Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Ester 16


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 Artaserse, gran re dall'india all'Etiopia, ai governatori e principi delle cento ventisette provincie, i quali obbediscono ai nostri comandi: salute.1 Questo è lo esempio della epistola dello re Artaserse, la qual lui mandò in favore degli Giudei a tutte le sue provincie; e non si trova in li libri Ebrei,
Lo grande re Artaserse dall' India insino alla Etiopia, in cento XXVII provincie, a tutti i prìncipi e rettori e vicarii, i quali sono sotto la nostra suggezione, salute (e buono amore).
2 Molti hanno abusato fino all'insolenza della bontà dei principi e dell'onore che fu loro conferito,2 Per molto amore e stato, che alcuno hae avuto dalla nostra signoria, sono saliti in superbia (tanto che i loro compagni riputavano a nulla).
3 e non solamente tentano di opprimere i sudditi del re, ma, incapaci di reggere alla gloria loro data, tendono insidie a quelli stessi dai quali la ricevettero.3 E non solo cercano di opprimere li sudditi alli re, ma (la sentenza regale per loro consiglio hanno voluto rompere, e) delli loro onori non sono stati conoscenti; e hanno cercato di procurare insidie contro a quelli dalli quali sono stati onorati (e hanno ricevuto questi onori).
4 E non si contentano di non ringraziare per i benefici e di violare in se stessi i diritti d'umanità, ma presumono anche di poter sottrarsi al giudizio di Dio che vede tutto.4 E credendo essere d' ogni cosa degni, e contro a coloro, i quali tutti i nostri comandamenti senza alcuno difetto osservano, e nelle loro operazioni sono degni di essere onorati,
5 E son giunti a tanto d'insania da tentar di rovinare cogli artifizi della menzogna, quelli che adempiono con esattezza gli uffici loro affidati, e si diportano in modo da esser degni delle lodi di tutti,5 con loro mentiri proponendo a noi il falso, contra di loro falsa sentenzia hanno fatta dare; e questo è per molte parole false, le quali tutto dì alla nostra presenza riportavano; e perciò che sempre abbiamo loro creduto, imaginando che fossero leali alla corona, sì lo credemmo.
6 e d'ingannare con astuta frode, le semplici orecchie dei principi, le quali, essendo semplici, giudicano gli altri dal loro proprio naturale.6 Onde si de' provvedere che la sentenza data non venga ad effetto, non riputando che dalla nostra parte sia largita; ma fassi per tornare alla veritade e alla giustizia.
7 E questo è provato e dalle antiche storie e da quello che accade ogni giorno, che per le malvage suggestioni di alcuni sono mandate a male le buone intenzioni dei re.7 E sì come tutte le antiche istorie provano, e per le cose che ogni giorno accadono, come per male relazioni d'alcuni li pensieri delli re sono depravali;
8 Noi dobbiamo provvedere alla pace di tutte le provincie;8 però voglio dare provisione alla pace di tutte le provincie.
9 quindi se noi ordiniamo cose diverse, non dovete credere che ciò dipenda dalla leggerezza dell'animo nostro, ma che le nostre decisioni son prese secondo le condizioni e le necessità dei tempi, come esige il bene dello stato.9 E anco non dovete pensare, che se noi comandiamo diverse cose, che questo proceda per nostra leggerezza, ma per la condizione e necessità de' tempi, acciò che la utilità della cosa publica possi fare giudicio.
10 Per farvi intendere meglio quanto diciamo; Aman, figlio d'Amadati, Macedone d'animo e di nazione e alieno dal sangue persiano, il quale colla sua crudeltà ha disonorato la nostra clemenza, fu accolto da noi come forestiero,10 Ma perciò che lo intendimento mio abbiate più certo, io vi manifesteroe che questo male ha voluto fare Aman figliuolo di Amadati, e dell' animo e della nazione di Macedonia, forestiere alla gente di Persia, occultandosi a noi la sua malizia per la nostra benignità. Venendo a noi forestiere, in grande stato lo ricevemmo.
11 e trovò in noi tanta umanità da esser chiamato nostro padre e da essere adorato da tutti come secondo dopo il re; ì11 E intanto lo avemo fatto grande, che di tutta la gente secondo allo re era onorato e adorato.
12 ma egli s'insuperbì e giunse a tanto d'arroganza da tentare di privarci del regno e della vita.12 E a tanto era venuto, che desiderava di levarci dalla nostra potenza per possederla a sè.
13 Infatti con nuovi e inauditi artifizi si sforzò di trarre a morte, e Mardocheo, dalla fedeltà e servizi del quale noi riconosciamo la vita, ed Ester, la consorte del nostro regno, con tutta la loro nazione,13 E a Mardocheo il quale è a noi grazioso, e alla regina Ester la quale è nostra donna, e a tutti quelli della gente loro, con suoi inganni sì fece dare sentenza di morte;
14 pensando, uccisi questi, di tendere insidie a noi restati soli, e di far passare ai Macedoni il regno dei Persiani.14 imaginando (che) morti costoro (e io rimanendo con poca gente) di volere egli a me resistere, e il regno di Persia fare tornare alla gente di Macedonia.
15 Or noi non abbiamo trovati rei di alcun fallo i Giudei, destinati alla morte dal peggior degli uomini: essi anzi vivono sotto giuste leggi,15 E non tanto ch' io disaminando il popolo giudaico, loro trovassi degni di morte, anzi gli trovai.degni d'ogni grazia; imperciò ch' erano osservatori della legge (e di tutti i nostri comandamenti),
16 e sono figli dell'Altissimo, Massimo e sempre Vivente Dio, per benefizio del quale ai padri nostri e a noi fu dato il regno, e conservato fino al giorno d'oggi.16 e sempre sono stati figliuoli di Dio altissimo vivente, per lo beneficio del quale n'è stato dato questo reame dal tempo degli antichi nostri, ed ecci stato custodito insino al dì d' oggi.
17 Or dunque sappiate che le lettere da lui spedite a nome nostro sono annullate.17 E imperciò le lettere, le quali (quello maledetto) Aman mandoe incontro a questo popolo, io le revoco e facciole vane.
18 In pena di questa scelleraggine, egli che l'ordì, e tutta la sua parentela sono stati appesi ai patiboli dinanzi alle porte di questa città di Susa: Dio, e non noi gli ha dato quanto meritava.18 Ed egli che diede questo consiglio e la sua gente sono dinanzi alla porta di Susa impiccati per la gola, non per nostra operazione, ma per operazione di Dio rendendogli quello che meritava.
19 Quest'editto che noi ora mandiamo sia affisso in tutte le città, affinchè sia lecito ai Giudei di vivere secondo le loro leggi.19 Il comandamento, ch' io ora vi comando, è questo a tutti i Giudei sia lecito osservare la sna legge (senza alcuno impedimento);
20 Voi inoltre dovete prestar loro aiuto, affinchè il giorno tredici del duodecimo mese, detto Adar, possano uccidere tutti quelli che si eran preparati a dar loro la morte;20 e che coloro, i quali erano alla loro morte apparecchiati, che loro ne possano prendere vendetta buona e questo si faccia a' XIII dì del mese di Adar.
21 perchè tal giorno d'afflizione e di lutto, Dio Onnipotente l'ha mutato per essi in gioia.21 E questo giorno hae Iddio a loro dalla tristizia recato in allegrezza.
22 Per questo anche voi abbiate questo giorno tra gli altri dì festivi, e celebratelo con ogni allegrezza, affinchè si sappia, anche in avvenire,22 E perciò volemo che questo giorno fra l'altre feste sia nominato, e fattone grande solennitade, acciò che in perpetuo si ricordi,
23 che tutti quelli i quali obbediscono fedelmente ai Persiani, della loro fedeltà ne ricevono degna ricompensa, mentre periscono per la loro scelleratezza quelli che tendono insidie al loro regno.23 che coloro che osservano i comandamenti nostri siano meritati, e che coloro che contra ne fanno siano puniti.
24 Qualsiasi provincia o città che non vorrà prender parte a questa solennità, perisca di spada e di fuoco, e sia così sterminata, da restare inaccessibile, in perpetuo, non solo agli uomini, ma anche alle bestie, come esempio di disprezzo e di disobbedienza.24 E tutte quelle provincie, cittadi, (castella o ville) che non volessero questo osservare, di coltello e di fuoco siano puniti (e giudicati); e non tanto che gli uomini muoiano, ma insino alle bestie siano deradicati, acciò che niuno giammai ardisca di prevaricare i comandamenti nostri in perpetuo.