a queste dieci; quella serviva pei soli sacerdoti, i quali coll'acqua, che ne faceano uscire, si lavavano, come si è detto: le altre eran fatte per lavare nell'acqua di esse le parti delle vittime prima d'imporle sull'altare.

7,30:Sotto il lavacro certe quasi spallette ec. Sopra le basi erano questa spallette, le quali tenevano ferma la conca incastrata per di piu nella cavità che eravi nella base. Alcuni credono, che fossero quattro Cherubini, i quali sulle loro spalle tenevano quasi la conca.

7,31:Eravi anche in cima alla base... la cavità ec. La parte superiore della base era concava, dovendo in essa entrare il vaso, ed era rotonda, e avea di diametro un cubito, e un cubito e mezzo di profondità: tale sembra, che possa essere, il senso di questo luogo secondo la volgata.
E agli angoli delle colonne ec. il piano delle basi, che era quadrato, avea a ogni angolo la sua piccola colonna arricchita di ornati diversi.

7,32:Le quattro ruote... si corrispondevano sotto la base. Le ruote aveano il loro asse sotto la base: un asse, serviva e due ruote; cosi una ruota corrispondeva all'altra.

7,35:E in cima alla base ec. Si parla della stessa cavità (v. 31.), la quale avea un cubito e mezzo di profondità, come si e detto; ma per un mezzo cubito si alzava un cerchio ornato anch' esso di vari lavori, che dal medesimo si staccavano.

7,36:E sopra quelle tavole, ec. Sopra la tavole componenti la base erano le sculture, che sono qui descritte. Vedi v. 28. 29.
Come una figura d'uomo che sia in piedi. Quelle figure di Cherubini, lioni, ec., erano di rilievo, e al naturale come una figura d'uomo, che sta ritto. Altri riferiscono la similitudine a' Cherubini, come se dicesse, che questi rappresentavano un uomo, che sta in piedi.

7,38:Ed era di quattro cubiti. Probabilmente i quattro cubiti erano la misura dell'altezza d'ogni lavatoio, ben che alcuni li credano misura del diametro.

7,39:Cinque dal destro lato del tempio, e cinque dal lato sinistro. Nelle Scritture il lato destro indica per lo più il mezzodì, il sinistro il settentrione: cinque pertanto del lavatoi furono posti sopra le loro basi da mezzodì, cinque da settentrione nell'atrio de' sacerdoti tral tempio e l'altare degli olocausti.
Tra levante e mezzodì. La conca grande, o sia il mare di bronzo, era dalla parte di mezzodì verso la parte orientale dell'atrio de' sacerdoti, affinchè questi in entrando avessero il comodo di lavarsi.

7,46:Tra Socoth e Sarthan. Socoth era all'oriente del Giordano, Sarthan a occidente vicino a Bethsan. Così la maggior parte degl'Interpreti.

7,48:L'altare d'oro e la mensa. Dovette parere a Salomone non abbastanza ricco l'altare e la mensa, che avea fatto Mosè; quindi fece nuovo altare e nuova mensa, e il vecchio altare e la mensa ripose nel tesoro del tempio. Eccettuata l'arca e il propiziatorio coi Cherubini, Salomone fece tutto nuovo nel tempio.

7,49:E i candelabri d'oro, ec. Invece del solo candelabro di oro fatto da Mosè, Salomone ne pose dieci fatti però a similitudine di quello di Mosè. Vedi Exod. XXXVII.

7,51:Vi portò l'argento e l'oro e i vasi consacrati da Davidde. Non volle Salomone servirsi per uso proprio, ne per alcun fine profano, dell'oro e dell'argento, che avanzò della massa destinata dal padre al servizio del tempio.