Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 11


font

Paolo si scusa d'esser costretto a parlar di se stesso

1Oh, se sopportaste un po' la mia stoltezza! Or via, sopportatemi!2Perchè son geloso di voi della gelosia di Dio, avendovi lì danzati ad un sol uomo e volendovi presentare quale casta vergine a Cristo.3Ma temo che, come il serpente sedusse Èva con la sua scaltrezza, così non siano corrotti i vostri sensi e perdano quella semplicità che è in Cristo.4Voi, certo, se uno viene a predicare un altro Cristo da noi non predicato, se si tratta di ricevere un altro spirito che non avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete accettato, lo sopportereste con ragione.5Io credo però di non essere stato in nulla inferiore a cotesti grandi apostoli.6E se non son troppo esperto nel parlare, non son tale riguardo alla scienza, come interamente ci siam fatti conoscere a voi.

Disinteresse di Paolo

7Commisi forse un peccato, quando abbassai me stesso per innalzare voi? Quandò gratuitamente vi predicai il Vangelo di Dio?8Spogliai altre Chiese e ne ricevei stipendio per servire a voi.9E quando nel mio soggiorno tra voi mi trovai nel bisogno; non fui d'aggravio a nessuno, supplirono i fratelli venuti dalla Macedonia a quello che mi mancava, e cosi in ogni cosa mi son guardato dall'esservi a carico, e me ne guarderò.10Quant'è vero che la verità di Cristo è in me, questo vanto non mi sarà tolto nelle contrade dell'Acaia.11E perchè? Perchè non vi voglio bene? Lo sa Dio!12Ma quello che faccio lo farò ancora a fin di togliere questo pretesto a quelli che ne cercano uno per apparire simili a noi in quello di cui si gloriano.13Questa genia di falsi apostoli sono operai finti che si trasfigurano in apostoli di Cristo.14E non c'è da maravigliarsene, perchè anche Satana si trasforma in angelo di luce.15Non è dunque un gran che, se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia, ma la loro fine sarà conforme alle loro opere.

Lavori e patimenti di S. Paolo

16Lo ripeto, (affinchè nessuno mi prenda per stolto e se anche mi prendete come tale mi permettiate di gloriarmi un poco)17quello che dico in questa materia di vanto, non lo dico secondo Dio,18ma come per pazzia. Ma poiché tanti si vantano secondo la carne, mi vanterò anch'io;19giacchè voi, che siete saggi, li sopportate volentieri i pazzi,20infatti, se uno vi asservisce, se vi spolpa, se vi ruba, se vi tratta con alterigia, se vi piglia a schiaffi, lo sopportate!21Lo dico con vergogna, come chi è stato debole in questo lato; del resto in qualunque altra cosa uno ardisca vantarsi (parlo da stolto) ardisco anch'io.22Son essi Ebrei? Anch'io. Sono Israeliti? Anch'io. Son discendenti di Abramo? Anch'io.23Son ministri di Cristo? (Parlo da stolto) io son più di loro: più di loro nelle fatiche, più di loro nelle carceri, molto più nelle battiture, e spesso mi son trovato nei perieoli di. morte.24Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta, colpi meno uno;25tre volte sono stato battuto colle verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte e un giorno nel profondo del mare.26Spesso in viaggio, tra i pericoli dei fiumi, pericoli degli assassini, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli dai Gentili, pericoli nelle città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli dai falsi fratelli.27Nella fatica, nella miseria, in continue vigilie, nella fame, nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità.28Oltre a quello che mi vien dal di fuori, ho anche l'affanno quotidiano, la cura di tutte le Chiese.29Chi è debole, senza che io non ne soffra? Chi si scandalizza, senza che io ne arda?30Se c'è bisogno di gloriarsi, mi glorierò di ciò che è proprio della mia debolezza.31Dio, Padre del Signore nostro Gesti Cristo, il quale è benedetto nei secoli, sa ch'io non mentisco.32A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto guardie intorno alla città dei Damasceni, per catturarmi, e da una finestra fui calato in una cesta lungo il muro e così scampai dalle sue mani.