Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Daniele 4


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Daniele spiega a Nabucodonosor il sogno dell'albero

1« Io Nabucodonosor vivevo tranquillo nella mia casa e glorioso nella mia reggia,2quando ebbi un sogno che mi spaventò, e i pensieri avuti nel mio letto e le visioni del mio capo mi turbarono.3Allora con mio decreto feci venire davanti a me tutti i sapienti di Babilonia, a darmi la spiegazione del mio sogno.4Venuti che furono gli indovini, i maghi, i Caldei e gli aruspici, esposi loro il mio sogno; ma essi non me ne dettero la spiegazione.5Finalmente venne al mio cospetto il collega Daniele, chiamato Baltassar dal nome del mio Dio e che ha in sè lo Spirito degli dèi santi. Davanti a lui esposi il mio sogno:6O Baltassar, principe degli indovini, io so bene che lo spirito degli dèi santi abita in te, e che nessun arcano t'è impenetrabile: esponimi adunque le visioni da me avute nei miei sogni e il loro significato.7Ecco la visione che io ebbi in testa nel mio letto. Io stava a guardare: ed ecco nel mezzo della terra un albero di eccessiva grandezza;8un albero grande e robusto; la sua cima toccava il cielo e faccvasi vedere dagli estremi confini di tutto il mondo;9le sue foglie erano bellissime, i suoi frutti eran senza numero, e v'era da mangiare per tutti; sotto l'albero stavano animali e fiere; sopra i suoi rami nidificavano gli uccelli dell'aria: ogni vivente aveva da esso il suo cibo.10Mentre io contemplavo nel mio letto questa visione del mio capo, ecco scendere dal cielo il Vigilante, il Santo,11e dire, gridando ad alta voce: « Tagliate l'albero, recidetene i rami, scotetene le foglie, disperdetene i frutti, fuggan le bestie dalla sua ombra, e gli uccelli dai suoi rami.12Però lasciate nella terra una punta delle sue radici. Sia legato con catene di ferro e di bronzo tra le erbe, all'aperto; sia bagnato dalla rugiada del cielo, e divida colle bestie l'erba dei campi.13Il suo cuore di uomo sia mutato in cuore di fiera e così passino sopra di lui sette tempi.14Per sentenza dei vigilanti e secondo il consiglio e la petizione dei santi è così stabilito finché i viventi non riconoscano che l'Altissimo ha domìnio sopra il regno degli uomini, ch'Egli donerà a chi vuole, fino a porre sopra di esso l'uomo più abbietto ».15Questo vidi in sogno io, re Nabucodonosor. Or tu, Baltassar, dammene subito la spiegazione, chè tutti i sapienti del mio regno non possono darmela, ma tu puoi, perchè lo spirito degli dèi santi è in te ».16Allora Daniele, chiamato Baltassar, stette sopra pensiero e in silenzio per quasi un'ora, turbato dai suoi pensieri. Ma il re prese a dire: « Baltassar, non ti dare pena del sogno e del suo significato ». Rispose Baltassar, dicendo: « Signor mio, questo sogno sia per quelli che ti voglion male, e la sua interpretazione per i tuoi nemici.17L'albero che tu hai veduto sublime e robusto, alto fino al cielo, e visibile per tutta la terra,18dai bellissimi rami, dai frutti senza numero, in cui v'era da mangiare per tutti, sotto il quale stavano le bestie del campo, mentre sopra i suoi rami nidificavano gli uccelli dell'aria,19sei tu, o re; tu sei divenuto grande e robusto, la tua grandezza è cresciuta, si è alzata fino al cielo, la tua potenza si è estesa fino alle ultime estremità della terra.20Riguardo all'avere il re veduto il Vigilante, il Santo, scendere dal cielo e dire: Tagliate l'albero, fatelo in pezzi, ma lasciate in terra una punta di sue radici e sia legato con ferro e bronzo, stia all'aperto sull'erba, sia bagnato dalla rugiada del cièlo, pascoli colle fiere, finché non sian passati sopra di lui sette tempi,21eccone la spiegazione: è sentenza dell'Altissimo, pronunziata contro il re mio Signore:22ti cacceranno dalla società, e tu starai colle bestie e colle fiere, qual bue mangerai il fieno, sarai bagnato dalla rugiada del cielo, e così passeranno sopra di te sette tempi finché non riconosca che l'Altissimo ha dominio sopra il regno degli uomini e lo dà a chi gli pare.23Ma siccome fu dato l'ordine di lasciare una punta delle radici dell'albero, il tuo regno resterà a te, quando avrai riconosciuto che il potere è dal cielo.24Per questo, o re, accetta il mio consiglio: redimi colle elemosine i tuoi peccati, e le tue iniquità con opere di misericordia verso i poveri: può essere che Dio perdoni i tuoi delitti ».

Avveramento del sogno

25Tutte queste cose avvennero al re Nabucodonosor.26Dodici mesi dopo, mentre passeggiava per la reggia di Babilonia,27il re prese a dire: « Non è questa la gran Babilonia da me edificata, come sede del mio regno, colla forza della mia potenza, collo splendore della mia gloria? »28Il re non aveva ancora finito di dire queste parole, quando una voce discese dal cielo: — Vien detto a te, o re Nabucodonosor: il tuo regno non sarà più tuo;29Ti cacceranno dalla società, starai colle bestie e colle fiere, qual bue mangerai il fieno; cosi passeranno sopra di te sette tempi, finché tu non riconosca che l'Altissimo ha dominio sopra il regno degli uomini, e lo dà a chi gli pare.30Sull'istante le parole furon compite sopra Nabucodonosor: cacciato dalla società, mangiò fieno qual bue, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, tanto che i suoi capelli, crescendo, divennero come le penne dell'aquila, e le sue unghie come gli artigli degli uccelli.31« Ma finito quel tempo, io Nabucodonosor alzai i miei occhi al cielo, e mi ritornò la ragione. Allora benedissi l'Altissimo, e lodai e glorificai colui che vive in eterno: la sua potenza è eterna; il regno di lui si estende a tutte le generazioni.32Tutti gli abitatori della terra son davanti a lui un niente. Egli dispone a suo beneplacito tanto delle potenze dei cieli, come degli abitatori della terra; e nessuno può resistere alla sua mano, e dirgli: — Perchè hai fatto questo? —33Nel medesimo tempo ritornò in me la mia ragione, ritornai nell'onore e nella magnificenza del regno, ritornai nel mio primo aspetto, i miei cortigiani e i miei magistrati mi ricercarono, fui rimesso nel mio regno, e la mia potenza fu ancor più accresciuta.34Ed ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto, glorifico il re del cielo, perchè le opere sue son rette, le sue vie son giuste, ed egli può umiliare i superbi ».