Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 11


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Poco tempo dopo, Lisia, tutore e parente del re e incaricato degli affari di stato, mal sopportando l’accaduto,1 E dopo poco tempo Lisia, procuratore del re e suo propinquo, preposito de' mercatanti, (ebbe a male e) gravemente sostenea quelle cose ch' erano intervenute (a Timoteo e a' suoi).
2 raccolti circa ottantamila uomini e tutta la cavalleria, mosse contro i Giudei, contando di ridurre la città a residenza dei Greci,2 E avendo congregato ottanta milia uomini, con tutto lo esèrcito delli cavalieri, se ne venìa contro alli Giudei, pensando (che) presa che sarà la città per lui, farla abitacolo di Gentili,
3 di imporre tasse al tempio come agli altri edifici di culto delle nazioni e di mettere in vendita ogni anno il sommo sacerdozio.3 e poner il templo in questo di danari, come egli avea li altri templi de' Gentili, e ciascuno anno vender il sacerdozio,
4 Egli non teneva in nessun conto la potenza di Dio, ma confidava soltanto nelle sue miriadi di fanti, nelle migliaia di cavalieri e negli ottanta elefanti.4 non pensando la potenza di Dio; ma con la mente sanza freno si confidava nella moltitudine dei pedoni, e nelle migliaia de' cavalli, e in ottanta elefanti ( ch' egli avea con se).
5 Entrato nella Giudea e avvicinatosi a Bet-Sur, che era una posizione fortificata distante da Gerusalemme circa venti miglia, la cinse d’assedio.5 Essendo lui veramente entrato in Giudea, e approssimato a Betsura la quale era in uno luogo stretto, distante da Ierusalem per spazio di cinque stadii, combattea quella fortezza.
6 Quando gli uomini del Maccabeo vennero a sapere che quello assediava le fortezze, tra gemiti e lacrime supplicarono con tutto il popolo il Signore che inviasse l’angelo buono a salvare Israele.6 Quando Maccabeo, e quelli ch' erano con lui, conobbero che la fortezza si combattea, con pianto e lacrime pregavano Iddio Signore, e anco tutto il popolo insieme, che lui mandasse l'angelo suo buono alla salute d' Israel.
7 Lo stesso Maccabeo, cingendo per primo le armi, esortò gli altri a esporsi con lui al pericolo per andare in aiuto dei loro fratelli: tutti insieme partirono con coraggio.7 Dopo questo, esso Maccabeo, pigliando l' arme, confortò tutti gli altri, che dovessero insieme con lui sottomettersi al pericolo, e dar favore alli suoi fratelli.
8 Mentre si trovavano ancora vicino a Gerusalemme, apparve come condottiero davanti a loro un cavaliere in sella, vestito di bianco, che brandiva armi d’oro.8 E partendosi tutti con l'animo pronto di Ierusalem, apparve a loro uno a cavallo, vestito di bianco, che li andava dinanzi, con l'arme d'oro movendo l' asta, (come s' egli volesse percuoter gli inimici).
9 Tutti insieme benedissero Dio misericordioso e si sentirono rincuorati, pronti ad assalire non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci e mura di ferro.9 Allora tutti benedissero Iddio insieme, il quale li facea misericordia, e pigliorono grande animo; intanto che non solo erano preparati di trapassare gli uomini, ma le bestie ferocissime e li muri di ferro.
10 Procedevano in ordine, con un alleato venuto dal cielo, per la misericordia che il Signore aveva avuto di loro.10 Andavano dunque apparecchiati, avendo il Signore del cielo, [per] misericordia di loro, in aiuto.
11 Gettatisi come leoni sui nemici, stesero al suolo undicimila fanti e milleseicento cavalieri e costrinsero tutti a fuggire.11 E con modo e impeto leonino corsero contro (e sopra) li nimici, intanto che uccisero XI milia pedoni, e mille secento cavalieri.
12 Costoro in gran parte riuscirono a salvarsi feriti e spogliati. E lo stesso Lisia si salvò fuggendo vergognosamente.
12 E tutti gli altri erano posti in fuga; e molti di loro feriti e spogliati fuggirono. E anco esso Lisia se ne fuggì con gran vergogna.
13 Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subita e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché il Dio potente combatteva al loro fianco,13 E per che (Lisia) non era insensato, considerando appo sè la diminuzione che li era stata fatta, intendendo anco li Giudei non esser da poterli vincere, però che combatteano con lo aiuto dello onnipotente Iddio, mandò loro a dire,
14 mandò a proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto, assicurando che a questo scopo avrebbe persuaso il re, facendo pressione su di lui perché diventasse loro amico.14 che li volea consentire in tutto (quello che voleano), però che le loro dimande erano giuste; e promettea ai Giudei di pacificarli con lo re, e fare che lo re li sarìa amico.
15 Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Infatti, quanto il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto riguardo ai Giudei, il re lo accordò.
15 Condiscese Maccabeo alli preghi di Lisia, consigliandosi in ogni cosa che li fosse utile; e tutto quello che Maccabeo scrisse a Lisia delli Giudei, tutto concesse il re.
16 Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore:
16 Però ch' era stato scritto alli Giudei per Lisia epistole, le quali contenea questa sentenza: Lisia al popolo de' Giudei salute.
17 «Lisia al popolo dei Giudei, salute! Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci hanno consegnato il documento sotto riportato e hanno chiesto la ratifica dei punti in esso contenuti.17 Giovanni e Abesalom, li quali sono stati mandati da voi, portanto le scritture vostre, addimandavano che io terminassi quelle cose che per loro erano notificate (per vostro nome).
18 Quanto era necessario riferire anche al re, gliel’ho esposto ed egli ha accordato quanto era accettabile.18 Tutte quelle cose adunque che si potea espedire, io le esposi al re; ed evvi stato concesso tutto quello ch' era onesto di concedere.
19 Se dunque continuerete a essere favorevoli agli interessi del regno, cercherò anche in avvenire di procurarvi dei favori.19 Se dunque voi serverete la fede nelle cose che accaderanno, tenterò da mo in avanti di esser causa di farvi molti beni.
20 Su questi punti e sui particolari ho dato ordine ai vostri e ai miei incaricati di trattare con voi.20 Del resto (che s'è a trattare insieme) di ogni cosa particularmente ho notificato a quelli che mi avete mandati, e anco a quelli che io vi mando, acciò che parlino con voi, (e insieme deliberate quello a voi parerà).
21 State bene. L’anno centoquarantotto, il ventiquattro del mese di Dioscorinzio».
21 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, al vigesimo quarto dì di giugno.
22 La lettera del re si esprimeva così:
«Il re Antioco al fratello Lisia, salute!
22 La epistola del re contenea questa sentenza: lo re Antioco a Lisia fratello salute.
23 Dopo che nostro padre è passato tra gli dèi, vogliamo che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi.23 Essendo nostro padre transferito tra li iddii, noi volendo governare tutti quelli i quali sono nel nostro regno sanza tumulto, e aver diligenza delle cose sue,
24 Avendo sentito che i Giudei non intendono accettare l’ellenizzazione voluta da nostro padre, ma, attaccati al loro sistema di vita, chiedono di attenersi alle proprie leggi,24 abbiamo udito, li Giudei non aver consentito al padre [mio], che si transferiscano alli modi del vivere de' Greci, ma voler tenere le sue leggi; e per questo addimandano a noi, che li sia concesso le cose sue legittime.
25 volendo perciò che anche questa nazione sia libera da turbamenti, decretiamo che il tempio sia loro restituito e si governino secondo le tradizioni dei loro antenati.25 Volendo adunque che anco questa gente rimanga quieta, ordiniamo e giudichiamo che li sia restituito il loro templo, acciò che possino fare secondo la consuetudine de' loro padri antichi.
26 Farai bene, dunque, a inviare loro messaggeri e a dare loro la destra, perché, conosciuta la nostra decisione, si sentano rincuorati e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose».
26 Farai adunque bene, se tu manderai a loro, e dara'li la mano destra per fede, acciò che conosciuta la nostra volontade, rimangano di buono animo, e servino alle loro proprie utilità.
27 La lettera del re indirizzata alla nazione era così concepita:
«Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei, salute!
27 Questa era la epistola del re, mandata alli Giudei: il re Antioco al senato de' Giudei, e agli altri, salute.
28 Se state bene, è appunto come noi vogliamo; anche noi godiamo ottima salute.28 Se voi siete in prosperità, così è come noi vogliamo; però che anco noi stiamo bene.
29 Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi.29 Venne a noi Menelao, dicendo che voi volete discendere alli vostri, li quali sono appresso di noi.
30 A quelli che si metteranno in viaggio entro i trenta giorni del mese di Xàntico sarà garantita sicurezza e facoltà30 A quelli adunque, che passino per sino al trigesimo di del mese d' aprile, diamo la mano destra per sicurtà,
31 di usare, come Giudei, delle loro regole alimentari e delle loro leggi, come prima, e nessuno di loro potrà essere molestato da alcuno per le mancanze commesse per ignoranza.31 acciò che li Giudei possino usar li cibi e le leggi sue, come faceano prima; e niuno di loro per alcuno modo abbi molestia di quelle cose che per avanti sono state fatte per ignoranza.
32 Ho anche mandato Menelao per rassicurarvi.32 Abbiamo anco mandato Menelao, il quale vi debbi parlare, (e dichiararvi la nostra volontà).
33 State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico».
33 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, del mese di aprile al quinto decimo dì.
34 Anche i Romani inviarono loro questa lettera:
«Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei, salute!
34 Mandorono anco i Romani una epistola di questo tenore: Quinto Memmio e Tito Manilio, ambasciatori de' Romani, al popolo de' Giudei salute.
35 Riguardo a ciò che Lisia, parente del re, vi ha concesso, anche noi siamo d’accordo.35 Di quelle cose che Lisia, parente del re, vi ha concesso, etiam noi ve le concediamo.
36 Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito qualcuno, dopo averli esaminati, perché possiamo riferire le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiòchia.36 Ma di queste cose ch' egli ha riferite al re, incontinente mandate con diligenza alcuno, conferendo fra voi, acciò conosciamo come a voi si conviene; imperò che noi andiamo in Antiochia.
37 Mandate dunque in fretta dei messaggeri per farci conoscere di quale parere siete.37 Il che affrettatevi di scrivere, per che etiam noi sappiamo di cui volontà siete.
38 State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico».38 Abbiate bene. Nel centesimo quadragesimo ottavo anno, nel quintodecimo dì di aprile.