Scrutatio

Martedi, 7 maggio 2024 - Santa Flavia ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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BIBBIA TINTORIBIBBIA MARTINI
1 Grandi sono i tuoi giudizi, o Signore, e ineffabili le tue parole; per questo le anime senza istru­zione caddero in errore.1 Grandi sono i tuoi giudizj, o Signore, e ineffabili le opere tue: per questo le anime privo di scienza, caddero in errore.
2 Mentre gli empi eran persuasi di poter opprimere il popolo santo, inca­tenati nelle tenebre, inceppati nella lunga notte, chiusi dentro le case, giacevano esclusi dall'e­terna Provvidenza.2 Conciossiachè mentre gli iniqui si persuadono di potere opprimere il popol santo; legati da catone di tenebre, e di lunga notte, chiusi dentro le loro case, giacevano esclusi dalla eterna Previdenza.
3 E mentre credevano di poter restar nasco­sti nei loro segreti peccati, sotto il tenebroso velo dell'oblio, furon dispersi, orrendamente spaven­tati e agitati dal più grande sbi­gottimento.3 E mentre credono di potere restare ascosi coi neri loro peccati, furon disgiunti l'uno dall'altro con tenebroso velo di obblivione, pieni di orrende paure, e turbati da eccessivo sbigottimento.
4 E nemmeno la spe­lonca che li chiudeva li preserva­va dalla paura, perchè scendevan dei rumori a spaventarli, e lugubri spettri, loro apparendo, incutevan terrore.4 Conciossiaché i nascondigli dove erano ritirati, non li facevan sicuri, ma erano spauriti dai rumori, che si levavano, e spettri orribili ad essi apparivano, da' quali erano spaventati.
5 E non v'era nessun fuoco capace di far loro lume, e nemmeno il chiaro splendore del­le stelle poteva illuminare quella orrenda notte.5 Né il fuoco per grande, ch'ei fosse, poteva ad essi dar lume, né il chiaro splendor delle stelle poteva dar luce a quella orrenda notte.
6 Ma appariva loro un certo improvviso bagliore che faceva paura, e, spaventati da quella visione che mal vedevano, stimavan peggiori le cose che comparivano.6 Ma un repentino fuoco terribile compariva dinanzi ad essi, e sbalorditi per la paura di que' fantasmi, che mal vedevano, peggiori si figuravan le cose, che comparivano.
7 E le ciurmerie dell'arte magica eran derise, e la vantata sapienza fu screditata con ignominia.7 Ed eranvi aggiunti gli scherni dell'arte magica, e i voltamenti di saggezza furon redarguiti con ignominia;
8 Infatti quelli che promettevano di cacciar le paure e le in quietudini dagli animi ab­battuti, essi stessi languivano scherniti, pieni di spavento.8 Perocché quelli, che facevan professione di sbandire dagli animi abbattuti le paure, e i turbamenti, sopraffatti dal timore con lor vitupero languivano;
9 E sebbene nulla di mostruoso li at­terrisse, sbigottiti dal passar delle bestie e dal fischiar dei serpenti, morivan di tremarella, rifiutan­do perfino di veder l'aria, che nessuno può schivare.9 Conciossiachè quantunque nulla di mostruoso gli offendesse, al passar, che facevano le bestie, e al fischiar dei serpenti si sbigottivano, e morivano di paura, e avrebbon eletto di non veder l'aria, che da nissuno può evitarsi;
10 Così la malvagità colla paura dà testi­monianza per la sua condanna, sempre presagisce cose terribili per l'agitata coscienza.10 Perocché la malvagità essendo paurosa ai condanna colla propria testimonianza: e nella agitata coscienza presagisce cose crudeli.
11 Infatti la paura non è altro che l'abban­dono dei soccorsi della ragione.11 E il timore altro non è, se non la privazione degli ajuti della ragione.
12 E quanto meno s'aspetta, dal di dentro, tanto più s'ingrandisce l'ignota causa da cui viene il tor­mento.12 E quanto meno dentro di se uno aspetta soccorso, tanto più ingrandisce la ignota cagione, che a lui da tormento.
13 Quelli poi, in quella not­te veramente d'impotenza e sbu­cata addosso a loro dal più pro­fondo dell'inferno, assopiti nel medesimo sonno,13 Quelli però in quella notte veramente intollerabile, e venuta sopra di loro dall'intimo profondissimo inferno, assopiti dal medesimo sonno,
14 ora erano agitati dallo spavento dei mostri, ora, venivan meno per l'abbatti­mento dell'animo, colti da im­provviso e inaspettato terrore.14 Ora dal timor degli spettri erano agitati, ora venivan meno per l'abbattimento dell'animo; sorpresi da subitaneo, e inaspettato terrore.
15 Inoltre, se uno di loro cadeva, era fermato e chiuso in prigione, senza catene.15 Che se alcuno di quelli fosse venuto a cadere, ivi si stava rinchiuso, e serrato in prigione senza catene di ferro.
16 Chiunque fosse, agricoltore, pastore, o operaio occupato in lavori agricoli, era oppresso da inevitabile necessi­tà.16 Imperocché o fosse egli un contadino, od un pastore, o mercenario, che lavorasse alla campagna, si trovava involto da quella insuperabile necessità;
17 La medesima catena delle tenebre teneva tutti avvinti: il vento che soffiava, il soave canto degli uccelli tra i folti rami degli alberi, l'impetuoso precipitar del­l'acqua corrente,17 Conciossiaché tutti erano avvinti dalla stessa catena di tenebre. E il susurrare de' venti, e il canto soave degli uccelli trai folti rami degli alberi, e il precipitoso impeto dell'acqua corrente,
18 il forte rumo­re di pietre cadenti, l'invisibile scorrazzar di animali saltellanti, la potente voce di bestie mug­genti, e l'eco, ripercossa dai più alti monti, li faceva venir meno dalla paura.18 E il forte romore de' sassi cadenti, e il correre dei non veduti animali, che scherzavano, e il forte suono delle bestie, che urlavano, e l'eco da' monti altissimi ripercosso li facean venir meno per lo spavento.
19 Tutto il mondo era illuminato da vivida luce, ed era occupato senza ostacoli nei suoi lavori.19 Conciossiaché il mondo tutto da luce chiarissima era illuminato, ed era occupato senza impedimento ne' suoi lavori.
20 Soltanto sopra di loro pesava la profonda notte, imagine delle tenebre che poi dovevan piombar loro addosso. Ed essi erano a se stessi più gravosi di quelle tenebre.20 Sopra quelli soli posava gravosa notte, immagine di quelle tenebre, che dipoi gli aspettavano; per la qual cosa eran eglino più insopportabili a loro stessi, che quelle tenebre.