Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 3


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1Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.2Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
3Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.4Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità.5Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato.6Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto.
7Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto.8Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.9Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio.10In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.
11Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri.12Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
13Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia.14Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.15Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
16In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.17Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
19In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore,20qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.21Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio,22e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
23Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.24Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Note:

1Gv 3,1:e lo siamo realmente: alcuni testimoni omettono; volg. ha: «affinché lo siamo».

1Gv 3,3:come egli è puro: Gesù.

1Gv 3,5:per togliere i peccati: con B, A, ecc.; S, C, volg., sir. leggono: «i nostri peccati».

1Gv 3,6:Chiunque rimane in lui non pecca: Giovanni stilizza i ritratti. Dalla speranza della visione (v 2) e della santità consumata (v 3) deriva fin da ora, per l'azione di Gesù Cristo (v 5; 1Gv 2,2), l'astensione da tutti i mali, propria dei figli di Dio (v 9; 1Gv 5,18 ; cf. Gal 5,16) che sono stati «giustificati» (v 7; 1Gv 2,29 ; cf. Rm 3,24-25+). Questo però, di fatto, non esclude la possibilità concreta del peccato (1Gv 1,8-10+), che rompe appunto la comunione (cf. 1Gv 2,3-5).

1Gv 3,8:Chi commette il peccato viene dal diavolo: alle espressioni: essere da Dio, dalla verità, figli di Dio, che significano che il cristiano vive sotto l'influenza di Dio che dimora in lui, si oppongono le espressioni: essere (venire) dal diavolo (1Gv 3,8), dal maligno (1Gv 3,12), dal mondo (1Gv 2,16; 1Gv 4,5), figli del diavolo (1Gv 3,10), per designare tutti quelli che vivono sotto l'influsso perverso di Satana e si lasciano «traviare» da lui.

1Gv 3,9:un germe divino: forse il Cristo (cf. Gal 3,16; 1Gv 5,18). Ma sarebbe piuttosto o lo Spirito (cf. 1Gv 2,20; 1Gv 2,27) o il germe di vita, cioè la Parola che è stata accolta (1Gv 2,7; 1Gv 2,24) e che fruttifica mediante lo Spirito (1Gv 2,20; 1Gv 2,27).

1Gv 3,12:le sue opere erano malvage, mentre quelle di suo fratello erano giuste: prosegue l'antitesi (fino a 1Gv 4,6) tra i figli di Dio che vivono nella verità e nell'amore, e il mondo dove regnano il peccato e l'odio.

1Gv 3,19:conosceranno: vet. lat., volg., sir. ecc. hanno: «conosciamo». - Gv dà alla voce «verità» (1Gv 2,4) un senso molto largo che comprende fede e amore (1Gv 3,23; 1Gv 5,1). Sono «dalla verità» coloro che credono (1Gv 2,21-22), che amano (1Gv 3,18-19 ; cf. 2Gv 1,4-6; 3Gv 1,3-8; Gv 3,21; Gv 8,31+; Gv 18,37).

1Gv 3,19-20:L'uomo che sente i rimproveri del «suo cuore», della sua coscienza (cf. 1Cor 4,4+; Ef 1,18+), sa che Dio conosce tutto (cf. Gv 16,30) e che è amore (1Gv 3,1; 1Gv 4,8+), che è dunque più chiaroveggente e indulgente della nostra stessa coscienza. Ma la pratica dell'amore e dei comandamenti è presupposta (vv 23-24). Altra traduzione: «e davanti a lui noi persuaderemo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri, che Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa».