Scrutatio

Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA TINTORIBIBBIA CEI 2008
1 Vani son tutti gli uomini che non han cognizione di Dio, e dai beni visibili non han saputo co­ noscere colui che è, e dalla consi­derazione delle opere non han saputo conoscere chi ne fosse l'ar­tefice.1 Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell’ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice.
2 Ma il fuoco, il vento e la mobile aria o il giro delle stelle o l'onda impetuosa, o il sole o la luna presero come dèi reggitori del mondo.2 Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce,
la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
3 Che se, rapiti dalla loro bellezza, li credettero dèi argomentino quanto più bello debba essere il loro Signore, es­sendo tutte queste cose fatte dall'autore della bellezza.3 Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
4 Se poi sono colpiti dal loro potere e dalla loro influenza, da ciò dovreb­bero capire che chi l'ha fatte de­ve sorpassarle in potenza.4 Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia,
pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
5 Infatti dalla grandezza e dalla bel­lezza delle creature si può giun­gere a vedere in modo da ricono­scerlo il loro creatore.5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si contempla il loro autore.
6 Eppure questi sono i meno biasimevoli, perchè sbagliano per caso, ma cercano Dio e bramano di trovar­lo.6 Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare.
7 Mentre però lo cercano, in­vestigandone le opere, rimango­no presi da queste, perchè son belle e visibili,7 Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall’apparenza
perché le cose viste sono belle.
8 però non sono scusabili,8 Neppure costoro però sono scusabili,
9 perchè se giunsero a saperne tanto da potersi fare un'i­dea dell'universo, come non tro­vare più facilmente il Signore di esso?9 perché, se sono riusciti a conoscere tanto
da poter esplorare il mondo,
come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?
10 Ma sciagurati, colla speran­za in cose morte, son quelli che danno il nome di dèi agli ogget­ti fatti dall'uomo, all'oro, all'ar­gento lavorato con arte, a ritrat­ti d'animali, ad un vil sasso ope­ra d'antica mano.10 Infelici anche coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi le opere di mani d’uomo,
oro e argento, lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
11 Ecco: un abile legnatolo sega nel bosco una dritta pianta, e, come si deve, ne toglie tutta la scorza; poi col­ la sua arte ne forma un mobile per gli usi della vita.11 Ecco un falegname:
dopo aver segato un albero maneggevole,
ha tagliato facilmente tutta la corteccia intorno
e, avendolo lavorato abilmente,
ha preparato un oggetto utile alle necessità della vita;
12 Degli avanzi di tal lavoro ne usa per pre­pararsi da mangiare.12 raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e saziarsi.
13 L'avanzo poi di tutte queste cose, buono a nulla, pezzo di legno sbilenco e pieno di nodi, a tempo avanzato lo digrossa diligentemente, e, se­ condo le regole dell'arte sua, gli dà una figura: lo fa simile all'imagine d'un uomo,13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno contorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
con l’abilità dei momenti di riposo gli dà una forma,
lo fa simile a un’immagine umana
14 oppure gli dà la figura di qualche animale. Poi lo tinge col minio e col bel­ letto fa rubicondo il suo colore, dopo averne coperta ogni maga­gna.14 oppure a quella di un animale spregevole.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
15 In seguito gli fa un'edico­ la conveniente, lo mette al muro e ve lo assicura con un ferro;15 quindi, preparatagli una degna dimora,
lo colloca sul muro, fissandolo con un chiodo.
16 cosi perchè non caschi si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da se stesso, perchè è una statua ed ha bisogno d'aiuto.16 Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
infatti è solo un’immagine e ha bisogno di aiuto.
17 E poi a lui fa voti e lo consulta sui suoi beni, sui suoi figli, sui ma­trimoni, e non si vergogna di par­lare ad un oggetto inanimato.17 Quando prega per i suoi beni, per le nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell’oggetto inanimato,
e per la sua salute invoca un essere debole,
18 Per la sanità prega un infer­mo, per la vita si raccomanda ad un morto, e chiama in suo aiu­to uno che non è buono a nulla.18 per la sua vita prega una cosa morta,
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio uno che non può usare i suoi piedi;
19 Per fare un viaggio si racco­manda a chi non può muoversi, per fare acquisti o lavori e pel felice esito di qualsiasi cosa si raccomanda a chi non è buono a niente.19 per un guadagno, un lavoro e un successo negli affari,
chiede abilità a uno che è il più inabile con le mani.