Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 4


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1Dovremmo dunque avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso.2Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede.3Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto:
Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo!
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo.
4Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere.5E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo!6Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza,7Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
8Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno.9Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico.10Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.11Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
12Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.13Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
14Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.15Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.16Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Note:

Eb 4,1:Il paragone istituito tra Mosè e Gesù (Eb 3,1s ; cf. At 7,20-44+; Gv 1,21+) si prolunga qui tra gli israeliti e i cristiani. I primi, increduli nella parola di Dio, non entrarono nel riposo della terra promessa (Eb 3,17-19). Ma la promessa di Dio non può restare vana. Essa è valida ora per i secondi, invitati a entrare nel riposo della beatitudine divina, di cui il primo riposo non era che la figura.

Eb 4,2:Per esempio Giosuè e Caleb (cf. Nm 13-14). Esiste anche una variante: «la parola che udirono... non era unita alla fede nelle cose che avevano ascoltato».

Eb 4,3:Infatti: una variante legge: «quindi». - in quel riposo: una variante ha: «un riposo».

Eb 4,12:viva: la parola di Dio trasmessa dai profeti, e poi dal Figlio, e di cui abbiamo colto un'espressione in Sal 95,7-11 , è viva ed efficace nei credenti (1Ts 2,13+). E questa parola che giudica (cf. Gv 12,48; Ap 19,13) i movimenti del cuore e le intenzioni segrete dell'uomo nella sua ricerca del «riposo» divino (su anima e spirito vedi 1Ts 5,23+).

Eb 4,14:attraversato i cieli: prima menzione dei cieli, nei quali si svolge, secondo la lettera, l'ufficio sacerdotale del Cristo. Seduto alla destra di Dio (Eb 1,3; Eb 8,1), il Cristo appartiene con Dio alle realtà immutabili e definitive: il suo sacrificio, consumato una volta per sempre (Eb 7,26-27+), assume un valore perfetto ed eterno (Eb 8,1; Eb 8,4+; Eb 9,11-12; Eb 9,23-24). L'oggetto della speranza cristiana è il compimento di questa salvezza nella città celeste (Eb 9,28; Eb 12,22-24).