Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Sapienza 8


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Alla sapienza vanno dietro tutte le cose, che possano desiderarsi, onde ella è dà cercarsi e dee chiedersi dà Dio, il quale solo dà la continenza.

1Ella pertanto arriva da una estremità all'altra: con possanza, e con soavità le cose tutte dispone.2Questa io amai, e ricercai dalla prima mia giovinezza, è procurai di prendermela per isposa, e divenni amatore di sua bellezza.3La nobiltà di lei è dimostrata gloriosamente dal convivere, che ella fa con Dio; ed anzi lo stesso Signore di tutte le cose la ama:4Perocché della scienza di Dio ella è maestra, e delle opere di lui fa scelta.5E se in questa vita si appetiscono le ricchezze, che v'ha di più ricco, che la sapienza fattrice di tutte le cose?6E se l'intelligenza produce delle opere, chi più di lei in queste cose, che esistono, l'arte mostrò?7E se uno ama in giustizia, le fatiche di lei hanno per obbietto delle grandi virtù; perocché ella insegna la temperanza, la prudenza, e la giustizia, e la fortezza, delle quali nissuna cosa è più utile negli uomini nella lor vita.8E se uno brama il molto sapere, ella è, che sa le passate cose, e fa giudizio delle future, conosce gli artifizj del discorso, e la soluzione degli enimmi, conosce i segni, e i prodigj prima che succedano, e gli avvenimenti de' tempi, e de' secoli.9Lei adunque mi risolvei di prendere a convivere con me, ben sapendo come ella comunicherà meco i suoi beni, e mi consolerà nelle cure, e negli affanni.10Per lei io sarò illustre presso la moltitudine, e giovane sarò onorato dai seniori.11E mi troveranno sottile nel giudicare, e sarò ammirato dinanzi ai grandi, e i principi mostreranno ne' volli loro com'io lor rechi stupore.12S' io tacerò, aspetteranno, ch'io parli, se parlerò, saranno intenti a me, e andando io avanti nel discorso, si metteranno il dito alla bocca.13Oltre a ciò per lei avrò io l'immortalità, e lascerò a quelli, che saran dopo di me eterna la mia ricordanza.14Governerò i popoli, e saranno soggette a me le nazioni.15I re feroci temeranno al sentire il mio nome: col popolo parrò clemente, e forte in guerra.16Entrando nella mia casa avrò presso di lei il mio riposo: perocché atta ha di amaro il conversare con lei, e il convivere insieme con essa non ha tedio, ma consolazione, e gaudio.17Queste cose avendo io ripensate; e nel mio cuor rammentando, come nell'unione colla sapienza si ha l'immortalità,18E nella amicizia di lei una buona dilettazione, e nelle opere delle mani di lei una inesausta ricchezza, e nel confabulare con lei la prudenza, e nell'essere a parte de' suoi ragionamenti si ha acquisto di gloria, io andava attorno in cerca di lei per farla mia.19Or io era fanciullo ingegnoso, ed ebbi in sorte un'anima buona.20Ed essendo io più buono venni ad avere corpo immacolato.21E tosto ch'io seppi, come io non poteva essere continente, se Dio non mei concedeva (ed era effetto di sapienza il sapere da chi venga tal dono), io mi presentai al Signore, e lo pregai, e dissi con tutto il mio cuore:

Note:

8,1:Ella..., arriva da una estremità all'altra, ec. Or la Sapienza abbraccia tutte le cose, e si stende dal sommo dei cieli sino alle inferiori parti della terra, dal piu grande degli Angeli, sino al più piccolo vermicciuolo. S. Agostino de Trinit. IV. 14. ed Ep. III. ad Volusian. in un altro senso dice, che la sapienza di Dio va da una estremità all'altra in Cristo, per la cui incarnazione i due estremi son riuniti, il sommo e l'infimo, Dio e l'uomo. Con possanza, e con soavità... dispone. Qualunque cosa ella abbia stabilito di fare, la fa senza che possa essere ritenuta o impedita, e ottien sempre il suo fine; ma nello stesso tempo con ammirabil soavità ella opera, onde qualunque cosa ella di far si proponga, per mezzo delle creature il fa quasi spontaneamente mosse ad agire, talmente che mosse da lei agiscono le cause libere senza necessità, e le cause necessarie senza violenza. Vedi s. Agostino con tra Jul. 5.; de civit. VII. 30.

8,3:La nobiltà di lei è dimostrata gloriosamente ec. quanto nobile sia questa sposa, che io amai sì ardentemente fin dai primi anni mei, apparisce dal riflettere com'ella con Dio si sta sempre, ed è amata da lui, che di tutte le cose è Signore, e di nessuna ha bisogno, e di tutti i suoi arcani divini è da lui messa a parte.

8,4:Della scienza di Dio ella è maestra. Ella agli uomini insegna la scienza di Dio, la scienza dei santi, insegna a conoscere, amare, onorare Dio con quella fede e religione, che a tal maestà si conviene.
E delle opere di lui fa scelta. Sono dette qui opere di Dio quelle che a Dio si riferiscono, e il culto di lui riguardano: or alla Sapienza divina (in quanto ella agli uomini si comunica) appartiene di far conoscere all'uomo quello che maggiormente a Dio piaccia nelle diverse circostanze. Notisi come sono attribuite in questo luogo molte doti ed uffici alla Sapienza divina, i quali ella adempie parte per se medesima, parte per mezzo della creata sapienza negli uomini, ai quali come sposa ben diletta si comunica e si unisce la stessa divina Sapienza.

8,6:E se l'intelligenza ec. Per mezzo delle arti meccaniche gli uomini industriosi formano cose molto belle e artificiose; ma quanto maggiore fu l'arte infinita, con cui la Sapienza formò la università di tutte le cose del mondo? Così viene lo Scrittore sacro a celebrare questa sua sposa come dotata di somma arte ed industria, pregio già esaltato nella Donna forte, Prov. XXXI. 13. ec.

8,7:E se uno ama la giustizia, ec. Che se la giustizia, cioè la santità della vita si ama, opere della sapienza sono le grandi virtù, temperanza, prudenza ec. E sono quelle, le quali da s. Ambrogio, e dietro a lui dai Teo logi furono dette cardinali. Non parla delle virtù della fede, speranza e carità, ma le suppone nell'uomo.

8,8:E se uno brama il molto sapere, ec. L'uomo è avidissimo di sapere, ma il sapere solido e utile viene dalla sapienza, e lo studio non diretto da lei altro non è, se non vana e inetta curiosità.Sa le passate cose. Le cose, che furono dal principio del mondo, sono cognite a lei, ed ella ne ha data agli uomini la scienza ne' libri di Mosè e nei Profeti a gran vantaggio degli uomini. Fa giudizio delle future: gli uomini illuminati da lei dalle cose precedenti preveggono quelle, che saran per succedere. Conosce gli artifizi del discorso. Cioè i sofismi e gl'inganni nascosti negli studiati ragionamenti degli Eretici e dei falsi filosofi. La soluzione degli enimmi. L'enimma è un discorso allegorico talmente oscuro, che a volerlo spiegare conviene quasi aver lo spirito d'indovinare. Tale è l'enimma di Sansone, Jud. XIV., e tale la descrizione della vecchiaia e dei suoi mali, Eccles. XIX. Salomone fu ammirabile nella soluzione degli enimmi. Vedi III. Reg. X. Conosce i segni e i prodigi: conosce e prevede l'eclissi, le piogge, i venti, le tempeste, le sterilità, le pestilenze, le malattie, ec.
E gli avvenimenti dei tempi e de' secoli. Prevede i cangiamenti che succederanno negli stati dalla buona o cattiva costituzione del governo, dai buoni o cattivi costumi ec.

8,9:Mi consolerà nelle cure e negli affanni. Un grande oratore disse, che la filosofia è ricreazione dell'animo, requie degli affanni, che arma ottimamente l'uomo contro tutti gli assalti della fortuna. Ma quanto meglio potrà ciò fare non lo studio d'un'ombra di sapienza, qual era quella che adorarono i filosofi del Gentilesimo, ma la stessa vera e perfetta Sapienza, che all'uomo giusto con incredibile liberalità si comunica?

8,10:È giovane sarò onorato dai seniori. La sapienza guadagnerà all'uomo sapiente anche giovane l'approvazione e il rispetto, non solo degli uomini della sua stessa età, ma anche dei vecchi. Vedi Giobbe, cap. XIX. La storia di Salomone dimostra verificato in lui quanto egli dice in questo e nei seguenti versetti degli effetti della sapienza nei pastori di popoli.

8,12:S'io tacerò, aspetteranno ch'io parli, ec. Vedi III. Reg. X. 24.
Si metteranno il dito alla bocca. Vedi Job, XXIX. 9. 10.

8,15:Col popolo parrò clemente. Alessandro magno ripeteva sovente la lode data da Omero ad Agamennone, di cui dice che era: Re buono, e valoroso soldato.

8,16:Entrando nella mia casa ec. Tornando a casa per respirare dai tumultuosi affari della repubblica.

8,18:Io andava attorno ec. Dimostra l'ardentissimo desiderio di trovare e di possedere la sapienza.

8,19:Fanciullo ingegnoso. Ottimamente formato e disposto dalla natura a far acquisto della sapienza. Ed ebbi in sorte un'anima buona. Ebbi non per merito, ma per puro dono di Dio, un'anima buona, cioè una buona indole derivante da ottimo temperamento del corpo; questa felice disposizione naturale al bene, dice che la ebbe in sorte, cioè per mera gratuita beneficenza di Dio.

8,20:Ed essendo io più buono ec. E crescendo io di giorno in giorno in bontà e nell'amore della sapienza, ottenni anche di avere la mondezza del corpo e il dono di castità. Sendo dotato da Dio di buona indole fin da fanciullo, e mediante la buona educazione fortificandosi in me l'in clinazione al bene, tanto più fui disposto a conservare la castità.

8,21:E tosto ch'io seppi, com'io non potea esser continente. Il Greco si traduce: E veggendo, ch'io non potea esser posseditore (della sapienza). E nello stesso senso, la voce latina continens è usata Eutim. cap. XV. vers. I., e cap. VI. 28.: contuttociò e i Padri latini e molti Interpreti intendendo qui indicato il dono particolare della castità, ho voluto ritenere la stessa voce nella traduzione per non allontanarmi da tal sentimento, a cui dà non poca verisimiglianza quello, che è detto nel precedente versetto; al che si arroge eziandio, che la sapienza comprende anche la castità.
Ed era effetto di sapienza ec. S. Agostino ep. 143.: Dio non solamente colla sua grazia ci aiuta, perchè con amore facciamo quello, che abbiamo apparato, ma ci aiuta eziandio, perchè quel che far si debba appariamo: onde nissuno può essere continente, se Dio non li concede tal grazia, e non può nemmeno sapere questo stesso, vale dire, che per essere continente sia necessaria la grazia di Dio.

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