Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 12


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1Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti,2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo.4Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato5e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
6perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio.
7È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?8Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli!9Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere la vita?10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità.11Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
12Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche13e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
14Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore;15vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati.16Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura.17E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.
18Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta,19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.20Non potevano infatti sopportare quest’ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata.21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo.22Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa23e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti,24a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele.
25Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli.26La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo.27Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse.28Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore;29perché il nostro Dio è un fuoco divorante.

Note:

Eb 12,3:contro di sé: una variante ha: «contro loro stessi».

Eb 12,7:Alla luce della fede, le prove di questa vita fanno parte della pedagogia paterna di Dio verso i suoi figli. L'argomentazione si basa sulla nozione biblica di educazione, mûsar, paideia, che significa «istruzione attraverso la correzione» (cf. Gb 5,17; Gb 33,19; Sal 94,12; Sir 1,27; Sir 4,17; Sir 23,2+). La prova è vista qui come una correzione che suppone e quindi manifesta la paternità di Dio.

Eb 12,16:Esaù: commise una profanazione, rinunziando al diritto di primogenitura, che lo costituiva erede delle promesse messianiche.

Eb 12,18-29:L'«accostarsi» a Dio (Eb 4,16; Eb 10,22) non avviene più (v 18) in una teofania terrificante come sul Sinai, ma (v 22) in una città costruita da Dio, quella alla quale aspiravano i patriarchi (Eb 11,10-16) e che perciò era già quella celeste (Eb 4,14; Ap 21,1+) . Con gli angeli sono riuniti intorno al Mediatore trionfante tutti i cristiani (cf. Lc 10,20; Gc 1,18), da lui santificati e perfezionati (v 14; Eb 10,14; Eb 11,40+).

Eb 12,18:luogo tangibile: una variante ha: «montagna» (cf. v 22).

Eb 12,25:Più che tra Mosè e Gesù Cristo, è accennato il contrasto tra i beneficiari delle due alleanze: l'antica regolava la vita sulla terra; ma era solo un abbozzo della vita celeste in cui la nuova introduce. Allontanarsi da questa comporterebbe quindi un castigo più severo.

Eb 12,27:destinati a passare: gli sconvolgimenti cosmici sono metafore apocalittiche dell'intervento divino e dell'introduzione di un ordine nuovo (cf. Am 8,9+; 1Cor 1,8+; Mt 24,1+).

Eb 12,28:Questo versetto è la conclusione della lettera: include una sua applicazione cultuale. Il «regno incrollabile» dei vv 22-24 è la città del cielo ove il Figlio regna con Dio (Eb 1,8) in mezzo agli angeli e ai santi. Già da ora i cristiani vivono lassù e la loro vita è una liturgia di ringraziamento, sotto il fuoco «divoratore» e purificante della santità divina (v 29).