Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 27


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA CEI 1974
1 - Quando dunque fu determinato di far vela per l'Italia, Paolo e cert'altri prigionieri furon consegnati a un centurione, di nome Giulio, della coorte Augusta.1 Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l'Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio della coorte Augusta.
2 E, saliti sopra una nave di Adramitto che doveva costeggiare i porti dell'Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco, macedone di Tessalonica.2 Salimmo su una nave di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d'Asia e salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macèdone di Tessalonica.
3 Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e Giulio, che trattava Paolo con benevolenza, gli permise di andare da' suoi amici a ristorarsi.3 Il giorno dopo facemmo scalo a Sidone e Giulio, con gesto cortese verso Paolo, gli permise di recarsi dagli amici e di riceverne le cure.
4 Poi, partiti di là, navigammo sotto Cipro, perchè i vènti eran contrari;4 Salpati di là, navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti contrari
5 e, traversato il mare di Cilicia e Panfilia, arrivammo a Mira di Licia.5 e, attraversato il mare della Cilicia e della Panfilia, giungemmo a Mira di Licia.
6 Qui il centurione, trovata una nave alessandrina che faceva rotta per l'Italia, ci trasferì in essa.6 Qui il centurione trovò una nave di Alessandria in partenza per l'Italia e ci fece salire a bordo.
7 E dopo aver navigato lentamente per molti giorni, arrivammo con pena dirimpetto a Gnido, trattenuti dal vento, ci accostammo a Creta, dalla parte di Salmone;7 Navigammo lentamente parecchi giorni, giungendo a fatica all'altezza di Cnido. Poi, siccome il vento non ci permetteva di approdare, prendemmo a navigare al riparo di Creta, dalle parti di Salmóne,
8 e costeggiando con gran difficoltà, venimmo a un certo luogo, chiamato Beiporti, vicino a cui era la città di Talassa.8 e costeggiandola a fatica giungemmo in una località chiamata Buoni Porti, vicino alla quale era la città di Lasèa.

9 Passato così molto tempo, e il navigar facendosi sempre più pericoloso, perchè era passato il digiuno, Paolo li ammoniva9 Essendo trascorso molto tempo ed essendo ormai pericolosa la navigazione poiché era già passata la festa dell'Espiazione, Paolo li ammoniva dicendo:
10 dicendo: «Uomini, io vedo che la navigazione riuscirà di danno e perdita grande, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre vite».10 "Vedo, o uomini, che la navigazione comincia a essere di gran rischio e di molto danno non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite".
11 Ma il centurione credeva più al pilota e al padron della nave che non alle cose dette da Paolo.11 Il centurione però dava più ascolto al pilota e al capitano della nave che alle parole di Paolo.
12 E siccome quel porto non era adatto a svernare, i più furon di parere di partirne e, se fosse possibile, spingersi fino a Fenice, porto di Creta, che guarda a libeccio e a maestro, e di passarvi l'inverno.12 E poiché quel porto era poco adatto a trascorrervi l'inverno, i più furono del parere di salpare di là nella speranza di andare a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.
13 Soffiando poi l'australe, credettero d'esser al loro proposito, quindi, tolte le ancore, costeggiavano Creta più da vicino.13 Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, convinti di potere ormai realizzare il progetto, levarono le ancore e costeggiavano da vicino Creta.
14 Ma poco dopo si rovesciò su essa un vento tifonico, che si chiama Euro-Aquilone;14 Ma dopo non molto tempo si scatenò contro l'isola un vento d'uragano, detto allora "Euroaquilone".
15 e siccome la nave era portata via, non potendo resistere al vento, noi la lasciammo andare, trascinati con essa.15 La nave fu travolta nel turbine e, non potendo più resistere al vento, abbandonati in sua balìa, andavamo alla deriva.
16 Così, correndo sotto un'isola chiamata Cauda, riuscimmo con gran difficoltà ad assicurarci della scialuppa.16 Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a padroneggiare la scialuppa;
17 Tiratala su, misero in opera i ripari, ricingendo la nave, e, per timore di finir sulla Sirte, ammainarono le vele lasciandosi trasportare.17 la tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per fasciare di gòmene la nave. Quindi, per timore di finire incagliati nelle Sirti, calarono il galleggiante e si andava così alla deriva.
18 In tal modo, trovandoci fieramente sbattuti dalla tempesta, il giorno appresso cominciarono a far getto del carico;18 Sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno seguente cominciarono a gettare a mare il carico;
19 e il terzo giorno, con le lor proprie mani buttarono a mare gli attrezzi della nave.19 il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l'attrezzatura della nave.
20 Più giorni passarono senza veder nè sole nè stelle; la tempesta infuriava su noi; già perduta era ogni speranza di salvarci.20 Da vari giorni non comparivano più né sole, né stelle e la violenta tempesta continuava a infuriare, per cui ogni speranza di salvarci sembrava ormai perduta.
21 E poichè si stava da un pezzo senza prender cibo, Paolo, ritto in mezzo a quelli, disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto, e non partire da Creta; vi sareste risparmiati questo strapazzo e questo danno.21 Da molto tempo non si mangiava, quando Paolo, alzatosi in mezzo a loro, disse: "Sarebbe stato bene, o uomini, dar retta a me e non salpare da Creta; avreste evitato questo pericolo e questo danno.
22 Ma ora vi conforto a star di buon animo, giacchè nessuno di voi perirà, e solo la nave andrà perduta.22 Tuttavia ora vi esorto a non perdervi di coraggio, perché non ci sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave.
23 Mi è apparso proprio questa notte un angelo di quel Dio, di cui io sono e a cui servo,23 Mi è apparso infatti questa notte un angelo del Dio al quale appartengo e che servo,
24 dicendomi: - Paolo, non temere; tu devi comparire dinanzi a Cesare; ed ecco, Dio t'ha fatto dono di tutti quelli che navigano con te.-24 dicendomi: Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione.
25 Perciò, uomini, fatevi animo, perchè ho fede in Dio che avverrà così, come m'è stato detto.25 Perciò non perdetevi di coraggio, uomini; ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato annunziato.
26 Or ci bisogna d'esser gettati su una qualche isola».26 Ma è inevitabile che andiamo a finire su qualche isola".
27 Eravamo alla quattordicesima notte, sbattuti per l'Adriatico, quando verso la mezzanotte i marinai credettero d'esser vicini a qualche terra.27 Come giunse la quattordicesima notte da quando andavamo alla deriva nell'Adriatico, verso mezzanotte i marinai ebbero l'impressione che una qualche terra si avvicinava.
28 Calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; e più in là, trovarono quindici braccia.28 Gettato lo scandaglio, trovarono venti braccia; dopo un breve intervallo, scandagliando di nuovo, trovarono quindici braccia.
29 Temendo allora di dar negli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, e sospiravano che facesse giorno.29 Nel timore di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, aspettando con ansia che spuntasse il giorno.
30 Ma, siccome i marinai meditavano fuggir dalla nave, e avevan messo in mare un battello col pretesto di stendere le ancore, dalla prua,30 Ma poiché i marinai cercavano di fuggire dalla nave e già stavano calando la scialuppa in mare, col pretesto di gettare le ancore da prora, Paolo disse al centurione e ai soldati:
31 Paolo disse al centurione e a' soldati: «Se costoro non restano sulla nave, voi non potete scampare».31 "Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo".
32 Allora i soldati tagliarono le funi del battello, e lo lasciarono cadere.32 Allora i soldati recisero le gòmene della scialuppa e la lasciarono cadere in mare.
33 E come si fu all'alba, Paolo esortava tutti a prender cibo, dicendo: «Oggi son quattordici giorni che state aspettando digiuni, senza prender nulla;33 Finché non spuntò il giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo: "Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni nell'attesa, senza prender nulla.
34 perciò vi esorto a prender cibo per la vostra salvezza; del resto nessun di voi perderà neppur un capello del capo».34 Per questo vi esorto a prender cibo; è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto".
35 Detto così prese del pane, rese grazie a Dio in presenza di tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare.35 Ciò detto, prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare.
36 Tutti allora si fecero animo e presero anch'essi del cibo.36 Tutti si sentirono rianimati, e anch'essi presero cibo.
37 Nella nave eravamo duecentosettantasei persone.37 Eravamo complessivamente sulla nave duecentosettantasei persone.
38 E quando si furon saziati di cibo, alleggerirono la nave gettando il frumento in mare.38 Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.
39 Fattosi giorno, non riconoscevano la terra; ma scòrsero un certo seno che aveva spiaggia, e deliberarono di spingervi la nave, se venisse lor fatto.39 Fattosi giorno non riuscivano a riconoscere quella terra, ma notarono un'insenatura con spiaggia e decisero, se possibile, di spingere la nave verso di essa.
40 Quindi, lasciate le ancore e sciolti i legami de' timoni, s'abbandonarono al mare; e alzato l'artimone, secondo il soffiar del vento, tiravano al lido.40 Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare; al tempo stesso allentarono i legami dei timoni e spiegata al vento la vela maestra, mossero verso la spiaggia.
41 Ma, avendo dato in una punta di terra che aveva il mare dai due lati, arenarono; e mentre la prua, affondatasi, stava immobile, la poppa si sfasciava sotto i colpi del mare.41 Ma incapparono in una secca e la nave vi si incagliò; mentre la prua arenata rimaneva immobile, la poppa minacciava di sfasciarsi sotto la violenza delle onde.
42 Il parere de' soldati era d'uccidere i prigionieri affinchè nessuno scappasse a nuoto.42 I soldati pensarono allora di uccidere i prigionieri, perché nessuno sfuggisse gettandosi a nuoto,
43 Ma il centurione, che voleva salvar Paolo, mandò a vuoto quel disegno, ordinando che quanti sapevano nuotare si gettassero giù i primi e andassero a terra;43 ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo progetto; diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiunsero la terra;
44 gli altri poi li portarono parte su tavole, e parte su rottami della nave. E così avvenne che tutti si salvarono a terra.44 poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra.