Scrutatio

Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 15


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BIBBIA MARTINIBIBBIA CEI 2008
1 Or il re Antioco figliuolo di Demetrio scrisse dalle isole del mare una lettera a Simone sommo sacerdote e principe della nazione dei Giudei e a tutta la nazione:1 Antioco, figlio del re Demetrio, inviò lettere dalle isole del mare a Simone, sacerdote ed etnarca dei Giudei, e a tutta la nazione;
2 La qual lettera era di tal tenore: Il re Antioco a Simone sommo Sacerdote e alla nazione dei Giudei, salute.2 il loro contenuto era del seguente tenore:
«Il re Antioco a Simone, grande sacerdote ed etnarca, e al popolo dei Giudei, salute!
3 Dappoiche' alcuni uomini pestilenziali hanno invaso il regno de' padri nostri, e io voglio liberare il regno, e rimetterlo nel suo primiero stato, ed ho messo insieme uno scelto esercito, ed ho fatte costruire navi da guerra,3 Poiché alcuni uomini pestiferi si sono impadroniti del regno dei nostri padri, voglio rivendicare i miei diritti sul regno, per ricostruirlo com’era prima; ho reclutato un esercito ingente di mercenari e allestito navi da guerra.
4 Ho intenzione di entrar nel paese per punire quelli che hanno messe sossopra le nostre provincie, e han desolata molte città del mio regno.4 È mia volontà sbarcare nella regione, per punire coloro che hanno rovinato il nostro paese e desolato molte città nel mio regno.
5 Io pertanto ti condono tutti i tributi condonati a te da tutti i re miei predecessori, e tutti i doni, che questi han rimessi a te.5 Ora ti confermo tutte le esenzioni, che ti hanno concesso i re miei predecessori, e tutte le altre dispense dai doni.
6 E ti concedo di poter battere moneta proprio nel tuo paese.6 Ti concedo di battere moneta propria con corso legale al tuo paese.
7 E che Gerusalemme sia città santa e libera, e che tutte le armi fabbricate da te, e le fortezze, che tu hai edificate, ed hai in tuo potere, rimangan tue.7 Gerusalemme e il suo santuario siano liberi; tutti gli armamenti, che hai preparato, e le fortezze che hai costruito e occupi, restino in tuo possesso.
8 E tutti i debiti colla azienda reale tanto pel passato, che pel futuro, ti sono rimessi da questo punto.8 Quanto devi al re e i debiti che potrai avere verso il re in avvenire da ora e per sempre, ti sono rimessi.
9 E quando sarem pervenuti al possesso del nostro regno, renderemo onor grande a te, e alla tua nazione e al tempio, talmente che la vostra gloria si spanderà per tutta la terra.9 Quando poi avremo preso possesso del nostro regno, onoreremo te, la tua nazione e il tempio con grandi onori, così da rendere manifesta la vostra gloria in tutta la terra».
10 L'anno cento settantaquattro entrò Antioco nel paese de' padri suoi; e corsero a lui tutti gli eserciti, talmente che pochi rimasero con Trifone.10 Nell’anno centosettantaquattro Antioco partì per la terra dei suoi padri e si schierarono con lui tutte le milizie, di modo che pochi rimasero con Trifone.
11 E il re Antioco lo inseguì; e quegli fuggendo lungo la spiaggia del mare arrivò a Dora:11 Antioco si diede ad inseguirlo e quello, fuggendo, giunse fino a Dora sul mare,
12 Perocchè egli vedeva le sciagure piovergli addosso, avendolo abbandonato l'esercito.12 perché vedeva che i mali si addensavano su di lui, mentre le truppe lo abbandonavano.
13 E Antioco si avvicinò a Dora con centoventi mila uomini di valore e otto mila cavalli.13 Antioco pose il campo contro Dora, avendo con sé centoventimila armati e ottomila cavalieri.
14 E circondò la città, e si aggiunser le navi dalla parte del mare, onde la città era battuta per mare e per terra, e non poteva nissuno uscirne, o entrarvi.14 Egli circondò la città, mentre le navi attaccavano dal mare; fece pressione contro la città dalla terra e dal mare, non lasciando più entrare né uscire alcuno.
15 Ma Numenio co' suoi compagni giunse da Roma con lettere scritte ai re e ai popoli di questo tenore:15 Intanto arrivarono da Roma Numenio e i suoi compagni, portando lettere per i re dei vari paesi. Esse dicevano:
16 Lucio console de' Romani al re Tolomeo, salute.16 «Lucio, console dei Romani, al re Tolomeo, salute!
17 Sono venuti a noi gli ambasciadori dei Giudei nostri amici a rinnovar l'amicizia e la confederazione, mandati da Simone principe de' sacerdoti e dal popolo de' Giudei.17 Gli ambasciatori dei Giudei sono giunti a noi come nostri amici e alleati, per rinnovare l’antica amicizia e alleanza, inviati da Simone, sommo sacerdote, e dal popolo dei Giudei.
18 Ed hanno portato un brocchiere di oro di mille mine.18 Hanno portato uno scudo d’oro di mille mine.
19 È adunque piaciuto a noi di scrivere ai re e ai popoli, che non facciano torto ad essi, e non molestino né loro, ne le loro città e paesi, e non dieno aiuto a quelli, che lor movessero guerra.19 Ci è sembrato bene perciò scrivere ai re dei vari paesi, perché non facciano loro del male, né facciano guerra alle loro città o alla loro regione, né combattano insieme a chi entri in guerra con loro.
20 E abbiamo creduto di dover accettare il brocchiere.20 Ci è parso bene accettare da loro lo scudo.
21 Se pertanto vi sono degli uomini malvagi, i quali dal loro paese sieno fuggiti nel vostro, rimettetegli a Simone principe dei Sacerdoti, affinché li punisca secondo la sua legge.21 Se pertanto uomini pestiferi sono fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a Simone, sommo sacerdote, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge».
22 Le stesse cose furono scritte al re Demetrio e ad Attalo e ad Ariarate e ad Arsace,22 Uguali espressioni scrissero al re Demetrio, ad Àttalo, ad Ariarate e Arsace
23 E a tutte le provincie, ai Lampsaceni agli Sparziali, a quei di Delo e di Mindo e di Sicione e a quei della Caria e di Samo e della Pamfilia e della Licia e di Halicarnasso e di Coo e di Side e di Aradon e di Rodi e di Phaselide e di Gorlina e di Gnido e di Cipro e di Cirene.23 e a tutti i paesi: a Sampsame, agli Spartani, a Delo, a Mindo, a Sicione, alla Caria, a Samo, alla Panfìlia, alla Licia, ad Alicarnasso, a Rodi, a Fasèlide, a Coo, a Side, ad Arado, a Gòrtina, a Cnido, a Cipro e a Cirene.
24 E mandaron copia della lettera a Simone principe dei Sacerdoti e al popolo dei Giudei.24 Copia di queste lettere scrissero per Simone, sommo sacerdote.
25 Or il re Antioco si avvicinò coll'esercito per la seconda volta a Dora, battendola continuamente, e alzando macchine; e strinse talmente Trifone, che non poteva scamparne:25 Il re Antioco, dunque, teneva il campo contro Dora da due giorni, lanciando continuamente contro di essa le schiere e costruendo macchine; così aveva precluso a Trifone ogni possibilità di uscire ed entrare.
26 E Simone mandò in suo aiuto due mila uomini scelti, e argento e oro e vasi in copia:26 Simone gli inviò duemila uomini scelti, per combattere al suo fianco, oltre ad argento, oro e molti equipaggiamenti.
27 Ma quegli non volle riceverli, e mancò a tutte le convenzioni fatte prima con lui, e se gli mostrò avverso.27 Ma Antioco non volle accettare nulla, anzi ritirò quanto aveva prima concesso a Simone e si mostrò ostile con lui.
28 E mandò a tui Athenobio, uno dei suoi a discorrerla con Simone, e a dirgli: voi occupate Joppe e Gazara e la cittadella di Gerusalemme, città spettanti al mio regno:28 Poi gli inviò Atenòbio, uno dei suoi amici, a trattare con lui in questi termini: «Voi occupate Giaffa, Ghezer e la Cittadella di Gerusalemme, tutte città del mio regno.
29 Avete desolati i lor territori, e avete fatti mali grandi nel paese, e avete usurpati molti luoghi del mio regno.29 Avete devastato il loro territorio e avete causato rovina grande nel paese e vi siete impadroniti di molte località nel mio regno.
30 Ora dunque rimettere le città occupate da voi, e i tributi esatti nè luoghi, dei quali vi siete fatti padroni fuori de' confini della Giudea:30 Ora, perciò, consegnate le città che avete occupato, insieme con i tributi delle località di cui vi siete impadroniti fuori del territorio della Giudea,
31 Ovvero date per quelle (città) cinque cento talenti d'argento, e pe' guasti fatti da voi e pe' tributi delle città, altri cinquecento talenti; altrimenti verremo, e vi faremo guerra.31 oppure dateci in cambio cinquecento talenti d’argento e, in compenso dei danni arrecati e dei tributi delle città, altri cinquecento talenti; altrimenti verremo e vi muoveremo guerra».
32 E Athenobio amico del re giunse a Gerusalemme, e vide la magnificenza di Simone e la copia dell'oro e dell'argento e la quantità de' mobili di prezzo, e ne restò stupefatto: e riferì a lui le parole del re.32 Atenòbio, l’amico del re, si recò a Gerusalemme e vide la gloria di Simone, il vasellame con lavori in oro e argento e il suo grande fasto e ne rimase meravigliato. Gli riferì le parole del re,
33 E Simone gli rispose, e disse: Noi ne abbiamo usurpato le terre altrui, nè ritenghiamo la roba degli altri, ma l'eredità dei padri nostri, la quale ingiustamente fu posseduta per qualche tempo da' nostri nemici.33 ma Simone gli rispose: «Non abbiamo occupato terra straniera né ci siamo impossessati di beni altrui, ma dell’eredità dei nostri padri, che fu occupata un tempo dai nostri nemici senza alcun diritto.
34 Or noi servendoci dell'opportunità abbiam ricuperata l'eredità de' padri nostri.34 Noi, avendone avuta l’opportunità, abbiamo recuperato l’eredità dei nostri padri.
35 Perocchè riguardo alle doglianze, che tu fai per ragion di Joppe e di Gazara, quelli facevano atroci danni al popolo e nel nostro paese: per queste noi diamo cento talenti. E Athenobio non rispose parola.35 Quanto a Giaffa e a Ghezer, che tu reclami, esse causavano un grave danno tra il popolo e nella nostra regione: per esse vi daremo cento talenti».
36 Ma tornò indietro sdegnato, e riferì queste parole al re e la magnificenza di Simone e tutto quello che avea veduto. E il re si accese di sdegno.36 Atenòbio non rispose nulla, ma indispettito tornò presso il re, al quale riferì quelle parole, la gloria di Simone e quanto aveva visto. Il re si adirò grandemente.
37 Ma Trifone fuggi sopra una nave a Orthosiada.37 Trifone intanto, salito su una nave, fuggì a Ortosìa.
38 E il re diede il governo della costa del mare a Cendebeo, e gli rimise un'armata di fanti, e di cavalli.38 Il re allora nominò Cendebeo primo stratega della zona litoranea e mise al suo comando forze di fanteria e cavalleria.
39 E gli comando di andare verso la Giudea, e gli diede commissione di riedificare Gedor, e di fortificare le porte della città, e di domare il popolo de' Giudei. E il re dava dietro a Trifone.39 Poi gli ordinò di accamparsi in vista della Giudea e gli ordinò di ricostruire Cedron, rinforzandone le porte, e di iniziare la guerra contro il popolo. Il re intanto continuò la caccia a Trifone.
40 E Cendebeo arrivò a Jamnia, e cominciò a vessare il popolo, e a desolar la Giudea, e far degli schiavi, e trucidare la gente: e fortificava Gedor.40 Cendebeo si recò a Iàmnia e cominciò a molestare il popolo, a invadere la Giudea, a fare prigionieri tra il popolo e a metterli a morte.
41 E ivi collocò i soldati a cavallo e i fanti, i quali uscivan fuori a fare scorrerie per la Giudea secondo gli ordini del re.41 Ricostruì Cedron e vi dispose la cavalleria e le truppe, perché potessero uscire e battere le strade della Giudea, come gli aveva ordinato il re.