Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Sapienza 11


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La sapienza e duce de' figliuoli di Israele nel deserto, li fa vincitori de' nemici, da essi, acqua dai massi: gli Egiziani idolatri sono puniti con molti flagelli. Dio, che di tutti ama la salute, tollera con gran pazienza i peccatori, affinchè si emendino un, potendo egli con un sol colpo sterminarli tutti a un tratto.

1Ella diresse i loro passi sotto il governo del santo Profeta.2Viaggiarono per deserti disabitati, e alzaron capanne in luoghi deserti.3Si affrontarono co' lor nemici, e di vendicarci de' loro avversari.4Erano assetati, e ti invocarono, e sgorgò acqua per essi da altissimo masso, e il ristoro alla sete da dura pietra.5Perocché in quella giusa, che furon puniti i lor nimici rimasi senza acqua da bere, mentre i figliuoli di Israele godevano per averne abbondanza;6Cosi quando questi ne mancavano, ricevettero insigne favore.7Conciossiachè in vece delle acque del fiume perenne tu desti agli ingiusti il sangue umano.8E laddove quelli perivano in pena dell'uccisione de' bambini, tu desti a' tuoi inaspettatamente acqua copiosa,9E colla sete, che fu allora, tu facesti conoscere in qual modo li tuoi tu esaltassi, e facessi scempio de' loro nemici.10Conciossiachè quando essi furon tentati, e afflitti, benché con misericordia, vennero ad intendere quai tormenti patissero gli empj puniti con ira.11E gli uni tu li provasti qual padre per ammonirli, gli altri poi qual re inesorabile li mettesti alla tortura per condannarli.12Or eglino e in assenza, e in presenza erano tormentati egualmente.13Imperocché erano punti da doppia tristezza, e crepacuore colla memoria delle cose passate.14Mentre udendo come i loro tormenti divenivano argomento di felicità per quelli, conobber la man del Signore, stupefatti dell'esito delle cose;15Imperocché alla fine de' fatti ammiraron colui, del quale si burlavano come di uomo gettato a perire in quella crudele esposizione, mentre non come i giusti avean essi patita la sete.16E in pena degli stolti, ed iniqui lor pensamenti, secondo i quali eglino adoravano muti serpenti, e bestie vili, tu mandasti contro di loro una turba di muti animali a farne scempio:17Affinchè conoscessero come per quelle cose, pelle quali uno pecca, per le medesime è tormentato;18Imperocché alla onnipotente tua mano, la quale da informe materia avea creato il mondo, non era difficile il mandar contro di loro una moltitudine di orsi, o de' feroci lioni;19O fiere di nuova specie, ed ignote, piene di furore, o spiranti fiato di fuoco, o che spandessero odor di fumo, o vibrasser dagli occhi scintille orrende:20Delle quali non solo i morsi avrebbon potuto sterminarli, ma anche la sola vista farli morir di paura.21Ma anche senza nulla di questo potevano essere uccisi in un fiato, per seguitati dalle proprie loro azioni, e dispersi ad un soffio di tua possanza: ma tu le cose tutte disponi con misura numero, e peso.22Perocché tu solo hai sempre potere d'avanzo, e chi può resistere al robusto tuo braccio?23Perocché il mondo tutto dinanzi a te è come il tratto della bilancia, e come una goccia di rugiada, che cade sulla terra al mattino.24Ma tu hai misericordia di tutti, perché tutto puoi, e dissimuli i peccati degli uomini per amore della penitenza;25Perocché tu ami tutte le cose, che esistono, e non ne odj veruna di quelle, che da te furon fatte; conciossiachè se tu odiata l'avessi, noll'avresti ordinata, né fatta.26E come durar potrebbe una cosa se tu noi volessi, o conservarsi quello, che non fosse stato voluto da te?27Ma tu se' buono verso tutte le cose, perché sono tue, o amatore dell'anime.

Note:

11,1:Del santo Profeta. Di Mosè, cui Dio riempie del suo spirito, di sua sapienza, per condurre e formare il suo popolo

11,3:Si affrontarono co' lor nemici, ec. Parla delle battaglie contro gli Amaleciti, Exod. XXVII.; contro Arad, Num. XXI; contro i Madianiti, Num. XXV. XXVI.: contro o re di Basan, e Sehon re degli Amorrei, Deut. n. 1. XXIX. Num. XXI.

11,4:Sorgò acqua per essi da altissimo masso, ec. Prima a Raphidim, e dipoi a Cades. vedi Exod. XXVII. 2. Num. XX. 2.

11,5-6:In quella guisa, ec. Come nell'Egitto gli Egiziani, nemici di Israele, soffrirono il terribile flagello delle acque converse in sangue nel tempo, che gli Ebrei aveano buone acque in abbondanza, onde fu grande la loro letizia: cosi dopo l'uscita dall'Egitto nell'asciutto deserto riceverono essi da te l'insigne benefizio di una gran copia di acque miracolose, che sgorgarono dalla pietra percossa colla sua verga da Mosè: così tu fai servire, o Signore, le stesse cose al gastigo de' tuoi nemici e alla consolazione de' tuoi servi.

11,7-8:In vece delle acque del fiume perenne. In vece dell'acque del Nilo, il quale non resta a secco giammai. Questo fiume era di tanta utilità per gli Egiziani, che si credettero obbligati ad adorarlo come un dio. Or questo loro dio venne ad esser acerbissimo loro tormento, converse le acque in sangue dal vero Dio, che volea punire l'uccisione dei bambini Ebrei: al contrario poi al popol suo nel deserto diede Dio inaspettatamente abbondanza di purissime acque.

11,10:Quando essi furon tentati e afflitti, benchè ec. quando gli Ebrei furono provati e afflitti colla sete, che durò poco tempo, colla quale furono gastigati nel deserto con misericordia, allora dovettero intendere quanto avesser dovuto patire gli Egiziani puniti anch'essi colla sete, e non con misericordia, ma per ira.

11,12:Or eglino... e in presenza ec. Gli Egiziani anche quando erano già lontani da loro gli Ebrei erano tormentati come quando gli aveano presenti, udendo in qual modo Dio favorisse Israele, facendo per esso tanti prodigi, e particolarmente dandogli copiosa acqua in quell'arida solitudine.

11,13:Erano punti da doppia tristezza, ec. Questa doppia tristezza era in primo luogo il sentire la felicità, di cui godevano gli Ebrei nel loro viaggio; in secondo luogo il ricordarsi e portare ancora non rammarginate le piaghe dei mali sofferti per loro cagione.

11,14:Mentre udendo come i loro tormenti ec. Udendo dalle nuove, che riceveano, come la penuria di acqua, che era stata gran tormento per essi, diveniva argomento della felicità degli Ebrei provveduti da Dio di bevanda in quel deserto, furon costretti a riconoscere la potenza di Dio, e com'egli era il protettore del popol suo, in veg gendo come tutto si convertiva in bene del medesimo popolo.

11,15:Ammiraron colui ec. Gli Egiziani ricordandosi come Mosè era stato esposto sulla riva del Nilo, allorchè la tirahnia di Faraone costringeva gli Ebrei a esporre in tal guisa i loro bambini, disprezzavan lo stesso Mosè, come un rifiuto della morte; ma alla fine furon costretti ad ammirarlo, e particolarmente quando consideravano in qual modo avessero essi in mezzo alle acque sofferta crudelissima sete, e come nella lor sete agli Ebrei avesse dato lo stesso Mosè abbondanza di acque in un luogo arido qual era il deserto.

11,16:E in pena degli stolti ec. Gli Egiziani adoravano tra' serpenti particolarmente l'aspide, il quale essi addomesticavano, come racconta Eliano, hist. animal. XXVII. 5, e simil culto rendevano ad un'infinità di animali, ed a vilissime cose. Questa stoltissima superstizione fu punita da Dio col mandare contro di essi una turba di bestiuo, di ranocchie, di mosche, di cavallette, mosconi ec.

11,18:Da informe materia. Così il Greco; e allude alle parole della Genesi I. 2.: La terra era informe e ruota: era una massa priva di tutte quelle cose, che dipoi di essa furono formate. Vedi la Genesi, ed anche Heb. XI. 5.

11,21:Le cose tutte disponi con misura, numero, e peso. Tu non punisti gli Egiziani secondo la grandezza infinita di tua possanza, ma pugnasti contra di essi in tal guisa, che con mirabil proporzione e misura il numero e il peso, e la qualità dei gastighi corrispondesse al numero e peso e qualita dei peccati. Simile proporzione e misura è tenuta da te, o Dio, in tutte le cose.

11,22:Hai sempre potere d'avanzo. Tu solo hai sempre una possanza superiore a qualunque difficoltà, a qualun que impresa, a cui convenga dar mano; tu puoi tutto, e tutta la potenza del mondo non può resistere a te.

11,23:Il mondo tutto..., è come il tratto della bilancia. Il mondo tutto a petto a te egli è come quella piccola leggerissima cosa, che basta a far pendere e dare il tratto alla bilancia; vale a dire, egli è cosa da nulla, di nissuna forza, di nessun peso e valore dinanzi a te; ovvero, egli è come una goccia di rugiada, la quale caduta sulla terra al mattino, sul primo nascer del sole si asciuga, sparisce.

11,24:Perchè tutto puoi. Perchè pari alla tua potenza tu hai la misericordia, e la stessa potenza specialmente dimostri nel perdonare, e nell'usare misericordia.

11,25:Tu ami tutte le cose, che esistono, ec. Ami le tue creature, ami quello, che tu hai posto in esse; ma non ami giammai il peccato, che sia in esse, il quale non viene da te,e l'opera tua rende deforme. Vedi August. tract. 110. in Joan.

11,26:Che non fosse stato voluto. Letteralmente: Che non fosse stato chiamato da te, cioè chiamato dal non essere all'essere. Perocchè il chiamare di Dio, è fare: così dicesi, che egli chiamò la fame, la spada ec.; fece venir la fame, la spada.

11,27:O amatore dell'anime. O Signore, il quale amando tutte le cose, con tenerezza speciale d'affetto ami le anime, nelle quali la tua immagine e somiglianza risplende, e verso le quali perciò è maggiore la tua bontà, e ad esse la tua indulgenza dimostri col tollerare, col perdonare, e col temperare i gastighi stessi con misericordia.