Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Sapienza 2


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NOVA VULGATABIBBIA RICCIOTTI
1 Dixerunt enim cogitantes apud se non recte:
“ Exiguum et cum taedio est tempus vitae nostrae,
et non est refrigerium in fine hominis,
et non est agnitus, qui sit reversus ab inferis.
1 Han detto tra sè sragionando:« Breve e molesto è il tempo di nostra vita, e non c’è rimedio quando per uno è giunta la fine, nè si sa di alcuno che sia tornato dagli Inferi!
2 Quia ex tempore nati sumus
et post hoc erimus, tamquam non fuerimus,
quoniam fumus flatus est in naribus nostris,
et sermo scintilla in motu cordis nostri;
2 Per caso slam venuti all’esistenza, e saremo poi come non fossimo mai stati. È fumo il soffio delle nostre nari, e il parlare, una scintilla [prodottai dal movimento del nostro cuore.
3 qua exstincta, cinis fiet corpus nostrum,
et spiritus diffundetur tamquam mollis aer.
3 Spenta questa, si ridurrà in cenere il nostro corpo, lo spirito si dissiperà come aria leggera. Passerà la vita nostra come una nube, e si scioglierà come nebbia, ch’è spinta via dai raggi del sole, e precipitata dal suo calore.
4 Et nomen nostrum oblivioni tradetur per tempus,
et nemo memoriam habebit operum nostrorum;
et transibit vita nostra tamquam vestigium nubis,
et sicut nebula dissolvetur,
quae fugata est a radiis solis
et a calore illius aggravata.
4 Sarà dimenticato il nostro nome col tempo, e nessuno ricorderà le opere nostre.
5 Umbrae enim transitus est tempus nostrum,
et non est reversio finis nostri,
quoniam consignata est, et nemo revertitur.
5 Il passar d’un’ombra è la nostra vita, nè c'è ritorno della nostra fine: c’è tanto di sigillo, e nessuno torna indietro!
6 Venite ergo, et fruamur bonis, quae sunt,
et utamur creatura tamquam in iuventute sollicite.
6 Su via dunque, godiamo de, beni presenti, e usiamo solleciti del creato, a mo’ di giovani.
7 Vino pretioso et unguentis nos impleamus,
et non praetereat nos flos temporis verni;
7 Riempiamoci di vino prezioso e di profumi, e non ci sfugga via il fiore della [bella] stagione;
8 coronemus nos calycibus rosarum, antequam marcescant,
8 coroniamoci di rose, prima che appassiscano: non siavi prato, che la nostra voluttà non percorra.
9 nullum pratum exsors sit luxuriae nostrae;
ubique relinquamus signa laetitiae,
quoniam haec est pars nostra, et haec est sors.
9 Nessuno ci sia di noi, che non partecipi alle nostre baldorie; dappertutto lasciam ricordi del [nostro] godimento: perchè questa è la nostra porzione, e questa la [nostra] sorte.
10 Opprimamus pauperem iustum
et non parcamus viduae
nec veterani revereamur canos multi temporis.
10 Opprimiamo il giusto ch' è povero, non risparmiamo la vedova, non portiam rispetto alla longeva canizie del vegliardo.
11 Sit autem fortitudo nostra lex iustitiae;
quod enim infirmum est, inutile invenitur.
11 La forza nostra sia la norma di giustizia, perchè ciò ch’è debole non è buono a nulla.
12 Circumveniamus ergo iustum, quoniam inutilis est nobis
et contrarius est operibus nostris
et improperat nobis peccata legis
et diffamat in nos peccata disciplinae nostrae.
12 Tendiamo insidie al giusto, poiché c’ è d’imbarazzo, e si oppone alle nostre opere, e si rinfaccia i falli contro la legge, e ci rimbrotta le colpe della nostra condotta.
13 Promittit se scientiam Dei habere
et filium Dei se nominat.
13 Si vanta d’aver lui la conoscenza di Dio, e chiama se stesso figliuolo del Signore!
14 Factus est nobis in accusationem cogitationum nostrarum;
gravis est nobis etiam ad videndum,
14 è diventato un rimprovero [vivente] de' nostri pensieri,
15 quoniam dissimilis est aliis vita illius,
et immutatae sunt viae eius.
15 e c’è uggioso anche al vederlo; perchè diversa dagli altri è la sua vita e stravaganti son le sue vie.
16 Tamquam scoria aestimati sumus ab illo,
et abstinet se a viis nostris tamquam ab immunditiis;
beata dicit novissima iustorum
et gloriatur patrem se habere Deum.
16 Ci reputa come gente frivola [e falsa], e si tien lontano dalle nostre vie come da immondezze; proclama beata la fine de’ giusti e si gloria d’aver Dio per padre.
17 Videamus ergo, si sermones illius veri sint,
et tentemus, quae in exitu eius erunt:
17 Vediam dunque se son veri i suoi discorsi, e facciam la prova di ciò che gli accadrà sul punto d’andarsene.
18 si enim est verus filius Dei, suscipiet illum
et liberabit eum de manibus contrariorum.
18 perchè se il giusto è figliuolo di Dio, [Dio] verrà in suo aiuto, e lo trarrà in salvo dalle mani de’ suoi avversari.
19 Contumelia et tormento interrogemus eum,
ut sciamus modestiam eius
et probemus patientiam illius;
19 Proviamolo con l’ingiuria e i maltrattamenti per conoscer la sua mansuetudine, e saggiar la sua pazienza.
20 morte turpissima condemnemus eum:
erit enim ei visitatio ex sermonibus illius ”.
20 Condanniamolo a morte vergognosa, giacché, a quanto dice, c’è chi si piglierà cura di lui!»
21 Haec cogitaverunt et erraverunt;
excaecavit enim illos malitia eorum,
21 Così ragionano e s’ingannano, poiché la loro malizia gli ha accecati.
22 et nescierunt sacramenta Dei
neque mercedem speraverunt sanctitatis
nec iudicaverunt honorem animarum immaculatarum.
22 E non intendono i misteri di Dio, nè sperano ricompensa della giustizia, [e santità], nè apprezzano il premio delle anime senza macchia.
23 Quoniam Deus creavit hominem in incorruptibilitate
et imaginem similitudinis suae fecit illum;
23 Dio invero creò l’uomo per l’immortalità, e lo fece ad immagine della sua propria natura.
24 invidia autem Diaboli mors introivit in orbem terrarum;
experiuntur autem illam, qui sunt ex parte illius.
24 Ma per invidia del diavolo entrò la morte nel mondo,
25 e l’assaggeranno quei che a lui appartengono!