Scrutatio

Venerdi, 3 maggio 2024 - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi)

Sapienza 15


font
BIBBIA MARTINIBIBBIA RICCIOTTI
1 Ma tu Dio nostro, tu se' benigno, e verace, e paziente, e tutto governi con misericordia:1 Ma tu, o Dio nostro, sei benigno e fedele, sei longanime e tutto governi con misericordia.
2 Imperocché se noi peccheremo, siamo tuoi, noi che conosciamo la tua grandezza, e se non peccheremo, sappiamo che tu tieni conto di noi:2 Perchè, anche se pecchiamo, noi slam tuoi, conoscendo la tua potenza; ma non peccheremo, sapendo d'esser annoverati tra i tuoi!
3 Perocché il conoscer te è la perfezione della giustizia, e il conoscere la giustizia, e potenza tua, è radice di immortalità.3 Il conoscer te è perfetta giustizia, e il saper la tua giustizia e potenza è radice d’immortalità.
4 Conciossiachè non ha indotti noi in errore la invenzione maligna degli uomini, né il vano artifizio di un'ombreggiata pittura, od una immagine co' vari colori rappresentata,4 Non ci ha sedotti noi nè maliziosa invenzione di uomini, nè sterile lavoro d'ombreggiata pittura, un'immagine impiastrata di vari colori,
5 Di cui la vista sveglia la cupidità dello stolto, che ama la avvenenza di un morto ritratto senz'anima.5 la cui vista desta nell'insensato la passione, onde s'innamora della figura senz'anima d’una morta immagine.
6 Quelli, che amano il male, sono degni di avere speranza in cose tali, e quelli pur, che lo fanno, e que', che le amano, e quelli, che le onorano.6 Amanti del male, degni son di sperare in tali cose cosi quel che le fabbricano, come coloro che le amano e adorano.
7 Similmente un vasaio maneggiando la molle creta con molta fatica ne forma per nostro uso de' vasi di ogni sorte, e' della medesima pasta ne fa de' vasi per usi onesti, e similmente de' vasi per usi contrari: e dell'uso, a cui debban servire que' vasi ne è arbitro il vasaio;7 I1 vasaio invero, impastando con fatica la molle terra, forma ogni sorta di vasi a nostro servizio, e dalla stessa argilla egli forma i vasi che servono a nobili usi e quelli, parimenti, che son tutto il contrario: qual poi abbia ad esser l'uso de' [singoli vasi], n'è giudice il vasaio.
8 E con vana fatica della stessa pasta né forma un Dio, egli, che poco prima fu di terra creato, e di qui a poco ritorna donde fu tratto, allorché gli sarà ridomandata quell'anima, di cui è debitore.8 Cosi anche, con male spesa fatica, plasma un dio dalla medesima argilla, egli che da poco è nato dalla terra e ritornerà dopo poco a quella [terra] donde fu tratto, quando gli sarà ridomandata l'anima che ha in prestito.
9 Ma egli non pensa alla fatica, che soffre, né alla brevità di sua vita, ma fa a picca cogli orefici, e argentieri, ed imita anche i bronzisti, e pone la sua gloria nel formare cose inutili,9 Ma egli non si preoccupa ch'è per esaurirsi, nè che ha breve la vita; ma rivaleggia con gli orefici e gli argentieri e imita i bronzisti e pone la sua gloria nel formar [riproduzioni] vane.
10 Perché il suo cuore è cenere, e la speranza di lui è men pregevole della terra, e la vita di lui è più vile del fango:10 Cenere è il suo cuore, e più vile della terra la sua speranza, e più spregevole della creta la sua vita.
11 Mentre egli non conosce colui, che lo ha formato, e gli ispirò quell'anima, mediante la quale egli opera, e soffo in lui lo spirito di vita.11 Perchè ignora colui che l'ha formato e gli ha ispirato un'anima attiva e soffiato in lui uno spirito di vita;
12 Costoro anzi han creduto, che sia un giucco la nostra vita, e che tutta la nostra occupazione abbia da essere pel guadagno, e che convenga cercar di far roba anche col malfare:12 ma pensa che uno spasso sia la nostra vita; e l’esistenza un gran mercato da guadagno, e che bisogna fare acquisti come che sia, anche col male.
13 Perocché ben sa, che più di tutti egli pecca colui, che di fragil materia forma de' vasi, e de' simolacri.13 Egli sa infatti che più d'ogni altro pecca, formando dalla [medesima] materia argillosa fragili vasi e scolpite immagini.
14 Ma son tutti stolti, e sgraziati, e superbi più che anima nata i nemici del popol tuo, i quali lo dominano,14 Ma insensati tutti e più meschini dell'anima d'un superbo sono i nemici del tuo popolo, i suoi oppressori.
15 Perché eglino credono dei tutti gli idoli delle genti, i quali non hanno l'uso degli occhi per vedere, né delle narici per respirare, né degli orecchi per udire, né delle dita delle mani per toccare, e i piedi stessi hanno incapaci di muoversi:15 Perchè tutti gl'idoli delle genti essi ebber per dèi, che [pur] non han nè l'uso degli occhi per vedere, nè narici per aspirar l'aria, nè orecchi per udire, nè dita delle mani per palpare, e i cui piedi sono incapaci di camminare!
16 Perocché un uomo li fece, e formolli uno, a cui fu dato in prestito lo spirito: e nissun uomo potrà mai fare un Dio simile a se;16 Un uomo invero li fece, e chi aveva avuto in prestito lo spirito li plasmò. Or non c'è uomo che possa fare un dio simile a sè;
17 Ed essendo egli mortale colle inique sue mani forma un morto; onde egli è da più di quelli, che adora, perchè egli benché mortale ha ottenuto la vita, ma quelli non mai.17 ma, essendo mortale, una cosa morta e, fa con l'empie [sue] mani. Egli pertanto è da più degli oggetti che adora, perchè lui almeno, pur essendo mortale, ebbe vita, ma quelli non mai!
18 Ma essi rendono culto ai più odiosi i animali, i quali paragonati coll'altre bestie prive di sentimento son di queste peggiori.18 Ma anche gli animali più ripugnanti essi adorano, che quanto a brutalità son peggiori degli altri.
19 Né alcuno può nell'aspetto istesso di quegli animali osservare alcun bene, come quelli, che han perduta l'approvazione, e la benedizione di Dio.19 E neppure all’aspetto può alcuno vedere In questi animali qualcosa di buono; ma sfuggirono alla lode di Dio e alla sua benedizione.