Scrutatio

Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA TINTORIBIBBIA RICCIOTTI
1 Vani son tutti gli uomini che non han cognizione di Dio, e dai beni visibili non han saputo co­ noscere colui che è, e dalla consi­derazione delle opere non han saputo conoscere chi ne fosse l'ar­tefice.1 - Vani [per natura] son tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio, e che dal beni visibili non sepper conoscere Colui che è, nè dalla considerazione delle opere riconobbero l'artefice.
2 Ma il fuoco, il vento e la mobile aria o il giro delle stelle o l'onda impetuosa, o il sole o la luna presero come dèi reggitori del mondo.2 Ma o il fuoco o il vento o l’aer mobile o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque o il sole e la luna credetter dèi, governatori del mondo,
3 Che se, rapiti dalla loro bellezza, li credettero dèi argomentino quanto più bello debba essere il loro Signore, es­sendo tutte queste cose fatte dall'autore della bellezza.3 Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dèi, sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore; giacché l'autore della bellezza creò tutte quelle cose.
4 Se poi sono colpiti dal loro potere e dalla loro influenza, da ciò dovreb­bero capire che chi l'ha fatte de­ve sorpassarle in potenza.4 Se furon colpiti invece dalla loro potenza ed energia, intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse.
5 Infatti dalla grandezza e dalla bel­lezza delle creature si può giun­gere a vedere in modo da ricono­scerlo il loro creatore.5 Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature si può conoscere, per analogia, il loro creatore.
6 Eppure questi sono i meno biasimevoli, perchè sbagliano per caso, ma cercano Dio e bramano di trovar­lo.6 Tuttavia un minor biasimo grava su costoro; perchè erran forse, cercando Dio e bramando trovarlo.
7 Mentre però lo cercano, in­vestigandone le opere, rimango­no presi da queste, perchè son belle e visibili,7 Occupandosi infatti delle sue opere essi fanno ricerche, e si lascian persuadere [dall’apparenza], poiché son belle le cose visibili.
8 però non sono scusabili,8 D'altra parte neppure essi non son da perdonare.
9 perchè se giunsero a saperne tanto da potersi fare un'i­dea dell'universo, come non tro­vare più facilmente il Signore di esso?9 Perchè se tanta scienza riuscirono ad avere, da poter scrutare il mondo, come mal, non trovaron più prontamente il Signore di esso?
10 Ma sciagurati, colla speran­za in cose morte, son quelli che danno il nome di dèi agli ogget­ti fatti dall'uomo, all'oro, all'ar­gento lavorato con arte, a ritrat­ti d'animali, ad un vil sasso ope­ra d'antica mano.10 Ma infelici sono e su cose morte fondan le loro speranze, quel che chiaman dèi le opere delle mani degli uomini, l'oro e l’argento lavorati con arte e raffiguranti animali, o un inutile sasso, opera di mano antica.
11 Ecco: un abile legnatolo sega nel bosco una dritta pianta, e, come si deve, ne toglie tutta la scorza; poi col­ la sua arte ne forma un mobile per gli usi della vita.11 Così, un mastro legnaiuolo, tagliato un albero ritto, ne rade intorno abilmente tutta la corteccia, e usando acconciamente dell’arte sua, un utile mobile ne forma per il servizio della vita;
12 Degli avanzi di tal lavoro ne usa per pre­pararsi da mangiare.12 gli avanzi poi del lavoro adopera a preparare il cibo [e sfamarsi];
13 L'avanzo poi di tutte queste cose, buono a nulla, pezzo di legno sbilenco e pieno di nodi, a tempo avanzato lo digrossa diligentemente, e, se­ condo le regole dell'arte sua, gli dà una figura: lo fa simile all'imagine d'un uomo,13 ma l’ultimo resto di essi, buono a nulla, un pezzo di legno torto e tutto nodi, [lo piglia e] lo scolpisce con cura nelle ore d’ozio, e con intelligenza d'arte gli dà figure, e lo fa rappresentare un uomo
14 oppure gli dà la figura di qualche animale. Poi lo tinge col minio e col bel­ letto fa rubicondo il suo colore, dopo averne coperta ogni maga­gna.14 o rassomigliare a qualche [vile] animale, dandogli una mano di minio e arrossando con belletto la sua pelle, e facendo scomparir con la tinta ogni macchia;
15 In seguito gli fa un'edico­ la conveniente, lo mette al muro e ve lo assicura con un ferro;15 e preparatagli una degna dimora, lo affigge alla parete, assicurandolo con ferro.
16 cosi perchè non caschi si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da se stesso, perchè è una statua ed ha bisogno d'aiuto.16 Perchè [cioè] non cada si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da sè, poiché altro non è che un'immagine e ha bisogno d’aiuto.
17 E poi a lui fa voti e lo consulta sui suoi beni, sui suoi figli, sui ma­trimoni, e non si vergogna di par­lare ad un oggetto inanimato.17 Ma pregando per le sue sostanze, per i suoi figliuoli, per i suoi matrimoni, non si vergogna di rivolger la parola a quella cosa senz’anima.
18 Per la sanità prega un infer­mo, per la vita si raccomanda ad un morto, e chiama in suo aiu­to uno che non è buono a nulla.18 E per [ottener] la sanità invoca ciò ch'è privo di forza, e per la vita Implora un morto; e per aiuto supplica un impotente,
19 Per fare un viaggio si racco­manda a chi non può muoversi, per fare acquisti o lavori e pel felice esito di qualsiasi cosa si raccomanda a chi non è buono a niente.19 e per un viaggio si raccomanda a ciò che neppur può servirsi de, piedi; e per il guadagno, le imprese, il buon successo d’ogni cosa, chiede [capacità] a quanto v’ha di più inerte.