Scrutatio

Mercoledi, 1 maggio 2024 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Sapienza 16


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BIBBIA TINTORIBIBBIA CEI 2008
1 Per questi e simili (ammali) furon degnamente puniti, e ster­minati da gran numero di bestie.1 Per questo furono giustamente puniti con esseri simili
e torturati con una moltitudine di bestie.
2 Ma invece di tali pene, tu face­sti dei favori al tuo popolo, al quale concedesti ciò che deside­rava il suo gusto, nuovo sapore, preparando a loro cibo le quaglie.2 Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito
gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito,
3 Così quelli, sebbene avidi di ci­bo a causa delle bestie che avevan sotto gli occhi, mandate contro di loro, sdegnarono soddisfare anche l'appetito del necessario, mentre questi, ridotti per poco tempo alla miseria, gustarono un cibo nuovo.3 perché quelli che desideravano cibo,
a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro,
perdessero anche l’istinto della fame,
mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo,
provassero un gusto insolito.
4 Certo era necessa­rio che inevitabile rovina piom­basse sopra coloro che facevan da tiranni, e che a questi fosse soltanto mostrato come erano sterminati i loro nemici.4 Era necessario che su quei tiranni
si abbattesse una carestia implacabile
e a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
5 Infatti quando contro questi s'avventò il tremendo furore delle bestie, ed erano sterminati dal morso di tortuosi serpenti,5 Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi,
la tua collera non durò sino alla fine.
6 non durò per sempre il tuo sdegno, ma a loro correzione furono per poco spa­ventati, avendo già un segno di salute, per ricordarsi dei coman­damenti della tua legge.6 Per correzione furono turbati per breve tempo,
ed ebbero un segno di salvezza
a ricordo del precetto della tua legge.
7 E chi si rivolgeva a quel segno, non era guarito por ciò che vedeva, ma per te, Salvatore di tutti.7 Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato
non per mezzo dell’oggetto che vedeva,
ma da te, salvatore di tutti.
8 E con ciò facesti vedere ai nostri nemici che sei tu quello che liberi da ogni male.8 Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici
che sei tu colui che libera da ogni male.
9 Infatti quelli pe­rirono morsicati dalle locuste e dalle mosche, nè fu trovato rime­dio per la loro vita, perchè meri­tavano di essere sterminati da tali bestie.9 Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10 Invece coi tuoi figli e non ce la poterono nemmeno i denti dei velenosi dragoni, perchè la tua misericordia veniva a gua­rirli.10 Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì.
11 Erano morsi per farli ri­cordare dei tuoi precetti, ma subito eran guariti, perchè, sepolti in profondo oblìo, non si rendes­sero incapaci del tuo aiuto.11 Perché ricordassero le tue parole,
venivano feriti ed erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12 Certamente non li guarì l'erba, nè il medicamento, ma la tua parola che in tutto risana, o Signore.12 Non li guarì né un’erba né un unguento,
ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
13 Sei tu, o o Signore, che hai il potere della vi­ta e della morte, che conduci fi­no alle porte della morie e ne richiami.13 Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte,
conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire.
14 L'uomo invece può dar la morte per malizia, ma lo spi­rito, uscito che sia, non tornerà, ed egli non potrà richiamare l'a­nima, che è ricevuta.14 L’uomo uccide con la sua malvagità,
ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato,
né libera un’anima già accolta nel regno dei morti.
15 Fuggire dalla tua mano è impossibile.15 È impossibile sfuggire alla tua mano:
16 E però gli empi, che negavan di conoscerti, furono flagellati dal tuo braccio potente, tempestati da acque inaudite, da grandini, da acquazzoni, e con­sumati dal fuoco.16 perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono fustigati dalla forza del tuo braccio,
perseguitati da piogge strane, da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco.
17 E ciò che fa­ ceva stupire era che nell'acqua, la quale tutto spegne, più attivo era il fuoco, facendosi l'universo vendicatore dei giusti.17 E, cosa più sorprendente, nell’acqua che tutto spegne
il fuoco prendeva sempre più forza,
perché alleato dei giusti è l’universo.
18 Per un po' di tempo la fiamma si miti­gava, per non bruciare le bestie mandate contro gli empi, affin­chè essi stessi a tal vista ricono­scessero che erano straziati per divino giudizio.18 Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tale vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19 Altre volte poi il fuoco, al di sopra della sua natura, divampa­va nell'acqua, per distruggere i prodotti di quella terra iniqua.19 Altre volte, anche in mezzo all’acqua,
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
20 Al contrario, il tuo popolo lo nutristi col pane degli angeli, e dal cielo gli donasti un pane bell'e fatto, senza fatica, contenente in sè ogni delizia ed ogni soavità di sapore.20 Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli,
dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21 Quel sostentamento che veniva da te, mostrava la dolcezza che hai verso i figli, e, accomodandosi ai desideri di cia­scuno, diventava quello che cia­scuno voleva.21 Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli,
si adattava al gusto di chi ne mangiava,
si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
22 Ma la neve e il ghiaccio reggevano alla forza del fuoco senza liquefarsi, per far conoscere che il fuoco distruggeva i frutti dei nemici, ardendo tra le grandini e lampeggiando tra le piogge.22 Neve e ghiaccio resistevano al fuoco e non si fondevano,
perché sapessero che il fuoco, che ardeva nella grandine
e lampeggiava nelle piogge, distruggeva i frutti dei nemici;
23 E al contrario, per nutri­re i giusti si dimenticò anche del­la sua propria natura;23 al contrario, perché i giusti si nutrissero,
dimenticava perfino la propria forza.
24 perchè la creatura, servendo a te suo crea­tore, s'infiamma per tormentare gli uomini ingiusti, e divien più dolce per far del bene a quelli che confidano in te.24 La creazione infatti, obbedendo a te che l’hai fatta,
si irrigidisce per punire gli ingiusti
e si addolcisce a favore di quelli che confidano in te.
25 Per questo an­che allora, trasformandosi in ogni maniera, serviva alla tua grazia, nutrice di tutti, secondo la volontà di chi ti pregava,25 Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
era al servizio del tuo dono che nutre tutti,
secondo il desiderio di chi ti pregava,
26 affìnchè, o Si­gnore, i figli tuoi diletti imparas­sero che non è il riprodursi dei frutti che nutrisce gli uomini, ma è la tua parola che conserva chi crede in te.26 perché i tuoi figli, che hai amato, o Signore,
imparassero che non le diverse specie di frutti nutrono l’uomo,
ma la tua parola tiene in vita coloro che credono in te.
27 Infatti ciò che non poteva esser consumato dal fuoco si struggeva appena riscaldato da piccolo raggio di sole;27 Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
28 affinchè tutti sapessero che bisogna prevenire il sole per ringraziarti, e adorarti allo spuntar della luce.28 perché fosse noto che si deve prevenire il sole per renderti grazie
e incontrarti al sorgere della luce,
29 Perchè la speranza dell'ingrato si squaglierà come ghiaccio del­l'inverno, e disparirà come acqua inutile.29 poiché la speranza dell’ingrato si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un’acqua inutilizzabile.