Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Prima lettera a Timoteo 2


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Vuole, che si facciano orazioni, e ringraziamenti pei re, e pe' magistrati. Ha un solo Dio, e un sol mediatore. In qual modo debbano orare l'uomo, e la donna; e quali ornamenti debba aver questa, alla quale non s'appartiene a' insegnare, ma a' imparare in silenzio.

1Raccomando adunque prima di tutto, che si facciano suppliche, orazioni, voti, ringraziamenti per tutti gli uomini:2Pei Regi, e per tutti i costituiti in posto sublime, affinchè meniamo vita quieta, e tranquilla con tutta pietà, ed onestà:3Imperocché questo è ben fatto, e grato nel cospetto del Salvatore Dio nostro,4Il quale vuole, che tutti gli uominisi salvino, ed arrivino al conoscimento della verità.5Imperocché Dio è uno, uno anche il mediatore tra Dio, e gli uomini, uomo Cristo Gesù:6Il quale diede se stesso in redenzione per tutti, testimone nel debito tempo:7Al qual fine son io stato costituito predicatore, e Apostolo (dico la verità, non mentisco) dottore delle genti per la fede, e per la verità.8Bramo adunque, che gli uomini orino in ogni luogo, alzando pure le mani, scevri d'ira, e di dissensione.9Similmente anche le donne nel lor vestire decente si ornino di verecondia, e modestia, non con i capelli arricciati, né con oro, o perle, o con vestimenta preziose:10Ma con le buone opere, come a donne conviensi, che fan professione di pietà.11La donna impari in silenzio con tutta dipendenza.12Non permetto alla donna il fare da maestra, né il dominar sopra l'uomo: ma che stia cheta.13Imperciocché Adamo fu formato il primo, e poi Eva:14E Adamo non fu sedotto, ma la donna sedotta prevaricò.15Nondimeno si salverà per la educazione de' figliuoli, se si terrà nella fede, e nella carità, e nella santità con modestia.

Note:

2,1-2:Raccomando adunque ec. Da al suo Timoteo le regole di disciplina, e comincia dalla pubblica e comune orazione, come una parte essenziale del ministero ecclesiastico. Vuole adunque, che nell'adunanze de' fedeli si facciano ardenti preghiere a Dio per impetrare le grazie necessarie a tutti gli uomini, e ringraziamenti pe' benefizi già ricevuti da tutti gli uomini. Così fa la Chiesa per tutti gli uomini, di qualunque nazione, e di qualunque credenza sian'essi, benchè nemici, e persecutori. Singolarmente però raccomanda l'orazione pei principi, e pei governatori, o (come allora chiamavansi) presidi delle provincie, affinchè aiutati dalle orazioni de' fedeli conservar potessero la tranquillità, e la pubblica pace sì necessaria a conservare la pietà, e i santi costumi. Ed è da notare, come e que' principi, e i loro ministri, pe' quali comandava l'Apostolo, che si facesse orazione in tutta la Chiesa, erano tutti infedeli. Ecco le belle parole di Tertulliano apol. Alzando al cielo gli occhi, con le mani distese, nerchè pure, e innocenti, a testa scoperta, perchè non abbiam di che vergognarci, senza ammonitore, perchè lo facciamo di cuore, preghiamo a tutti gli Imperatori rita lunga, impero tranquillo, sicurezza nella famiglia, senato fedele, eserciti valorosi, popolo ben costumato, il mondo quieto, e tutto quel che sa chiedere un uomo, ed un Cesare. E in modo particolare queste preghiere avevano per fine la conversione de' principi, e de' popoli a Cristo, come apparisce dal vers. 4 Vedi S. Agost. enchirid. 103.

2,3-4:Nel cospetto del Salvatore Dio nostro, ec. È conveniente, che tutti coloro, i quali per misericordia di Dio sono stati salvati, aiutino con le loro preghiere anche altri ad ottener la salute. Ragione generale per obbligare i Cristiani a domandare a Dio la conversione di tutti; dapoichè Dio nissun genere d'uomini esclude dalla salute, la quale si conseguisce mediante la cognizione della verità, che è Cristo liberatore: conoscerete la verità, e la verità vi libererà, S. Gio. VIII. 32.

2,5-6:Dio è uno, uno anche il mediatore... il quale diede se stesso. Uno solo Dio è il creatore, e Signore di tutti gli uonini, il quale tutti gli ama; un solo è il mediatore eletto a riconciliarli tutti con Dio. Aggiunge l'Apostolo, che questo mediatore è Uomo, non perchè la qualità di mediatore convenga a Cristo solamente secondo l'umana natura, ma perchè all'uomo si cònviene il pregare, il domandare, il patire, che sono uffici del nostro mediatore; il comuinicare poi alle sue preghiere, e a' suoi patimenti una divina salvatrice virtù era proprio della natura divina. In qualità adunque di Uomo Dio egli è Cristo nostro mediatore; ma a risvegliare la nostra speranza molto bene ci fece riflettere l'Apostolo alla somiglianza, e relazione, che Cristo ha con noi secondo l'umana natura, per la quale si è degnato egli stesso di prendersi il titolo di nostro fratello.
In redenzione. Il greco ha un senso pie nobile, ma che non poteva spiegarsi nè in latino, nè in volgare con una sola parola; imperocchè la voce greca dinota un riscatto che si fa per una specie di baratto, dando v g. testa per testa, vita per vita. Una bella sposizione della voce greca si ha, Gal. III. 13., dove si dice, che Cristo ci riscattò dalla maledizione, divenendo maledizione per noi.
Testimone nel debito tempo. Gran varietà di lezioni si trovano qui nella Volgata. S. Tommaso, e molto prima s. Ambrogio leggeva: la di cui testimonianza fu confer matar a suo tempo, ovvero, al debito tempo: il senso però non è diverso, e vuol dire l'Apostolo, che della verità di quello che egli ha detto di sopra, era stato testimone lo stesso Cristo, venuto (nel tempo stabilito da Dio) al mondoa render testimonianza alla verità (S. Gio. XVIII. 37. ) per la qual verità avea eziandio sofferta la morte.

2,7:Al qual fine son io stato costituito ec. E a render testimonianza di questa verità (che Dio vuol dare la salute a tutti gli uomini, che per tutti Cristo ha patito ec.) sono stato io costituito da Dio predicatore del Vangelo, Apostolo di Cristo, e dottore delle genti, per notificare a tutta la terra il beneficio della comune redenzione operata da Cristo, predicatore, Apostolo e dottore fedele e verace, conforme posso senza menzogna attestar di me stesso.

2,8:Bramo adunque, che gli uomini ec. Ritorna all'argomento, di cui avea cominciato a parlare nel vers. I. Gli Ebrei non potevano esercitare il pubblico culto della religione se non nel tempio. I Cristiani a' tempi di Paolo non potevano aver dappertutto delle Chiese specialmente erette, e consagrate alla celebrazione de' divini misteri, alla lezione della divina parola, e alla comune orazione; e abbiam veduto e negli Atti, e nelle stesse lettere di Paolo, come per le case si adunavano i fedeli per lo spezzamento del pane, e per l'orazione comune. Dice adunque l'Apostolo, che il culto della religione, e l'orazione dei fedeli sarà accetta al Signore, in qualunque luogo si faccia, purchè accompagnata dalla purità della vita e lalla unione e concordia de' fratelli. Tutto l'universo e il tempio di Dio, e tempio ancor più gradito al Signore è il cuore dell'uomo, in cui regni la giustizia, e la vera pietà. Si adunino (vuol dire l'Apostolo) in qualunque luogo potranno i cristiani, alzino a Dio le mani non purificate con le albluzioni della legge, ma pure da ogni azione peccaminosa, con cuore libero da ogni passione di odio, o di discordia, e in ogni luogo saranno da Dio con misericordia esauditi. Vedi s. Giovanni IV. 21., Sofonia II. II. parla qui l'Apostolo agli uomini principalmente, perchè ad essi (e singolarmente ai pastori ) si appartiene di aver cura di tutto ciò, che concerne il buon ordine nel pubblico culto; ma lo stesso insegnamento riguarda anche le donne, come apparisce dal versetto seguente similmente anche le donne ec. Vale a dire, orino con le condizioni gia dette.

2,9-10:Le donne nel loro vestire decente ec. Aggiunge uno speciale insegnamento per le donne, come più necessario per esse a motivo della naturale inclinazione del loro sesso alla vanità del vestire; insegnamento da osservarsi in ogni luogo, ma principalmente nella casa di orazione. E in primo luogo dice, quali esser debbano i veri ornamenti della donna cristiana, indi da quali debba astenersi. Sopra la stessa materia vedremo, in qual maniera ragioni anche s. Pietro nella sua prima lettera cap. III., onde può argomentarsi, che di non leggera, importanza sia questo punto trattato sì di proposito dai due massimi Apostoli. Tutto quello che si può dire intorno a questo ad una donna cristiana, mi sembra ristretto in queste poche parole di Paolo: come a donne conviensi che fan professione di pietà; si ornino in quel modo, che è compatibile con la soda pietà, vale a dire, con un vero amor verso Dio, e con la sincera imitazione di Gesù Cristo, le di cui massime, ed esempi sono la regola, secondo la quale sarem giudicati.

2,11-12:La donna impari ec. Parla delle pubbliche adunanze della Chiesa, nelle quali non dee la donna arrogarsi di far da maestra, ma lasciare tale incumbenza ai pastori. Imperocchè quanto all'istruire privatamente sia i propri mariti infedeli, sia le persone del loro sesso, ciò facevasi assai comunemente dalle donne cristiane a gran pro della fede. Vedi Philip. V.3., I. Cor. IX. 5. ec. Atti, XVIII.26.

2,13-14:Adamo fu formato il primo ec. Rende ragione della dipendenza, che hanno le mogli dai propri mariti. In primo luogo Adamo fu creato il primo, lo che è indizio di preminenza, e di poi la donna fu creata per l'uomo, 1. Cor. XI. 8.; in secondo luogo la donna è per sua natura più fragile, onde nel principio del mondo il demonio non all'uomo si accostò per tentarlo, ma si alla donna, la quale prestò fede al serpente, e fu sedotta, e prevaricò, e Adamo per fare a modo di lei cadde anch'e gli nella stessa prevaricazione; dopo di che udì la donna la sentenza di Dio, per la quale fu soggettata all'autorita dell'uomo. Dà molta luce a queste parole dell'Apostolo s. Agostino de Gen. ad lit. 2. dove unisce i due fatti di Salomone e di Adamo: È egli forse da credere, che un uomo di tanta sapienza, qual fu Salomone, credesse che a qualche cosa potesse esser utile il culto degli idoli? No certamente; ma non seppe egli resistere all'amor delle donne, il qual'amore a tal disordine lo strascinava... Nella stessa guisa Adamo, dopo che la donna ingannato mangiò del frutto vietato, e a lui ne diede, perchè ne mangiasse insieme, non volle affliggerla. Fece adunque quello che fece, vinto non già dalla concupiscenza carnale, della quale non aveva ancora provata la resistenza, ma da una amichevole benevolenza, per cui accade sovente, che Dio si offenda, perchè un uomo di amico che era, non diventi nemico.

2,15:Si salverà per l'educazione ec. Ma la donna benchè esclusa dall'insegnare, e dall'aver parte nel pubblico ministero non lascerà di essere utile alla Chiesa colla istru zione privata dei propri figliuoli, con la buona educazione di questi, alla quale coopererà grandemente, quando viva costante nella fede, nella carità, nella santità de costumi, osservando quella modestia, che è tanto conveniente al suo sesso. Le cure, e le fatiche nell'allevare ed istruire la prole saranno per lei di gran merito presso Dio. Cosi consola le maritate. Quanto alle vergini, elle hanno altre consolazioni, delle quali ha parlato nella prima ai Corinti, cap VI.