Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 23


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BIBBIA RICCIOTTIDIODATI
1 - Paolo, fissato lo sguardo sul Sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo giorno io son vissuto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza».1 E Paolo, affissati gli occhi nel concistoro, disse: Fratelli, io, fino a questo giorno, ho conversato presso Iddio con ogni buona coscienza.
2 Qui, il sommo sacerdote Anania comandò a' più vicini che lo percotessero sulla bocca.2 E il sommo sacerdote Anania comandò a coloro ch’eran presso di lui di percuoterlo in su la bocca.
3 Allora Paolo gli disse: «Iddio percoterà te, muraglia imbiancata! Tu siedi a giudicarmi secondo la legge, e, violando la legge, ordini ch'io sia percosso?».3 Allora Paolo gli disse: Iddio ti percoterà, parete scialbata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge, e trapassando la legge, comandi ch’io sia percosso!
4 Quelli che stavano intorno gli dissero: «Oltraggi tu il sommo sacerdote di Dio?».4 E coloro ch’erano quivi presenti dissero: Ingiurii tu il sommo sacerdote di Dio?
5 E Paolo: «Fratelli, io non sapevo esser lui il sommo sacerdote; chè sta scritto: "Non oltraggiare il principe del tuo popolo"».5 E Paolo disse: Fratelli, io non sapeva ch’egli fosse sommo sacerdote; perciocchè egli è scritto: Tu non dirai male del principe del tuo popolo
6 Paolo, sapendo che una parte era di Sadducei, e l'altra di Farisei, nel Sinedrio esclamò: «Fratelli, io son Fariseo, figlio di Farisei, e son chiamato in giudizio per la speranza nella risurrezione dei morti!».6 Or Paolo, sapendo che l’una parte era di Sadducei, e l’altra di Farisei, sclamò nel concistoro: Uomini fratelli, io son Fariseo, figliuol di Fariseo; io son giudicato per la speranza, e per la risurrezione de’ morti.
7 Com'ebbe detto questo, nacque un contrasto tra Farisei e Sadducei, e l'assemblea si divise.7 E, come egli ebbe detto questo, nacque dissensione tra i Farisei, e i Sadducei; e la moltitudine si divise.
8 I Sadducei infatti dicono non esserci risurrezione, nè angelo, nè spirito, mentre i Farisei affermano ambedue le cose.8 Perciocchè i Sadducei dicono che non vi è risurrezione, nè angelo, nè spirito; ma i Farisei confessano e l’uno e l’altro.
9 E si fece un gran vociare. Alcuni del partito de' Farisei si levaron su a protestare, gridando: «Noi non troviamo alcun male in quest'uomo; e se uno spirito o un angelo gli avesse parlato?».9 E si fece un gridar grande. E gli Scribi della parte de’ Farisei, levatisi, contendevano, dicendo: Noi non troviamo male alcuno in quest’uomo; che se uno spirito, o un angelo, ha parlato a lui, non combattiamo contro a Dio.
10 Il tumulto cresceva; e il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto da loro a pezzi, comandò ai soldati che scendessero a prenderlo in mezzo e condurlo in fortezza.10 Ora, facendosi grande la dissensione, il capitano, temendo che Paolo non fosse da loro messo a pezzi, comandò a’ soldati che scendessero giù, e lo rapissero del mezzo di loro, e lo menassero nella rocca.
11 La notte seguente, il Signore fu dinanzi a lui e gli disse: «Sii di buon animo; come m'hai reso testimonianza in Gerusalemme, così bisogna che tu me la renda anche in Roma».11 E la notte seguente, il Signore si presentò a lui, e gli disse: Paolo, sta’ di buon cuore, perciocchè, come tu hai resa testimonianza di me in Gerusalemme, così convienti renderla ancora a Roma
12 Quando fu giorno, alcuni Giudei ordirono una congiura, facendo voto, con imprecazioni, di non toccar cibo nè bevanda sino a che non avessero ucciso Paolo.12 E, QUANDO fu giorno, certi Giudei fecero raunata, e sotto esecrazione si votarono, promettendo di non mangiare, nè bere, finchè non avessero ucciso Paolo.
13 Ed eran più di quaranta coloro che avevan fatta questa congiura.13 E coloro che avean fatta questa congiura erano più di quaranta;
14 Essi si recarono dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, dicendo: «Noi abbiam fatto voto, con imprecazione, di non prender cibo sino a quando non abbiamo ucciso Paolo.14 i quali vennero a’ principali sacerdoti, ed agli anziani, e dissero: Noi ci siamo sotto esecrazione votati di non assaggiar cosa alcuna, finchè non abbiamo ucciso Paolo.
15 Voi dunque, col Sinedrio, fate sapere al tribuno che lo meni giù da voi, come se voleste esaminarlo più a fondo, e noi, pronti, prima che arrivi da voi, l'uccideremo».15 Or dunque, voi comparite davanti al capitano col concistoro, pregandolo che domani vel mani, come per conoscer più appieno del fatto suo; e noi, innanzi ch’egli giunga, siam pronti per ucciderlo.
16 Ma un figliuolo della sorella di Paolo, risaputo di questa insidia, andò alla fortezza, entrò, e riferì la cosa a Paolo.16 Ma il figliuolo della sorella di Paolo, udite queste insidie, venne; ed entrato nella rocca, rapportò il fatto a Paolo.
17 E Paolo, fatto chiamare uno dei centurioni, gli disse: «Conduci questo giovine dal tribuno; ha qualche cosa da fargli sapere».17 E Paolo, chiamato a sè uno de’ centurioni, disse: Mena questo giovane al capitano, perciocchè egli ha alcuna cosa da rapportargli.
18 E subito colui lo prese, lo menò al tribuno e disse: «Quel carcerato, Paolo, m'ha pregato di condurre a te questo giovine, che ha qualche cosa da dirti».18 Egli adunque, presolo, lo menò al capitano, e disse: Paolo, quel prigione, mi ha chiamato, e mi ha pregato ch’io ti meni questo giovane, il quale ha alcuna cosa da dirti.
19 E il tribuno, presolo per mano e ritiratosi in disparte con lui, gli domandò: «Che cos'hai da farmi sapere?».19 E il capitano, presolo per la mano, e ritrattosi in disparte, lo domandò: Che cosa hai da rapportarmi?
20 Ed egli rispose: «I Giudei si sono accordati per pregarti di condurre domani Paolo al Sinedrio col pretesto di esaminarlo più minutamente;20 Ed egli disse: I Giudei si son convenuti insieme di pregarti che domani tu meni giù Paolo nel concistoro, come per informarsi più appieno del fatto suo.
21 ma tu non ti fidare di essi, perchè più di quaranta de' loro gli preparano insidie, avendo fatto voto con imprecazioni di non mangiare nè bere, sino a che non l'abbiano ucciso: ed ora stanno pronti, aspettando il tuo assenso».21 Ma tu non prestar loro fede, perciocchè più di quarant’uomini di loro gli hanno poste insidie, essendosi sotto esecrazione votati di non mangiare, nè bere, finchè non l’abbiano ucciso; ed ora son presti, aspettando che tu lo prometta loro.
22 Il tribuno licenziò il giovane, dopo avergli comandato di non dire ad alcuno che gli aveva palesato tali cose.22 Il capitano adunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatte assaper queste cose.
23 E chiamati due centurioni, disse loro: «Che sian pronti per la terza ora della notte dugento soldati, settanta cavalieri e dugento lancieri, per andar fino a Cesarea;23 Poi, chiamati due de’ centurioni, disse loro: Tenete presti fin dalle tre ore della notte dugento soldati, e settanta cavalieri, e dugento sergenti, per andar fino in Cesarea.
24 e fate preparare delle cavalcature per porvi Paolo sopra e condurlo salvo al governatore Felice».24 Disse loro ancora che avessero delle cavalcature pronte, per farvi montar su Paolo, e condurlo salvamente al governatore Felice.
25 Egli infatti temette che forse i Giudei, rapitolo, l'uccidessero, e su lui ricadesse la calunnia d'aver preso danaro.25 Al quale egli scrisse una lettera dell’infrascritto tenore:
26 Scrisse poi una lettera che diceva così: «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.26 Claudio Lisia, all’eccellente governatore Felice: salute.
27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei e sul punto d'essere ucciso quand'io, sopraggiunto co' soldati, l'ho liberato, avendo inteso ch'è Romano;27 Quest’uomo, essendo stato preso dai Giudei, ed essendo in sul punto d’esser da loro ucciso io son sopraggiunto coi soldati, e l’ho riscosso, avendo inteso ch’egli era Romano.
28 e, volendo conoscere di che l'accusavano lo condussi dinanzi al loro Sinedrio.28 E, volendo sapere il maleficio del quale l’accusavano, l’ho menato nel lor concistoro.
29 Ma trovai ch'è accusato di quistioni della loro legge, senza che ci sia colpa alcuna degna di morte o di catene.29 Ed ho trovato ch’egli era accusato intorno alle quistioni della lor legge; e che non vi era in lui maleficio alcuno degno di morte, nè di prigione.
30 Or mi s'è riferito di insidie tese a lui; perciò te lo mando, avvertendo anche i suoi accusatori che si rivolgano a te. Sta' sano.»30 Ora, essendomi state significate le insidie, che sarebbero da’ Giudei poste a quest’uomo, in quello stante l’ho mandato a te, ordinando eziandio a’ suoi accusatori di dir davanti a te le cose che hanno contro a lui. Sta’ sano.
31 I soldati dunque, secondo gli ordini ricevuti, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatride.31 I soldati adunque, secondo ch’era loro stato ordinato, presero con loro Paolo, e lo condussero di notte in Antipatrida.
32 Il giorno seguente, lasciando che i cavalieri andassero con lui, ritornarono alla fortezza.32 E il giorno seguente, lasciati i cavalieri per andar con lui, ritornarono alla rocca.
33 E quelli, giunti a Cesarea, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono anche Paolo.33 E quelli, giunti in Cesarea, e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono ancora Paolo.
34 Il governatore, com'ebbe letta la lettera, domandò a Paolo di qual provincia fosse; e udito che era di Cilicia,34 E il governatore, avendo letta la lettera, e domandato a Paolo di qual provincia egli era, e inteso ch’egli era di Cilicia, gli disse:
35 disse: «T'ascolterò quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel pretorio di Erode.35 Io ti udirò, quando i tuoi accusatori saranno venuti anch’essi. E comandò che fosse guardato nel palazzo di Erode