Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 6


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1Mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c’era in Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro;2che c’era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci.3Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città,4che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia.5Venne poi un messaggero in Persia ad annunciargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda.6Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto,7e inoltre avevano demolito l’abominio da lui innalzato sull’altare a Gerusalemme, avevano cinto di alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città.8Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato.9Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire.10Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l’animo è oppresso dai dispiaceri.11Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono!12Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d’oro e d’argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione.13Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero».14Poi chiamò Filippo, uno dei suoi amici, lo costituì reggente su tutto il suo regno15e gli diede il diadema, la sua veste e l’anello, con l’incarico di guidare Antioco, suo figlio, e di educarlo a regnare.16Il re Antioco morì in quel luogo l’anno centoquarantanove.17Lisia fu informato che il re era morto e dispose che regnasse Antioco, suo figlio, che egli aveva educato fin da piccolo, e lo chiamò Eupàtore.
18Ora coloro che risiedevano nella Cittadella impedivano il passaggio degli Israeliti intorno al tempio e cercavano di molestarli continuamente e di sostenere i pagani.19Giuda si propose di eliminarli e radunò in assemblea tutto il popolo per stringerli d’assedio.20Si organizzarono dunque e posero l’assedio attorno alla Cittadella nell’anno centocinquanta, e Giuda fece costruire terrapieni e macchine.21Ma alcuni di loro sfuggirono all’assedio; a essi si unirono alcuni rinnegati d’Israele22e insieme andarono dal re e gli dissero: «Fino a quando non farai giustizia e vendetta dei nostri fratelli?23Noi siamo stati lieti di servire tuo padre, di comportarci secondo i suoi comandi e di obbedire ai suoi editti.24Per questo i figli del nostro popolo hanno posto assedio alla fortezza e si sono estraniati da noi; inoltre uccidono quanti di noi capitano nelle loro mani e si dividono i nostri averi.25E non soltanto contro di noi stendono le mani, ma anche su tutto il tuo territorio.26Ed ecco, ora hanno posto il campo contro la Cittadella, a Gerusalemme, per espugnarla e hanno fortificato il santuario e Bet-Sur.27Se tu non sarai sollecito nel prevenirli, faranno di peggio e non li potrai più arrestare».
28Quando ebbe sentito tutto questo, il re si adirò e radunò tutti i suoi amici, comandanti dell’esercito e della cavalleria.29Anche dagli altri regni e dalle isole del mare gli giunsero truppe mercenarie.30Gli effettivi del suo esercito assommavano a centomila fanti, ventimila cavalieri e trentadue elefanti addestrati alla guerra.31Passarono per l’Idumea e posero il campo contro Bet-Sur; attaccarono per molti giorni e allestirono macchine, ma quelli uscivano, le incendiavano e contrattaccavano con valore.32Giuda allora levò il campo dalla Cittadella e lo trasferì a Bet-Zaccaria, di fronte al campo del re.33Ma il re si mosse alle prime luci dell’alba e trasferì lo schieramento con mossa fulminea lungo la strada di Bet-Zaccaria; le truppe si disposero a battaglia e suonarono le trombe.34Posero innanzi agli elefanti succo d’uva e di more per stimolarli al combattimento.35Distribuirono le bestie tra le falangi e affiancarono a ciascun elefante mille uomini, protetti da corazze a maglia e da elmi di bronzo in testa, e cinquecento cavalieri scelti, disposti in ordine intorno a ciascuna bestia:36questi in ogni caso si tenevano ai lati della bestia e, quando si spostava, si spostavano insieme senza allontanarsi da essa.37Sopra ogni elefante vi erano solide torrette di legno, ben protette dagli attacchi, legate con appositi congegni, e su ogni torretta stavano quattro soldati, che di là bersagliavano, e un conducente indiano.38Il resto della cavalleria si dispose di qua e di là sui due fianchi dello schieramento, per terrorizzare i nemici e proteggere le falangi.39Quando il sole brillava sugli scudi d’oro e di bronzo, ne risplendevano per quei riflessi i monti e brillavano come fiaccole ardenti.40Un distaccamento delle truppe del re si dispose sulle cime dei monti, un altro nella pianura e avanzavano sicuri e ordinati.41Tremavano quanti sentivano il frastuono di quella moltitudine e la marcia di tanta gente e il cozzo delle armi: era veramente un esercito immenso e forte.42Giuda con le sue truppe si avvicinò per attaccare lo schieramento e caddero nel campo del re seicento uomini.43Eleàzaro, chiamato Auaràn, vide uno degli elefanti, protetto da corazze regie, sopravanzare tutte le altre bestie e pensò che sopra ci fosse il re;44volle allora sacrificarsi per salvare il suo popolo e procurarsi nome eterno.45Corse dunque verso l’animale con coraggio, attraverso la falange, e colpiva a morte a destra e a sinistra, mentre i nemici si dividevano davanti a lui, ritirandosi sui due lati.46S’introdusse sotto l’elefante, lo infilzò con la spada e lo uccise; quello cadde a terra sopra di lui, che morì all’istante.47Ma vedendo la potenza delle forze del re e l’impeto delle milizie, i Giudei si ritirarono.
48Allora i reparti dell’esercito del re salirono per attaccarli a Gerusalemme e il re si accampò contro la Giudea e il monte Sion.49Fece pace con quelli che erano a Bet-Sur, i quali uscirono dalla città, non avendo più vettovaglie per sostenere l’assedio: la terra infatti era nel riposo dell’anno sabbatico.50Il re s’impadronì di Bet-Sur e vi pose un presidio a guardia.51Si accampò presso il santuario per molto tempo e allestì terrapieni e macchine, ordigni incendiari e baliste, scorpioni per lanciare frecce, e fionde.52Anche i difensori opposero macchine alle loro macchine e i combattimenti durarono molti giorni.53Ma non c’erano più viveri nei depositi, poiché era in corso l’anno sabbatico e coloro che erano arrivati in Giudea per sfuggire ai pagani avevano consumato il resto delle provviste.54Furono allora lasciati pochi uomini nel santuario, poiché li aveva sorpresi la fame, e si dispersero ciascuno nel suo paese.
55Lisia poi venne a sapere che Filippo, al quale il re Antioco, ancora in vita, aveva affidato l’incarico di educare Antioco, suo figlio, destinato al regno,56era tornato dalla Persia e dalla Media; era con lui l’esercito partito con il re e cercava di prendere in mano il governo.57Allora in fretta fece cenno di voler partire e disse al re e ai comandanti dell’esercito e ai soldati: «Noi ci esauriamo di giorno in giorno: il cibo è scarso e il luogo che assediamo è ben munito, mentre gli affari del regno incombono su di noi.58Ora dunque offriamo la destra a questi uomini e facciamo pace con loro e con tutto il loro popolo59e permettiamo loro di seguire le loro tradizioni, come prima; proprio per queste tradizioni, che noi abbiamo cercato di distruggere, essi si sono irritati e hanno provocato tutto questo».60La proposta piacque al re e a tutti i capi; mandò a negoziare la pace con loro, ed essi accettarono.61Il re e i capi giurarono davanti a loro, ed essi a tali patti uscirono dalla fortezza.62Ma quando il re fece l’ingresso sul monte Sion e vide le fortificazioni del luogo, violò il giuramento che aveva fatto e impose la distruzione delle mura di cinta.63Poi partì in fretta e fece ritorno ad Antiòchia; vi trovò Filippo padrone della città, gli fece guerra e s’impadronì della città con la forza.

Note:

1Mac 6,1-13:Cronologicamente, questo episodio avrebbe la sua vera collocazione prima della dedicazione del tempio (1Mac 4,36). Il racconto della fine di Antioco Epifane riferito in modo analogo da Polibio, qui è molto più sobrio che in 2Mac.

1Mac 6,1:Elimaide: in realtà, non si conosce nessuna città chiamata Elimaide, forma greca dell'«Elam» di Gen 10,22 ; qui è la regione nei dintorni di Susa, antica capitale della Persia (Ne 1,1), e, in senso stretto, la regione montuosa a nord della città.

1Mac 6,2:tempio ricchissimo: il tempio di Nanea-Artemide (cf. 2Mac 1,13).

1Mac 6,8:In realtà, Antioco doveva essere morto prima di questi avvenimenti, ma l'autore di 1Mac deve adattare la sua narrazione alla cronologia che si è prefissata.

1Mac 6,13:paese straniero: di fatto, la Persia era ancora dipendente dall'impero seleucida. - Per l'autore di 1Mac, la morte del re è posta in connessione con il saccheggio del tempio di Gerusalemme, e non di quello di Artemide, come per l'autore di 2Mac. Tutti e due pero attribuiscono al re analoghi sentimenti di pentimento.

1Mac 6,14:Filippo: questo Filippo, che ritorna in 1Mac 6,55 e 2Mac 9,29 , è distinto dal Filippo di 2Mac 5,22; 2Mac 8,8 . Nominato reggente e tutore del giovane Antioco, riceve in deposito le insegne regali destinate a quest'ultimo.

1Mac 6,16:centoquarantanove: nel settembre o ottobre del 164 a.C.

1Mac 6,20:centocinquanta: cioè 163-162a.C.; l'assedio della cittadella viene dopo la spedizione in Idumea, che ebbe luogo dopo la pentecoste 163 (1Mac 1,33). L'autore di 2Mac non ne parla.

1Mac 6,24:hanno posto assedio alla fortezza e: aggiunta comune a quasi tutte le fonti (a eccezione di qualche ms e volg.); dittografia del v 20 (BJ lo omette).

1Mac 6,25:il tuo territorio: con vet. lat.; BJ ha il plurale; gr. Iegge: «i loro territori»; volg. traduce: «i nostri territori».

1Mac 6,28:Di fatto è Lisia che agisce; Antioco ha solo nove anni. - comandanti dell'esercito: alla lettera «preposti alle redini», titolo non attestato altrove.

1Mac 6,31:l'Idumea: forse attraverso la valle del Terebinto (1Sam 17,2) e Odollam (2Mac 12,38). Un primo scontro si avrà a Modin (cf. 2Mac 13,14).

1Mac 6,32:Bet-Zaccaria: 9 Km a nord di Bet-Zur. Il nome è portato tuttora da un villaggio.

1Mac 6,37:quattro: con i LXX; BJ congettura: «tre»; gr. e lat. hanno: «trenta (o trentadue)». L'originale ebraico forse aveva shalishim, «i tre (uomini che montavano il carro)» (cf. Es 14,7; Es 15,4; 2Re 10,25); il traduttore in questo caso avrebbe letto sheloshim, «trenta». - un conducente indiano, alla lettera «l'indù»: espressione che era passata a designare la professione.

1Mac 6,38:Alla lettera «per incalzare (il nemico) e proteggere (o serrare) nelle falangi». Una parte dei testi ha faranxin invece di falanxin: «per serrare nelle gole» (cf. v 40?).

1Mac 6,39:sugli scudi d'oro e di bronzo: si tratta forse di una reminiscenza biblica (cf. 1Re 10,16).

1Mac 6,44:volle sacrificarsi: alla lettera «diede se stesso» (cf. Gal 1,4; 1Tm 2,6; Tt 2,14). - Si tratta probabilmente del gesto che 2Mac 13,14 localizza «vicino a Modin».

1Mac 6,49:anno sabbatico: secondo Lv 25,1 , l'anno sabbatico escludeva la semina e la mietitura; era incominciato nell'autunno del 164, poiché questa carestia risale all'autunno del 163.

1Mac 6,51:scorpioni: sono balestre. Questa descrizione dell'artiglieria di assedio seleucida è la più completa di cui siamo a conoscenza.

1Mac 6,53:nei depositi: angeiois, conget. secondo lat.; gr. legge: «nel santuario», hagiois.

1Mac 6,59:Questo cambiamento improvviso si spiega con la morte di Antioco Epifane (che era stato il campione dell'ellenizzazione forzata), con la stanchezza che la penuria dei viveri genera nei due accampamenti (v 57) e con gli intrighi di Filippo (v 56).

1Mac 6,62:Il rescritto del re (2Mac 11,25) restituiva il tempio ai giudei senza far cenno alle mura; ma l'autore considera le due cose inseparabili e vede nel gesto una violazione della promessa.