Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 12


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA CEI 2008
1 - Conchiusi questi patti, Lisia, ritornò ai re, ed i Giudei attèndevano a coltivare i loro campi.1 Conclusi questi accordi, Lisia ritornò presso il re; i Giudei invece si diedero a coltivare la terra.
2 Ma quelli [de' Siri] che eran rimasti, Timoteo ed Apollonio figlio di Genneo, come anche Girolamo e Demofonte, ed inoltre Nicanore prefetto di Cipro, non li lasciavano stare tranquilli ed in pace.2 Ma alcuni dei comandanti dei distretti, e precisamente Timòteo e Apollònio, figlio di Genneo, Girolamo e Demofonte e, oltre questi, Nicànore, il comandante dei mercenari di Cipro, non li lasciavano tranquilli né vivere in pace.
3 Quelli poi di Joppe commisero questa scelleratezza: invitarono i Giudei che abitavano con loro a salire su delle barche da essi preparate, con le mogli ed i figli, come se con loro non vi fosse inimicizia alcuna.3 Gli abitanti di Giaffa perpetrarono un’empietà di questo genere: invitarono i Giudei che abitavano con loro a salire con le mogli e con i figli su barche allestite da loro, come se non ci fosse alcuna cattiva intenzione a loro riguardo,
4 I Giudei, così invitati per decreto di tutta la città, acconsentirono, non avendo alcun sospetto, e per amor di pace; ma quando furono al largo, quelli ne annegarono non meno di duecento.4 ma fosse un’iniziativa di tutta la cittadinanza. Essi accettarono, desiderosi di rinsaldare la pace, e lontani da ogni sospetto. Ma quando furono al largo, li fecero affondare in numero non inferiore a duecento.
5 Quando Giuda seppe di questa crudeltà fatta ad uomini della sua nazione, dette gli ordini a' suoi soldati, e, invocato Dio giusto giudice,5 Quando Giuda fu informato di questa crudeltà compiuta contro i suoi connazionali, diede ordini ai suoi uomini
6 piombò sugli uccisori de' suoi fratelli, e di notte mise fuoco al forte, incendiò le barche, e finì con la spada quelli che sfuggirono all'incendio.6 e, invocando Dio, giusto giudice, mosse contro gli assassini dei suoi fratelli e nella notte incendiò il porto, bruciò le navi e uccise di spada quanti vi si erano rifugiati.
7 Dopo questo, se ne partì con l’intenzione di tornare di nuovo, e sterminare tutti i Joppiti.7 Poi, dato che il luogo era sbarrato, abbandonò l’impresa con l’idea di tornare un’altra volta e di estirpare tutta la cittadinanza di Giaffa.
8 Ma avendo saputo che anche quelli di Jamnia macchinavano di far altrettanto con quei Giudei che abitavan fra loro,8 Avendo poi appreso che anche i cittadini di Iàmnia volevano usare lo stesso sistema con i Giudei che abitavano con loro,
9 sorprese nella notte anche i Jamnlti, ed incendiò il porto con le navi, sicché il chiarore delle fiamme si vedeva da Gerusalemme, a duecentoquaranta stadii.9 piombando di notte sui cittadini di Iàmnia, incendiò il porto con la flotta, così che si vedeva il bagliore delle fiamme fino a Gerusalemme, che è distante duecentoquaranta stadi.
10 Di lì, incamminatosi contro Timoteo, fatti che ebbe nove stadii, lo assalirono cinquemila fanti e cinquecento cavalieri Arabi.10 Quando si furono allontanati di là per nove stadi, mentre marciavano contro Timòteo, non meno di cinquemila Arabi con cinquecento cavalieri irruppero contro Giuda.
11 Dopo un accanito combattimento ben riuscito con l’aiuto di Dio, i superstiti Arabi vinti chiedevano a Giuda che facesse pace con loro, promettendo di dargli armenti, e di aiutarlo in altra maniera.11 Ne nacque una zuffa furiosa, ma gli uomini di Giuda, con l’aiuto di Dio, ebbero la meglio. I nomadi invece, sopraffatti, supplicarono Giuda che desse loro la destra, promettendo di cedergli bestiame e di aiutarlo in tutto il resto.
12 Giuda, pertanto, giudicando che potessero davvero essergli utili in molte cose, promise la pace, e quelli, ricevutala, tornarono alle loro tende.12 Giuda, prevedendo che gli sarebbero stati veramente utili in molte cose, acconsentì a fare la pace con loro ed essi, strette le destre, tornarono alle loro tende.
13 Assalì anche una città fortificata, guarnita intorno di ponti, e di mura, abitata da gente di diverse nazioni, chiamata Casfin.13 Attaccò anche una città difesa da contrafforti, circondata da mura e abitata da gente d’ogni stirpe, chiamata Casfin.
14 Ma quelli che vi erano dentro, fidandosi della solidità delle mura, e delle provviste di vettovaglie, sì difendevano fiaccamente, ricoprendo Giuda d’Ingiurie, bestemmiando, e dicendo cose da non ripetersi.14 Quelli di dentro, sicuri della solidità delle mura e delle riserve di viveri, si mostravano insolenti con gli uomini di Giuda, insultandoli e anche bestemmiando e pronunciando frasi che non è lecito riferire.
15 Laonde il Maccabeo, invocato il grande Signore del mondo, che senza arieti e macchine a tempo di Giosuè aveva abbattuto Gerico, irruppe furiosamente contro le mura,15 Ma gli uomini di Giuda, invocato il grande Signore dell’universo, il quale senza arieti e senza macchine ingegnose aveva fatto cadere Gerico al tempo di Giosuè, assalirono furiosamente le mura.
16 e presa per volontà di Dio la città vi fece immensa strage, così che il vicino stagno, largo due stadii, pareva scorrere del sangue degli uccisi16 Presa la città per volere di Dio, fecero innumerevoli stragi, cosicché il lago adiacente, largo due stadi, sembrava pieno del sangue che vi colava dentro.
17 Di lì proseguirono per settecentocinquanta stadii, e vennero in Caraca, a que' Giudei che son detti Tubianel.17 Allontanatisi di là settecentocinquanta stadi, giunsero a Càraca, presso i Giudei chiamati Tubiani;
18 Ma non trovarono in que' luoghi Timoteo, il quale, senza nulla aver concluso, se n’era venuto via, lasciando in un certo luogo una fortissima guarnigione.18 da quelle parti però non trovarono Timòteo, il quale era già partito dalla zona, senza avere intrapreso alcuna azione, ma lasciando in un certo luogo un presidio molto forte.
19 Ora, Dositeo e Sosipatro, capitani al seguito del Maccabeo, uccisero diecimila di quelli lasciati a guardia da Timoteo.19 Dositeo e Sosìpatro, due capitani del Maccabeo, in una sortita sterminarono gli uomini di Timòteo lasciati nella fortezza, che erano più di diecimila.
20 Ed il Maccabeo, messi in ordine intorno a sè seimila uomini, e divisili in coorti, proseguì incontro a Timoteo che aveva seco centoventimila fanti e duemllacinquecento cavalieri.20 Il Maccabeo ordinò il suo esercito dividendolo in reparti, pose costoro al comando dei reparti e mosse contro Timòteo, il quale aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri.
21 Quando seppe della venuta di Giuda, Timoteo mandò avanti le donne, i ragazzi, ed il rimanente bagaglio in una fortezza chiamata Carnion, la quale era inespugnabile e di difficile accesso per la ristrettezza dei passi.21 Quando Timòteo seppe dell’arrivo di Giuda, mandò avanti le donne, i fanciulli e tutto il bagaglio nel luogo chiamato Kàrnion: era questa una posizione inespugnabile e inaccessibile per la strettezza di tutti i passaggi.
22 Ma quando la prima coorte di Giuda si mostrò, i nemici furon presi da spavento per la presenza di Dio che tutto vede, e furon messi in fuga gli uni dagli altri, così che venivan travolti da loro medesimi, e colpiti dalle spade del compagni.22 All’apparire del primo reparto di Giuda, si diffuse tra i nemici il panico e il terrore, perché si verificò contro di loro l’apparizione di colui che dall’alto tutto vede, e perciò cominciarono a fuggire precipitandosi chi da una parte chi dall’altra, cosicché spesso erano colpiti dai propri compagni e trafitti dalle punte delle loro spade.
23 Giuda poi vigorosamente li inseguiva ; per far punizione di quei pagani, de' quali ne uccise trentamila.23 Giuda li inseguì con ogni energia, trafiggendo quegli scellerati e uccidendone circa trentamila.
24 Lo stesso Timoteo cadde nelle mani di quelli di Dositeo e di Sosipatro, e con molte preghiere si raccomandava d'esser rimandato vivo, perchè aveva in suo potere molti, genitori e fratelli de’ Giudei che alla sua morte verrebbero maltrattati.24 Lo stesso Timòteo, caduto in mano agli uomini di Dositeo e Sosìpatro, supplicava con molta astuzia di essere rilasciato sano e salvo, perché tratteneva come ostaggi i genitori di molti di loro e di altri i fratelli, ai quali sarebbe capitato di essere trattati senza riguardo.
25 Avendo egli dato fede che li restituirebbe secondo il patto, lo rilasciarono incolume per la salvezza de’ fratelli.25 Avendo egli con molti discorsi prestato solenne promessa di restituire incolumi gli ostaggi, lo lasciarono libero per la salvezza dei propri fratelli.
26 Giuda poi assalì Camion, uccidendovi ventlcinquemila uomini.26 Giuda mosse poi contro Kàrnion e l’Atargatèo e uccise venticinquemila uomini.
27 Dopo aver messi in fuga ed uccisi quelli, mosse l’esercito contro Efron, piazza forte, dove abitava una popolazione di genti diverse, e forti giovani a difesa delle mura tenevano testa accanitamente. Ivi anche erano macchine molte, e gran quantità di dardi.27 Dopo la sconfitta e lo sterminio di questi, marciò contro la fortezza di Efron, nella quale si trovava Lisia con una moltitudine di gente di ogni razza. Davanti alle mura erano schierati i giovani più forti, che combattevano vigorosamente, mentre nella città stavano pronte molte riserve di macchine e di proiettili.
28 Ma [i Giudei], Invocato l’Onnipotente che con la sua potenza spezza le forze de' nemici, presero la città, e, di quelli che v’eran dentro, ne abbatterono ventlcinquemila.28 Ma, invocato il Signore che con potenza distrugge le forze dei nemici, fecero cadere la città nelle proprie mani e uccisero venticinquemila di coloro che vi stavano dentro.
29 Di lì, marciarono sulla città degli Sciti, distante da Gerusalemme seicento stadii.29 Partiti di là, mossero contro Scitòpoli, che dista seicento stadi da Gerusalemme.
30 Ma siccome i Giudei dimoranti in Scitopoli attestavano d’esser stati benignamente trattati da quelli abitanti, i quali, anche nei tempi della calamità si erano condotti con loro con moderazione,30 Ma poiché i Giudei che vi abitavano testimoniarono che i cittadini di Scitòpoli avevano dimostrato loro benevolenza e buona comprensione nel tempo della sventura,
31 li ringraziarono, esortandoli ad esser anche per l’avvenire benevoli alla loro gente; indi vennero a Gerusalemme, essendo vicino il giorno solenne delle Settimane.31 li ringraziarono e li esortarono a essere ben disposti anche in seguito verso il loro popolo. Poi raggiunsero Gerusalemme; era già vicina la festa delle Settimane.
32 Fatta la Pentecoste, mossero contro Gorgia condottiere degl’Idumei,32 Dopo questa festa, chiamata Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell’Idumea.
33 il quale s’era avanzato con tremila fanti e quattrocento cavalieri.33 Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri.
34 Venuti alle mani, caddero alcuni pochi Giudei;34 Si schierarono in combattimento; cadde però un piccolo numero di Giudei.
35 ed un certo Dositeo, cavaliere di quei di Bacenore, uomo valoroso, aveva preso Gorgia, e voleva farlo prigioniero; ma un cavaliere dei Traci gli fu addosso e gli tagliò il braccio, e così Gorgia fuggì in Maresa.35 Un certo Dositeo, valoroso cavaliere degli uomini di Bacènore, aveva afferrato Gorgia e lo teneva per il mantello, mentre lo trascinava con forza, poiché voleva prendere vivo quello scellerato; uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli il braccio e Gorgia poté fuggire a Maresà.
36 Quelli della coorte di Esdrin essendo stanchi dal lungo combattere, Giuda pregò il Signore che si facesse egli aiuto e capo della battaglia,36 Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia.
37 ed intonati degl' inni nella lingua nazionale, e levato un grido, mise in fuga i soldati di Gorgia.37 Poi, intonato nella lingua dei padri il grido di guerra accompagnato da inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga.
38 Messo allora insieme il suo esercito, venne Giuda nella città di Odollam, e sopravvenendo il giorno settimo, ivi si purificarono secondo la legge, e celebrarono il sabato.38 Giuda poi radunò l’esercito e venne alla città di Odollàm; poiché stava per iniziare il settimo giorno, si purificarono secondo l’uso e vi passarono il sabato.
39 Il giorno di poi venne co’ suoi Giuda, per prendere i corpi degli uccisi, e porli co’ loro padri ne' sepolcri paterni,39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri dei caduti per deporli con i loro parenti nei sepolcri dei loro padri.
40 Ora, sotto le tuniche dei morti trovarono degli oggetti idolatrici, presi già in Janima, proibiti ai Giudei dalla legge. Fu dunque a tutti manifesto che per cagione di questo eran essi caduti.40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iàmnia, che la legge proibisce ai Giudei. Così fu a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti.
41 Tutti allora benedissero il giusto giudizio del Signore che aveva palesate le cose occulte,41 Perciò tutti, benedicendo Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte,
42 e messisi in orazione pregarono perchè il peccato da quelli commesso fosse dimnticato. Ed il fortissimo uomo Giuda esortava il popolo a mantenersi senza peccato, avendo sott'occhio che cos’era accaduto per i peccati di quelli uccisi.42 si misero a pregare, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto a causa del peccato di quelli che erano caduti.
43 Fatta poi una colletta, mandò a Gerusalemme dodicimila dramme d’argento, perchè s’ofTrisse un sacrifizio per i peccati di que’ morti, bene e santamente pensando intorno alla resurrezione43 Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dracme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio per il peccato, compiendo così un’azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione.
44 (poiché, se non avesse sperato che quei caduti risorgerebbero, superfluo e vano parrebbe il pregare pel morti,44 Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti.
45 e perchè giudicava che a quelli i quali piamente avevan ricevuto la morte, sarebbe preparata una grande misericordia.45 Ma se egli pensava alla magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
46 È dunque santo e salutare il pensiero di pregar pei defunti, acciò siano sciolti da’ loro peccati.