Scrutatio

Martedi, 7 maggio 2024 - Santa Flavia ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 10


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BIBBIA MARTINIDIODATI
1 L'anno cento sessanta Alessandro figliuolo di Antioco soprannominato l'illustre andò ad occupar Tolemaide,e vi fù accolto, e ivi cominciò a regnare.
2 La qual cosa avendo udito il re Demetrio raunó un grande esercito, e si avanzò per venir con lui a battaglia.
3 E Demetrio scrisse a Gionata con espressioni di affetto, e dandogli molte lodi.
4 Perocchè egli diceva: Facciasi tosto pace con lui prima, che egli la faccia con Alessandro in nostro danno:
5 Perocchè egli si ricorderà del male, che abbiam fallo a lui e al suo fratello e alla sua nazione.
6 E gli dava autorità di metter insieme un esercito, e di fabbricare armi, e lo faceva suo confederato, e comandava, che gli fosser rimessi gli ostaggi, che erano nella cittadella.
7 E Gionata andò a Gerusalemme, e lesse la lettera alla presenza di tutto il popolo e di quelli che eran nella cittadella.
8 E questi si intimorirono grandemente insentendo, come il re gli dava potestà di metter insieme un esercito.
9 E furon rimessi gli ostaggi a Gionata, ed ei li rendette ai lor genitori:
10 E Gionata fissò la sua abitazione in Gerusalemme, e cominciò a rifabbricare e ristorar la città:
11 E disse a quelli, che soprintendevano ai lavori, che facessero una muraglia di pietra quadra attorno al monte di Sion per fortificarlo; e così fecero.
12 Ma gli stranieri, che stavano nelle fortezze fabbricate da Bacchide si fuggirono:
13 E abbandonati i loro posti se n'andò ciascheduno al suo paese:
14 Solamente in Bethsura rimasero alcuni di quelli che aveano abbandonata la legge e i precetti di Dio; essendo colà il loro rifugio.
15 Ma il re Alessandro avendo sapute le promesse fatte a Gionala da Demetrio, ed essendogli state raccontate le battaglie e le azioni gloriose di lui e de' suoi fratelli, e in quanti travagli si erano trovati,
16 Disse: Si può egli trovare uomo simile a questo? Or noi facciamcelo amico e confederato.
17 E scrisse, e mandò a lui una lettera di questo tenore:
18 Il re Alessandro al fratello Gionata, salute.
19 Abbiamo saputo, che tu se' un uomo di valore, e degno della nostra amicizia.
20 Ora noi li facciamo oggi sommo Sacerdote di tua nazione, e vogliamo, che tu abbi il titolo di Amico del re, e sii unito di interessi con noi, e serbi a noi amicizia. E mandogli la veste di porpora e la corona di oro.
21 E Gionata si vestì della stola santa l'anno cento sessanta il settimo mese nel di solenne de' Tabernacoli, e raunò l'esercito, e fece fabbricare gran quantità di armi.
22 Delle quali cose informato Demetrio se ne afflisse moltissimo, e disse:
23 Che abbiam noi fatto? Alessandro ci ha prevenuti in aequistarsi l'amicizia dei Giudei per fortificarsi.
24 Scriverò io pure ad essi, pregandoli, e offerendo lora dignità e doni, affinché sieno in mio aiuto.
25 E scrisse loro in questi termini: Il re Demetrio alla nazione de' Giudei, salute:
26 Abbiam sentito come voi avete mantenuta l'alleanza, e siete stati costanti nella nostra amicizia, e non vi siete collegati coi nostri nemici, e ne abbiamo avuto piacere.
27 Perseverate adunque in serbare la fede a noi, e vi renderemo mercede di quel che avete fatto in pro nostro.
28 E vi condoneremo molte gravezze, e vi concederemo delle grazie.
29 E fin d'adesso io assolvo voi e tutti Giudei da' tributi, e vi rimetto il prezzo del sale, le corone e la terza parte del seme:
30 E la metà de' frutti delle piante, che mi appartiene, la rilascio a voi da questo di in poi, onde non si esiga più dalla terra di Giuda, né dalle tre città unite ad essa nella Samaria e nella Galilea da questi oggi per tutto il tempo avvenire:
31 E Gerusalemme sia santa e libera col suo territorio, e sue sieno le decime e i tributi.
32 Rimetto eziandio nelle vostre mani la cittadella, che è in Gerusalemme, e la consegno al sommo Sacerdote, affinché deputi chi a lui piacerà a custodirla.
33 E a tutti i Giudei menati schiavi dalla terra di Giuda in qualunque parte del mio regno si trovino, rendo gratuitamente la libertà, esentandogli tutti da' tributi anche dei loro bestiami.
34 E tutti i giorni solenni e i sabati e i noviluni e le feste comandate e i tre giorni prima di un dì solenne e i tre dì seguenti sieno giorni di immunità e di libertà per tutti i Giudei, che sono nel mio regno.
35 E nissuno potrà agire contro di essi, o chiamargli in giudizio per qualsisia ragione;
36 E sieno arrolati nell'esercito del re fino a trenta mila Giudei, e saranno trattati, come lo sono le milizie del re, e da essi se ne sceglierà un numero, che staranno nelle fortezze del gran re:
37 E tra questi si prenderanno delle persone, alle quali affidare i negozii del regno, che esigono gran fedeltà. E i loro capi sieno della loro nazione, e osservino le loro leggi, come il re ha ordinato pel paese di Giuda.
38 E le tre città della provincia di Samaria incorporate nella Giudea, sieno riputate della Giudea, onde abbiano un solo capo, e da altri non dependano fuori che dal sommo Sacerdote.
39 Tolemaide col suo territorio io l'ho donata al santuario, che è in Gerusalemme, per lo mantenimento del santuario.
40 E fo dono di quindici mila sicli d'argento per ciaschedun anno sopra i diritti reali, che a me spettano:
41 E tutto quello, che è restato indietro, e non è stato pagato da' (miei) amministratori negli anni passati, si dia da qui in poi per le riparazioni della casa (del Signore).
42 E oltre a ciò i cinque mila sicli d'argento, che quelli riscotevano ogni anno per conto del santuario, anche questi spettino ai sacerdoti, che esercitano le funzioni del ministero.
43 E tutti quelli che si rifugiano nel tempio, che è in Gerusalemme e nelle sue adiacenze, e son debitori del re per qualsivoglia titolo, sieno sicuri, e godano liberamente di tutti i beni, che hanno nel mio regno.
44 E per le fabbriche, o risarcimenti del santuario le spese si faranno a conto del re:
45 E per ristorare, e fortificare all'intorno le mura di Gerusalemme, e per le mura da alzarsi nella Giudea le spese anderanno a conto del re.
46 Or quando Gionata, e il popolo ebbero udite queste cose, non se ne fidarono, e non le accettarono; perocchè si ricordavano dei mali grandi, che egli avea fatti ad Israele, e came gli avea straziati malamente.
47 E si determinaronn di favorire Alessandro, perché egli era stato il primo a cercar da loro la pace, e gli dettero aiuto costantemente.
48 Or il re Alessandro messe insieme un grand'esercito, e mosse il campo contro Demetrio.
49 E i due re vennero a battaglia, e l'esercito di Demetrio fu messo in fuga; e Alessandro gli insegui, e diede loro addosso.
50 E rincrudì la zuffa grandemente fino al tramontare del sole, e Demetrio vi fu morto.
51 E il re Alessandro mandò ambasciatori a Tolomeo re di Egitto, perché gli dicessero a suo nome:
52 Io son rientrato nel mio regno, e seguo sul treno dei padri miei, ed ho ricuperati gli stati miei, ed ho vinto Demetrio, e ho ridotto a mia obbedienza i miei dominii,
53 E son venuto a battaglia con lui, ed egli è restato sconfitto da noi con tutto il suo esercito, e noi siamo assisi sul trono del regno occupato da lui.
54 Ora pertanto facciamo amicizia tra noi, e dammi per moglie la tua figliuola, e io sarò tuo genero, e farò a te e a lei doni degni di te.
55 E il re Tolomeo rispose, e disse: Felice quel giorno, in cui tu se' tornato nel paese de' padri tuoi, e ti se'assiso sul trono del loro regno.
56 Or io farò teca quello che tu hai scritto: ma vienimi incontro fino a Tolemaida, affinche' ci vediamo insieme, e io ti dia la sposa, come tu mi hai richiesto.
57 E Tolomeo si parti dall'Egitto con Cleopatra sua figliuola l'anno cento sessantadue, e andò a Tolemaida.
58 E il re Alessandro gli andò incontro, e quegli diede a lui Cleopatra sua figliuola, e furon fatte le nozze in Tolemaida, alla reale con gran magnificenza.
59 E il re Alessandro scrisse a Gionata, che andasse a trovarlo.
60 Ed egli andò con pompa a Tolemaida, e visitò i due re, e diede loro quantità di oro e di argento e doni, ed essi lo accolsero con gran favore.
61 Ma alcuni uomini pestilenziali, uomini iniqui d'Israele si unirono per portar querele contro di lui; ma il re non gli ascoltò.
62 E ordinò che Gionata si spogliasse delle sue vesti, e fosse rivestito di porpora, e cosi fu fatto; e il re lo fece sedere accanto a sé.
63 E disse ai suoi grandi: Andate con lui nel mezzo della città, e fate bandire, che nissuno porti querela contro di lui per nissun titolo, né lo inquieti per qualunque cosa si sia.
64 Or quando gli accusatori ebber veduto com'egli era onorato, e quello che si era bandito, e com' egli era vestito di porpora, se ne fuggiron tutti:
65 E il re gli fece grandi onori, e lo messe tra' suoi amici primarj, e lo fece capitano di eserciti, e lo mise a parte del principato.
66 E Gionata se ne tornò in pace e allegramente a Gerusalemme.
67 L'anno cento sessantacinque Demetrio figliuolo di Demetrio venne di Candia nel paese de' padri suoi.
68 E udito ciò il re Alessandro n'ebbe gran pena, e tornò ad Antiochia.
69 E il re Demetrio fece suo capitano Apollonio, il quale governava la Celesiria: ed egli, messo insieme un grand'esercito, si accostò a Jamnia, e mandò a dire a Gionata sommo Sacerdote:
70 Tu se' il solo, che ci fai resistenza, e io son messo in derisione e schernito, perché tu ti fai forte contro di noi sulle montagne.
71 Ora pertanto se tu hai fidanza nelle tue schiere scendi a noi alla pianura, e misuriamoci insieme; perocchè il valor militare è con me.
72 Domanda, e ti sarà detto chi io mi sia, e chi sien quelli che sono in mio aiuta, i quali dicono, che voi non potete reggervi in piedi in faccia a noi; perocche due volte furon messi in rotta i padri tuoi nel loro paese.
73 E adesso come potrei far testa alla cavalleria e ad un esercito cosi grande in una pianura, dove non e pietra, né masso, nè luogo dove fuggire?
74 Gionata udite le parole di Apollonio ne restò punto; e scelti diecimila uomini parti da Gerusalemme, e andogli incontro Simone suo fratello a soccorrerlo:
75 E posero il campo presso Joppe, e quelli della città gli chiuser le porte (perocche Joppe avea il presidio di Apollonio), ed egli l'assedio.
76 Ma intimoriti quelli che si trovavano nella città apersero a lui le porte, e Gionata occupò Joppe.
77 E inteso ciò Apollonio si avvicinò con tre mila cavalli e con gran moltitudine di fonti.
78 E si mosse come per andare verso Azoto, e subito si gettò alla pianura, perché avea un buon corpo di cavalleria, e in essa avea fidanza. E Gionata gli tenne dietro verso Azoto, e attaccaron la mischia.
79 Or Apollonio avea lasciati nascosti nel campo mille cavalli dietro ai nemici.
80 E Gionata fu avvertito, che gli erano state tese insidie alle spalle; e i nemici circondarono la sua gente, e gettavan dardi sopra di essa dalla mattina sino alla sera.
81 E quegli stavan termi secondo il comando di Gionata; e i cavalli di coloro si stancarono.
82 Allora Simone spinse avanti il suo esercito, e diede addosso all'infanteria (perocche la cavalleria era spossata), e la ruppe e la mise in fuga.
83 E quelli che eran dispersi per la pianura, fuggirono ad Azoto, ed entrarono nella casa di Dagon loro idolo per salvarvisi.
84 Ma Gionata messe il fuoco ad Azoto, e nelle città circonvicine dopo averle saccheggiate, e bruciò il tempio di Dagon e tutti quelli che vi si eran rifugiati.
85 E tra morti di spada e bruciati furono circa otto mila.
86 E Gionata parti di colà, e si avvicinò ad Ascalon, e quelli della città gli andarono incontro facendogli grandi onori.
87 E tornò Gionata a Gerusalemme con la sua gente ricco di spoglie.
88 Or tali cose avendo udite il re Alessandro, volle onorare viepiù Gionata.
89 E mandogli la fibbia d'oro solita a darsi ai parenti de' re: e gli diede il dominio di Accaron e del suo territorio.