Scrutatio

Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 16


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BIBBIA TINTORIBIBBIA MARTINI
1 Disse ancora ai suoi discepoli: C'era un ricco il quale aveva un fattore che fu accusato davanti a lui come dissipatore dei suoi beni.1 E disse ancora a' suoi discepoli: Eravi un ricco, che aveva un l'attore: il quale fu accusato dinanzi a lui, come se dissipati avesse i suoi beni.
2 Ed egli, chiamatolo, gli disse: Che è mai quello che sento di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchè non potrai più tenerla.2 E chiamatolo a se, gli disse: Che è quello, che io sento dire di te? rendi conto del tuo maneggio: imperocché non potrai più esser fattore.
3 E il fattore disse fra sè: E ora, che farò, che il padrone mi leva la fattoria? A zappare non son buono, a limosinare mi vergogno.3 E disse il fattore drento di se: Che farò, mentre il padrone mi leva la fattoria? Non sono buono a zappare: mi vergogno a chiedere la limosina.
4 So ben io che farò, affinchè, levata che mi sia la fattoria, ci sia chi mi riceva in casa sua.4 So ben io quel, che farò, affinchè, quando mi sarà levata la fattoria, vi sia, chi mi ricetti in casa sua.
5 Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del padrone, disse al 'primo: Tu quanto devi al mio padrone?5 Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del suo padrone, disse al primo: Di quanto vai tu debitore al mio padrone?
6 E quello rispose: Cento barili d'olio. Ed egli: Prendi la tua scritta, siedi presto, e scrivi cinquanta.6 E quegli disse: Di cento barili d'olio. Ed ei gli disse: Prendi il tuo chirografo: mettiti a sedere, e scrivi tosto cinquanta.
7 Poi chiese ad un altro: E tu quanto devi? E quello: Cento staia di grano. Gli dice: Prendi la tua carta, e scrivi ottanta.7 Di poi disse a un altro: E tu di quanto se' debitore? E quegli rispose: di cento staja di grano. Ed ei gli disse: prendi il tuo chirografo, e scrivi ottanta.
8 E il padrone lodò il fattore infedele, perchè aveva agito con accortezza; chè i figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce.8 E il padrone lodò il fattore infedele, perché prudentemente avea operato: imperocché i figliuoli di questo secolo sono nel loro genere più prudenti dei figliuoli della luce.
9 Ed io vi dico: fatevi degli amici colle ricchezze ingiuste: affinchè quando veniate a mancare, quelli vi ricevano nelle tende eterne.9 E io dico a voi: Fatevi degli amici per mezzo delle inique ricchezze; affinchè, quando venghiate a mancare, vi dian ricetto ne' tabernacoli eterni.
10 Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco è ingiusto anche nel molto.10 Chi è fedele nel poco, è fedele anco nel molto: e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto.
11 Se dunque non foste fedeli nelle ricchezze ingiuste chi vi fiderà le vere?11 Se adunque non siete stati fedeli nelle false ricchezze, chi fiderà a voi le vere?
12 E se non siete stati fedeli nell'altrui, chi vi darà il vostro?12 E se non siete stati fedeli in quel d'altri, chi fiderà a voi il vostro?
13 Nessun servo può servire a due padroni; che, o ne odierà uno e amerà l'altro, o si affezionerà al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire a Dio e a Mammona.13 Niun servidore può servire a due padroni: conciossiaché od odierà l'uno, e amerà l'altro: o si affezionerà al primo, e disprezzerà il secondo: non potete servire a Dio, e all'interesse.
14 Ma i Farisei, che erano avari, ascoltando tutte queste cose, lo schernivano.14 E i Farisei, che erano avari, udivano tutte queste cose: e si burlavano di lui.
15 Ed egli disse loro: Voi siete di quelli che si mostrano giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori; e ciò che è grande secondo gli uomini è abominevole davanti a Dio.15 Ed ei disse loro: Voi siete quelli, che vi dimostrate giusti nel cospetto degli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori: imperocché quello, che è sublime secondo gli uomini, è abominevole avanti a Dio.
16 La legge e i profeti fino a Giovanni; d'allora in poi vien predicato lì regno di Dio, od ognuno si sforza d'entrarvi.16 La legge, e i profeti sino a Giovanni: da indi in poi vien predicato il regno di Dio, e tutti entrano in esso a forza.
17 E' più facile che cielo e terra spariscano, piuttosto che cada un sol apice della legge.17 Or è più facile, che passi il cielo, e la terra di quel, che cada a terra un solo apice della legge.
18 Chi rimanda la propria maglio o ne sposa un'altra è adultero, o chi sposa una rimandata dal marito è adultero.18 Chiunque ripudia la propria moglie, e ne prende un'altra, commette adulterio: e chiunque sposa quella, che è stata ripudiata dal marito, commette adulterio.
19 C'era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e tutti i giorni banchettava splendidamente.19 Egli era un certo uomo ricco, il quale si vestiva di porpora, e di bisso: e faceva ogni giorno sontuosi banchetti.
20 E c'era un mendico, chiamato Lazzaro, il quale, pieno di piaghe, giaceva all'uscio di lui,20 Ed era un certo mendico, per nome Lazzaro, il quale pieno di piaghe giaceva all'uscio di lui,
21 bramoso di sfamarsi colle briciole che cadevano dalla tavola del ricco, ma, nessuno gliele dava: venivano invece i cani a leccare le sue piaghe.21 Bramoso di satollarsi de' minuzzoli, che cadevano dalla mensa del ricco, e niuno gliene dava: ma i cani andavano a leccargli le sue piaghe.
22 Or avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto nell'inferno.22 Or avvenne, che il mendico morì, e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo. Mori anche il ricco, e fu sepolto nell'inferno.
23 Allora alzando gli occhi, mentre era nei tormenti, egli vide lontano Àbramo, e Lazzaro nel suo seno.23 E alzando gli occhi suoi, essendo ne' tormenti, vide da lungi Abramo, e Lazzaro nel suo seno:
24 E disse, gridando: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a bagnar la punta del suo dito nell'acqua, per rinfrescarmi la lingua, perchè io spasimo in questa fiamma.24 E sclamò, e disse: Padre Abramo, abbi misericordia di me, e manda Lazzaro, che intinga la punta del suo dito nell'acqua per rinfrescar la mia lingua; imperocché io son tormentato in questa fiamma.
25 Ma Abramo gli disse: Figliolo, ricordati che tu avesti i beni in vita, mentre Lazzaro allora ebbe dei mali: e quindi ora lui è consolato e tu soffri.25 E Abramo gli disse: figliuolo, ricordati, che tu hai ricevuto del bene nella tua vita, e Lazzaro similmente del male: adesso egli è consolato, e tu sei tormentato:
26 E poi, tra noi e voi c'è un grande abisso, tale che quelli che vogliono di qui passare a voi non possono, nè di costà a noi possono valicare.26 E oltre a tutto questo un grande abisso è posto tra noi, e voi: onde chi vuoi passare di qua a voi, nol può, né da codesto luogo tragittare fin qua.
27 E quelle replicò: Allora, o padre, ti prego, che tu lo mandi a casa del padre mio,27 Ed egli disse: Io ti prego dunque, o Padre, che tu lo mandi a casa di mio padre:
28 chè ho cinque fratelli, affinchè li avverta di queste cose e non vengano anoh'essi in questo luogo di tormenti.28 Imperocché io ho cinque fratelli, perché gli avverta di questo, acciocché non vengano anch'essi in questo luogo di tormenti.
29 E Abramo gli rispose: Hanno Mosè ed i profeti: ascoltino quelli.29 E Abramo gli disse: Eglino hanno Mosè, e i profeti: ascoltino quelli.
30 Replicò l'altro: No, padre Abramo, ma se un morto va da loro si ravvederanno.30 Ma egli disse: No padre Abramo: ma se alcun morto anderà ad essi, faranno penitenza.
31 Ma Abramo gli rispose: Se non ascoltano Mosè ed i profeti, non crederanno nemmeno se uno risuscitasse dai morti.31 Ed ei gli disse: Se non odono Mosè, e i profeti, nemmeno se risuscitasse uno da morte, crederanno.