Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

Apocalisse 14


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BIBBIA TINTORINOVA VULGATA
1 Poi guardai, e vidi l'Agnello che stava sul monte Sion e con lui cento quarantaquattro mila persone che avevan scritto in fronte il suo nome e quello del suo Padre.1 Et vidi: et ecce Agnus stans supra montem Sion, et cum illo centumquadraginta quattuor milia, habentes nomen eius et nomen Patris eius scriptum infrontibus suis.
2 E udii venir dal cielo un suono simile al rumore di molte acque e al rombo di gran tuono, e il suono che sentivo era come un concerto di arpisti che suonino i loro strumenti.2 Et audivi vocem de caelo tamquam vocem aquarum multarum ettamquam vocem tonitrui magni; et vox, quam audivi, sicut citharoedorumcitharizantium in citharis suis.
3 E cantavano come un cantico nuovo dinanzi al trono, dinanzi ai quattro animali e ai vegliardi, cantico che nessuno poteva imparare, se non quei centoquarantaquattromila riscattati dalla terra:3 Et cantant quasi canticum novum ante thronumet ante quattuor animalia et seniores. Et nemo poterat discere canticum, nisiilla centum quadraginta quattuor milia, qui empti sunt de terra.
4 quelli cioè che non si sono macchiati con donne, essendo vergini. Essi seguono l'Agnello dovunque vada; essi furon riscattati di fra gli uomini, primizie a Dio e all'Agnello;4 Hi sunt quicum mulieribus non sunt coinquinati, virgines enim sunt. Hi qui sequuntur Agnum,quocumque abierit. Hi empti sunt ex hominibus primitiae Deo et Agno;
5 nè fu trovata menzogna nella loro bocca; e sono senza macchia davanti al trono di Dio.5 et in oreipsorum non est inventum mendacium: sine macula sunt.
6 E vidi un altro Angelo che volava in mezzo al cielo, tenendo l'Evangelo eterno, per annunziarlo agli abitatori della terra, ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo.6 Et vidi alterum angelum volantem per medium caelum, habentem evangeliumaeternum, ut evangelizaret super sedentes in terra et super omnem gentem ettribum et linguam et populum;
7 E diceva a gran voce: Temete il Signore ed onoratelo, perchè è giunta l'ora del suo giudizio: adorate Colui che fece il cielo e la terra e il mare e le fonti dell'acqua.7 dicens magna voce: “ Timete Deum et date illigloriam, quia venit hora iudicii eius; et adorate eum, qui fecit caelum etterram et mare et fontes aquarum ”.
8 E un altro Angelo lo seguì, dicendo: E' caduta, è caduta la gran Babilonia, colei che ha fatto bere il vino del furore della sua fornicazione a tutte le genti.8 Et alius angelus secutus est dicens: “ Cecidit, cecidit Babylon illa magna,quae a vino irae fornicationis suae potionavit omnes gentes! ”.
9 E li seguì un terzo Angelo che diceva ad alta voce: Chi avrà adorato la bestia e l'imagine di lei e ne avrà ricevuta l'impronta in fronte o sulla mano,9 Et alius angelus tertius secutus est illos dicens voce magna: “ Si quisadoraverit bestiam et imaginem eius et acceperit characterem in fronte sua autin manu sua,
10 anche lui beverà del vino dell'ira di Dio, già mesciuto puro nel calice della sua collera, e sarà tormentato col fuoco e collo zolfo nel cospetto dei santi Angeli e in presenza dell'Agnello;10 et hic bibet de vino irae Dei, quod mixtum est mero in caliceirae ipsius, et cruciabitur igne et sulphure in conspectu angelorum sanctorum etante conspectum Agni.
11 e il fumo dei loro tormenti si alzerà nei secoli dei secoli; e non han riposo nè giorno, nè notte coloro che adoran la bestia e l'imagine di lei e chi avrà ricevuta l'impronta del nome di lei.11 Et fumus tormentorum eorum in saecula saeculorumascendit, nec habent requiem die ac nocte, qui adoraverunt bestiam et imaginemeius, et si quis acceperit characterem nominis eius ”.
12 Qui sta la pazienza dei santi, i quali osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù.12 Hic patientia sanctorum est, qui custodiunt mandata Dei et fidem Iesu.
13 E sentii una voce dal cielo che mi diceva: Scrivi: Beati i morti che muoiono nel Signore. Già fin d'ora dice lo Spirito che si riposino dalle loro fatiche, perchè le loro opere li accompagnano.13 Etaudivi vocem de caelo dicentem: “ Scribe: Beati mortui, qui in Dominomoriuntur amodo. Etiam, dicit Spiritus, ut requiescant a laboribus suis; operaenim illorum sequuntur illos ”.
14 E guardai: ed ecco una candida nuvola, e sopra la nuvola assiso uno simile al Figlio dell'uomo, con una corona d'oro in capo e una falce tagliente in mano.14 Et vidi: et ecce nubem candidam, et supranubem sedentem quasi Filium hominis, habentem super caput suum coronam auream etin manu sua falcem acutam.
15 Ed un altro Angelo uscì dal tempio, gridando con gran voce a colui che sedeva sopra la nuvola: Mena la tua falce e mieti, perchè è già l'ora di mietere, essendo secca la messe della terra.15 Et alter angelus exivit de templo clamans vocemagna ad sedentem super nubem: “ Mitte falcem tuam et mete, quia venit hora,ut metatur, quoniam aruit messis terrae ”.
16 E colui che stava seduto sulla nuvola menò in giro la sua falce sulla terra, e la terra fu mietuta.16 Et misit, qui sedebat supranubem, falcem suam in terram, et messa est terra.
17 E dal tempio che è nel cielo uscì un altro Angelo, tenendo in mano anche lui una falco tagliente.17 Et alius angelus exivit de templo, quod est in caelo, habens et ipse falcemacutam.
18 E dall'altare uscì un altro Angelo che aveva potere sul fuoco e con gran voco gridò a quello che aveva in mano la falce tagliente: Mena la tua falce tagliente e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perchè ne son mature le uve.18 Et alius angelus de altari, habens potestatem supra ignem, etclamavit voce magna ad eum, qui habebat falcem acutam, dicens: “ Mitte falcemtuam acutam et vindemia botros vineae terrae, quoniam maturae sunt uvae eius ”.
19 E l'Angelo, menando la falce tagliente sopra la terra, vendemmiò la vigna della terra e ne gettò le uve nel gran tino dell'ira di Dio.19 Et misit angelus falcem suam in terram et vindemiavit vineam terrae et misitin lacum irae Dei magnum.
20 E il tino fu pigiato fuori della città, e ne uscì tanto sangue da alzare fino alle briglie dei cavalli sopra mille seicento stadi.20 Et calcatus est lacus extra civitatem, et exivitsanguis de lacu usque ad frenos equorum per stadia mille sescenta.