Scrutatio

Mercoledi, 1 maggio 2024 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 7


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BIBBIA MARTINILA SACRA BIBBIA
1 Non sapete voi, o fratelli, (imperocché con persone perite della legge io parlo), che la legge all'uomo impera, Uno che egli vive?1 O ignorate, fratelli, -- parlo a gente che conosce la legge -- che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo che egli vive?
2 Imperocché la donna soggetta ad un marito è legata per legge al marito vivente: che se questi venga a morire, è sciolta dalla legge del marito?2 Infatti la donna sposata, per legge, è legata all'uomo finché questi vive; ma se l'uomo viene a morire, essa rimane sciolta dalla legge che la lega all'uomo.
3 Per la qual cosa vivente il marito, sarà chiamata adultera, se stia con altro uomo: morto poi il marito, è sciolta dalla legge del marito: onde non sia adultera se stia con altro uomo.3 Perciò, se, essendo vivo l'uomo, si dà a un altro uomo, viene dichiarata adultera. Se invece viene a morire l'uomo, è libera dalla legge, in modo da non essere adultera se si dà a un altro uomo.
4 Così anche voi, fratelli miei, siete morti alla legge pel corpo di Cristo: affinchè siate di un altro, il quale ri suscitò da morte: onde frutti portiamo per Iddio.4 Così, fratelli miei, anche voi siete stati fatti morire alla legge mediante il corpo di Cristo per essere dati a un altro, a Colui che è risorto da morte perché portiamo frutti degni di Dio.
5 Imperocché quando noi eravamo (uomini) carnali, le affezioni peccaminose occasionate dalla legge agivano nelle nostre membra per produr frutti di morte:5 Quando infatti eravamo in balìa della carne, le passioni che inducono al peccato, attivate dalla legge, agivano nelle nostre membra facendoci portare frutti degni di morte.
6 Ma adesso siamo sciolti dalla legge di morte, cui eravamo legati, affinchè serviamo secondo il nuovo spirito, non secondo l'antica lettera.6 Adesso, invece, siamo stati sottratti all'effetto della legge, morti a quell'elemento di cui eravamo prigionieri, affinché serviamo a Dio nell'ordine nuovo dello Spirito e non in quello vecchio della lettera.
7 Che diremo adunque? La legge è ella un peccato? Mai no. Ma io non ho conosciuto il peccato, se non per mezzo della legge: imperocché io non conosceva la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.7 Che diremo allora? La legge è peccato? Non sia mai detto! Ma io non conobbi peccato se non attraverso la legge: non avrei infatti conosciuto il desiderio passionale se la legge non dicesse: Non desiderare.
8 Ma il peccato presa occasione da quel comandamento, cagionò in me ogni cupidità. Imperocché senza la legge il peccato era morto.8 E il peccato, trovato un punto di appoggio, mediante il comando ha suscitato in me tutti i desideri passionali; il peccato infatti senza la legge è morto.
9 Io poi una volta senza legge vivea. Ma venuto il comandamento, il peccato tornò a rivivere,9 Ma io un tempo senza la legge vivevo; ma venuto il comando, il peccato si destò a vita,
10 E io morii: e si trovò, che quel comandamento dato per vita fu morte per me.10 ma io morii; e il precetto che doveva darmi la vita, divenne per me causa di morte.
11 Imperocché il peccato, presa occasione da quel comandamento, mi sedusse, e per esso mi uccise.11 Il peccato, infatti, trovato un punto di appoggio, per mezzo del comandamento mi sedusse e per suo mezzo mi uccise.
12 Per la qual cosa la legge (è) santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.12 Quindi la legge è santa, il comandamento è santo, giusto e buono.
13 Una cosa adunque, che è buona, si fé' morte per me? Mai no. Bensì il peccato affinchè apparisca, come il peccato per mezzo di una cosa buona manipolò per me la morte: onde divenisse il peccato eccessivamente peccatore per ragion del comandamento.13 Ciò che è buono divenne morte per me? Non sia mai detto: ma il peccato, per manifestarsi peccato, per mezzo di ciò che è buono opera in me la morte, per diventare peccaminoso al massimo per mezzo del comandamento.
14 Imperocché sappiamo, che la legge è spirituale: ma io sono carnale, venduto (schiavo) al peccato.14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale, io invece sono di carne, venduto schiavo del peccato.
15 Imperocché quello, che io fo, non intendo: dappoiché non fo il bene, che amo: ma quel male, che odio, quello io fo.15 Non capisco infatti quello che faccio: non eseguo ciò che voglio, ma faccio quello che odio.
16 Che se fo quello, che non amo: come buona approvo la legge.16 E se faccio ciò che non voglio, riconosco la bontà della legge.
17 Adesso poi non lo fo già io, ma il peccato, che abita in me.17 Ora non sono già io a farlo, ma il peccato inabitante in me.
18 Imperocché so, che non abita in me, viene a dire nella mia carne, il bene. Perché il volere lo ho dappresso: ma di fare il bene interamente non trovo via.18 So infatti che non abita in me, e cioè nella mia carne, il bene: poiché volere è a mia portata, ma compiere il bene, no.
19 Conciossiachè non fa il bene, che voglio: ma quel male che non voglio, quello io fo.19 Infatti non faccio il bene che voglio, bensì il male che non voglio, questo compio.
20 Che se io fo quel, che non voglio: non son già io, che lo fo, ma il peccato che abita in me.20 Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono già io a farlo, ma il peccato che abita in me.
21 Io trovo adunque nel voler io fare il bene, esservi questa legge, che il male mi sta dappresso:21 Trovo infatti questa legge: che quando voglio compiere il bene, è il male che incombe su di me.
22 Imperocché mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore:22 Mi compiaccio della legge di Dio secondo l'uomo interiore,
23 Ma veggo un'altra legge nelle mie membra, che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato, la quale è nelle mie membra.23 ma vedo una legge diversa nelle mie membra che osteggia la legge della mia mente e mi rende schiavo alla legge del peccato che sta nelle mie membra.
24 Infelice me? chi mi libererà da questo corpo di morte?24 Uomo infelice che sono! Chi mi libererà dal corpo che porta questa morte?
25 La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro. Dunque io stesso con la mente servo alla legge di Dio, con la carne poi alla legge del peccato.25 Grazie a Dio per mezzo di Cristo nostro Signore! Dunque allora io stesso, da una parte con la mente servo alla legge di Dio, dall'altra con la carne servo alla legge del peccato.