Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


font

Martirio di sette fratelli e della loro madre

1Accadde ancora che furono presi sette fratelli colla loro madre, che il re voleva costringere con frustate e nerbate a mangiare, contro la legge, le carni di porco.2Ma uno di essi, che era il primogenito, disse: « Che cerchi e che vuoi sapere da noi? Noi siam pronti a morire, piuttosto che trasgredire le patrie leggi dateci da Dio ».3Allora il re, sdegnato, fece mettere sul fuoco delle padelle e delle caldaie di bronzo, e quando furono arroventate,4comandò che al primo che aveva parlato, fosse tagliata la lingua, strappata la pelle del capo, fossero troncate l'estremità delle mani e dei piedi a vista degli altri fratelli e della madre.5E quando l'ebbe ridotto all'assoluta impotenza, ordinò che fosse messo sul fuoco, e, già agonizzante, fosse arrostito nella padella. Mentre vi era lungamente tormentato, gli altri colla madre s'esortavano vicendevolmente a morire da forti,6e dicevano: « Il Signore Dio volgerà gli occhi alla verità e si consolerà in noi, come disse Mosè nel cantico della protesta: Egli si consolerà nei suoi servi ».7Morto in tal maniera il primo, conducevano agli strazi il secon­do. Strappatagli la pelle del capo coi capelli, gli chiedevano se volesse mangiare prima d'esser tormentato in tutti i membri del corpo.8Ma egli in lingua patria rispose e disse: « No ». Per questo anche lui subì i medesimi tormenti del primo.9Vicino a render l'ultimo respiro, disse: « Tu, o scelleratissimo, ci togli la vita presente, ma il re dell'universo risusciterà nella vita eterna noi che moriamo per le sue leggi ».10Dopo di questo venne straziato il terzo, il quale alla prima richiesta mise fuori la lingua e stese intrepido le mani;11e disse coraggiosamente: « Dal cielo ho avute in dono queste cose, e per amore delle leggi di Dio le disprezzo, perchè spero di riaverle da lui ».12Il re e quelli che l'assistevano ammirarono l'anima di quel giovinetto che nessun caso faceva dei tormenti.13Morto lui si misero a tormentar nel medesimo modo il quarto,14il quale, già vicino a morire, disse: « E' molto bene aver la morte dagli uomini, e da Dio avere la speranza d'esser di nuovo da lui risuscitati; ma la tua risurrezione non sarà per la vita ».15Preso poi il quinto lo martoriavano, ed egli, fissando il re, disse:16« Tu, pur essendo mortale, col potere che hai tra gli uomini fai quel che ti pare: ma non credere che la nostra stirpe sia abbandonata da Dio.17Aspetta quanto è necessario e vedrai la gran potenza di lui e come egli tormenterà te e la tua stirpe ».18Dopo questo fu condotto il sesto, che, vicino a morire, disse: « Non ti fare delle vane illusioni: noi per nostra colpa patiamo queste cose; perchè abbiamo peccato contro il nostro Dio ci sono avvenute queste terribili cose;19ma tu non credere di restare impunito, dopo avere avuto l'ardire di combattere contro Dio ».20La madre, ammirabile oltre ogni dire, e degna della ricordanza dei buoni, vedendo morire in un sol giorno i suoi sette figlioli, lo sopportava generosamente per la speranza che aveva in Dio.21Piena di sapienza, li esortava a uno a uno nella patria lingua, e, unendo alla tenerezza di donna un coraggio virile,22diceva loro: « Io non so come appariste nel mio seno: non sono stata io che vi ho dato lo spirito, l'anima, la vita, non io ho formate le membra di ciascuno di voi;23ma il Creatore del mondo, che stabilì la generazione dell'uomo e diede principio a tutte le cose: egli per sua misericordia renderà a ciascuno di voi e spirito e vita, perchè voi ora, per amor delle sue leggi, non vi curate di voi stessi ».24Antioco credendosi vilipeso, non curando la voce di chi lo rimproverava, rimanendo ancora il più giovane, non solo lo esortava colle parole, ma anche con giuramento gli prometteva di farlo ricco e felice, se abbandonava le patrie leggi, di tenerlo fra i suoi amici e di dargli tutto il necessario.25Ma siccome il giovinetto non si piegava, il re, chiamata la madre, la consigliava a salvare il figliolo.26Dopo essere stata da lui esortata con lungo ragionamento, essa promise di persuadere il suo figliolo.27E inchinatasi, per questo, verso di lui, irridendo il crudele tiranno, disse nella lingua della patria: « Figlio mio, abbi pietà di me che per nove mesi ti portai nel seno, per tre anni ti allattai, e poi t'ho nutrito fino a condurti a quest'età.28Or ti scongiuro, o figlio mio, a guardare il cielo, la terra, e tutte le cose da essi contenute, e a ricordare che Dio creò dal niente quelle cose e l'umana progenie.29Così avverrà che tu non temerai questo carnefice, e sarai fatto degno d'aver comune la sorte coi tuoi fratelli. Accetta la morte, affinchè nel tempo della misericordia io ti riabbia insieme ai tuoi fratelli ».30Mentre essa ancora parlava, il giovanetto disse: « Che aspettate? Io non obbedisco al comando del re, ma al precetto della legge data da Mosè.31Ma tu, autore di tutti i mali piombati sugli Ebrei, non fuggirai la mano di Dio.32E' a causa dei nostri peccati che noi soffriamo queste cose,33e se il Signore, adirato per breve tempo con noi, ci ha castigati per correggerci, si riconcilierà di nuovo coi suoi servi.34Ma tu, o scellerato, e di tutti gli uomini il più reo, non t'insuperbire follemente, abbandonandoti a vane speranze per infuriare contro i servi di Dio;35perchè non sei ancora sfuggito al giudizio di Dio Onnipotente che vede tutto.36I miei fratelli, dopo avere sofferto un breve dolore, son già nell'alleanza della vita eterna; ma tu, per giusto giudizio di Dio, soffrirai i castighi dovuti alla tua superbia.37Or io sacrifico come i miei fratelli la mia vita e il mio corpo per le patrie leggi, pregando Dio che quanto prima si plachi col nostro popolo, e che tu fra i tormenti e le piaghe abbia a confessare che egli è il solo Dio.38L'ira dell'onnipotente che giustamente percuote la nostra stirpe finirà in me e nei miei fratelli ».39Allora il re, montato su tutte le furie, incrudelì più barbaramente sopra questo che sopra gli altri, non potendo soffrire d'essere schernito.40Ed anche questo morì senza contaminarsi, interamente abbandonato in Dio.41Alla fine dopo i figlioli fu messa a morte anche la madre.42Ma dei sacrifizi e delle eccessive crudeltà se n'è parlato abbastanza.