Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 15


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BIBBIA RICCIOTTILA SACRA BIBBIA
1 - Quando Nicanore seppe che Giuda era nelle regioni della Samaria, pensò d’attaccarlo impetuosamente in giorno di sabato.1 Nicànore poi, avendo appreso che gli uomini di Giuda si trovavano nei pressi della Samaria, decise di assalirli con tutta sicurezza nel giorno del riposo.
2 Quei Giudei che erano stati costretti a seguirlo, gli dicevano: « Non far cosa tanto barbara e feroce; rendi onore al giorno santo, e rispetta colui che vede ogni cosa ».2 Gli dissero, allora, i Giudei che lo seguivano per necessità: "Non li far perire in maniera così selvaggia e barbara, ma rendi piuttosto gloria a quel giorno che a preferenza degli altri è stato onorato con la santità da Colui che veglia su tutte le cose".
3 Ma quello sciagurato domandò se v’ è in cielo qualcuno che abbia comandato d’osservare il sabato.3 Ma quel tre volte scellerato domandò se vi fosse in cielo un sovrano che avesse ordinato di celebrare il giorno del sabato.
4 Risposero: «V’è in cielo, vivo e potente, il Signore medesimo che comandò di celebrare il giorno settimo ».4 Gli risposero: "Vi è il Signore vivente. Egli è il sovrano del cielo, che ha ordinato di osservare il sabato".
5 Ma quegli disse: « Ed io sono potente in terra, e comando di prender le armi, e di condurre a termine gli affari del re ». Tuttavia non giunse ad eseguire il suo disegno.5 L'altro ribatté: "Anch'io sono un sovrano sulla terra e ordino di prendere le armi e di eseguire gli ordini del re". Tuttavia non riuscì ad eseguire il suo crudele disegno.
6 Nicanore dunque, al colmo della superbia, già pensava d’erigere per le sue vittorie su Giuda un pubblico trofeo.6 In verità Nicànore, gonfiandosi con tutta la sua arroganza, aveva deciso di erigere un pubblico trofeo con le spoglie degli uomini di Giuda.
7 Il Maccabeo invece sempre con tutta speranza fidava che Dio gli verrebbe in aiuto;7 Il Maccabeo però era fermamente convinto, con ogni speranza, di ottenere soccorso dal Signore.
8 ed esortava i suoi a non temere la mossa delle nazioni, ma tener a mente gli aiuti già ricevuti dal cielo; sperassero quindi anche ora, che dall' Onnipotente verrebbe a loro la vittoria.8 Perciò esortava i suoi a non temere l'attacco dei gentili, ma a tener presenti nella mente gli aiuti che in passato erano stati loro concessi dal cielo e a sperare anche nel presente che dall'Onnipotente sarebbe loro venuta la vittoria.
9 E parlando loro della legge e dei profeti, e ricordando le prove già prima superate, li rese più arditi.9 Confortatili con parole della legge e dei profeti, ricordò poi anche le battaglie che essi stessi avevano combattuto e li rese più audaci.
10 Sollevati così gli animi loro, anche ricordava la mala fede de' Gentili, e le infrazioni ai fatti giuramenti.10 Rinfrancati così i loro animi, denunziò e insieme dimostrò la perfidia dei pagani e la loro violazione dei giuramenti.
11 Li armò dunque ad uno ad uno, non munendoli di scudi e di lancia ma di eccellenti discorsi ed esortazioni, e raccontò loro un sogno degno di tutta fede, col quale li rallegrò tutti.11 Avendo in questo modo armato ciascuno di loro, non con la sicurezza degli scudi e delle lance, ma col conforto delle buone parole, narrò infine un sogno degno di fede, una specie di visione che li rallegrò tutti.
12 La visione era questa: Onia, ch’era stato sommo sacerdote, uomo giusto e benigno, di venerabile aspetto, dolce nel tratto, ornato nella parola, esercitato fin da fanciullo nelle virtù, levava le mani pregando per tutto il popolo dei Giudei.12 La sua visione era questa. Onia, l'ex sommo sacerdote, uomo onesto e buono, modesto nell'aspetto, mite nel tratto, elegantemente spedito nel parlare e fin da fanciullo esercitato nella pratica di tutte le virtù, con le mani protese pregava per tutta la comunità dei Giudei.
13 Quindi era apparso un altro personaggio, venerando per età e gloria, ed intorno a lui una magnifica maestà.13 Poi, nello stesso modo, era apparso un uomo distinto per età e maestà, circonfuso di una gloria meravigliosa e splendidissima.
14 Ed Onia, presa la parola, aveva detto: « Questi è l’amico de’fratelli e del popolo di Israele; questi è colui che molto prega per il popolo c per tutta la città santa: Geremia, profeta di Dio».14 Prendendo la parola, Onia disse: "Questi è l'amico dei suoi fratelli, che prega molto per il popolo e per la santa città: Geremia, il profeta di Dio".
15 Allora Geremia aveva stesa la destra, e data a Giuda una spada d’oro, dicendo:15 Quindi Geremia, stendendo la destra, consegnò a Giuda una spada d'oro, dicendo nell'atto di consegnargliela:
16 « Ricevi la spada santa dono di Dio, con la quale abbatterai i nemici d’Israele mio popolo ».16 "Prendi questa santa spada, dono di Dio; con essa farai a pezzi gli avversari".
17 Cosi esortati dagli eccellenti discorsi di Giuda, atti ad accrescer vigore ed a infervorare gli animi dei giovani, risolsero di assalire e combattere da valorosi, di modo che il valore decidesse gli eventi, trattandosi della città santa e del tempio che erano in pericolo.17 Incoraggiati da queste parole di Giuda, veramente belle e capaci di incitare al valore e di rendere virili gli animi dei giovani, decisero di non attardarsi nell'accampamento, ma di attaccare coraggiosamente e di risolvere l'affare gettandosi nella mischia con tutto il vigore, perché tanto la città quanto le cose sante e il tempio erano in pericolo.
18 Era infatti minore il pensiero che si davano per le mogli ed i figli, pei fratelli e parenti; il primo e più grande timore era per la santità del tempio.18 Infatti il timore per le mogli e per i figli, come per i fratelli e i parenti, era in essi cosa di poco conto in confronto a quello, grandissimo e primario, per il tempio consacrato.
19 Ma anche quelli che erano rimasti in città non stavano in piccola pena per coloro che dovevan combattere.19 Intanto anche tra quelli rimasti in città non minore era la loro angustia, preoccupati com'erano per lo scontro in aperta campagna.
20 Stando dunque, tutti in attesa della decisione, i nemici in vista, l’esercito loro schierato, gli elefanti ed i cavalieri ordinati ai luoghi convenienti ;20 Tutti ormai attendevano una risoluzione prossima, essendo già i nemici vicini, l'esercito schierato, le bestie disposte in posizione conveniente e la cavalleria ordinata ai lati.
21 considerando il Maccabeo il numero di quelli che si avanzavano, l’apparato delle varie armi, e la ferocia degli animali, levando le mani al cielo invocò il Signore che fa i prodigi, e che, non secondo la forza delle armi ma secondo che a lui piace, dà la vittoria ai più degni.21 Al vedersi davanti tale moltitudine, la varietà delle armi preparate e la ferocia delle bestie, il Maccabeo stese le mani al cielo e invocò il Signore, operatore di prodigi, ben sapendo che non per virtù delle armi, ma a coloro che ne son degni egli procura la vittoria, quando lo giudica opportuno.
22 Pregando, disse così: « Tu, Signore, che a tempo d’ Ezechia re di Giuda mandasti il tuo angelo, e del campo di Sennacherib ne uccidesti centottantacinquemila,22 Pregando si espresse in questo modo: "Tu, o sovrano, al tempo di Ezechia re della Giudea inviasti il tuo angelo, il quale fece perire centottantacinquemila uomini.
23 manda anche ora, o re del cielo, l’angelo tuo buono innanzi a noi, ad incuter timore e tremor della potenza del tuo braccio,23 Invia anche ora, o sovrano del mondo, un angelo buono davanti a noi per incutere timore e spavento.
24 sicché n’abbiano paura quelli che bestemmiando vengono contro al santo popolo tuo ». Così dunque finì di pregare.24 Con la potenza del tuo braccio siano colpiti quelli che, bestemmiando, sono venuti contro il tuo santo popolo". Con queste parole terminò.
25 Nicanore allora ed i suoi si avanzarono a suon di trombe e di canti.25 Gli uomini di Nicànore intanto avanzavano tra suoni di trombe e canti di guerra.
26 Giuda ed i suoi, invocato Dio, attaccaron battaglia pregando.26 Gli uomini di Giuda, invece, si gettarono nella mischia contro i nemici tra invocazioni e preghiere.
27 E combattendo sì con la mano, ma col cuore pregando il Signore, abbatterono non meno di trentacinquemila nemici, magnificamente rallegrati dalla presenza di Dio.27 Combattendo con le mani, ma con i cuori pregando Dio, ne abbatterono non meno di trentacinquemila e si rallegrarono grandemente per questa manifestazione divina.
28 Quando poi ebber finito, e giubilanti se ne ritornavano, conobbero che Nicanore era caduto colla sua armatura.28 Cessato il combattimento, mentre con gioia si ritiravano, riconobbero Nicànore caduto con la sua armatura.
29 Allora alzato un grido, e rumore nella patria lingua benedicevano l’onnipotente Signore.29 Fu un esplodere di grida e di confusione. Dopo di che benedissero l'Onnipotente nella lingua paterna.
30 Giuda allora, che in tutto era sempre stato pronto a dare pei suoi connazionali il corpo e l’animo, comandò che si portasse a Gerusalemme il capo di Nicanore, e la mano tagliata insieme col braccio.30 Colui che, corpo ed anima, era stato sempre in prima linea nella lotta per i cittadini e che aveva conservato per i suoi connazionali l'affetto dell'età giovanile, comandò allora di mozzare la testa di Nicànore, la sua destra con il braccio e di portarli a Gerusalemme.
31 Ivi giunto, convocati i cittadini ed i sacerdoti innanzi all’altare, chiamò anche quelli che erano nella rocca.31 Qui giunto, dopo aver convocato i connazionali e i sacerdoti, stando davanti all'altare, mandò a chiamare quelli dell'Acra.
32 E mostrò il capo di Nicanore, e l’empia mano che quegli aveva stesa contro la casa santa dell’onnipotente Dio gloriandosi con tanta insolenza.32 Quindi, mostrata loro la testa dell'impuro Nicànore e la mano che quel bestemmiatore aveva steso con arroganza contro la santa casa dell'Onnipotente,
33 Comandò poi che tagliata dello scellerato Nicanore la lingua fosse data a pezzi agli uccelli, e il capo di quell’ insano fosse sospeso di faccia al tempio.33 comandò che, recisa anche la lingua, a pezzi fosse data in pasto agli uccelli e che la mercede della sua follia fosse appesa davanti al tempio.
34 Tutti dunque benedissero il Signore del cielo, dicendo: «Benedetto Colui che ha salvato dalla contaminazione la sua dimora! ».34 Tutti allora, rivolti al cielo, benedissero il Signore glorioso, dicendo: "Benedetto sia colui che ha conservato incontaminato il suo luogo!".
35 Fu dunque il capo di Nicanore appeso in cima alla rocca, acciò fosse manifesto ed evidente segno dell’aiuto di Dio.35 Giuda poi fece appendere all'Acra la testa di Nicànore come segno chiaro e manifesto a tutti dell'aiuto del Signore.
36 Tutti poi di comune accordo decretarono che in nessun modo passasse senza solennità un tal giorno,36 Infine, con comune suffragio, decretarono tutti insieme di non lasciare in nessun modo tale giorno senza un riconoscimento, ma di solennizzarlo il 13 del dodicesimo mese, che in lingua siriaca si chiama Adar, un giorno prima della festa di Mardocheo.
37 e che si celebrasse la festa ai tredici del mese detto di Adar in lingua siriaca, il giorno avanti al giorno di Mardocheo.37 Così, dunque, andarono le cose riguardo a Nicànore. E poiché da quei tempi la città rimase in possesso dei Giudei, qui stesso anch'io porrò fine al mio discorso.
38 Compiutisi rispetto a Nicanore questi eventi, essendo da allora in poi la città rimasta in possesso degli Ebrei, anch'io finirò qui il mio discorso.38 Se la composizione è riuscita bene, è ciò che anch'io volevo; ma se è di poco conto e mediocre, è tutto ciò che potevo fare.
39 Il quale se procede bene, e come si conviene ad una storia, è quello che anch’ io vorrei; se invece è riuscito meno conveniente, mi si perdoni.39 Come, infatti, il bere solo vino è nocivo, allo stesso modo che la sola acqua, mentre il vino mescolato con acqua è gradevole e procura un piacere delizioso, così è pure della preparazione di un discorso che voglia deliziare le orecchie dei lettori della composizione. Qui perciò sarà la fine.
40 Come infatti bere sempre vino o sempre acqua non giova, mentre usarne a vicenda è piacevole ; così a chi legge, se il dire è sempre studiato, non riesce gradito. Qui dunque porrò fine.