Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Ester 16


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BIBBIA TINTORIBIBBIA MARTINI
1 Artaserse, gran re dall'india all'Etiopia, ai governatori e principi delle cento ventisette provincie, i quali obbediscono ai nostri comandi: salute.1 Il gran re Artaserse (che domina) dall'India fino all'Etiopia ai governatori, e principi delle cento venti sette provincie, le quali ubbidiscono ai nostri comandi, salute.
2 Molti hanno abusato fino all'insolenza della bontà dei principi e dell'onore che fu loro conferito,2 Molti hanno abusato della bontà de' prìncipi, e degli onori conferiti ad essi, per insuperbirne:
3 e non solamente tentano di opprimere i sudditi del re, ma, incapaci di reggere alla gloria loro data, tendono insidie a quelli stessi dai quali la ricevettero.3 E non solamente tentano di oppri mere i sudditi dei re, ma non essendo capaci di reggere alla gloria data loro, tendono insidie a quegli stessi, da' quali la ricevettero.
4 E non si contentano di non ringraziare per i benefici e di violare in se stessi i diritti d'umanità, ma presumono anche di poter sottrarsi al giudizio di Dio che vede tutto.4 E non si contentano di essere in grati a' benefizj, e di violare in se stessi i diritti dell'umanità; ma presumono eziandìo di poter sottrarsi al giudicio di Dio, che vede il tutto.
5 E son giunti a tanto d'insania da tentar di rovinare cogli artifizi della menzogna, quelli che adempiono con esattezza gli uffici loro affidati, e si diportano in modo da esser degni delle lodi di tutti,5 E a tanta insania son giunti, che cogli artifizj della menzogna han tentato di rovinare quegli, i quali adempiono con esattezza gli ufficj loro, e si diportano in tal guisa, che delle lodi di tutti son degni,
6 e d'ingannare con astuta frode, le semplici orecchie dei principi, le quali, essendo semplici, giudicano gli altri dal loro proprio naturale.6 Ingannando colle astute fraudi le orecchie de' principi, i quali essendo sinceri, dal proprio lor naturale giudicano degli altri.
7 E questo è provato e dalle antiche storie e da quello che accade ogni giorno, che per le malvage suggestioni di alcuni sono mandate a male le buone intenzioni dei re.7 Della qual cosa le prove si hanno e dalle antiche storie, e da quel, che accade ogni dì si conosce come per le prave suggestioni di taluni si corrompono le buone inclinazioni dei re.
8 Noi dobbiamo provvedere alla pace di tutte le provincie;8 Per la qual cosa fa d'uopo di provedere alla pace di tutte le provincie.
9 quindi se noi ordiniamo cose diverse, non dovete credere che ciò dipenda dalla leggerezza dell'animo nostro, ma che le nostre decisioni son prese secondo le condizioni e le necessità dei tempi, come esige il bene dello stato.9 Né dovete credere, che se variano i nostri comandamenti, venga ciò da leggerezza dell'animo nostro, ma che i nostri giudizj sono adattati alla condizione, e alla necessita dei tempi, come porta il bene della Repubblica.
10 Per farvi intendere meglio quanto diciamo; Aman, figlio d'Amadati, Macedone d'animo e di nazione e alieno dal sangue persiano, il quale colla sua crudeltà ha disonorato la nostra clemenza, fu accolto da noi come forestiero,10 E affinchè meglio intendiate quello, che diciamo, Aman figliuolo di Amadati Macedone di animo, e di nazione, e alieno dal sangue Persiano, il quale colla sua crudeltà disonorava la pietà nostra, forestiero fu accolto da noi:
11 e trovò in noi tanta umanità da esser chiamato nostro padre e da essere adorato da tutti come secondo dopo il re; ì11 E tanta trovò egli in noi umanità, che era chiamato nostro padre, ed era adorato da tutti, secondo dopo il re:
12 ma egli s'insuperbì e giunse a tanto d'arroganza da tentare di privarci del regno e della vita.12 Ma egli si gonfiò di tanta arroganza, che tentò di privarci del regno, e della vita.
13 Infatti con nuovi e inauditi artifizi si sforzò di trarre a morte, e Mardocheo, dalla fedeltà e servizi del quale noi riconosciamo la vita, ed Ester, la consorte del nostro regno, con tutta la loro nazione,13 Imperocché con numi, e inauditi e artifizj perseguitò a morte Mardocheo, dalla fedeltà, e servigj del quale noi riconosciamo la vita, ed Esther, che è a parte del nostro regno, con tutta la loro nazione:
14 pensando, uccisi questi, di tendere insidie a noi restati soli, e di far passare ai Macedoni il regno dei Persiani.14 Avendo in mira, uccisi questi, di tendere insidie a noi derelitti, e di far passare ne' Macedoni il regno de' Persiani.
15 Or noi non abbiamo trovati rei di alcun fallo i Giudei, destinati alla morte dal peggior degli uomini: essi anzi vivono sotto giuste leggi,15 Or noi non abhiam trovato, che siano rei di verun fallo i Giudei destinati alla morte dal peggiore degli uomini; ma che pel contrario ei vivono sotto giuste leggi;
16 e sono figli dell'Altissimo, Massimo e sempre Vivente Dio, per benefizio del quale ai padri nostri e a noi fu dato il regno, e conservato fino al giorno d'oggi.16 E son figliuoli dell'Altissimo, e massimo, e sempre vivente Iddio, per beneficio di cui a' padri nostri, e a noi fu dato il regno, e sino al giorno d'oggi è conservato.
17 Or dunque sappiate che le lettere da lui spedite a nome nostro sono annullate.17 Per la qual cosa sappiate, che mille son quelle lettere, che egli a nome nostro spedì.
18 In pena di questa scelleraggine, egli che l'ordì, e tutta la sua parentela sono stati appesi ai patiboli dinanzi alle porte di questa città di Susa: Dio, e non noi gli ha dato quanto meritava.18 In pena della quale scelleraggine ed egli che la ordì, e tutta la sua parentela sono stati appesi a' patiboli dinanzi alle porte di questa città di Susa, a lui rendendo non noi, ma Dio quel, che egli ha meritato.
19 Quest'editto che noi ora mandiamo sia affisso in tutte le città, affinchè sia lecito ai Giudei di vivere secondo le loro leggi.19 Or questo editto spedito da noi sia affisso in tutte le città, affinchè sia lecito a' Giudei di seguire le loro leggi.
20 Voi inoltre dovete prestar loro aiuto, affinchè il giorno tredici del duodecimo mese, detto Adar, possano uccidere tutti quelli che si eran preparati a dar loro la morte;20 E voi dovete prestar loro la mano, affinchè a quelli, che si erano accinti a sterminarli possano dar morte il terzodecimo giorno del mese duodecimo detto Adar:
21 perchè tal giorno d'afflizione e di lutto, Dio Onnipotente l'ha mutato per essi in gioia.21 Perocché queso giorno di afflizione, e di duolo, lo ha per essi cangiato Dio onnipotente in giorno di gaudio.
22 Per questo anche voi abbiate questo giorno tra gli altri dì festivi, e celebratelo con ogni allegrezza, affinchè si sappia, anche in avvenire,22 Onde voi pure tra gli altri di festi vi conterete questo giorno, e lo celebrerete con ogni allegrezza, affinchè ancor ne' futuri tempi si riconosca,
23 che tutti quelli i quali obbediscono fedelmente ai Persiani, della loro fedeltà ne ricevono degna ricompensa, mentre periscono per la loro scelleratezza quelli che tendono insidie al loro regno.23 Come tutti quelli, che ubbidiscono fedelmente ai Persiani, ricevon degna mercede della loro fede; e quei, che congiurano contro il loro regno, per la loro scelleratezza periscono.
24 Qualsiasi provincia o città che non vorrà prender parte a questa solennità, perisca di spada e di fuoco, e sia così sterminata, da restare inaccessibile, in perpetuo, non solo agli uomini, ma anche alle bestie, come esempio di disprezzo e di disobbedienza.24 E qualunque provincia, e ritta, che non vorrà essere a parte di questa solennità, perisca di spada, e col fuo o, e sia sterminata, talmente che non solo agli uomini, ma anche alle bestie sia inaccessibile, in perpetuo esempio ai disprezzatori, e ai disubbidienti.