Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 12


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Vittoriose spedizioni di Giuda Maccabeo contro i popoli vicini

1Conclusi questi patti, Lisia se ne tornò dal re, e i Giudei si diedero a coltivare la terra.2Ma quelli che eran rimasti nella regione, Timoteo, Apollonio, figlio di Genneo, e Girolamo e Demofonte, e oltre a questi Nicànore, governatore di Cipro, non li lasciavano bene avere nè vivere in pace.3Or quelli di loppe commisero questo delitto: invitarono i Giudei che abitavano in mezzo a loro a salire colle mogli e coi figli sulle barche da loro preparate, come se non ci fosse nessuna inimicizia tra di loro.4E per decreto fatto in comune dalla città, al quale essi accondiscesero, non avendo a causa della pace alcun sospetto, quando furono in alto mare li sommersero in numero non minore di duecento.5Giuda appena seppe la crudeltà commessa contro uomini della sua nazione, diede gli ordini alla sua gente, e, invocato Dio, giusto giudice,6marciò contro gli uccisori dei (suoi) fratelli, e di notte diede alle fiamme il porto, bruciò le barche, e trucidò colla spada quelli che erano scampati al fuoco.7Fatto questo partì, ma coll'intenzione di tornare di nuovo e sterminare tutti i cittadini di loppe.8Ma avendo saputo che anche quelli di Iamnia volevano trattare nella medesima maniera i Giudei che abitavano tra loro,9piombò pure di notte sopra quelli di Iamnia, e diede fuoco al porto e alle navi, in modo che le fiamme dell'incendio si vedevano da Gerusalemme, alla distanza di duecentoquaranta stadi.10Partito di lì, dopo aver fatto nove stadi per andare contro Timoteo, lo attaccarono gli Arabi con cinque mila fanti e cinquecento cavalieri.11Dopo aspro combattimento, che coll'aiuto di Dio andò a finir bene, quelli che restavano degli Arabi vinti chiedevano a Giuda che desse loro la destra, promettendo di cedergli dei pascoli e di essergli utili in ogni altra cosa.12Giuda, persuaso che veramente potevano essergli utili in molte cose, promise la pace, e quelli, ricevute le destre, se ne andarono alle loro tende.13Poi (Giuda) attaccò una città forte, circondata di ponti e di mura, abitata da turbe di diverse nazioni e chiamata Casfin.14Or quelli che vi eran dentro, fidando sulla saldezza delle mura e sulle provvisioni di viveri, non si davan pena d'agire, e provccavan Giuda cogli insulti, colle bestemmie e con parole nefande.15Ma Maccabeo, invocato il gran Re del mondo, il quale senza arieti e senza macchine al tempo di Giosuè atterrò Gerico, balzò fieramente sopra le mura;16e, presa per volontà del Signore la città, vi fece immensa strage, tale che il vicino lago, largo due stadi, sembrava tinto del sangue degli uccisi.17Partiti di là, dopo un viaggio di settecentocinquanta stadi, giunsero a Caraca, presso quei Giudei che sono detti Tubianei.18Ma non poteron prendere in quei luoghi Timoteo, il quale senza aver fatto nulla, tornò indietro, lasciando in dato luogo fortissima guarnigione.19Allora Dositeo e Sosipatro, che eran capitani dei soldati insieme con Maccabeo, uccisero dieci mila uomini lasciati da Timoteo in quella fortezza.20invece Maccabeo, messi in ordine intorno a sè sei mila uomini, divisi per coorti, si avanzò contro Timoteo, che aveva seco centoventi mila fanti e due mila cinquecento cavalieri.21Saputo dell'arrivo di Giuda, Timoteo mandò innanzi le donne e i ragazzi e il resto dei bagagli in una fortezza chiamata Carnion, chè era inespugnabile e di difficile accesso per la strettezza dei luoghi.22Ma all'apparire della prima coorte di Giuda, lo spavento s'impadronì dei nemici, per la presenza di Dio che tutto vede, e furon messi in fuga gli uni dagli altri, in modo che erano più che altro rovesciati dalla loro gente, e feriti dalle proprie spade.23E Giuda li inseguiva accanitamente, per punir quei profani; e ne prostrò trentamila.24Lo stesso Timoteo, caduto in potere delle schiere guidate da Dositeo e da Sosipatro, con molte preghiere si raccomandava di aver salva la vita, (dicendo) d'avere in suo potere molti parenti e fratelli dei Giudei, che, morto lui, sarebbero senza speranza.25Siccome dette la parola di restituirli secondo i patti convenuti, lo lasciarono andare sano e salvo per la salute dei fratelli.26Intanto Giuda marciava contro Camion, e vi uccideva venticinque mila uomini.27Dopo avere messi in fuga e sterminati questi, mosse l'esercito contro Efron, città fortificata e abitata da una moltitudine di diverse nazioni; dei giovani robusti, stando a difesa delle mura, facevano grande resistenza; vi erano molte macchine e grandi depositi di frecce.28Ma (i Giudei), invocato l'Onnipotente, Colui che colla sua potenza schiaccia le forze dei nemici, presero la città, e di quelli che v'eran dentro ne stesero al suolo venticinque mila.29Partiti di là marciarono contro la città degli Sciti, distante seicento stadi da Gerusalemme.30Ma, siccome i Giudei che abitavano tra quelli di Scitopoli testimoniavano di essere da essi trattati benignamente e che anche nei tempi tristi erano stati trattati con moderazione,31Li ringraziarono e li esortarono a continuare nella loro benignità verso la loro nazione, e tornarono a Gerusalemme mentre era imminente la festa delle settimane. Giuda vince Gorgia e fa sacrifici per i morti32Dopo la Pentecoste marciarono contro Gorgia governatore dell'Idumea,33Il quale avanzava con tre mila fanti e quattrocento cavalieri.34Attaccata la battaglia, alcuni dei Giudei rimasero uccisi.35Or mentre un certo Dositeo, cavaliere di Bacenore e valoroso, metteva le mani addosso a Gorgia per prenderlo vivo, un cavaliere Trace gli fu addosso e gli tagliò una spalla, e cosi Gorgia fuggì a Maresa.36Or siccome gli uomini di Esdrin dopo aver lungamente combattuto erano stanchi, Giuda invocò il Signore, affinchè fosse loro protettore e duce nella battaglia,37e poi, cantando ad alta voce inni nel lin­guaggio natio, mise in fuga i soldati di Gorgia.38In seguito Giuda radunato l'esercito, giunse alla città di Odollam, e giunto il settimo giorno della settimana, purificatisi secondo il rito, celebrarono il sabato in quel medesimo luogo.39Il giorno seguente Giuda coi suoi andò a prendere i corpi degli uccisi, per seppellirli coi loro parenti nelle tombe paterne.40Sotto le tuniche degli uccisi trovarono degli oggetti consacrati agl'idoli che erano stati in Iamnia, cose dalla legge proibite ai Giudei, e tutti furori persuasi che ciò fosse stato causa della loro morte.41E tutti benedissero il giusto giudizio del Signore che aveva manifestato il male nascosto.42E poi si misero a pregare perchè fosse perdonato il delitto commesso. Allora il valorosissimo Giuda esortò il popolo a conservarsi senza peccato, giacché aveva visto coi propri! occhi quanto era accaduto per il peccato di quelli che erano stati uccisi.43Fatta poi una colletta, mandò a Gerusalemme dodici mila dramme d'argento, perchè fosse offerto il sacrifizio per i peccati di quei defunti, rettamente e piamente pensando intorno alla risurrezione.44Infatti se non avesse sperai o nella loro risurrezione, superfluo e inutile sarebbe (a lui) sembrato pregare per i morti.45Egli invece pensò che grande ricompensa è riserbata a coloro che muoiono piamente.46Santo adunque e salutare è il pensiero di pregare per i morti, affinchè siano sciolti dai loro peccati.