Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Jó 37


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VULGATABIBBIA RICCIOTTI
1 Super hoc expavit cor meum,
et emotum est de loco suo.
1 - Di ciò s'atterrisce il mio cuore, e balza fuor dal suo posto:
2 Audite auditionem in terrore vocis ejus,
et sonum de ore illius procedentem.
2 udite, udite il rombo della sua voce, e il suono che parte dalla bocca di lui;
3 Subter omnes cælos ipse considerat,
et lumen illius super terminos terræ.
3 sotto tutti i cieli ei lo sprigiona, e la sua folgore verso gli estremi della terra:
4 Post eum rugiet sonitus ;
tonabit voce magnitudinis suæ :
et non investigabitur, cum audita fuerit vox ejus.
4 dietro ad essa ruggisce un fragore, tuona [Dio] con la sua voce maestosa, nè s'investiga allorchè s'ascolta la sua voce.
5 Tonabit Deus in voce sua mirabiliter,
qui facit magna et inscrutabilia ;
5 Tuona Dio con la sua voce mirabilmente, egli che opera cose grandi e imperscrutabili.
6 qui præcipit nivi ut descendat in terram,
et hiemis pluviis, et imbri fortitudinis suæ ;
6 Comanda egli alla neve che cada sulla terra, e alle piogge invernali e ai suoi violenti acquazzoni;
7 qui in manu omnium hominum signat,
ut noverint singuli opera sua.
7 le mani di ogni uomo ei chiude in un sigillo, affinchè riconosca ciascuno le opere sue:
8 Ingredietur bestia latibulum,
et in antro suo morabitur.
8 allor la fiera entra nella tana, e dentro la sua grotta dimora.
9 Ab interioribus egredietur tempestas,
et ab Arcturo frigus.
9 Dai luoghi reconditi vien fuori la tempesta, e da Arturo il freddo;
10 Flante Deo, concrescit gelu,
et rursum latissimæ funduntur aquæ.
10 al soffiar di Dio si forma il ghiaccio, e di nuovo s'espandono abbondantissime acque.
11 Frumentum desiderat nubes,
et nubes spargunt lumen suum.
11 Il frumento desidera le nubi, e le nubi lanciano la loro folgore:
12 Quæ lustrant per circuitum,
quocumque eas voluntas gubernantis duxerit,
ad omne quod præceperit illis super faciem orbis terrarum :
12 esse s'aggirano all'intorno, ovunque le meni la volontà di chi le governa, per compiere tutto ciò ch'ei loro comandasulla superficie dell'orbe della terra,
13 sive in una tribu, sive in terra sua,
sive in quocumque loco misericordiæ suæ
eas jusserit inveniri.
13 sia in una sola tribù, sia nella sua terra, sia ovunque la sua bontà vuol che si trovino.
14 Ausculta hæc, Job :
sta, et considera mirabilia Dei.
14 Presta a ciò orecchio, o Giobbe, férmati, e considera le meraviglie di Dio.
15 Numquid scis quando præceperit Deus pluviis,
ut ostenderent lucem nubium ejus ?
15 capisci tu forse quando Dio abbia comandato alle pioggedi mostrar la folgore delle sue nubi?
16 Numquid nosti semitas nubium magnas,
et perfectas scientias ?
16 capisci tu forse le vie delle nubi, per cognizioni grandi e perfette?
17 Nonne vestimenta tua calida sunt,
cum perflata fuerit terra austro ?
17 Non s'infocano forse le tue vesti, allorchè la terra è invasa dal vento del sud?
18 Tu forsitan cum eo fabricatus es cælos,
qui solidissimi quasi ære fusi sunt.
18 Forse hai tu fabbricato insiem con Lui i cieliche sono saldissimi come se di bronzo fuso?
19 Ostende nobis quid dicamus illi :
nos quippe involvimur tenebris.
19 Facci sapere che cosa potremo dire a Lui, perchè noi siamo involti nelle tenebre.
20 Quis narrabit ei quæ loquor ?
etiam si locutus fuerit homo, devorabitur.
20 Chi riferirà a Lui ciò che io dico? sol che l'uomo ne parli, sarà annientato.
21 At nunc non vident lucem :
subito aër cogetur in nubes,
et ventus transiens fugabit eas.
21 Ed or non si vede la luce, [impedita dall']aere addensatosi a un tratto in nuvole; ma un vento passa e le disperde,
22 Ab aquilone aurum venit,
et ad Deum formidolosa laudatio.
22 dal settentrione un aureo [fulgore] s'avanza. A Dio [si deve] lode con tremore:
23 Digne eum invenire non possumus :
magnus fortitudine, et judicio, et justitia :
et enarrari non potest.
23 degnamente non possiamo ritrovarlo; egli è grande per fortezza, giudizio e giustizia, nè si può enarrare.
24 Ideo timebunt eum viri,
et non audebunt contemplari omnes qui sibi videntur esse sapientes.
24 Perciò gli uomini devono temerlo, nè ardiranno contemplarlo tutti coloro che si ritengono sapienti.»