Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Prima lettera a Timoteo 4


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Predice, che alcuni seguiranno una falsa dottrina particolarmente intorno al matrimonio, e intorno ai cibi; e ammonisce il suo discepolo, che disprezzando le vane dottrine, si eserciti nella pietà, la quale è da preferirsi agli eserciti del corpo, e benché giovinetto, sia a tutti gli altri di esempio.

1Ma lo spirito dice apertamente, che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando retta agli spiriti ingannatori, e alle dottrine dei demoni.2Per ipocrisia dicendo la falsità, avendo la coscienza coperta di turpi marche,3Ordinando di non contrar matrimonio, di astenersi dai cibi creati da Dio, perché ne usassero con rendimento di grazie i fedeli, e quelli, che hanno conosciuta la verità.4Dappoiché tutto quello, che Dio ha creato, è buono, e nulla è da rigettarsi, ove con rendimento di grazie si prenda:5Imperocché vien ad esser santificato per la parola di Dio, e pell' orazione.6Se tali cose proporrai a' fratelli, sarai buon ministro di Cristo Gesù, nudrito delle parole della fede, e della buona dottrina, nella quale tu sei versato.7Ma le profane favole da vecchiarelle rigettale, ed esercitati nella pietà.8Imperocché l'esercizio del corpo serve a poco: ma è buona a tutto la pietà avente le promesse della vita di adesso, e della futura.9Parola fedele, e sommamente accettevole.10Imperocché per questo ci affatichiamo, e siamo maledetti, perché abbiamo speranza in Dio vivo, il quale è salvatore di tutti gli uomini, massimamente de' fedeli.11Annunzia, e insegna tali cose.12Nissuno disprezzi la tua giovinezza: ma sii tu il modello de' fedeli nel parlare, nel conversare, nella carità, nella fede, nella castità.13Fino a tanto che io venga attendi alla lettura, all'esortare, ed all'insegnare.14Non trascurare la grazia, che è in te, la quale ti è stata, data per rivelazione, con l'imposizione delle mani del presbiterio.15Queste cose medita, in queste sta' fisso, affinché sia manifesto a tutti il tuo avanzamento.16Attendi a te, ed all'insegnare: e in questo persevera. Imperocché ciò facendo, salverai te stesso, e quelli, che ti ascoltano.

Note:

4,1:Ma lo Spirito dice apertamente, ec. La fede, e la dottrina della Chiesa (di cui ha parlato nel capo precedente) avrà sempre de' nemici, contro i quali volendo premunire il suo Timoteo, e in lui tutti i pastori, dice perciò l'Apostolo, che lo Spirito santo, cui tutto il futuro è palese, a chiare note prediceva già (per bocca di coloro, i quali godevano del dono di profezia), che negli ultimi tempi vi sarebbero de' cristiani, i quali abbandonata la fede si farebbero discepoli di uomini bugiardi, e impostori, e seguirebbero delle nuove dottrine, sparse, e accreditate per opera dei demoni. Gli ultimi tempi secondo la più probabil sentenza (appoggiata al testo greco, che porta ne' tempi seguenti) sono i tempi, che correranno dalla venuta di Cristo sino alla fine del mondo. In tutti questi tempi il demonio anderà operando il suo mistero di iniquità, di cui si parla, 2. Tess. II., e si leveranno su dei nuovi errori, e nuove sette contro la Chiesa, come predicevano a tempo di Paolo i fedeli ispirati dallo Spirito del Signore, e come fin da quel tempo si cominciava a vedere in tante eresie, che pullulavano per ogni parte, de' Simoniani, de' Nicolaiti, de' Cainiti, degli Gnostici, degli Encratiti. E quanto più si avvicinerà la fine de' secoli, tanto più pel raffreddamento della carità, anderà facendo progressi lo spirito di errore.

4,2:Per ipocrisia dicendo la falsità, ec. Nota l'Apostolo il carattere assai comune degli eretici, che consiste in primo luogo nel fingere un grande amore per la purità dei costumi, e per la sana dottrina; secondo nella sfacciataggine, con la quale spacciano la menzogna, che pur conoscono per menzogna; costoro ogni arte pongono in opera per essere creduti pii e santi: ma nella loro coscienza portano impresse le marche delle loro scelleraggini, le quali non possono a se stessi nascondere, come i malfattori portano per sentenza de' giudici segnate nel loro corpo le marche de' loro delitti; così costoro non nel corpo, ma bensì nell'animo, e nella coscienza hanno impressi i vestigi delle orrende loro iniquità.

4,3:Ordinando di non contrar matrimonio. Varie furono le sette, nelle quali il matrimonio era tenuto per illecito, come presso gli Encratiti, i Marcioniti, e altri eretici: e quello che rende quasi incredibile la loro stupidità, e sfacciataggine, si è, che mentre bestemmiando contro le or dinazioni di Dio vituperavano l'unione legittima e santa dell'uomo e della donna, non avevano difficoltà di abbandonarsi alle più mostruose dissolutezze. Ma per togliere agli eretici ogni motivo di sofisticare sopra queste parole di Paolo, notisi con s. Agostino, I. 30 conrt. Faust. p. VI., che proibisce, e condanna il matrimonio, chi dice, che il matrimonio è un male, non chi il matrimonio tenendo per un bene, antepone a questo un ben migliore, vale a dire la castità. Tale è la dottrina di Paolo, e tale quella della cattolica Chiesa.
Di astenersi dai cibi creati ec. Tra gli Ebrei convertiti alla fede non pochi erano quelli, che cadevano nell'errore di creder necessaria alla salute la distinzione de' cibi usata sotto la legge. Nello stesso errore erano gli Encratiti per un altro principio. Questi facevano professione di astenersi da certi cibi come per loro propria natura impuri, e come cattive creature di un Dio cattivo. La Chiesa di Gesù Cristo, ha sempre lodato l'astinenza fatta per ispirito di mortificazione e di penitenza, come apparisce dal canone Apostolico LI., e dai due antichissimi concili, l'Ancirano e il Gangrense; e dalla celebre epistola del gran martire s. Ignazio a quelli di Filadelfia, nella quale è attribuita la stessa eresia agli Ebioniti. Ma seguendo la dottrina del grande Apostolo, non ha mai creduto impura o immonda alcuna di quelle cose, che Dio ha creato, perchè ne usino i fedeli con la debita riconoscenza verso il creatore,e donatore di tutti i beni. Così ne usano legittimamente quelli, che intendono, e amano la verità. È adunque lecito per se stesso l'uso di qualunque cibo, ed è ancor commendevole, e accetta a Dio l'astinenza, la quale vedremo praticata da Timoteo, il quale si privava del vino. È da notarsi, che l'Apostolo parla de' fedeli conoscitori della verità, come de' soli, pe' quali Dio abbia creati i cibi, perchè ne usassero; e ciò perchè in primo luogo i soli fedeli istruiti da Dio conoscono il legittimo uso di essi, e come non per intemperanza, e golosità debbono usarsi, ma per sostentare la vita con sobrietà, e gratitudine; la qual cosa non sanno, nè praticano gl'infedeli. In secondo luogo perchè secondo la dottrina di Paolo tutte le cose ha fatto Dio per gli eletti.

4,4-5:Tutto quello che Dio ha creato, è buono, ec. Oppone la vera dottrina alle invenzioni degli eretici. È buono di sua natura tutto quello che Dio ha creato, Gen. 1.31., e se alcuno venisse a pensare, che per quel dominio, che dopo il peccato dell'uomo si usurpò il demonio e sopra dell'uomo, e sopra le creature fatte per l'uomo, alcuna specie d'immondezza avesser contratto le creature, a questo noi rispondiamo, che la parola di Dio, e l'orazione santifica tutte le cose, vale a dire, primo, che la parola di Dio, il quale per Gesù Cristo ha a noi dichiarato che quello che entra nella bocca, non rende immondo l'uomo, questa parola legittima, e purifica l'uso delle creature; in secondo luogo, che ciò anche fa la benedizione, e l'orazione, e il ringraziamento, con cui lo stesso uso accompagnasi trai cristiani. Vedi qui il Grisostomo, e s. Agostino lib, IV. de civ. XIX., e s. Ambrogio tib. II. de Abel. VIII.

4,7:Le profane favole da vecchiarelle ec. Può intendersi delle favole giudaiche, delle quali ha parlato nel cap. I., ovvero di quelle senza numero inventate dai Simoniani, dagli Gnostici, dagli Encratiti.
Esercitati nella pietà. Nell'amor verso Dio, e verso il prossimo, il qual amore colle buone opere si nutrisce, e si rinforza.

4,8:L'esercizio del corpo serve a poco: ec. Frequentemente l'Apostolo da quello, che si faceva dai Pagani, per oggetti di poca o niuna considerazione, procura di animare i cristiani a quelle cose, onde immenso ed eterno frutto raccogliesi. Così avendo raccomandato a Timoteo di esercitarsi nelle opere di pieta, per animarlo a tale esercizio gli dice, che osservi quello che dall'esercizio del corpo (col qual nome s'intendono i certami, ed i giuochi tanto famosi presso i Greci, e celebrati con molta solennità in Efeso) ritraggono di vantaggio gli atleti, i quali dopo tante fatiche e sudori sono ricompensati con applausi vani e passeggeri, e con una fragil corona; laddove la pietà (il culto di Dio, e la carità verso il prossimo) è sempre utile e profittevole, come quella, a cui da Dio è stato promesso nelle Scritture ogni bene non solo per la vita presente, ma anche per la futura.

4,9-10:Parola fedele, ec. Checchè si giudichi il mondo intorno agli uomini pii, eglino sono felici in questa vita per la pace della coscienza, per la protezione, che Dio ha di essi, per la speranza e l'amore, che hanno a lui, saranno anche più felici nell'avvenire. Questa parola è infallibile, e questa anima e sostiene la nostra costanza nelle afflizioni presenti, e nelle persecuzioni, alle quali siamo esposti per la causa di Cristo. Speriamo non ne' dii morti de' Gentili, ma in Dio vivo, che e principio di vita per tutti i viventi. Da lui e abbiamo la vita presente, e aspettiam la futura. Or egli è salvatore di tutti gli uomini, ma è particolarmente salvatore de' fedeli, i quali principalmente egli ama, e de' quali ha cura principalmente, e a' quali soli dà la salute, vale a dire la vita eterna.

4,12:Nissuno disprezzi la tuà giovinezza: ec. Non solevano in que' tempi ammettersi ai gradi principali del ministero se non uomini di età avanzata; ma Timoteo era stato promosso assai giovane. Gli raccomanda perciò l'Apostolo di compensare la poca età con la gravità e santita de' costumi, onde nissuno abbia ardire di rinfacciargli i suoi pochi anni.

4,13:Attendi alla lettura, all'esortare, ec. Leggi assiduamente le sacre lettere, onde trarrai materia da consolare, e da istruire il tuo gregge. La Scrittura sacra a chiamata da s. Ambrogio: il libro sacerdotale, e da un altro antico Padre: la sostanza del nostro sacerdozio, e il Grisostomo, Hom. II. de provid.: breve è il tempo di questa vita; ma foss'egli lunghissimo, tutto questo dovrebbe impiegarsi nello studio delle sante scritture.

4,14:Non trascurare la grazia.... la quale ti è stata data ec. Non tenere oziosa la grazia della consagrazione episcopale, la quale ti è stata conferita in virtù di particolari rivelazioni, colle quali manifestò Dio, come era sua volontà, che tu fossi a tal dignità innalzato, benchè in eta ancor giovanile. Vedi I. 18. Questa grazia (dice Paolo) tu la ricevesti per l'imposizione delle mani del presbiterio, vale a dire, secondo la sposizione più probabile, per l'imposizione delle mie mani, e di quelle degli altri Vescovi che si trovarono alla tua ordinazione; Imperocchè dagli Apostoli imparò la Chiesa la regola, che non da un solo, ma da tre Vescovi almeno fosse ordinato il Vescovo. Vedi il Grisost. La grazia, di cui parla l'Apostolo, è il dono, e l'autorità di ordinare, di dare lo Spirito santo, di predicare, d'insegnare, di pascere il gregge di Cristo, e forse ancle in essa comprende Paolo i doni straordinari delle lingue, della scienza, della profezia de' miracoli. Questa grazia, nella quale molte erano comprese, vuola. l'Apostolo, che Timoteo non la tenga oziosa e inutile, ma la custodisca coll'orazione, e con la gratitudine, e la impieghi a vantaggio del suo popolo.

4,15:Sia manifesto a tutti il tuo avanzamento. Gli fa intendere che nella pietà cristiana il non andare avanti è lo stesso, che scapitare, e dare indietro. Veggano tutti il buon uso, che tu fai della grazia, e de' doni di Dio, dal crescere che farai in tutte le virtù.

4,16:Attendi a te, e all'insegnare: e in questo ec. Rifletti continuamente sopra il tuo modo di vivere, affine di sempre ben vivere.
E all'insegnare. Notisi, quante volte ribatta questo punto l'Apostolo, come si essenziale ad un pastore di anime, il cibo delle quali è la parola di Dio, onde a perire le espone chi ad esse sottragge tal cibo. In questo aggiunge l'Apostolo, che sta la salute del pastore, perchè in questo sta la salute del gregge, da cui quella del pastore non va disgiunta.