Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Sapienza 12


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Con quanta clemenza, e longanimità Dio tollerasse gli abitatori della terra santa, non distruggendoli a un tratto, benchè egli non quelli soli, ma tutte ancor le nazioni sterminar poteva, senza far torto ad alcuno, essendo egli solo il Padrone di tutte le cose: colla clemenza usata verso i nemici fa, che i tuoi eletti abbian buona speranza in lui, e nella sua bontà, e li ritrae dal peccato.

1Quanto è benigno, e sovave, o Signore, il tuo spirito in tutte le cose!2Onde tu gli erranti appoco appoco correggi, e de' loro falli gli ammonisci, e parli loro, affinchè messa da parte la malizia credano in te, o Signore.3Imperocché tu avevi in abbominazione quelli abitatori antichi della tua terra santa,4Perché orrende cose facevano contro di te co' lor veneficj, e sagrifizj scelerati,5Che uccidevano senza pietà i propri figliuoli, e divoravano le viscere degli uomini, e beveano il sangue in mezzo alla sacrata tua terra.6Questi genitori, autori della strage di quelle creature abbandonate, tu volesti distruggerli per le mani de' padri nostri,7Affinchè la terra cara a te più, che tutte le altre, accogliesse la degna colonia de' figliuoli di Dio.8Ma anche a questi come uomini avesti riguardo, e mandasti quai battitori del tuo esercito le vespe, le quali appoco appoco gli sterminassero.9Non perché tu non potessi soggettare a mano armata gli empj ai giusti, o tutti sterminarli per mezzo di bestie feroci, o con una dura parola:10Ma gradatamente punendoli lascia vi luogo alla penitenza, benché non ignorassi tu come quella nazione era scellerata, e connaturale a quelli era la malizia, e come non potevan cangiarsi i loro pensieri giammai.11Perocché eran quelli una progenie maledetta fin da principio; e tu risparmiando i loro peccati non facevi per timore di alcuno.12Imperocché chi dirà a te: Che è quello, che tu hai fatto? O chi si opporrà a' tuoi giudizj? o chi verrà a te davanti in difesa di uomini iniqui? o chi a te imputerà lo sterminio delle nazioni create da te?13Perocché altro Dio non havvi fuori di te, che hai cura di tutti, onde dai a conoscere, come tu ingiustamente non giudichi.14Né re alcuno, né principe domanderà conto davanti a te di quelli, che avrai fatto perire.15Ma essendo tu giusto con giustizia ordini tutte le cose, e il condannare colui, che non debbe essere punito, il giudichi tu cosa aliena da tua possanza.16Conciossiaché la tua possanza è principio di giustizia, e perché tu se' il Signore di tutti, con tutti ti fai indulgente.17Ma la tua possanza tu dai a conoscere quando non se' creduto perfettamente potente, e gastighi la contumacia di quelli, che non ti riconoscono.18Ma tu dominatore potente giudichi senza passione, e con gran moderazione ci governi; perché pronto hai il potere quando hai il volere.19Per tali maniere tu hai insegnato al tuo popolo come fa di mestieri, che il giusto sia ancora benigno, e i tuoi figliuoli hai avvezzati a bene operare, per ché quando li giudichi pe' lor peccati, lasci luogo alla penitenza.20Imperocché se i nemici de' servi tuoi già rei di morte gastigasti con tanto riguardo, dando loro tempo, e comodità, perché potessero rinunziare alla malizia,21Con quanta cautela hai tu giudicati li tuoi figliuoli, a' padri de' quali facesti le buone promesse pattuite, e giurate?22Quando adunque noi tu correggi, molto più tu flagelli i nostri nemici, affinchè noi ripensiamo, e siamo attenti alla tua bontà, e quando si fa giudizio di noi, nella tua misericordia speriamo.23Per la qual cosa eziandìi a quelli, che nella loro vita si diportarono da insensati, ed ingiusti, desti tu sommi tormenti per mezzo di quelle cose, che aveano adorate.24Perocché eglino per lungo tempo camminarono traviati per la via dell'errore, credendo dei que', che sono i più vili tragli animali, e vivendo da ragazzi senza ragione.25Per questo come a ragazzi insensati tu desti loro gastigo di scherno:26Ma quelli, che agli scherni, e alle grida non si emendarono, provaron gastigo degno di Dio:27Imperocché da quello stesso, che con indignazione soffrivano per mezzo di quelle cose, ch'ei credevano dei, da questo nel tempo, che erano straziati, si accorsero, e riconobbero vero Dio esser quello, che una volta negavano di conoscere; per la qual cosa piombò sopra di loro la finale condannagione.

Note:

12,1-2:Quanto è benigno, ec. Quanto è grande la bontà, e la soavita, o Signore, con cui tu le cose tutte governi, ma principalmente l'uomo, che a te è sì caro! Tu lo correggi, e lo gastighi ne' suoi errori non con tutto il peso dell'ira tua, ma con dolcezza, e appoco appoco, e a lui fai conoscere i suoi falli, e in mille guise parli al suo cuore colla esteriore istruzione, colle interne ispirazioni, co' premi, che dai a' buoni, co' gastighi dei malvagi, coi benefizi tuoi, co' prodigi ec.; e così tu parli, affinchè a te creda una volta, e con fede obbediente ti onori, facendo la tua volontà.

12,3:Tu avevi in abbominazione ec. Erano abbominevoli agli occhi tuoi i Chananei e gli Amorrei abitatori della Palestina, e nondimeno quanto grande fu la tua pazienza verso di essi?

12,4:Co' lor veneficii. Pare, che simili iniquità andasser sempre congiunte colla idolatria. Anche tra' popoli idolatri del nuovo mondo si trovò in gran voga l'arte de' venefici, e de' malefizi, che si operavano coll'aiuto dei demoni.

12,5:Uccidevano..., i propri figliuoli. Sacrificandoli a Moloc loro Dio. Nè solamente offerivano queste vittime umane ai loro dei, ma de' corpi uccisi facevano quasi un acro convito, mangiando le carni, e bevendo il sangue. Notisi, che per la parola viscere si intendono qui non le sole interiora, ma tutta la carne, onde presso i Romani la viscerazione, che consisteva nel distribuire al popolo testa per testa una porzione di carne, la qual cosa Livio lib. VIII. dec. I. racconta essere stata fatta da Marco Fulvio in occasione del funerale della madre.
In mezzo alla sacrata tua terra. Questo luogo nel latino e nel greco è oscuro sommamente; ed io non ardirei di affermare, che il senso da me espresso nella versione sia il vero, ma dico bene, che mi sembra migliore di quanti ne sono stati immaginati dagl'Interpreti, ed è quello, che dai più antichi fu seguitato. La Palestina era terra consacrata a Dio dopo il giuramento fatto da lui di darne il possesso ai discendenti di Abramo, e di stabilirvi la sede della vera religione, onde è detta aneor terra santa, vers. 3., e cara a Dio, vers. 7.

12,7:Affinchè la terra... accogliesse ec. È facil cosa l'accorgersi, che nel latino dee leggersi perciperet, e non per ciperent, come si ha nelle comuni edizioni, perocchè questo verbo si riferisce alla voce terra. E in tal guisa la Volgata sarà daccordo col Greco.
La degna colonia. La colonia de' figliuoli di Dio, degna di abitare in si buona terra.

12,8:Ma anche a questi..., avesti riguardo, ec. Non li facesti subito uccidere e distruggere per mezzo degli E brei, ma avanti al tuo esercito d'Israeliti mandasti quai battitori le vespe, o sia calabroni, affinchè tormentati da questi animaletti noiosissimi i Chananei o si emendassero, o colla fuga si sottraessero alla strage imminente.

12,9:O con una dura parola. Tu potevi certamente strugger coloro o colle spade del popol tuo o per mezzo di fiere crudeli, od anche con una sola tua parola di con dannazione e di morte.

12,10:Ma gradatamente punendoli ec. Punendoli appoco appoco davi ad essi spazio di penitenza, e insieme provedevi, che il paese non restasse deserto ad un tratto, e non essendo ancora gl'Israeliti in tanto numero da poterlo riempiere interamente e coltivarlo, non si riempisse di fiere selvagge. Vedi Exod. XXIII. 28.29.
Non potevan cangiarsi ec. Tu vedevi ne' cuori loro la ostinata volontà di peccare, nella quale erano talmente indurati, che non si sarebbono convertiti giammai.

12,11:Progenie maledetta fin da principio. Allude alla maledizione pronunziata da Noè contro di Chanaan, da cui discendevano i Chananei. Vedi Gen. IX.25. E tu risparmiando i loro peccati ec. E tu differendo per tanto tempo il gastigo, che si meritavano i loro peccati, nol facevi per rispetto o timore di alcuno, come talor fanno i cattivi giudici della terra, che per umane considerazioni lasciano impuniti i peccatori.

12,12-13:O chi a te imputerà ec. Nissuno potrà biasimarti perchè tu abbi fatte perire quell'empie nazioni; perocchè in qualità di Creatore tu avevi sopra di esse pieno ed assoluto dominio, e in qualità di Legislatore supremo tu eri giudice e vendicatore della loro empietà. E siccome non è altro Dio fuori di te, che possa chiederti conto de' tuoi giudizi, così ancora tu fai vedere, come questi son sempre giusti, perchè tu hai cura di tutti, e a tutti somministri i mezzi di salute; onde qual meraviglia sara se gli empi dopo che hanno disprezzata la tua bontà e abusato di tua pazienza cadon vittime dell'ira tua?

12,14:Domanderà conto ec. Il Greco porta: Nissuno, o re, ec. potrà stare a faccia a faccia contro di te in favore di quelli ec.

12,15:Cosa aliena da tua possanza. Aliena, cioè disdicevole alla tua rettissima e giustissima possanza.

12,16:Principio di giustizia. Negli uomini pieni di passioni sovente il potere è principio d'ingiustizia: sono in giusti, e oppressori, e crudeli, perchè hanno in mano il potere: ma in te la tua possanza è principio di giustizia e di clemenza: tu punisci e perdoni, perchè sei giusto e buono, e sei buono e clemente, perchè tu sei Signore di tutto e onnipotente.

12,17:Quando non se'crednto perfettamente potente, ec. Fai sentire il peso di tua possanza a quelli, i quali non ti credono onnipotente, e perciò ardiscono d'irritarti col le loro empietà: questi tu flagelli e punisci, com'e' si meritano.

12,18:Giudichi senza passione. Senza perturbazione di spirito, con molta moderazione e mansuetudine. Perchè pronto hai il potere quando hai il volere. Puoi punire i colpevoli e quando vuoi e nella maniera che vuoi; onde pericolo non è, che al poter tuo si sottraggano; quindi non subito tu gastighi gli empi, nè tutto ad un tratto dai loro la pena, che han meritata.

12,23:Per mezzo di quelle cose, che aveano odorate. Per mezzo di quelle bestie, alle quali aveano renduto gli onori divini. Gli Egiziani adoravano i serpenti; i Filistei, e verisimilmente anche i Chananei, adoravano le mosche, onde il dio Belzebub, dio mosca. Vedi cap. XI. 16., e qui vers. 8; adoravano anche un pesce sotto il nome li Dagon.

12,25-26:Desti loro gastigo di scherno, ec. Li schernisti propriamente e ti burlasti della lor cecità, facendoli punire da quelle stesse meschine e vili creature, che adoravano; ma quando alle burle e agli scherni, che doveano ridurli a penitenza, tu li vedesti insensibili, allora tu con gastigo degno di tua possanza, con gastigo durissimo e spaventoso li conquidesti, facendoli sterminare da Giosuè.

12,27:Da quello stesso, che con indignazione ec. I Chananei perseguitati con grande loro indignazione e vergo gna da quelle vili bestiuole, dalle quali non potevan salvarsi, furon pur costretti a riconoscere, che scioccanente aveano creduto, che fossero dei, e che un altro Dio vi era, che era il vero, il quale per mezzo di quegli animalucci li gastigava; riconobbero, che vero Dio era quello, ch' e' non aveano voluto conoscere per l'innanzi; ma conosciutolo ancora non lasciarono la loro empietà, e non implorarono la sua clemenza, e per questo piombò alla fine sopra di essi la condannazione, e furono distrutti, come ben meritavano.