Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Sapienza 19


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Gli Egiziani in perseguir gli Ebrei sono ingoiati dal mare dopo essere già stati tormentati dalle ranocchie, e dalle mosche. Agli Ebrei sono date le carni secondo il lor desiderio: gli empj, che maltrattarono i loro ospiti furono puniti colla cecità. Gli elementi servono a Dio nel gastigare i cattivi, e nel favorire i buoni.

1MA sopra gli empj l'ira si stette senza misericordia insino al fine. Perocché egli di lor prevedeva anche il futuro:2Come dopo di aver permesso a quelli di andarsene, e di averli licenziati con molta premura, ripentitisi gli avrebbono inseguiti.3Quindi essendo tuttora involti nel lutto, e spargendo lagrime sui monumenti dei morti, si appigliarono ad un altro stolto consiglio, e quelli, che avean cacciati via colle suppliche, li perseguitarono come fuggitivi:4Ora a tal fine li conduceva una meritata necessità; la memoria delle passate cose perderono, affinché il nuovo gastigo supplisse a quel, che mancava a' loro tormenti:5E miracoloso passaggio avesse il tuo popolo: quelli poi nuovo genere di morte provassero;6Imperocché tutte le creature ciascuna nel suo genere servendo a' tuoi comandi prendevan nuova forma, affinchè i tuoi servi si conservassero illesi.7Cosi la nuvola faceva ombra ai loro alloggiamenti, e dove prima era l'acqua, comparve asciutta terra, e strada senza intoppo pel mare Rosso, e nell'abisso profondo una verdeggiante campagna;8A traverso della quale passò tutto il popolo protetto dalla tua mano, spettatore de' miracoli, e de' prodigi fatti da te.9Onde a guisa di ben pasciuti puledri, e a guisa di agnelletti esultarono, le tue glorie cantando, o Signore, che li salvasti.10Conciossiachè si ricordavano ancora di quello, che era avvenuto là, dove forestieri abitavano, come in luogo de' parti degli animali la terra produsse delle mosche, e in luogo di pesci scaturì dal fiume una turba di ranocchi.11Vider dipoi una nuova razza di uccelli, allorché mossi da concupiscienza, chiesero cibi da banchettare.12Conciossiachè a consolare le loro brame volò dal mare la quaglia: ma sopra de' peccatori cadde il gastigo, non senza quegli indizi, che erano stati dati una volta (cioè) la furia de' fulmini: perocché con giustizia eran puniti secondo la loro malvagità.13Perocché la loro inospitalità fu più detestabile: gli uni non detter ricetto ad ospiti non conosciuti; gli altri poi riducevano in ischiavitù ospiti benemeriti.14Né questo solo, ma anche quest'altro riflesso faceva per quelli, ch'ei ricevevano gli stranieri di mala voglia,15Ma questi con atroci strapazzi affliggevan coloro, che aveano accolti con allegrezza, e che viveano con essi, sotto le medesime leggi.16Per la qual cosa furon puniti colla cecità: come già quelli davanti alla porta del giusto, quando in repentine tenebre involti andava ciascun di loro cercando l'ingresso della sua casa.17Conciossiachè allora quando gli elementi cangiano tra lor le funzioni, egli avviene come in un salterò, che diversifica i suoi concerti, abbenchè ogni corda il proprio suono ritenga, come può col solo vedere riconoscersi sicuramente;18Imperocché le terrestri cose in acquatiche si cambiavano, e quelle fatte per nuotare, alla terra facevan passaggio.19Il fuoco sopra la sua condizione ritenea sua forza nell'acqua, e l'acqua si scordava della virtù naturale di spegnere.20Per lo contrario le fiamme non danneggiarono i corpi delle fragili bestie, che dentro vi camminavano, né liquefacevano quell'ottimo cibo, che facilmente si struggea come il ghiaccio: Conciossiachè tu in tutti i modi esaltasti il tuo popolo, e lo onorasti, e non isdegnasti di assisterlo in ogni tempo, e in ogni luogo.

Note:

19,1-2:Di lor prevedeva anche il futuro. Dio vedeva l'ostinata durezza degli Egiziani, e come per solo timore si mostrarono non solo disposti a permettere la partenza degli Ebrei, ma anche desiderosi di vederla presto eseguita; che del rimanente regnava tuttora nel loro cuore l'odio mortale contro il popolo del Signore, e il desiderio di vendicarsi delle calamità, che aveano sofferte, come tentarono di fare, andando dietro agli Ebrei con grandissimo esercito; onde ne venne la orrenda loro strage nel mar rosso.

19,4:Ora a tal fine li conduceva una meritata necessità; ec. A tal fine calamitoso e funestissimo furono condotti gli Egiziani dalla giusta necessità della ordinazione divina e del giusto giudicio divino: vi furon condotti da Dio stesso, il quale in pena delle loro scelleratezze abbandonatigli al reprobo loro senso, permise, che prendessero la maligna e perfida risoluzione di tener dietro agli Ebrei per distruggerli. Così dopo,che ebber essi compiuta la misura delle loro crudeltà e delle loro ingiustizie,compiè Dio la misura del loro gastigo, sommergendoli tutti nelle acque.

19,5:Nuovo genere di morte provassero. Fu maniera di morte nuova, inaudita, unica nelle istorie di tutti i secoli, che un intero esercito rimanesse assorto dalle acque.

19,6:Prendevan nuova forma ec. Si potrebbe anche tradurre: prendevano l'antica forma, vale a dire, ripigliavano le creature di Dio la forma, il genio antico, che ebbero finchè l'uomo perseverò nello stato d'innocenza, quando nissuna di esse creature all'uomo noceva, e tutte erano a lui favorevoli, secondo l'istinto dato loro da Dio. Ne sono portati esempi ne' versetti che seguono. La colonna di nube (per esempio) ogni dì cambiava figura, servendo la notte a illuminare gli alloggiamenti degli Ebrei, e il giorno a coprirli dal calore del sole, ec.

19,9:Le tue glorie cantando, ec. Allude al solenne cantico, che si legge Exod. XV.

19,10:Si ricordavano ancora ec. Esultavano gli Ebrei usciti dal mare Rosso, esultavano per le misericordie usate da Dio verso di essi, e particolarmente in paragonarle coi prodigi operati dallo stesso Dio a danno degli Egiziani, quando la loro terra diventò feconda solo di mosche, e il Nilo, che soleva essere popolato di buoni pesci, non dava più, se non ranocchi.

19,11:Nuova razza di uccelli ec. Le quaglie non più vedute in quel deserto, uccelli delicatissimi e da banchetto. Vedi Num. XI.

19,12:Sopra de' peccatori cadde il gastigo, non senza ec. Al contrario Dio puni i peccatori Egiziani col meritato gastigo, e ciò egli fece dopo di aver dato loro manifesti segni e annunzi dell'ira sua co' fulmini, che scagliò sopra di essi, i quali fulmini rammentavan loro quello, che Dio avea fatto una volta contro de' Sodomiti distrutti co' fulmini e col fuoco mandato dal cielo. Così gli Egiziani peccatori, come i Sodomiti e i rei particolarmente di crudeltà e barbarie verso de' forestieri, furon percossi prima dai fulmini del cielo, che annunziavano simile ira dell'Altissimo; e non avendo perciò cangiato di sentimenti, rimaser sepolti nel mare.

19,13:La loro inospitalità fu più detestabile: ec. Paragona la inospitalità e la inumanità de' Sodomiti verso gli stranieri con quella usata dagli Egiziani. I Sodomiti trattaron male gli Angeli, che non erano da lor conosciuti in verun modo: gli Egiziani straziavano e tenevano in durissima schiavitù gli Ebrei, che erano stati loro benefattori per mezzo di quel Giuseppe salvatore dell'Egitto.

19,14-15:Nè questo solo, ma anche quest'altro riflesso faceva per quelli, ec. Vale a dire: era più detestabile la inumanità degli Egiziani, che quella de' Sodomiti, perchè questi non davano volentieri ricetto ai forestieri: ma gli Egiziani tormentarono crudelmente quegli stessi Ebrei ricevuti da loro non solo di buona voglia, ma anzi con allegrezza, gli Ebrei divenuti loro concittadini, viventi sotto le stesse leggi e sotto la protezione dello stesso sovrano: così negli Egiziani si univa alla crudeltà una or ribil perfidia.

19,16:Furon puniti colla cecità: come già quelli ec. Gli Egiziani furono puniti colla cecità, mediante le tenebre di tre continui giorni, come avvenne già ai Sodomiti, che non potevan vedere, nè trovar la porta della casa di Lot; così gli Egiziani, da subitanee tenebre involti, volendo andare alle case loro non potevan trovarne l'ingresso. Vedi Gen. XIX.II.

19,17:Quando gli elementi cangiano tra lor le funzioni, ec. Quando gli elementi cangiano per così dire il loro carattere talmente che, per esempio l'acqua non ismorzi il fuoco, il fuoco non istrugga la neve, nè la grandine, l'acqua si fermi e si faccia stabile come muraglia, dando il passaggio agli uomini ec., allora egli avviene, come quando l'armonia e il concerto di un saltero o di un organo si varia, senza che alcuna delle corde muti il suo suono naturale: nella stessa guisa gli elementi restando nel loro essere, variano la loro operazione essendo mossi dal dito di Dio, come il saltero dalla mano di chi lo suona. Questa riflessione dà una grandiosa idea dell'Onnipotenza divina, che tutto sa far servire all'esecuzione de' suoi decreti, cangiando, ove faccia di mestieri, le operazioni delle cause seconde, senza che si alteri perciò la loro natura. Come può col solo vedere riconoscersi sicuramente. Col solo vedere, cioè col solo considerare le cose, che allora avvennero. Che tale sia il senso di queste parole, apparisce dal Greco e da quello che segue.

19,18:Le terrestri cose in aquatiche si cambiavano, ec. Gli uomini, i giumenti, che hanno per abitazione la terra, camminarono per mezzo al mar Rosso, gli animali nuotanti, come le ranocchie, si sparsero per tutta la terra d'Egitto.

19,19:Il fuoco..., ritenea sua forza nell'acqua, ec. Parla del fuoco, che cadeva misto colla grandine, e colla pioggia, come si vide capo XVI. 22. Nè il fuoco era spento dalla grandine e dall'acqua, nè la dura grandine era strutta dal fuoco.

19,20:Le fiamme non danneggiarono i corpi delle fragili bestie, ec. Il fuoco non bruciava le ranocchie, le locuste ec. mandate da Dio a punire gli Egiziani; e quando questi accesi de' grandi fuochi cercavano di liberarsi da questi animali abbruciandogli, ei passeggiavano dentro alle fiamme, senza esserne offesi. Vedi capo XVI. 18.
Nè liquefacevano quell'ottimo cibo, ec. La manna, che si liquefaceva come ghiaccio ai raggi del sole, reggeva al fuoco, onde fattane pasta si cuoceva e si indurava al fuoco, come fa la pasta di farina di grano. Vedi capo XVI.20. Exod. XVI. 14.
Conciossiachè tu in tutti i modi esaltasti ec. Bellissima conclusione, colla quale lo Scrittore sacro celebra la paterna providenza, e bontà di Dio verso Israele. Il vero spirituale Israele, il popolo Cristiano, vede ne' benefizi fatti da Dio alla Sinagoga l'argomento e la figura delle grazie infinitamente maggiori conferite dal Signore alla Chiesa di Cristo, e l'argomento della tenera riconoscenza, che i figliuoli di lei professar debbono a quel loro Capo e Salvatore divino, per cui d'inestimabili beni furono ricolmi.