Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

Cantico 5


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BIBBIA TINTORIDIODATI
1 Venga il mio diletto nel suo giardino, e mangi il frutto dei suoi pomi. — Son venuto nel mio giardino, sorella mia sposa, ho colta la mia mirra coi miei aromi, ho mangiato il favo col mio miele, ho bevuto il mio vino col mio latte. Mangiate, amici, bevete, inebriatevi, carissimi.1 O Sposa, sorella mia, io son venuto nell’orto mio; Io ho colta la mia mirra ed i miei aromati; Io ho mangiato il mio favo ed il mio miele; Io ho bevuto il mio vino ed il mio latte. Amici, mangiate, bevete, ed inebbriatevi d’amori
2 Io dormo, ma il mio cuore veglia. La voce del diletto che picchia! — Aprimi, mia sorella, mia diletta, mia colomba, mia immacolata; perchè il mio capo è pieno di rugiada e i miei riccioli son pieni di gocce della notte. —2 IO dormiva, ma il mio cuore vegliava; Ed io udii la voce del mio amico, il quale, picchiando, diceva: Aprimi, sorella mia, amica mia, Colomba mia, compiuta mia; Perciocchè il mio capo è pieno di rugiada, E le mie chiome delle stille della notte.
3 Mi son levata la tunica, come rimettermela? Mi son lavata i piedi, perchè rinsudiciarli?3 Ed io risposi: Io ho spogliata la mia gonna, come la rivestirei? Io mi ho lavati i piedi, come li brutterei?
4 Il mio diletto passò la mano per l'apertura dell'uscio, e mentre lo toccava, le mie viscere si commossero.4 L’amico mio mise la mano per lo buco dell’uscio, E le mie interiora si commossero per amor di lui.
5 Mi alzai per aprire al mio diletto: le mie mani stillarono mirra, e i miei diti furon pieni di mirra squisitissima.5 Io mi levai, per aprire al mio amico; E le mie mani stillarono mirra, E le mie dita mirra schietta, Sopra la maniglia della serratura.
6 (Tolto) il chiavistello del mio uscio, aprii al mio diletto. Ma egli se n'era andato, era scomparso. L'anima mia era venuta meno mentre egli parlava. Lo cercai senza trovarlo, lo chiamai, e non rispose.6 Io apersi all’amico mio; Ma l’amico mio già si era ritratto, ed era passato oltre. Io era fuor di me, quando egli parlava; Io lo cercai, ma non lo trovai; Io lo chiamai, ma egli non mi rispose.
7 Mi trovarono le guardie di ronda per la città, mi picchiarono, mi ferirono, mi tolsero di dosso il mio mantello le guardie delle mura.7 Le guardie, che vanno attorno alla città, mi trovarono, Mi batterono, mi ferirono; Le guardie delle mura mi levarono il mio velo d’addosso.
8 O figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro, se trovate il mio diletto, a dirgli che io languisco d'amore. —8 Io vi scongiuro, figliuole di Gerusalemme, Se trovate il mio amico, Che gli rapporterete? Rapportategli che io languisco di amore
9 Qual'è la cosa che distingue il tuo diletto fra i diletti, o bellissima fra le donne? Che cos'è che distingue il tuo diletto fra i diletti, chè in tal maniera ci hai scongiurate? —9 Che è il tuo amico, più che un altro amico, O la più bella d’infra le femmine? Che è il tuo amico, più che un altro amico, Che tu ci hai così scongiurate?
10 Il mio diletto è candido e rubicondo, distinto fra mille.10 Il mio amico è bianco e vermiglio, Portando la bandiera fra diecimila.
11 Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome come i germogli della palma e nere come il corvo.11 Il suo capo è oro finissimo, Le sue chiome sono crespe, Brune come un corvo.
12 Gli occhi suoi sono come colombe lungo ruscelli d'acqua, lavate nel latte e posate lungo copiose correnti.12 I suoi occhi paiono colombe presso a ruscelli d’acque; E sono come lavati in latte, Posti come dentro i castoni d’un anello.
13 Le sue gote sono come aiòle d'aromi piantate da profumieri. Le sue labbra son gigli e stillano mirra vergine.13 Le sue guance son simili ad un’aia d’aromati, Ad aiuole di fiori odorosi; Le sue labbra paiono gigli, E stillano mirra schietta.
14 Le sue mani, fatte al tornio, son d'oro e piene di giacinti. Il suo corpo è avorio smaltato di zaffiri.14 Le sue mani paiono anelli d’oro, Ne’ quali sono incastonati berilli; Il suo corpo è avorio pulito, Coperto di zaffiri.
15 Le sue gambe son colonne di marmo posate sopra basi d'oro. Ha l'aspetto del Libano, è distinto come il cedro.15 Le sue gambe son come colonne di marmo, Fondate sopra piedistalli d’oro fino; Il suo aspetto è simile al Libano, Eccellente come i cedri.
16 La sua gola è soavissima, egli è tutto una delizia. Tale è il mio diletto, tale il mio amico, o figlie di Gerusalemme. —16 Il suo palato è tutto dolcezze, Ed egli è tutto amorevolezze. Tale è l’amor mio, tale è l’amico mio, O figliuole di Gerusalemme
17 Dov'è andato il tuo diletto, o bellissima fra le donne? Da che parte ha preso il tuo diletto, per cercarlo con te?