Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 26


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Ultimo discorso di Paolo

1- E Agrippa disse a Paolo: «Puoi parlare in tua difesa». Allora Paolo, stesa la mano, cominciò in tal modo a difendersi:2«Re Agrippa, io ho la fortuna di potermi oggi difendere davanti a te di tutte le accuse che mi fanno i Giudei,3specialmente perchè tu hai conoscenza de' riti e delle quistioni che s'agitano tra i Giudei; perciò ti prego d'ascoltarmi con pazienza.4Qual vita io abbia menata fin dalla giovinezza in seno alla mia nazione a Gerusalemme, tutti i Giudei lo sanno:5conoscono da gran tempo, se pur vogliono renderne testimonianza, ch'io son vissuto a principio da Fariseo, secondo la più rigida setta della nostra religione.6E ora sto sottoposto a giudizio per la speranza che ho nella promessa fatta da Dio a' nostri padri;7della quale le nostre dodici tribù, servendo a Dio giorno e notte, aspettano il compimento. Per questa speranza, o re, sono accusato da' Giudei!8E sembra a voi incredibile che Dio risusciti i morti?9Io pure credetti di oppormi di viva forza al nome di Gesù il Nazareno;10e lo feci in Gerusalemme, dove, avutone il potere da' capi dei sacerdoti, chiusi nelle prigioni molti santi; e quando eran messi a morte, diedi il mio voto.11Spesso, per tutte le sinagoghe, a forza di castighi li costrinsi a bestemmiare; e, sempre più infuriando contro di loro, li perseguitai fin nelle città straniere.12Mentre a tale scopo mi recavo a Damasco con potere e per commissione de' capi dei sacerdoti,13di mezzo giorno, lungo la strada, io vidi, o re, una luce più splendente del sole, la quale dal cielo lampeggiò intorno a me e a quelli che eran meco.14Cademmo tutti per terra, e io udii una voce dirmi in lingua ebraica: - Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrar contro lo stimolo. -15E io dissi: - Chi sei, Signore? - E il Signore rispose: - Io son Gesù che tu perseguiti.16Ma lèvati e sta' in piedi; poichè ti sono apparso per questo, per costituirti ministro e testimone delle cose che hai vedute, e di quelle per le quali ti apparirò,17traendoti fuori da questo popolo e da' Gentili ai quali ora ti mando18ad aprir loro gli occhi, che si convertano dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, e ottengano, per la fede in me, la remissione de' peccati e l'eredità tra i santi.-19Perciò, o re Agrippa, io non fui disubbidiente alla celeste visione;20e prima a que' di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutta la Giudea e a' Gentili ho predicato che si pentano e si convertano a Dio, facendo degne opere di penitenza.21Per tutto questo i Giudei m'han preso nel tempio, e hanno tentato d'uccidermi.22Ma, confortato dall'aiuto di Dio, l'ho durata sino ad oggi, rendendo la mia testimonianza davanti a piccoli e a grandi, senz'aggiungere nulla a quello che i Profeti e Mosè, han detto dover succedere:23che il Cristo patirebbe, e che, essendo lui il primo a risuscitare da' morti, annunzierebbe la luce al suo popolo e a' Gentili».24Mentre Paolo così parlava in sua difesa, Festo esclamò ad alta voce: «Paolo, tu farnetichi; la molta dottrina ti fa dare in pazzia».25Ma Paolo rispose: «Io non farnetico, eccellentissimo Festo; le mie parole son di verità e di buon senno.26Il re conosce queste cose, e io gliene parlo francamente, persuaso che nulla ignora di tutto questo; poichè non son cose fatte di nascosto.27Re Agrippa, credi tu ai Profeti? Io so che ci credi».28E Agrippa, disse a Paolo: «Poco manca che tu non mi fai diventar cristiano!».29E Paolo: «Manchi poco o molto, desidero da Dio che non solo tu, ma quanti oggi mi ascoltano, diventiate tali quale son io, salvo queste catene».30Allora il re, il governatore, Berenice, con tutto il loro seguito, si alzarono;31e, ritiratisi in disparte, dicevano tra loro: «Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti morte o prigione».32E Agrippa disse a Festo: «Quest'uomo poteva esser messo in libertà, se non si fosse appellato a Cesare».