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Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 12


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA MARTINI
1 Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore.1 Se fa d'uopo gloriarsi (veramente ciò non è utile) verrò pure alle visioni, e rivelazioni del Signore.
2 So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo.2 Conosco un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa (non so, se col corpo, non so, se fuori del corpo, Dio lo sa) fu rapito quest'uomo fino al terzo cielo.
3 E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio –3 E so, che quest' uomo (se nel corpo, o fuori del corpo, io nol so, sullo Dio)
4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare.4 Fu rapito in Paradiso: ed udì arcane parole, che non è lecito ad uomo di proferire.
5 Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze.5 Riguardo a quell'uomo potrei io gloriarmi: ma riguardo a me di nulla mi glorierò, se non delle mie infermità.
6 Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me6 Imperocché se vorrò gloriarmi, non sarò mentecatto: atteso che dirò la verità: ma mi ritengo, affinchè nissuno faccia concetto di me di là da quello, che in me vede, o di là da quello, che ode da me.
7 e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
7 E affinché la grandezza delle rivelazioni non mi levi in altura, mi è stato dato lo stimolo della mia carne, un angelo di satana, che mi schiaffeggi.
8 A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me.8 Sopra di che tre volte pregai il Signore, che da me fosse tolto:
9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.9 E dissemi: basta a te la mia grazia: imperocché la potenza mia arriva al suo fine per mezzo della debolezza. Volentieri adunque mi glorierò nelle mie infermità, affinchè abiti in me la potenza di Cristo.
10 Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
10 Per questo mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angustie per Cristo: imperocché quando sono debole, allora sono potente.
11 Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi avete costretto. Infatti io avrei dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono affatto inferiore a quei superapostoli, anche se sono un nulla.11 Son diventato stolto, voi mi avete sforzato. Imperocché da voi doveva io essere commendato: dappoiché in nissuna cosa sono stato inferiore a quegli, che sono più eminentemente Apostoli: quantunque io non son nulla:
12 Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli.12 Ma i segni del mio apostolato sono stati compiuti tra di voi in ogni pazienza, ne' miracoli, e prodigj, e virtudi.
13 In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo: che io non vi sono stato di peso? Perdonatemi questa ingiustizia!
13 Imperocché che avete avuto voi di meno delle altre Chiese, eccetto che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi quest' ingiuria.
14 Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.14 Ecco, che questa terza volta sono disposto a venir da voi: e non vi sarò di aggravio. Imperocché non cerco le cose vostre, ma voi. Attesoché non debbono i figliuoli far roba pe' genitori, ma i genitori pe' figliuoli.
15 Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno?
15 Io però volentierissimo spenderò il mio, e spenderò di più me stesso per le anime vostre: quantunque amandovi più io sia amato di meno.
16 Ma sia pure che io non vi sono stato di peso. Però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno.16 Ma sia così: io non vi ho dato in comodo: ma da furbo, qual sono, vi ho presi con inganno.
17 Vi ho forse sfruttato per mezzo di alcuni di quelli che ho inviato tra voi?17 Forse per mezzo di alcun di quegli, che mandai da voi, vi ho gabbati?
18 Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e insieme con lui ho mandato quell’altro fratello. Tito vi ha forse sfruttati in qualche cosa? Non abbiamo forse camminato ambedue con lo stesso spirito, e sulle medesime tracce?
18 Pregai Tito, e mandai con lui un fratello. Vi ha forse gabbati Tito? Non abbiam noi camminato collo stesso spirito? Non sulle stesse pedate?
19 Da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione.19 Credete voi già, che facciamo le nostre difese presso di voi? Dinanzi a Dio, in Cristo parliamo: e tutto, o carissimi, per vostra edificazione.
20 Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che, a mia volta, venga trovato da voi quale non mi desiderate. Temo che vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini,20 Conciossiachè temo, quando sarò venuto, di trovarvi non quali io vorrei; e che voi troviate me quale non mi volete: che per disgrazia non siano tra voi dispute, invidie, contrasti, dissensioni, detrazioni, susurri, superbie, sedizioni:
21 e che, alla mia venuta, il mio Dio debba umiliarmi davanti a voi e io debba piangere su molti che in passato hanno peccato e non si sono convertiti dalle impurità, dalle immoralità e dalle dissolutezze che hanno commesso.21 Onde venuto di nuovo che io sia, mi umilj il mio Dio dinanzi a voi, ed io abbia da piangere molti di que', che già hanno peccato, e non hanno fatta penitenza della impurità, e fornicazione, e impudicizia, che hanno commesso.