Scrutatio

Mercoledi, 1 maggio 2024 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Sapienza 16


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BIBBIA TINTORINOVA VULGATA
1 Per questi e simili (ammali) furon degnamente puniti, e ster­minati da gran numero di bestie.1 Propter haec per his similia castigati sunt digne
et per multitudinem bestiarum tormenta passi sunt.
2 Ma invece di tali pene, tu face­sti dei favori al tuo popolo, al quale concedesti ciò che deside­rava il suo gusto, nuovo sapore, preparando a loro cibo le quaglie.2 Pro qua castigatione bene disponens populum tuum
ad concupiscentiam delectamenti sui,
novum saporem, escam parasti eis ortygometram:
3 Così quelli, sebbene avidi di ci­bo a causa delle bestie che avevan sotto gli occhi, mandate contro di loro, sdegnarono soddisfare anche l'appetito del necessario, mentre questi, ridotti per poco tempo alla miseria, gustarono un cibo nuovo.3 ut illi quidem concupiscentes escam
propter foeditatem eorum animalium, quae missa sunt,
etiam a necessaria concupiscentia averterentur;
hi autem in brevi inopes facti
etiam novam gustarent escam.
4 Certo era necessa­rio che inevitabile rovina piom­basse sopra coloro che facevan da tiranni, e che a questi fosse soltanto mostrato come erano sterminati i loro nemici.4 Oportebat enim illis quidem sine excusatione
supervenire interitum exercentibus tyrannidem,
his autem tantum ostendere
quemadmodum inimici eorum exterminabantur.
5 Infatti quando contro questi s'avventò il tremendo furore delle bestie, ed erano sterminati dal morso di tortuosi serpenti,5 Etenim, cum illis supervenit saeva bestiarum ira,
morsibus perversorum colubrorum exterminabantur;
sed non in perpetuum ira tua permansit,
6 non durò per sempre il tuo sdegno, ma a loro correzione furono per poco spa­ventati, avendo già un segno di salute, per ricordarsi dei coman­damenti della tua legge.6 sed ad correptionem in brevi turbati sunt,
signum habentes salutis ad commemorationem mandati legis tuae.
7 E chi si rivolgeva a quel segno, non era guarito por ciò che vedeva, ma per te, Salvatore di tutti.7 Qui enim conversus est, non per hoc, quod videbat, sanabatur,
sed per te omnium salvatorem.
8 E con ciò facesti vedere ai nostri nemici che sei tu quello che liberi da ogni male.8 In hoc autem ostendisti inimicis nostris
quia tu es, qui liberas ab omni malo.
9 Infatti quelli pe­rirono morsicati dalle locuste e dalle mosche, nè fu trovato rime­dio per la loro vita, perchè meri­tavano di essere sterminati da tali bestie.9 Illos enim locustarum et muscarum occiderunt morsus,
et non est inventa sanitas animae illorum,
quia digni erant ab huiusmodi exterminari;
10 Invece coi tuoi figli e non ce la poterono nemmeno i denti dei velenosi dragoni, perchè la tua misericordia veniva a gua­rirli.10 filios autem tuos nec draconum venenatorum vicerunt dentes:
misericordia enim tua adveniens sanabat illos.
11 Erano morsi per farli ri­cordare dei tuoi precetti, ma subito eran guariti, perchè, sepolti in profondo oblìo, non si rendes­sero incapaci del tuo aiuto.11 In memoriam enim sermonum tuorum
pungebantur et velociter salvabantur,
ne in altam incidentes oblivionem
non possent distrahi a tua beneficientia.
12 Certamente non li guarì l'erba, nè il medicamento, ma la tua parola che in tutto risana, o Signore.12 Etenim neque herba neque malagma sanavit eos,
sed tuus, Domine, sermo, qui sanat omnia.
13 Sei tu, o o Signore, che hai il potere della vi­ta e della morte, che conduci fi­no alle porte della morie e ne richiami.13 Tu enim vitae et mortis habes potestatem,
et deducis ad portas mortis et reducis.
14 L'uomo invece può dar la morte per malizia, ma lo spi­rito, uscito che sia, non tornerà, ed egli non potrà richiamare l'a­nima, che è ricevuta.14 Homo autem occidit quidem per malitiam suam
et spiritum, qui exierit, restituere non potest,
nec liberare animam, quae recepta est.
15 Fuggire dalla tua mano è impossibile.15 Sed tuam manum effugere impossibile est:
16 E però gli empi, che negavan di conoscerti, furono flagellati dal tuo braccio potente, tempestati da acque inaudite, da grandini, da acquazzoni, e con­sumati dal fuoco.16 negantes enim te nosse impii
per fortitudinem brachii tui flagellati sunt,
novis pluviis et grandinibus et imbribus persecutionem passi
et per ignem consumpti.
17 E ciò che fa­ ceva stupire era che nell'acqua, la quale tutto spegne, più attivo era il fuoco, facendosi l'universo vendicatore dei giusti.17 Quod enim valde mirabile erat,
in aqua, quae omnia exstinguit, plus ignis valebat;
vindex est enim orbis iustorum.
18 Per un po' di tempo la fiamma si miti­gava, per non bruciare le bestie mandate contro gli empi, affin­chè essi stessi a tal vista ricono­scessero che erano straziati per divino giudizio.18 Quodam enim tempore mansuetabatur flamma,
ne combureret, quae ad impios missa erant, animalia,
sed ut ipsi videntes
scirent quoniam Dei iudicio patiuntur persecutionem.
19 Altre volte poi il fuoco, al di sopra della sua natura, divampa­va nell'acqua, per distruggere i prodotti di quella terra iniqua.19 Quodam autem tempore et in medio aquarum
supra virtutem ignis exardescit,
ut iniquae terrae genimina exterminet.
20 Al contrario, il tuo popolo lo nutristi col pane degli angeli, e dal cielo gli donasti un pane bell'e fatto, senza fatica, contenente in sè ogni delizia ed ogni soavità di sapore.20 Pro quibus angelorum esca nutrivisti populum tuum
et paratum panem de caelo praestitisti illis sine labore,
omne delectamentum in se habentem
et ad omnem gustum aptum.
21 Quel sostentamento che veniva da te, mostrava la dolcezza che hai verso i figli, e, accomodandosi ai desideri di cia­scuno, diventava quello che cia­scuno voleva.21 Substantia enim tua dulcedinem tuam in filios ostendebat;
et deserviens sumentis voluntati,
ad quod quisque volebat, convertebatur.
22 Ma la neve e il ghiaccio reggevano alla forza del fuoco senza liquefarsi, per far conoscere che il fuoco distruggeva i frutti dei nemici, ardendo tra le grandini e lampeggiando tra le piogge.22 Nix autem et glacies sustinebant ignem et non tabescebant,
ut scirent quoniam fructus inimicorum
exterminabat ignis ardens in grandine et in pluviis coruscans;
23 E al contrario, per nutri­re i giusti si dimenticò anche del­la sua propria natura;23 hic autem iterum, ut nutrirentur iusti,
etiam suae virtutis oblitus est.
24 perchè la creatura, servendo a te suo crea­tore, s'infiamma per tormentare gli uomini ingiusti, e divien più dolce per far del bene a quelli che confidano in te.24 Creatura enim tibi Factori deserviens
invalescit in tormentum adversus iniustos
et lenior fit ad benefaciendum
pro his, qui in te confidunt.
25 Per questo an­che allora, trasformandosi in ogni maniera, serviva alla tua grazia, nutrice di tutti, secondo la volontà di chi ti pregava,25 Propter hoc, et tunc in omnia transfigurata,
omnium nutrici gratiae tuae deserviebat
ad voluntatem eorum, qui a te desiderabant,
26 affìnchè, o Si­gnore, i figli tuoi diletti imparas­sero che non è il riprodursi dei frutti che nutrisce gli uomini, ma è la tua parola che conserva chi crede in te.26 ut discerent filii tui, quos dilexisti, Domine,
quoniam non nativitates fructuum pascunt homines,
sed sermo tuus credentes in te conservat.
27 Infatti ciò che non poteva esser consumato dal fuoco si struggeva appena riscaldato da piccolo raggio di sole;27 Quod enim ab igne non poterat exterminari,
statim ab exiguo radio solis calefactum tabescebat,
28 affinchè tutti sapessero che bisogna prevenire il sole per ringraziarti, e adorarti allo spuntar della luce.28 ut notum esset quoniam oportet praevenire solem
ad benedictionem tuam
et ad ortum lucis te adorare.
29 Perchè la speranza dell'ingrato si squaglierà come ghiaccio del­l'inverno, e disparirà come acqua inutile.29 Ingrati enim spes tamquam hibernalis glacies tabescet
et disperiet tamquam aqua supervacua.