Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 8


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Giuda, udita in riputazione, e il valore de Romani, spedisce ambasciadori, e fa con essi alleanza per liberare col loro aiuto i Giudei dal giogo de' Greci. I Romani mandano a Giuda il decreto di alleanza inciso in tavole di bronzo, il quale è qui riferito.

1Allora Giuda ebbe contezza dei Romani, e come essi aveano gran possanza, e si prestavano a tutte quello che era lor domandato, e che con tutti quelli che si erano rivolti verso di loro avean fermato amicizia, e che erano grandemente potenti.2E senti parlare delle loro guerre e delle azioni grandi fatte da loro nella Galazia, di cui eransi renduti padroni, e l'avean soggettata al tributo:3E quanto grandi cose aveano operate nella Spagna, e come avean ridotta in lor potere quelle miniere d'argento e di oro, e avean conquistato tutto quel paese col consiglio e colla pazienza.4E aveano soggiogati dei paesi grandemente rimoti, e sconfitti de're, che si erano mossi contro di loro dagli ultimi confini del mondo, e gli aveano totalmente abbattuti: e che tutti gli altri pagavan ad essi tributo ogni anno:5E che avean vinto in battaglia e soggiogato Filippo e Perseo re de' Cethei, e gli altri che avean prese l'armi contro di loro:6E che Antioco il grande re di Asia, il quale era venuto a battaglia con essi, avendo cento venti elefanti e cavalleria e cocchi con un grandissimo esercito, era stato sconfitto da loro:7E come lo ebber vivo in loro potere, e gli ordinarono, che dovesse pagare egli, e i suoi successori nel regno un forte tributo, e desse ostaggi secondo il convenuto.8E il paese degl'Indiani e i Medi e i Lidi, ottime provincie, le quali conquistate da essi le donarono al re Eumene:9E come quelli, della Grecia fecer disegno di andare ad abbatterli, ed eglino lo seppero,10E mandarono contro di essi un condottiere, e venner con essi alle mani, e ne fecero strage, e si menarono in schiavitù le loro mogli e i figliuoli, e diedero il sacco al loro paese, e conquistare le loro terre, e gettaron per terra le loro mura, e li ridussero in servitù, come sono anche in oggi.11E come desolarono, e ridussero in lor potere gli altri regni e le isole, le quali una volta avean prese le armi contro di loro.12Ma col loro amici e con quelli che si fidavan di loro, mantenevan l'amicizia, e che si eran fatti padroni de' regni vicini e dei lontani, perché erano tumuli da tutti quelli, tra i quali giungeva la fama di essi:13E che regnavano quelli, a quali volevan dare aiuto per giungere al regno; e scacciavan dal trono quei, che volevano; e che si eran sommamente ingranditi.14E che con tutto questo nissuno portava il Diadema, né veste di porpora per grandeggiare.15E aveano formato un Senato, e ogni giorno consultavano trecento venti persone, le quali ponderavano gli affari del popolo per far fare quello che era conveniente.16E ogni anno conferiscono la loro magistratura ad un uomo, affinchè governi lo stato loro, e tutti obbediscano a un solo, e non v'è invidia, ne gelosia tra loro.17E Giuda elesse Eupolemo figliuolo di Giovanni, figliuolo di Giacobbe, e Giasone figliuolo di Eleazaro, e mandogli a Roma per fare amicizia, e confederazione con essi:18Affinché eglino li liberassero dal giogo dei Greci, perocche vedevano come questi riducevano in schiavitù il regna d'Israele.19E quelli fecero il viaggio di Roma, che era assai lungo, ed entrarono nella curia, e dissero:20Giuda Maccabeo e i suoi fratelli e il popolo Giudeo ci han mandati a voi a stabilire con voi confederazione e pace, e perché ci scriviate tra i confederati e amici vostri.21E quelli gradirono la proposizione.22Ed ecco il rescritto, che fu inciso in tavole di bronzo, e mandato a Gerusalemme, affinché ivi fosse pe' Giudei monumento di questa pace e confederazione.23Felicità ai Romani e alla nazione dei Giudei nel mare e sulla terra in eterno, e sia lungi da essi la spada e l'inimico.24Che se i Romani, o alcuno de' loro confederati in tutto il loro dominio, si troveranno i primi in guerra,25La nazione de' Giudei darà loro con pienezza di cuore soccorso, secondo che il tempo permetterà.26E ai combattenti non daranno, e non somministreranno i Romani nè armi, ne danaro, ne navi, che cosi è parato ai Romani; e quegli obbediranno loro senza riceverne soldo.27Parimente ancora se prima avverrà, che la nazione de' Giudei sia in guerra, i Romani la soccorreranno di buon cuore, secondo che il tempo ad essi il permetterà.28E agli aiuti non daranno i Giudei grano, armi, denaro, navi, che cosi è paruto ai Romani; e quegli obbediranno ad essi senza frode:29Questa è la convenzione de' Romani coi Giudei.30Che se in appresso o questi, o quelli brameranno o di aggiungere, o di levarne qualche cosa, lo faran di consenso scambievole, e sarà rato quello che aggiungeranno, o leveranno.31Oltre a ciò riguardo alle ingiurie fatte ad essi dal re Demetrio, gli abbiamo scritto in questi termini: Per qual motivo hai renduto più grave il tuo giogo ai Giudei amici e confederali nostri?32Se adunque eglino ricorreran di bel nuovo a noi, farem loro giustizia, e ti farem guerra per mare e per terra.

Note:

8,1:Allora Giuda ebbe contezza de' Romani, ec. Quello, che qui si dice in lode del popolo Romano lo avea sentito Giuda dalla pubblica fama; e bisogna confessare, che quello fu il tempo, la cui quella repubblica si trovava nell'auge maggiore di grandezza. Ella era insigne (dice L. Floro) per la pietà, per la schiettezza de' costumi e per la sua magnificenza. Si prestavano a tutto quello che era lor domandato. Si dichiaravano di buona voglia protettori di tutti i popoli oppressi dalla tirannide de' regnanti; annunzio dolcissimo per gli Ebrei, i quali da tanto tempo gemevano sotto il giogo de' successori di Alessandro.

8,2:E delle azioni grandi fatte da loro nella Galazia. I Galati per aver prestato aiuto ad Antioco nella guerra, in cui questi fu vinto da Scipione detto l'Asiatico, diedero occasione a Manlio Vulsoue console, di volgersi contro di loro l'anno seguente, e da lui furono vinte in due battaglie, e allora dovette essere imposto ad essi il tributo. Vedi Livio Lib. XXXVIII. È però da notarsi, che siccome il nome di Galazia significa presso de' Greci anche le Gallie, potrebbero perciò con queste parole essere indicate le conquiste de' Romani nella Gallia Narbonese.

8,3:E quante grandi cose avean operate nella Spagna. Nissun paese esercitò si lungamente le armi, e la costanza de' Romani, come la Spagna. Delle ricchissima miniere d'oro e d'argento, che si trovavano in gran numero in quel paese, parlano Plinio, Strabone e altri Scrittori.

8,4:E sconfitti de' re, ec. Pirro re degli Epiroti, Siface re della Numidia, Visidomaro della Gallia, i re dell'Asia, ec.

8,5:Re de' Cethei. de' Macedoni.

8,7:E come lo ebber vivo in loro potere, ec. Questa maniera di parlare congiunta con quello che segue, significa per quanto parmi non che Antioco restasse prigioniero de' Romani, ma che questo re il più grande di tutto l'oriente dovette in certo modo mettersi in loro potere, andando (come narra Polibio) a Lisimachia a trovare i legati Romani, da' quali fu imposto a lui di pagare un tributo di dodici mila talenti Euboici in dodici anni, oltre cinquecento talenti alla mano, e due mila cinquecento subito che il senato avesse confermata la pace. E fugli imposto ancora di dare ostaggi e altre dure condizioni. Del rimanente due cose voglionsi qui osservare; primo, che, in tutte quelle cose, che sono affermativamente narrate nella Scrittura, nissuno dee dubitare di preferire la testimonianza dello Spirito santo a qualunque altra umana testimonianza; secondo, in quello, che qui si racconta non come detto dalla Scrittura, ma come udito da Giuda e dal suoi per pubblica fama, se questa fama (di cui e proprio l'ingrandire le cose particolarmente lontane) non fosse stata del tutto esatta nelle sue relazioni, ognun vede, che non verrebbe perciò ad essere in verun modo intaccaa la perfettissima e schiettissima voracità della stessa Scrittura.
Secondo il convenuto. Ho creduto, che ciò debba riferirsi a quello, che era stato fissato col re riguardo al pagamento del denaro, e riguardo alla condizione ed età degli ostaggi. Vedi Livio, lib. XXXVIII. il Greco da un altro senso, perocchè in vece di convenuto, stabilito, legge, la divisione, e si intenderebbe della divisione del Regno di Antioco, del quale una parte fu a lui tolta e data dipoi ad Eumene re di Pergamo.

8,8:E il paese degli Indiani e i Medi e i Lidi, ec. Pel paese degl'indiani s'intende comunemente l'Ionia, e pei Medi s'intende la provincia della Misia; imperocchè e la Misia intera e gran parte dell'Ionia e della Lidia fu ceduta dai Romani ad Eumene finita la guerra con Antioco, come racconta minutamente Livio,lib. XXXVIII. Nissuno, che sia alcun poco esercitato nella lettura degli scrittori e antichi e moderni, si maraviglierà, che i nomi di paesi, di città, e simili, passando da una lingua a un'ultra soffrano alterazione, e mutamento anche maggiore di quello, che vedesi in questa luogo. Ed è ciò tanto meno da ammirarsi riguardo a uno storico Ebreo, nazione isolata per cosi dire, e separata per propria istituzione da tutte le altre, e la quale non dovea curar molto gli esterni avvenimenti, ne la storia di genti rimote.

8,9-10:E come quelli della Grecia, ec. Si parla qui degli Etoli, il pretore de' quali minacciò di portarla guerra in Italia, e sino a Roma. Furono soggiogati, e poco men che distrutti da M. Acilio.

8,14:E che con tutto questo ec. Con un impero si grande e si vasto conservavasi la Roma quella uguaglianza, che è il carattere di un popolo libero; onde ne erano sbandite le insegne reali, e nissun cittadino si alzava sopra l'altro; comandavano le leggi, e i magistrati creati dal popolo ne erano gli esecutori.

8,15:Trecento venti persone.Il numero de' senatori in questi tempi credesi, che fosse di trecento; ma aggiunti a questi, dieci tribuni, due consoli, due pretori, due questori e quattro edili, che aveano posto distinto nel senato, si avrà il numero di trecento venti persone, delle quali era composto il consiglio di Roma.

8,16:E ogni anno conferiscono la loro magistratura a un uomo. Ognun sa, che la suprema magistratura l'aveano in Roma i due consoli; ma siccome uno solo di essi alternativamente avea i Fasci consolari, segno della somma potestà, quindi in un certo senso poteva dirsi, che un solo uomo in Roma governasse la repubblica. Lo storico Livio dopo aver detto, che fu trasfusa ne' due consoli tutta la potestà de' regi, soggiunge: Ebbe si però anche quell'avvertenza, che non paresse raddoppiato il terrore, ove e l'uno e l'altro avessero i Fasci. Bruto di consentimento del collega fu il primo, che avesse i Fasci Lib. II. Ma l'unità del governo spiccava molto ne' paesi stranieri, dove vedeasi un solo capo, un solo console comandare gli eserciti, non essendo mai accaduto (se non nell'Italia, e in questa anche di rado) che ambedue i consoli facessero insieme nello stesso paese la guerra, e in tal caso ancora osservandosi, ch'e' comandavano un giorno per ciascheduno. In certe occasioni creavasi un dittatore, magistrato veramente supremo, perché non soggetto all'appellazione, come i consoli, da' quali poteva appellarsi al popolo. E non è impossibile, che in un paese rimoto come la Giudea corresse voce, che la dittatura fosse magistrato ordinario.

8,26:E a' combattenti non, daranno... i Romani. Ho aggiunto quest'ultima parola per necessario schiarimento. In questo luogo, e nel versetto 28. si stabilisce, che le truppe ausiliarie date dal Giudei a' Romani, e da' romani ai Giudei militeranno a loro proprie spese, senza ricevere nè soldo, ne vitto, ne navi pel toro trasporto.