Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 11


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Sconfitta di Lisia.

1- Ma poco tempo dopo, Lisia, tutore del re, suo parente, e preposto a' suoi negozi, furibondo per quel che era accaduto,2radunati ottomila uomini e tutta la cavalleria, veniva contro a' Giudei, pensandosi di prender la città e farne l’abitazione dei Gentili ;3di servirsi del tempio come fonte di guadagno al pari degli altri templi pagani, e di metter a prezzo ogni anno il sommo sacerdozio.4E niente pensando alla potenza di Dio, trasportato dall’orgoglio, fidava nella moltitudine de' suoi fanti, nelle migliaia di cavalieri, e negli ottanta elefanti.5Entrato dunque in Giudea, e giunto davanti a Betsura, posta in angusto luogo a cinque stadil di distanza da Gerusalemme, espugnò quella fortezza.6Quando il Maccabeo ed i suoi seppero che venivano espugnate fortezze, còn gemiti e lacrime pregavano lì Signore, essi e tutto il popolo, che mandasse un buon angelo a salvare Israele.7Ed egli stesso, il Maccabeo, per primo, prese le armi, esortava gli altri ad esporsi con lui al cimento, e portar aiuto ai loro fratelli.8Or mentre con animo risoluto avanzavano da Gerusalemme, apparve loro un cavaliere che li precedeva, in candida sopravveste, con armi d’oro, brandendo la lancia.9Allora, tutti ad una voce benedissero il misericordioso Signore, e s’inanimirono, pronti a superare non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci, e delle mura di ferro.10Andavano dunque con slancio, avendo dal cielo un aiuto, per la misericordia di Dio verso di loro.11Con impeto da leoni irrompendo contro i nemici, ne abbatterono undicimila fanti e milleseicento cavalieri;12tutti gli altri, poi, li misero in fuga; molti di loro feriti, gettate le armi, fuggirono; ed anche lo stesso Lisia non scampò che con un’ignobile fuga.13Allora, siccome egli non era uno stolto, ripensando fra sè all’umiliazione subita, e comprendendo che gli Ebrei erano invincibili perchè sorretti dall’aiuto dell’onnipotente Dio, mandò a loro,14promettendo che accorderebbe loro tutto quello che è giusto, e sospingerebbe il re ad esser loro amico.15Acconsentì il Maccabeo alla preghiera di Lisia, provvedendo a comune vantaggio; e tutto quello che egli chiese pel Giudei scrivendo a Lisia, il re lo concesse.16La lettera scritta a' Giudei da Lisia diceva così: « Lisia, al popolo de' Giudei, salute.17Giovanni ed Abesalom, mandati da voi a portarmi le vostre lettere, chiedevano,che lo facessi ciò che per loro mezzo mi fu esposto.18Pertanto, tutto quello che al re si poteva riferire, l'esposi; ed egli ha conceduto quello che le circostanze consentivano.19Se dunque negli affari vi manterrete fedeli, io cercherò di esservi favorevole anche per l’avvenire.20Dell’altre cose poi, ho dato commissione a loro ed a’ legati miei, di parlarne una per una a voce con voi.21Statevi bene. L’anno centoquarantotto, a dì ventiquattro del mese di Dloscoro ».22La lettera vpoi del re diceva così: «Il re Antioco, a Lisia fratello, salute.23Trasferito fra gli dèi il padre nostro, volendo noi che i nostri sudditi stiano tranquilli, cd attendano con cura alle loro faccende,24abbiamo saputo che i Giudei non si son piegati alla volontà del padre mio che passassero ai riti dei Greci, ma vogliono conservare le proprie istituzioni, e perciò domandano che concediamo loro di vivere secondo le loro leggi.25Volendo pertanto che anche questa nazione stia in pace, abbiamo giudicato e stabilito che sia loro restituito il tempio, acciò si governino secondo le consuetudini degli avi loro.26Farai dunque bene mandando legati a portar loro la pace, affinchè, conosciuto il nostro volere, siano contenti, e s’applichino al proprio bene ».27Ai Giudei poi il re scrisse così: « Il re Antioco, al senato dei Giudei, ed agli altri Giudei, salute.28Se state bene, è quel che vogliamo, ed anche noi stiamo bene.29È venuto a noi Menelao, a dirci che vorreste venire a visitare i vostri connazionali che sono con noi.30A quelli dunque che saranno in viaggio, sino ai trenta del mese di Xantico, diamo libertà di sicurezza.31Che i Giudei usino del cibi e delle leggi loro come per l'innanzi, e che nessuno di loro in verun modo riceva molestie per ciò che inavvertitamente avessero fatto.32Abbiamo mandato anche Menelao, a parlarvi.33Statevi bene. L'anno centoquarantotto, ai quindici del mese di Xantico ».34Anche i Romani mandarono una lettera del seguente tenore: « Quinto Memmio e Tito Manilio, legati de' Romani, al popolo del Giudei, salute.35Di ciò che Lisia parente del re v’ ha conceduto, conveniamo anche noi.36Di quelle cose poi delle quali giudicò dover riferire al re, conferitene fra voi maturamente, e mandateci subito qualcuno, acciò risolviamo quel che a voi conviene; perchè noi stiamo per andar in Antiochia.37Affrettatevi dunque a riscriverci affinchè sappiamo anche noi quali sono i vostri desiderii.38Statevi bene. L'anno centoquarantotto, ai quindici del mese di Xantico ».