Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Lettera di Giacomo 2


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1Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.2Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.3Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello»,4non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
6Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali?7Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?8Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene.9Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.10Poiché chiunque osservi tutta la Legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto;11infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della Legge.12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio.
14A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano16e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?17Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.18Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».19Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano!20Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore?21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare?22Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta.23E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio.24Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede.25Così anche Raab, la prostituta, non fu forse giustificata per le opere, perché aveva dato ospitalità agli esploratori e li aveva fatti ripartire per un’altra strada?26Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.

Note:

Gc 2,1:della gloria: cf. 1Cor 2,8+ .

Gc 2,2:vostra adunanza: alla lettera «sinagoga»: è l'unico passo del NT in cui l'assemblea cristiana è chiamata così (cf. Gc 5,14). Alcuni lo ritengono un indizio che Gc scriveva a giudei diventati cristiani.

Gc 2,5:ricchi con la fede: i poveri (Gc 1,9-10+) possiedono la vera ricchezza (cf. 1Cor 1,17-29).

Gc 2,7:invocato sopra di voi: nell'AT, il nome di Jahve, pronunziato su qualcuno richiamava su di lui la protezione divina (Am 9,12; Is 43,7; Ger 14.9). Nel NT l'unico mezzo di salvezza (At 2,21+) è il nome di Gesù. Altra traduzione: «il bel nome che voi portate».

Gc 2,13:giudizio: qui nel senso di condanna. Il giudicare appartiene solo a Dio, autore della legge (Gc 4,11-12; Gc 5,9 ; cf. Sal 9,9+). Egli ordina la pratica della legge (Gc 1,25; Gc 2,8), condensata nella misericordia.

Gc 2,14-26:Gli sviluppi precedenti sono chiariti con una esposizione di principio. L'uditore della parola deve esserne anche un esecutore (Gc 1,22-25 ; cf. Gc 4,11). Il punto di vista di Gc non è inconciliabile con quello difeso da Paolo (Rm 3,20-31; Rm 9,31 , Gal 2,16; Gal 3,2; Gal 3,5; Gal 3,11s; Fil 3,9). Ciò che questi respinge è il valore delle opere umane per meritare la salvezza senza la fede in Cristo. Una tale fiducia nello sforzo che l'uomo fa per rendersi giusto misconosce il fatto che egli è radicalmente peccatore (Rm 1,18-3,20; Gal 3,22) e rende vana la fede in Cristo (Gal 2,21 ; cf. Rm 1,16+). Ma anche Paolo ammette che, dopo aver ricevuto la giustificazione per pura grazia, la fede deve essere esercitata dalla carità (1Cor 13,2; Gal 5,6 ; cf. 1Ts 1,3; 2Ts 1,11; Fm 1,6) e occorre osservare veramente la legge (Rm 8,4), che per lui è la legge del Cristo e dello Spirito (Gal 6,2; Rm 8,2), la legge dell'amore (Rm 13,8-10; Gal 5,14). Ciascuno sarà giudicato secondo le sue opere (Rm 2,6+). Il pensiero di Giacomo, ivi compreso anche il suo riferimento alla storia di Abramo (vv 22-23), è però più vicino al giudaismo che quello di Paolo.

Gc 2,18:uno potrebbe dire: riferito all'interlocutore dei vv 14 e 16, che Gc ora considera a parte.

Gc 2,19:tremano: la ribellione dei demoni al vero Dio, che pure riconoscono (cf. Mc 1,24; Mc 1,34 , ecc.), non impedisce loro di temere la sua collera futura.

Gc 2,20:senza valore: volg. ha: «morta» (cf. vv 17 e 26).

Gc 2,21:nostro padre: la tradizione giudaica considerava Abramo come il giusto fedele a Dio (Sir 44,19-21+), amico di Dio (2Cr 20,7; Is 41,8), padre dei credenti (cf. Mt 3,8; Gv 8,39). Gc su questo punto si ricollega a Paolo (Rm 4,1; Rm 4,16).

Gc 2,22:Non diversamente da Paolo, Gc non considera la fede di Abramo come un'opera (Gen 15,6 ; citato nel v 23 Rm 4,3; Gal 3,6), ma insiste di più sulle opere che nascono dalla fede, dalla legge perfetta (Gc 1,25; Gc 2,8).

Gc 2,25:esploratori: una variante legge: «messaggeri» (cf. Eb 11,31). Il tema era popolare nel giudaismo.

Gc 2,26:è morta: i vv 17.20.24 trovano la conclusione nel paragone di un corpo privo del soffio vitale.